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Lombardia

Montevecchia

Sentieri, campi e vigneti.
Boschi ed agriturismi.
Borghi e cascine.
Uno scrigno di biodiversità.
Tutto questo si trova tra Montevecchia e la valle del Curone, a meno di quaranta chilometri dal centro di Milano, nella Brianza più verde. E’ la prima collina che si incontra uscendo da Milano in direzione nord, puntando verso il seicentesco Santuario della Beata Vergine del Carmelo. La posizione incantò anche il poeta piemontese Mario Soldati affascinato dalla natura come dal borgo dove si affacciano villa Archinti Vittadini e villa Agnesi Albertoni.
Mario Soldati definiva Montevecchia un “balcone tra le nebbie” dove era possibile ammirare quel cielo di Lombardia che per Alessandro Manzoni era “così bello quando bello”.
Ugualmente interessante è la frazione Ceregallo (il cui nome, forse, deriva dall’adorazione della dea Cerere da parte dei Galli) dove le case sono realizzate con materiali locali. Antica anche l’origine di un ponte nei pressi della cascina Verteggera o i camminamenti tra gli abitati rurali della Galbusera Bianca e Nera. Agricoltura, allevamento e ruralità sono rinate negli ultimi anni e le aziende agricole si sono anche attrezzate per offrire servizi di ospitalità e ristorazione, quest'ultima con un'attenzione particolare a risotti e salumi. Salvia e rosmarino sono colture caratteristiche di questo territorio: vi si affiancano anche piccole esperienze di coltivazioni di erbe aromatiche “di nicchia”. Apicoltura ed allevamento, con produzione dei formaggini di Montevecchia, sono altre attività presenti sulla collina.

Non solo architettura e cultura ma anche una fitta rete di sentieri in una foresta ben diversa da quell’antico bosco che ricopriva l’intera Lombardia ma ugualmente fitta ed intrigante. Artificiale, ma non meno suggestivo, l’impianto di cipressi in vetta alla Busca delle Due Galbusere.

Tornando alle citazioni letterarie di Montevecchia non si possono dimenticare i riferimenti alla produzione vitivinicola, un tempo diffusa, ora quasi di nicchia, che riscontrava pareri discordanti tra gli appassionati Alessandro Manzoni, Basilio Bertucci e Mario Soldati ed i critici Carlo Emilio Gadda e Gianni Brera. Oggi le aziende agricole di Montevecchia sono riunite nel consorzio IGT Terre Lariane. Gianni Brera, peraltro, pur non amandone il vino, era profondamente innamorato di questo angolo di Lombardia tanto che soleva dire che “anche la Toscana si sarebbe nascosta” se paragonata a Montevecchia. Ne esaltava i colori, il cielo e le stagioni: “non v’è paese al mondo che valga la Brianza in ottobre!”.
Cesare Cantù, letterato e storico che visse durante quasi tutto il XIX secolo, scrisse una delle sue opere più celebri dedicandola a Carlambrogio da Montevecchia.

Il cuore verde della vallata è sicuramente la Riserva Naturale della Valle di Santa Croce che prende il nome dall’omonimo abitato, l’ultimo che si incontra risalendo la valle. Vi si trova una cappella duecentesca più volte rimaneggiata. Qui fu rinvenuto il sator, un oggetto misterioso che rimanda ai Templari ed alla leggenda del Santo Graal.

I centri visita di Cascina Butto e Ca’ del Soldato sono il punto di riferimento ideale per conoscere Montevecchia ed organizzare una visita completa di questo territorio dove godere di una Brianza verde e preservata dal tumultuoso sviluppo della seconda metà del Novecento, dove camminare tra boschi e vigneti e dove, particolare non indifferente, poter ammirare una notte davvero buia e quindi stellata.
Una rarità in Lombardia.

Questa pagina è stata realizzata grazie alle informazioni tratte da "Montevecchia e la valle del Curone", edito da BellaVite Editore
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