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Piemonte

La montagna di Torino

Il territorio che un tempo veniva identificato come "MontagneDoc", e successivamente come "montagna olimpica di Torino",  è composto dalle valli di Susa, Sangone, Chisone e dal Pinerolese. Si tratta di valli comodamente accessibili dalla Pianura Padana e ricche di particolarità storiche e naturali, sede nel 2006 delle Olimpiadi invernali.

Il Forte Exilles domina la strettoia contesa in passato tra Savoia e Delfinato ed è oggetto di un progetto di recupero intrapreso dalla Regione Piemonte e dal Museo Nazionale della Montagna. Il Forte può essere considerato un museo all'aperto della cultura fortificatoria francese e sabauda e vanta una storia quasi millenaria. Dal XII al XVIII secolo il Forte ha segnato un confine strategico tra le casate d'Albon e di Savoia: solo nel 1711 l'intera valle di Susa fu assegnata al potere sabaudo (trattato di Utrecht). Pochi decenni dopo, nel 1796, Napoleone decretò la demolizione del forte: nel 1798, tristemente, del glorioso forte non rimaneva che un cumulo di rovine. Ma nel 1815, passata l'era napoleonica ed in piena Restaurazione, i Savoia decisero di ricostruire il Forte che tuttavia non ebbe più ruolo in battaglia.
Attorno al Forte, le diverse borgate del paese di Exilles racchiudono perle architettoniche, data la secolare storia di questo borgo.

Dal 1980 i laghi di Avigliana sono il simbolo di un'area protetta allo sbocco della val di Susa. Vari gli spunti di interesse. Le colline ad ovest del lago Piccolo sono percorse da numerosi ruscelli immissari del lago e ricoperte da boschi cedui di castagno, carpino e frassino. Tra questi boschi vivono esemplari di mammiferi come il capriolo, il tasso, la volpe, lo scoiattolo ed uccelli (picchi, fringuelli, ghiandaie, merli, cardellini e cince). La zona dei Mareschi è l'area umida più occidentale d'Italia, a nord del lago Grande. Nei pressi della zona palustre si trovano i monumentali resti della Nobel, la maggiore fabbrica al mondo di esplosivi degli anni '40. Un significativo esempio di archeologia ed architettura industriale.
I laghi e l'anfiteatro morenico debbono la loro origini alle due ultime glaciazioni pleistosceniche, quella rissiana (230mila anni fa) e quella wurmiana (120mila anni fa). Probabilmente furono quattro i bacini originati dalle glaciazioni ma la torbiera di Trana e la zona dei Mareschi vennero ben presto interrati dai detriti che scendevano dalle colline. I laghi, come detto noti come Piccolo e Grande, presentano caratteristiche diverse tra loro ed il primo, che riversa le proprie acque nel secondo, è il più ricco dal punto di vista naturalistico.
La stessa città di Avigliana è preziosa: il Borgo Vecchio, sulle pendici del monte Pezzulano, è di origine medioevale e lo stesso nome del paese è riconducibile ad una famiglia romana, gli Avilii. Le mura, i portici, le abitazioni gentilizie di piazza Conte Rosso e piazza Santa Maria e le chiese sono databili dal XII al XV secolo.

Colombano Romean è il nome dell'Ecomuseo di Salbertrand, una vasta area in cui esistono o vengono raggruppati strutture, manufatti ed attrezzi in uso della vita quotidiana delle genti che qui vivevano e lavoravano. Si creano così punti dimostrativi di attività produttive con tecniche tradizionali. L'Ecomuseo Colombano Romean, realizzato e gestito dal Parco Naturale del Gran Bosco, propone otto sezioni.
Il Mulino Idraulico, la cava di pietra (la tradizione delle lauze, lastre di pietra per la copertura dei tetti, era famosa in tutta l'alta valle), la ghiacciaia, il cantiere forestale, la carbonaia, la calcara (lavorazione della calce a partire da pietra e legname), la Gran Rentrèe (episodio storico per la civiltà Valdese, un momento simbolo per un popolo) ed il Forno Comune. Infine è stata attrezzata anche un'area per il pic-nic.
Info: 0122-854720

Il Parco Naturale Gran Bosco di Salbertrand è un'ampia conca boscata immune dalle attività antropiche del fondovalle, tanto da potersi ritenere paragonabile a quella che videro i Valdesi al rientro dall'esilio alcuni secoli fa. Gli ettari protetti sono 3700, caratterizzati da un clima più umido che favorisce lo sviluppo rigoglioso delle conifere che ricoprono oltre il 70% del territorio.
Si tratta di una foresta mista, unica in Piemonte, di abete bianco ed abete rosso. Solo alle estremità altimetriche si incontrano altre specie di albero: più a valle castagni e faggi, a monte pino cembro e larice. Tra le fronde di questa fitta vegetazione trovano il loro habitat cervi, caprioli, cinghiali, marmotte, lepri, camosci ed ermellini. Oltre settanta le specie nidificanti tra gli uccelli.
Negli ultimi anni, risalendo dall'Appennino, è tornato in Piemonte il lupo. La sua presenza, oltre a segnalare la valenza naturalistica dell'area protetta, ha anche agito positivamente sul riequilibrio faunistico: nel tempo erano diventati eccessivamente numerosi gli ungulati.
Per informazioni sul Parco: 0122-854720
Visitato il Parco è bene non perdere anche il paese di Salbertrand, paese dalla storia millenaria e ricco di esempi architettonici interessanti per scoprire le particolarità stilistiche di questa zona d'Italia.

Nelle MontagneDoc esistono anche altre aree protette, si tratta del Parco Naturale della val Troncea, in Val Chisone, del Parco Orsiera Rocciavrè e delle Riserve di Chianocco e Foresto.


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