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Notturna a Varzo (foto del Comune, scorri la gallery!)
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Torre medievale
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Panoramica (foto del Comune di Varzo)
Piemonte

Varzo e la val Divedro

Appena dopo la galleria di San Giovanni, sulla SS33 per il passo Sempione, inizia il territorio comunale di Varzo: il nucleo del comune, capoluogo della val Divedro, si trova a 568 metri di quota, nei pressi del corso del torrente Diveria. Numerose e sparse sono le piccole frazioni.
Proprio alla caratteristica morfologica della valle, che presso Varzo si fa più ampia, è ricondotta l'origine del nome del paese. Varzo deriverebbe dunque da "vargo", voce celtica per varco, allargamento della valle.
Numerose genti popolarono l'abitato: i primi abitatori furono i Liguri seguiti dai Celti e dai Leponzi (che diedero il loro nome alle Alpi "Lepontine"). Dopo il lungo periodo romano, Varzo fu interessata dal dominio dei Cimbri, dei Teutoni fino al periodo dei Franchi.
Tra queste aspre vallate giunsero anche i Saraceni, sfruttando l'antica via romana: proprio attraverso questa strada si svilupparono anche fiorenti traffici con il Ducato di Milano ed il vescovato di Sion (Svizzera).
Varzo divenne comune verso la fine del XIX secolo, poco prima dell'avvio dei lavori per il traforo ferroviario del Sempione.

Varzo è sede del Parco Naturale Alpe Veglia - Alpe Devero: visita le pagine dedicate al Parco

Sulla strada per il Sempione si trova il "ponte romano". Se ne ammirano le vestigia subito dopo la galleria San Giovanni. Nel Medioevo, una piena lo travolse rendendo necessaria la costruzione di un altro ponte, detto "ponte nuovo" (XIV secolo d.C.) In paese spicca la Torre, costruzione massiccia, in pietra di granito, posta a fianco del Municipio. Esisteva già nel '300 come esisteva la vicina trattoria che un tempo era osteria per i cavalcanti dediti al trasporto delle merci oltre il Sempione. La Torre, luogo di vedetta e segnalazione, fu ristrutturata nel 1517. Antica anche la parrocchiale di Varzo: costruita intorno al 1100, fu ritoccata varie volte, in particolare nel '300 e nel 1540.

Val Divedro
Incisa dalle acque del torrente Diveria, la valle scende dal valico del Sempione sino a Crevoladossola dove il torrente confluisce nel Toce.
Crevoladossola estende il suo territorio tra le valli Divedro ed Antigorio ed è famosa per le sue cave di marmo da cui fu estratta la materia prima per l'Arco della Pace di Milano e la Basilica di Sant'Ambrogio, sempre a Milano (più a sud, a Candroglia, vicino al Verbano, invece, fu ricavato il marmo per il Duomo della città meneghina).
Spicca in paese la cinquecentesca parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo: in stile gotico, fu realizzata su un preesistente edificio romanico. Risalgono al 1526 gli interessanti vetri istoriati delle finestre e del rosone.


Il traforo del Sempione
Lunga circa venti chilometri, la galleria del Sempione è stata per alcuni anni rimase la più lunga al mondo.
L'attuale galleria fu decisa oltre un secolo fa quando Italia e Svizzera si impegnarono (agosto 1898) a costruire una linea ferroviaria attraverso il passo del Sempione per collegare Briga (Brig) e Domodossola.
Nei giornali dell'epoca, si scriveva di "potenti ventilatori", "respirazione penosa", di "una lunga fiammella di acetilene (che) illumina i torsi nudi di operai che lavoravano senza posa". Ed ancora il traforo in costruzione veniva descritto come "una vera bolgia: numerosissimi operaj nudi fino alla cintola lavorano di mazza e scalpello per preparare i fori per le mine".
Particolare problema fu la frequente scoperta di sorgenti d'acqua che ostacolarono e ritardarono i lavori.
Il tripudio caratterizzò la giornata del 19 maggio 1906: il giorno dell'inaugurazione si fece coincidere con l'inizio dell'Esposizione Internazionale di Milano (oggi si direbbe Expo). Proprio a Milano furono ricostruite le sembianze della galleria d'imbocco del traforo, per celebrare il successo dell'opera.

In collaborazione con
Comune di Varzo - Distretto Turistico dei Laghi
www.distrettolaghi.it

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