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Salò, cittadina sul Garda (scorri la gallery!)
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Salò, dall'alto
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Il lago ed il monte Baldo salendo a Serniga
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Crocus a due passi da Serniga
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Gardone val Trompia
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Gardone, il Vittoriale di D'Annunzio
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Orizzonti uggiosi sul Garda
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Giornata uggiosa sul Garda
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Un Garda in veste nordica più che mediterranea
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Gargnano dalla salita per Navazzo
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Santuario della Madonna del Rio Secco
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Uliveti tra l'inverno e la primavera, a Roè Volciano
Lasciati Ispirare

Laghi bresciani

Percorso abbastanza lungo, impegnativo, con un dislivello non trascurabile (circa 1500 metri) ma che regala grandi soddisfazioni panoramiche e la possibilità di renderlo più facile apportando alcune varianti.
Si pedala per circa 78 km tra il lago di Garda e la val Sabbia cambiando almeno cinque ambientazioni: le rive del lago di Garda, uliveti e boschi delle coste che vi digradano più o meno dolcemente, il fiordo (artificiale) di Valvestino, il paesaggio alpino verso Capovalle e poi oltre, verso il passo Cavallino della Fobbia, ed infine il meno romantico passaggio sul fondovalle della val Sabbia, un dazio da pagare per rientrare al punto di partenza.
Si parte da Tormini (220 mslm), frazione di Salò posta diverse decine di metri più in quota rispetto al lago ed al capoluogo: si pedala dunque in discesa per i primi chilometri lungo la strada Gardesana occidentale fino a raggiungere il bivio per Serniga (90 mslm, km 4.6). L'inizio sulla Gardesana spinge a consigliare questo percorso nei periodi in cui l'afflusso turistico sul lago è meno intenso: in caso contrario, si rischierebbe di essere ostaggi del traffico non solo in questi primi chilometri ma anche nel successivo tratto che da Gardone porta fino a Gargnano.
Al citato bivio per Serniga iniziano le prime fatiche di giornata: trecento metri di dislivello distribuiti in quattro chilometri portano verso alcune panoramiche frazioni di Gardone val Trompia. Il panorama è via via più vasto, ogni tornante regala una vista sempre più ampia sul lago.
Raggiunta una sella (370 mslm, 8.3 km) si procede in saliscendi passando accanto ad alcune abitazioni e qualche agriturismo. Breve discesa, leggera risalita e si arriva nel centro di San Michele (380 mslm, km 12) dove inizia la vera discesa verso Gardone val Trompia: lungo questi sei chilometri si è combattuti tra il divertimento della discesa, veloce, e la distrazione offerta da un bellissimo panorama sul Garda, incorniciato dagli uliveti.
Dopo essere passati accanto al Vittoriale si torna sulla Gardesana occidentale (km 17.8, 79 mslm) che si percorre in saliscendi fino a Gargnano. Inutile ripetere come si susseguano affascinanti affacci sul Garda e sul monte Baldo sullo sfondo.
Appena oltre Gargnano si svolta a sinistra (93 mslm, km 29) e si riprende a salire, davvero, verso Navazzo guadagnando nuovi ampi orizzonti. Il paesaggio è vario: si ammirano dapprima i tetti e la parrocchiale di Gargnano, poi i rigogliosi giardini di alcune ville, gli ulivi, i boschi di latifoglie. Su pendenze mai severe ma nemmeno banali si raggiunge Navazzo (bivio al km 36.2, 500 mslm).
Seguendo le indicazioni si perde un po' quota in direzione di Valvestino dove, dopo una secca ma breve salita (km 42.5), si inizia un lungo tratto quasi pianeggiante che costeggia il bacino artificiale. In questo punto è pressoché impossibile sviluppare grande velocità perché l'asfalto è molto sconnesso e le curve cieche consigliano la prudenza.
All'ultimo ponte sul lago artificiale (loc. Osteria di Bollone, 530 mslm, km 46.5) iniziano i sei chilometri di salita verso Capovalle: anche questi non sono mai proibitivi ma nemmeno regalano momenti di respiro. Capovalle, con il vicino valico di san Rocco (950 mslm, km 55.2) sono il penultimo GPM di giornata. Neanche il tempo di appassionarsi alla discesa che si svolta a sinistra e si riprende a salire (860 mslm, 55.6 km), stavolta su pendenze davvero toste, verso il passo Cavallino della Fobbia. I pochi chilometri verso l'ultimo valico di giornata si dividono in vari settori: l'iniziale durissima salita, un tratto in falsopiano/discesa, la nuova secca salita attraverso il Santuario della Madonna del Rio Secco (che si sottopassa letteralmente) ed infine le ultime centinaia di metri molto incostanti. Tutto il tratto dal bivio dopo Capovalle al passo (1090 mslm, km 60), per non parlare della discesa su Vobarno, sono caratterizzati da un asfalto pessimo.
Al passo, come anticipato, inizia la discesa su Vobarno: si potrebbero sviluppare anche velocità sostenute ma il fondo è davvero ingrato ed è preferibile non esagerare data la presenza di buche, avvallamenti ed anche ghiaia, rami e foglie. Solo una volta prossimi al fondovalle la situazione migliora e si può spingere di più.
A Vobarno (250 mslm, 73.4 km) ci si immette sulla statale della val Sabbia che percorsa per pochi chilometri riporta a Tormini.

VARIANTI
- La prima variante può essere la rinuncia alla salita verso Serniga e San Michele. Rimanendo sulla Gardesana si risparmiano una decina di chilometri e circa 350 metri di dislivello.
- La seconda variante rende più difficoltosa la salita da Osteria di Bollone a Capovalle, passando per Turano ed allungandola in tutto di circa sei chilometri.
- La terza possibilità, infine, è saltare la risalita al passo Cavallino della Fobbia per scendere invece ad Idro lungo la strada principale (galleria in vista del lago). Niente salita ma venti chilometri di statale in più per arrivare da Idro a Vobarno e riposizionarsi sul percorso descritto. Questa variante è descritta nella mappa sotto.

Clicca per una mappa d'insieme - senza la variante del passo Cavallino della Fobbia - tratta da www.openstreetmap.org e da questo link scarica la mappa GPS, su cartografia www.openstreetmap.org e ricavata su http://www.mapslow.eu/it, con Licenza Creative Commons.

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