bard-min.jpg
Il forte di Bard
donnas-min.jpg
Donnas, la strada romana
donnasvigneti-min.jpg
I vigneti di Donnas
pontboset-min.jpg
Pontboset
pontsaintmartin-min.jpg
Pont Saint Martin
Valle d'Aosta

Bard, il forte ed i suoi dintorni

Vero simbolo della bassa Valle d'Aosta è il castello di Bard: in tutta la regione manieri e fortificazioni sono numerosi ma questo, in particolare, sorprende per imponenza e collocazione. Proprio la sua posizione lascia immaginare come la struttura, o comunque una struttura fortificata, possa avere una storia antica anche se, tuttavia, l'aspetto attuale deriva dalla ricostruzione ottocentesca che seguì la distruzione voluta da Napoleone.
"L’episodio militare più noto di cui il Forte fu teatro è l’assedio del 1800. All’alba del 14 maggio di quell’anno quarantamila uomini dell’Armée de réserve di Napoleone, guidati dal generale Berthier, varcarono le Alpi attraverso il Gran San Bernardo per sorprendere l’esercito austro-piemontese che occupava la Pianura Padana. La calata proseguì speditamente fino a Bard, dove fu arrestata dalla guarnigione di truppe austriache a presidio della fortezza. Napoleone attraversa il Colle nella notte tra il 19 e il 20 maggio. È già a conoscenza della battuta d’arresto che il suo esercito sta fronteggiando ai piedi del Forte. Il 25 maggio è a Verrès, dove alloggia presso la Prevostura di Saint-Gilles. Intanto, i suoi generali organizzano il superamento di Bard: parte dell’esercito aggira l’ostacolo scalando le alture sulla destra orografica (ovest – Hône) altri attraverso Albard per poi ricongiungersi e proseguire verso Pont-Saint-Martin.
Il 21 e 22 maggio ha luogo l’assalto del borgo e la guarnigione si ritira nel Forte. La porta occidentale del borgo (Curlett, presso Casa Nicole) viene presa d’assalto. Dal Forte partono i colpi che colpiscono anche l’edificio, che ancora oggi porta i segni della battaglia. Il comandante del Forte, il capitano Stockard von Bernkopf, non si dà per vinto e resiste all’assedio dei francesi.
Nel frattempo, parte della cavalleria e fanteria risale il sentiero che da Arnad raggiunge il Colle della Cou e di lì scende verso Albard e Donnas. Il 25 e 26 maggio viene sferrato un nuovo attacco al Forte, nel corso del quale i francesi perdono molti uomini. A Bernkopf viene intimata la resa, ma non cede e nessun soldato francese riesce ad entrare nella fortezza. Viene adottato lo stratagemma del fieno cosparso sul selciato del borgo e delle ruote ricoperte di stracci per attutire il rumore e passare con l’artiglieria durante la notte.
Gran parte dell’esercito aveva così superato l’ostacolo: il Forte si trova ora tra due fuochi e al capitano Stockard von Bernkopf non resta che arrendersi. Il 1° giugno 1800 è costretto a firmare la resa, ottenendo comunque l’onore delle armi".
(da https://www.fortedibard.it)
"Nel 1831, in una situazione politica tormentata, un altro personaggio illustre fece notare la sua presenza nel piccolo borgo di Bard. Consapevole di dare avvio ad un’impresa di non breve durata, nel 1828 Carlo Felice di Savoia affidò all’Ing. Militare Francesco Antonio Olivero il progetto, l’esecuzione e la direzione dei lavori di ricostruzione del Forte, che dovevano essere condotti secondo criteri di modernità, tali da farne una struttura d’avanguardia. La supervisione venne dunque affidata al giovane Camillo Benso Conte di Cavour. Giunto a Bard nel 1831, per quanti entusiasmi l’impresa potesse suscitare in chiunque, visse purtroppo quest’esperienza come una punizione, una “prigione morale” che lui stesso in seguito definì un “esilio”. La forzata inattività e lo stato di isolamento rappresentarono per lo statista un momento di riflessione importante, che lo portarono ad abbandonare la carriera militare a favore di quella politica. E’ nota infatti l’epigrafe a lui dedicata e situata nei pressi di Donnas, dove era solito passeggiare".
(da https://www.fortedibard.it)
A due passi dal castello, Bard conserva l'impianto urbanistico medievale. Lungo la via principale, un'antica via consolare – sotto cui scorre in parte, l’antico canale della Furiana, realizzato dai Romani e ancora oggi in uso – conserva pregevoli edifici residenziali del XV-XVI secolo, alcuni dei quali restaurati e oggi sedi di attività commerciali – costruiti sugli antichi muri romani, ancora visibili in alcune cantine. Venticinque edifici sono definiti "monumentali".
Di particolare interesse sono Casa Challant, situata nella piazzetta centrale; Casa Valperga, sulla cui facciata è presente un’elegante bifora, ora tamponata, affiancata da due finestre a crociera; Casa Urbano, sede dell’antico mulino; la cosiddetta Casa Ciuca, in cui si può ammirare un bell’esempio di ‘viret’, un’ardita scala a chiocciola dai gradini che si aprono a ventaglio intorno a un’asse centrale; l’elegante Palazzo Nicole, settecentesco, residenza degli ultimi conti di Bard, sulla cui facciata si notano ancora i fori dei proiettili dell’assedio del 1800.
Da non perdere anche la vicina Hone, sulla strada per Champorcher, o Pontboset. poco più a monte, proprio nella valle di Champorcher.
Anche dove l'interesse inizia ad essere rivolto più alla montagna ed all'attività escursionistica non mancano spunti culturali: un esempio è la torre trecentesca che si trova nella frazione principale di Champorcher. Ovunque abbondano nuclei ed edifici tradizionali in cui riscoprire un "saper fare" di antichissima origine. E lo stesso vale per la valle del Lys, che culmina con Gressoney, depositaria della cultura walser come la parallela valle di Ayas.

I DINTORNI
Sono numerosi i motivi di interesse dei dintorni del castello di Bard. Tralasciando le opportunità escursionistiche e cicloturistiche cui sono dedicate le apposite sezioni di www.cicloweb.net (clicca qui per i trekking e clicca qui per le pedalate) a due passi da Bard sorgono, per esempio, due castelli: il gotico castello di Issogne, trecentesco, ed il castello Vallaise, tra Bard e Verres.
E' d'autunno che la strada dei vigneti raggiunge il suo massimo splendore: a due passi da Bard, infatti, si trovano i vigneti eroici di Donnas, terrazzamenti strappati ai pendii più ripidi dovesi coltivano uve Nebbiolo, Freysa e Neyret. Queste danno vita al Vallée d’Aoste Donnas Doc, vino di buon corpo (12,5°-13,5°), che va servito ad una temperatura di 20°-22°. Si tratta del primo vino valdostano ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata. Il Forte è incastonato tra l’area vitivinicola di Donnas e quella di Arnad-Monjovet, dove si produce un altro rosso Doc dal sapore asciutto che ricorda alcuni vini prestigiosi delle Prealpi piemontesi a base di Nebbiolo.
L’Arnad-Montjovet ha una robusta gradazione alcolica (12°-13°), soprattutto nella versione Supérieur.
Gli appassionati di storia che non fossero "sazi" della grandiosità del forte di Bard trovano ulteriore soddisfazione spostandosi dai borghi ed andando a cercare i resti della Via delle Gallie, la prima opera pubblica realizzata in Valle d’Aosta. La strada attraversava il territorio valdostano giungendo da Eporedia (Ivrea), sino ad Augusta Prætoria (Aosta), per poi biforcarsi in direzione del Piccolo San Bernardo e del Gran San Bernardo. Il percorso conserva resti archeologici ancora visibili e di pregio.
Da non dimenticare il ponte romano in pietra che dà il nome a Pont Sain Martin: ha un'unica arcata di 35 metri ed è alto 25 metri. Al ponte è dedicato anche un museo che, insieme al borgo vecchio ed alla passeggiata verso castello Baraing, completa l'offerta storico culturale di questo paese posto all'imbocco della valle di Gressoney (o valle del Lys).
Donnas è anch'esso un interessante borgo medievale impreziosito dai resti della strada romada delle Gallie che qui presenta uno dei tratti più caratteristici, intagliato nella roccia e sormontato da un imponente arco.


IL CAMMINO
Anche da qui, come in tutta la Valle d'Aosta, solcata dalla Dora Baltea, corre il cammino Balteo. Si tratta di un itinerario ad anello di quasi trecentocinquanta chilometri, percorribile in entrambi i sensi. Un viaggio nella cultura e nella storia attraverso un territorio punteggiato da antichi borghi e imponenti castelli, immerso in un variegato paesaggio che alterna boschi e pascoli ad orti e vigneti.
Il tracciato si sviluppa principalmente nel fondovalle e sui versanti di media quota con un’altitudine compresa tra i 350 e i 1900 mslm, praticabile quindi per buona parte dell’anno.
Le tappe sono ventitrè e richiedono un impegno variabile tra le quattro e le sei ore. Sono compresi sentieri ma anche forestali, sterrati e qualche tratto asfaltato.

Condividi su  -