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Nell'Appennino modenese (scorri la gallery!)
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Nell'Appennino modenese
Emilia Romagna

Modena ed il suo Appennino

IN CITTA'
La città di Modena nasce come centro prima etrusco, poi romano e medioevale, baricentro di una ricca campagna e di una buona parte della montagna appenninica che si inerpica sino alla vetta, spesso innevata, del Monte Cimone.
Il Duomo cittadino è un fulgido esempio di architettura romanica sulla cui facciata i pannelli di Wiligelmo raccontano la storia del libro della Genesi. La facciata è equilibrata ed armonica, ricca di sculture dotate di grande espressività.
La prima pietra di questo capolavoro fu posta il 9 giugno del 1099 e per due secoli i maestri campionesi (così detti per la loro provenienza, Campione) si susseguirono, di padre in figlio, alla costruzione dell'opera.
A fianco della cattedrale e dei suoi particolari architettonici e scultorei sta la torre della Ghirlandina, simbolo della città, nel cui interno si conserva una copia della "secchia rapita", bizzarro trofeo tolto dai modenesi alle truppe di Bologna dopo la medioevale battaglia della Fossalta.
Tutta la Piazza è Patrimonio Mondiale dell'Umanità, riconoscimento conferito dall'Unesco. Il Duomo di Modena, il Duomo romanico di Lanfranco e Wiligelmo, rappresentò un capostipite al quale si uniformarono molte delle grandi cattedrali sorte in epoca successiva nell'area padana.
Dopo essere stata Comune, Modena diventò anche capitale del minuscolo ma prospero stato estense alla cui epoca risalgono le collezioni d'arte ed il grandioso palazzo ducale che ospita dall'Unità d'Italia l'Accademia militare.

I DINTORNI
Attorno a Modena, la prospera pianura ed i morbidi colli. Su tutti svetta il Cimone, la cima più alta dell'Appennino Emiliano, affermata meta turistica sia d'estate sia d'inverno. Le vallate, solcate dai torrenti come il Secchia o il Panaro, nascondono tesori di architettura contadina, sacra e signorile risalenti alle varie epoche.
Significativo il borgo di Savignano sul Panaro, chiuso ancora oggi dai suoi bastioni.
L'intera provincia, anche nelle valli, è ricca di musei che testimoniano le civiltà che si sono susseguite sui monti e nella pianura.
Celebre anche per motivi non architettonici è Vignola, capitale della ciliegia: eccezionale il colpo d'occhio sulle sue campagne durante i mesi primaverili, un trionfo di colori.
Ad altitudini superiori sono Pavullo nel Frignano e Sestola le località a godere delle maggiori fama ed importanza. Sestola fu ad esempio sede per moltissimi anni del Governo della Provincia del Frignano, nel cui territorio oggi non è infrequente l'incontro con tassi, volpi, marmotte e persino daini, aquile, cervi, caprioli e mufloni.
Per ultimo ma non ultimo non va dimenticata la tradizione automobilistica: sono modenesi la Maserati e soprattutto la Ferrari. A Maranello ha infatti sede la scuderia del Cavallino rampante, un simbolo che identifica da quasi un secolo l'Italia in tutto il mondo.

Per visitare alcune dei luoghi più affascinanti del territorio modenese, i locali uffici turistici hanno individuato tre itinerari:
- il Sentiero Matilde, che ricalca le antiche direttrici viarie nelle terre che un tempo furono possedimento di Matilde di Canossa, nell'XI secolo (San Pellegrino in Alpe, Frassinoro, Ponte di Cadignano)
- la via Romea Nonantolana, da Nonantola al passo della Calanca passando anche per Vignola e Fanano
- la via Bibulca dalla piana al passo delle Radici e San Pellegrino in Alpe, passando per Frassinoro
Numerosi sono anche i percorsi naturalistici da effettuare nella bella val Panaro, a piedi, in bici o in auto.

AREE PROTETTE DEL MODENESE
Il Parco del Frignano tutela circa 15.000 metri quadrati di crinale appenninico nel territorio dei comuni di Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato, Pievepelago, Fiumalbo e Frassinoro.
Al suo interno si trovano le più alte cime dell'Appennino settentrionale. Il paesaggio è dominato da estesi affioramenti di natura arenacea interrotti da rocce marnose ed argillosa. In alta quota si notano invece i segni delle glaciazione, circhi e cordoni morenici che danno origine a preziosi laghi, pozze e torbiere.
Abitanti del parco, ricoperto da una vegetazione varia e rigogliosa, sono caprioli, daini, qualche cervo ed i cinghiali. Nei cieli del parco volano anche esemplari di aquila reale, allocco, sparviero e gheppio
Il Parco dei Sassi di Roccamalatina si estende invece su una superficie di 1119 ettari, una superficie ricca e diversificata caratterizzata da colline argillose dalla quali si ergono rilievi rocciosi di natura arenacea. I Sassi sono guglie di oltre settanta metri, pareti ripide e dirupate originate da un differenziato processo di erosione.
Ricca la varietà naturalistica per quanto riguarda sia la flora (di media montagna, querce, castagni, faggio, mirtillo nero ed anche l'erica) sia la fauna (capriolo, faina, puzzola, donnola, tasso ed istrice).
Altre aree protette, di dimensioni inferiori, sono la riserva delle Salse di Mirano, la riserva del Secchia, di Sassoguidano, il Torrazzuolo, l'Oasi del Canale San Giovanni a Manzolino e l'Oasi delle Valli di Mortizzuolo.

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