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Vetta del Monte Korada (scorri la gallery!)
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Sentiero delle Vigne Alte sulle alture che circondano la Valle del Preval
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Resti dell’Eremo di San Valentino sul Monte Sabotino
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Obelisco in ricordo dei caduti in cima al Monte Calvario (Podgora)
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Galleria delle cannoniere del Monte Brestovec
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Garitte jugoslava e italiana sul Monte Kremenjak
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Strada del Generale Barco (sentiero 75 lungo il Vallone)
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Vetta del Monte Trstelj
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Panorama della zona del Rafut e del Castello di Gorizia dal colle della Castagnevizza
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Vetta del Monte Korada
Friuli Venezia Giulia

In bici nell'Isontino

Marco Cumar presenta così il suo lavoro, "adottato" anche dalla provincia di Gorizia.
" Gorizia, città "incollata" al confine orientale tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, è uno dei capoluoghi di provincia italiani con la miglior qualità della vita (7a nella classifica del Sole 24 Ore per il 2010).
A tale invidiabile posizione sicuramente contribuisce l'eccezionale varietà di ambienti naturali, aspetti geologici, culturali e storici che caratterizza tutto l'Isontino.
Le colline e i famosi vigneti del Collio.
I sentieri, il sommacco, le grotte, i campi solcati e le trincee della I guerra mondiale del Carso.
Le magnifiche foreste di faggio della selva di Tarnova.
Il bosco asburgico del Panovec.
La cortina di ferro del Monte Sabotino.
I panorami verso il mare.
Non c'è che l'imbarazzo della scelta. Poche zone possono vantare una tale varietà di ambienti in un raggio di pochi chilometri.
La II Guerra Mondiale ha tracciato un confine che ha diviso in due non solo il territorio ma addirittura le famiglie. Lentamente ed inesorabilmente tale barriera si è disgregata fino a disciogliersi con l'ingresso della Slovenia nell'area Schengen il 21 dicembre 2007. Questo ha permesso agli appassionati dei percorsi in fuoristrada di utilizzare tutta una serie di passaggi in precedenza usufruibili solo dai possessori di speciali lasciapassare. E così vecchi itinerari sono stati riscritti e nuovi sono stati tracciati, a formare idealmente una sorta di nuovo legame tra terre nel tempo unite e divise.
Ed è proprio il confine a mio avviso una delle risorse turistiche che andrebbero sfruttate di più. La particolare posizione geografica di Gorizia per chi ci abita costituisce semplicemente una normalità; ma il poter porre contemporaneamente un piede in Italia e l'altro in Slovenia, pur essendo in città, per un turista è sicuramente un'esperienza fuori dal comune. Se a ciò associamo le importanti vicende storiche di cui il confine è stato il principale protagonista del contendere ecco che ne verrebbe fuori un vastissimo ed unico museo all'aperto.
L'idea di realizzare questo sito e proporre questa serie di tracce agli appassionati della mountain bike, o MTB che dir si voglia, nasce ovviamente dalla passione per questa disciplina sportiva ma soprattutto dal desiderio di far conoscere il nostro stupendo territorio, ricco, lo ribadisco, di proposte di ogni tipo: naturalistiche, geologiche, storiche, architettoniche, enogastronomiche. "


VALLONE E LAGO DI DOBERDO'
Questo itinerario percorre le pendici ed il fondo del Vallone, una depressione che divide il Carso isontino da quello sloveno e che collega, attraverso la statale 55, Gorizia a Monfalcone e Trieste. Sono molti gli spunti interessanti che troveremo lungo il percorso: la guerra di trincea durante il primo conflitto mondiale testimoniata dai pannelli del Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso , le tracce dei primi insediamenti umani del castelliere preistorico del Castellazzo , i fenomeni carsici del lago di Doberdò . Ed infine, per chi ha la fortuna di visitare questi luoghi in autunno, le sgargianti sfumature che dal giallo al rosso colorano questi straordinari luoghi, capaci di ritagliarsi un capitolo importante in qualunque libro di storia, geografia e scienze.
Clicca qui per leggere il dettaglio dell'itinerario, con altimetria, fotografie e mappe sul sito www.isontinoinbici.it/


MONTE TRSTELJ
L'itinerario si sviluppa completamente in territorio sloveno e percorre strade sterrate e sentieri del ciglione e dello stupendo altopiano carsico di Komen/Comeno. Tra le particolarità del percorso segnaliamo sicuramente i vastissimi panorami che spaziano dal Mare Adriatico alla Pianura Padana alle Alpi e che si susseguono come un'esposizione pittorica. Singolare il fatto che dal punto di partenza fino alla vetta del Trstelj, se si esclude la Torre di Miren/Merna , lungo il tracciato non si incontra alcun edificio (sono ben 13,4 km); la natura regna incontaminata e, specialmente nei primi chilometri, è facile incontrare qualche capriolo. Caratteristici e vivi sono i vari borghi dell'altopiano che si attraversano dopo la veloce discesa dal M. Trstelj e che hanno molto da raccontare riguardo le vicende della Prima Guerra Mondiale visto che si trovavano nelle immediate retrovie del fronte. A ricordo di quelle tristi vicende è stata realizzata la rete dei Sentieri della Pace sul Carso (Proti Miru Na Krasu) . Eccoci qui a descrivere ancora un'altro pezzo di terra dell'Isontino che non ha nulla da spartire con le altre aree descritte dagli altri itinerari. Qualcosa che rende veramente unico il nostro territorio.
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COLLI URBANI
Possiamo considerare questo itinerario come urbano in quanto risale i colli posti al centro o ai margini dei centri abitati di Gorizia e Nova Gorica. Interessante dal punto di vista storico il colle del castello di Gorizia e il colle della Castagnavizza ; interessante invece dal punto di vista botanico il bosco e i rilievi del Panovec e il parco di villa Lasciac . Per quanto riguarda l'aspetto ciclistico, i sentieri all'interno del bosco del Panovec lo rendono un vero e proprio parco divertimenti per gli amanti del single track.
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MONTE KORADA
Itinerario lungo e faticoso ma molto vario, ricco ed estremamente panoramico. Si parte dal centro cittadino di Gorizia a 80 m sul livello del mare e si arriva al rifugio situato a poche decine di metri dalla cima del M. Korada (811 m). I primi 16 km sono quasi pianeggianti e sfruttano la splendida pista sterrata (9 km) che corre parallela alle acque smeraldine del fiume Isonzo e alla storica Ferrovia Transalpina. Da Plave ci si inerpica per 7 km e 25 tornanti fino al rifugio Baita Korada. Durante l 'avvicinamento al rifugio e la successiva bellissima discesa in equilibrio sul crinale ci accompagnano ampie distese prative perfettamente curate e spettacolari panorami a perdita d'occhio verso la pianura friulana , l'anfiteatro alpino e gli altipiani sloveni. L'ultima parte dell'itinerario percorre la lunga valle del Birsa (Versa) in ambiente tipicamente collinare dove le colture a vite e frutteto si susseguono senza soluzione di continuità. Interessante, dal punto di vista storico e geografico, è l'area attorno all'ex valico agricolo di Giasbana ove i cippi di confine separano i pregiati vigneti della Brda slovena da quelli del Collio italiano. E per finire non possiamo non rammentare le bellezze di Gorizia; le sue piazze, il suo castello, le sue chiese, i suoi palazzi e parchi fanno da cornice ai primi e ultimi chilometri di questo fantastico itinerario.
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MONTE SAN MICHELE
Questo itinerario percorre le pendici di uno dei luoghi simbolo delle battaglie che si sono svolte sull'Isonzo e sul Carso durante il primo conflitto mondiale: il M.te S. Michele. Il territorio compreso tra il Carso di Doberdò e quello di Comeno è un vastissimo Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso dove svariati itinerari e percorsi tematici, corredati da ricchi pannelli informativi , consentono di ripercorrere il contendersi di queste terre da parte degli eserciti italiani ed austro-ungarici. L'area più suggestiva attraversata dal percorso è il sito delle trincee e delle fortificazioni del Monte Brestovec (Brestovi) nei pressi di San Michele del Carso. Il sito è stato recuperato e valorizzato nel 2012 e viene da molti considerato come il più bello e importante del suo genere su tutto il fronte orientale .
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PREVAL
Itinerario ad elevata gradazione alcolica. Percorre infatti strade e piste ciclabili a cavallo dei rilievi collinari situati alle spalle di centri famosi per la produzioni vinicola quali Cormons e Capriva del Friuli. Se si esclude la salita al Monte Quarin , il percorso qui descritto è adatto praticamente a tutti. Sfrutta infatti alcuni tratti delle nuovissime piste ciclabili (25 km su sede riservata e fondo in materiale eco-compatibile) che percorrono in lungo e in largo la valle del Preval ed il Collio . Il sistema viario è curato dalla Provincia di Gorizia e prende il nome di "Slow Collio, un paesaggio da bere". Il progetto comprende anche alcune aree sosta camper nei comuni di Mossa , Capriva del Friuli e Cormons. Tra i luoghi toccati o sfiorati da segnalare la chiesetta di S. Marco , l'amena località della Subida con la sua chiesetta , il Santuario della B. Vergine del Soccorso , Villa Russiz (con la nota azienda vinicola), il castello di Spessa (con annesso campo di golf), i ruderi del castello del Monte Quarin , il parco di Plessiva. Ovviamente, oltre che dalle bellezze naturali e storiche di questa zona, l'escursionista non potrà non essere attratto dalla possibilità di degustare i pregiati vini locali e la gastronomia tipica, sintesi e incrocio delle culture italiana, slovena e tedesca.
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MONTE SABOTINO
L'ascesa al monte Sabotino, da qualsiasi parte la si voglia affrontare, è comunque una bella impresa (le pendenze sono molto pronunciate). La soddisfazione che però si proverà dopo tanta fatica sarà immensa, perché il Sabotino è un luogo straordinario. Il vastissimo panorama che spazia dalla valle del Vipacco, al Carso Isontino, alla pianura friulana, al mare Adriatico, al Collio, alla cerchia alpina, allo stretto corso dell'Isonzo e all'altopiano di Tarnova è qualcosa di unico. Tutto il monte è pregno dei ricordi lasciati dagli importanti avvenimenti storici che hanno segnato questi luoghi: le battaglie della I guerra mondiale, di cui rimangono le trincee e le gallerie cannoniere scavate dagli austro-ungarici (alcune percorribili con facilità in quanto attrezzate ed illuminate direttamente dalla luce del sole), e la cortina di ferro che passava proprio per la linea di vetta e di cui ne sono testimonianza le due casermette jugoslava e italiana e, fino a pochissimi anni fa, i reticolati ed il filo spinato . Testimone postumo delle vicende belliche del secondo conflitto mondiale, una sorta di dazio per la sconfitta subita, è la cosiddetta Strada di Osimo : una strada che collega tutt'oggi due località della Slovenia ma attraverso il territorio italiano. Molto interessante il sito dell'eremo cinquecentesco di S. Valentino . E per chi ama le fioriture, giugno è un mese eccezionale . L'itinerario transfrontaliero prevede lo sconfinamento dal valico agricolo di S. Valentino, che prima dell'ingresso della Slovenia nell'area Schengen poteva essere superato solo dai possessori di un particolare lasciapassare, percorre un tratto della Strada di Osimo, si arrampica fino alla strada panoramica slovena, raggiunge la vecchia casermetta jugoslava, sconfina in Italia, tocca la casermetta italiana, e l'eremo di S.Valentino e infine con entusiasmante discesa, meglio dire picchiata, raggiunge il Parco dell'Isonzo, punto di partenza di questo stupendo tracciato.
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MONTE CALVARIO E COLLIO
La prima parte del presente itinerario si snoda sulle pendici di una delle alture tristemente famose per le battaglie e le perdite umane che purtroppo hanno segnato il territorio di Gorizia durante il conflitto mondiale del 15-18: il monte Calvario-Podgora. Sulla sua sommità svariate lapidi e monumenti testimoniano quelle drammatiche vicende . Mentre la prima parte del tracciato si percorre pressoché avvolti da una rigogliosissima vegetazione di castagni, robinia, ontano, rovere, la seconda esce allo scoperto e ci accompagnano nella nostra fatica le colline del Collio , ricoperte da ordinatissimi filari di vite dai cui frutti si ricavano (tra) i migliori vini bianchi d'Italia (o del mondo?).
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I VALICHI DELL'ISONTINO
Questo itinerario si sviluppa a cavallo della linea di confine che corre alta e parallela alla statale 55, detta del "Vallone", che collega Gorizia a Monfalcone. Il tracciato è fattibile solo dopo l'ingresso della Slovenia nell'area Schengen (21-12-2007). Prima di tale storica data, nell'area interessata dal percorso l'unico varco d'ingresso verso la Slovenia era il valico di 2a categoria di Devetachi, presidiato dalla Guardia di Finanza italiana e dalla Polizia slovena ed usufruibile solo dai transfrontalieri muniti di apposito lasciapassare (ancor oggi rimane l'unico percorribile dalle automobili). Il nostro itinerario oggi invece supera la linea di confine in ben 4 punti diversi, su sentieri, sterrate o percorsi agricoli. La caratteristica principale di questo tracciato, senza nulla togliere alle bellezze offerte dal territorio carsico (l’autunno è un caleidoscopio di colori sgargianti ), è proprio questo continuo entrare ed uscire liberamente da uno stato all'altro. Fare questo prima del 21-12-2007 significava rischiare di incorrere in grossi problemi. Ultimo appunto: anche se non esistono più i controlli sulla linea di confine, non dimenticate di portare con voi sempre e ovunque la carta d'identità.
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I VIGNETI DI ZORAN
Altro itinerario ad alta gradazione alcolica. Le valli e le colline racchiuse nel triangolo con ai vertici i paesi di Vrtojba, Bilje e Bukovica (Nova Gorica, Slovenia) sono totalmente ricoperte da filari di vite; una sorta di Langhe in miniatura.
Alcuni vigneti sono talmente ben curati dai loro proprietari che danno l’idea di essere dei giardini   e non semplici pendii coltivati a vite.
Durante il primo conflitto mondiale questi luoghi sono stati teatro di aspri combattimenti tra gli eserciti italiano e austro-ungarico per ben 14 mesi tra la fine del 1915 e l’inizio del 1917 (7a, 8a e 9a battaglia dell’Isonzo). Il paese di Vrtojba fu duramente colpito: centinaia di famiglie fuggite altrove, il 4% della popolazione morì, entrambe le chiese del paese distrutte. Subito dopo la Prima guerra mondiale l’area di Vrtojba era in territorio italiano; gli italiani chiamarono il paese Camposanto per la presenza di almeno 12 cimiteri di guerra. Nel 1928 le spoglie di almeno 3300 soldati vennero riesumate e portate nel cimitero centrale di Vrtojba. Nel 1938 le autorità italiane portarono le salme dei propri soldati nell’ossario di Oslavia.
Oggi sono testimoni di quegli eventi i cartelli informativi in più lingue disseminati lungo il percorso del “Pot Miru/Sentiero della Pace”  ed il solitario cimitero di guerra nei pressi del borgo di Bukovica . 
L’itinerario qui presentato è solo una delle possibili proposte in quanto l’area collinare è attraversata da un reticolo di strade bianche, sterrate e tratturi solitamente in ottime condizioni ed in gran parte pedalabili.
Vi è anche un percorso vita con 16 punti ginnici dotati di attrezzi. Come materiale da costruzioni sono state utilizzate anche le pietre tombali dei soldati le cui spoglie mortali sono state traslate nel cimitero centrale di Vrtojba.
La bellezza di queste colline è tale che è stata immortalata in una delle scene del film “Zoran, il mio nipote scemo” . A Bukovica è nato lo stimato pittore e incisore sloveno Anton Zoran Mušič.
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CARSO DI MONFALCONE
Il Carso di Monfalcone durante il XX secolo ha subito profonde ferite: la Prima Guerra Mondiale , la Guerra Fredda, le servitù militari , il confine tra est europeo e occidente (la Cortina di Ferro), l’autostrada A4 . Oggi però rappresenta un'area di grande valore storico (i castellieri, la Rocca di Monfalcone , le trincee , le caverne di guerra, le “opere" della fanteria d'arresto ), naturalistico (la landa carsica , il bosco e la boscaglia carsica , le pinete di rimboschimento, la flora mediterranea e balcanica) e geologico (i fenomeni carsici epigei e ipogei, il sistema dei laghi carsici di Pietrarossa e Doberdò ).
Percorrendo le alture carsiche alle spalle di Monfalcone è possibile visitare il Parco Tematico della Grande Guerra . E’ stato aperto al pubblico nel 2005 e copre una superficie di circa 4 kmq. Offre ai visitatori tre diversi ambiti per scoprire i luoghi dove si svolsero diverse battaglie tra il giugno del 1915 ed il maggio del 1917.
Interessante anche la presenza dei castellieri la cui storia affonda in tempi remoti. Sono cinque i villaggi fortificati risalenti all'età del Bronzo testimoni di una società pastorale stanziale: la Gradiscata, le Forcate, la Rocca, il Golas e la Moschenizza. Posti ad una quota di 60 m slm sono in comunicazione visiva tra loro.
L’altopiano carsico che si estende tra il paese di Doberdò, l’omonimo lago e le cime dei monti Cosici e Debeli è stato utilizzato come area di addestramento per i carrarmati durante gli anni della Guerra Fredda. Tutt’oggi qua è là sono ancora presenti svariate opere difensive (fortificazioni, osservatori, ecc.) e su alcune di esse aleggia il mistero.
Il lago di Doberdò è uno dei pochi esempi in Europa di lago carsico . Le portate dei fiumi Vipacco e Isonzo influenzano il livello delle sue acque alimentate attraverso il sistema ipogeo del Carso goriziano. Altri rari esempi di sistemi umidi carsici sono il lago di Pietrarossa e la palude di Sablici .
L’anello qui proposto, quasi totalmente off-road (sono solo due i km d’asfalto), vi permette di “interagire” con tutti questi elementi.
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Su www.cicloweb.net sono molte le pagine dedicate al Friuli Venezia Giulia. Clicca i link sotto per scoprire:
- gli itinerari da pedalare in FVG,
- le passeggiate in Friuli Venezia Giulia,
- le guide alle località della regione

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