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Bardi ed il suo castello (scorri la gallery!)
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Tra Ceno e Taro (scorri la gallery!)
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Pellegrino Parmense
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Il castello di Tabiano, nei pressi di Salsomaggiore
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Salita verso Tabiano
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Salsomaggiore
Emilia Romagna

Il Parmense

I colli dell'Appennino parmense sono luoghi dove pedalare tranquillamente su strade poco frequentate e circondati da boschi di castagni, carpini e faggi.
Si pedala dalla pianura, verdeggiante quando ci si allontana dalla caotica fascia lungo la via Emilia, sino ai confini con la Liguria e la Toscana, dove l'Appennino si alza fino a sfiorare i duemila metri di quota. Una serie di itinerari di vario impegno e qualche link per le altimetrie delle salite più conosciute della provincia.

TERME DI BACEDESCO E SALSOMAGGIORE
I primi colli dell'Appennino Parmense sono sede di vari stabilimenti termali di varia fama. Salsomaggiore Terme - prossima al confine con la provincia di Piacenza - è la sede più famosa di queste terme ed offre, oltre a possibilità di relax e cura, l'opportunità di percorrere belle strade in bicicletta.
Da "Salso" si pedala verso ovest per circa sedici chilometri molto vivaci tra salitelle, falsopiani e breve discese che portano sino alla valle dell'Ongina, provincia di Piacenza, nei pressi di Bacedasco Basso, altra sede di stabilimenti termali.
Prima di arrivarci, si attraversano i paesi di Scipione (260 mslm) e Vigoleno (360 mslm), quest'ultimo al culmine di un severo tratto in salita. Il paese è dominato da un bel castello medioevale che dona un tocco di prestigio ad un tranquillo borgo di campagna: lasciato il castello sulla sinistra si percorre un tratto in saliscendi prima di una rapida discesa verso la valle dell'Ongina (si sbuca in prossimità di una trattoria e si svolta a destra).
Poco prima di raggiungere Bacedasco Basso si prende un'altra strada verso Vigoleno che stavolta però non si raggiunge andando a riprendere invece il percorso dell'andata che, scendendo per Case Orsi, riporta a Salsomaggiore. I chilometri percorsi, privi dunque di ascese impegnative o comunque prolungate, sono dunque ventisette circa.
Itinerario di difficoltà medio-alta.
Clicca per una mappa d'insieme, tratta da www.openstreetmap.org e da questo link scarica la mappa GPS, su cartografia www.openstreetmap.org

VAL BAGANZA
Caratteristica dell'Appennino Parmense è la tranquillità delle sue strade e la val Baganza non è da meno.
Dalle porte di Parma si prende la strada che porta a Sala Baganza ed oltre sempre in pianura a Marzolara (24 km circa fuori Parma).
Proprio fuori Marzolara si incomincia a salire, ma con pendenze lievi, sino a giungere a Calestano, luogo celebre per i tartufi, paese alto 417 mslm e distante 32 km da Parma. Le pendenze si fanno più severe nel tratto successivo che in pochi chilometri conduce a Ravarano, a quasi 700 metri di quota. Oltre il piccolo borgo la strada sale con inclinazione inferiore e qualche tratto di pianura. L'arrivo è Berceto, punto di accesso alla val di Taro, distante 24 km da Calestano e dunque 56 da Parma.
Itinerario di difficoltà media.

ATTORNO A FELINO
Felino è un paese di bassa collina, 187 metri di quota, celebre in Italia e nel mondo perchè dona il nome al celebre salame che ha conquistato le tavole dei cinque continenti.
Attorno a Felino si può disegnare un piacevole itinerario tra val Baganza e val Parma. Si parte pedalando verso Marzolara: solo pianura nei primi otto-nove chilometri di riscaldamento che anticipano la lieve salita verso Calestano, 417 mslm - km 17 da Felino.
A Calestano si gira verso Fragno e Cozzano e, prima di raggiungere Langhirano - a venti chilometri da Calestano, bisogna risalire sino ad 850 mslm.
Da Langhirano lunghi falsopiani in lievissima discesa conducono di nuovo a Felino (14 km). Il totale dei chilometri percorsi è dunque 51.

VAL PARMA
Da Parma si prende la direzione di Monticelli Terme e, pedalata dopo pedalata, si percorrono tutti i dieci km di distanza fino ad un bivio dove si abbandona la direzione Monticelli per andare, invece, verso Montechiarugolo, piccolo borgo dominato da un castello medioevale.
A Traversetolo, 176 metri di altitudine e 10 km da Montechiarugolo, si è in val Toccana ed incomincia la salita. Salita che si presenta lieve fino ad uno strappo a Provazzano, circa cinque chilometri oltre Traversetolo: è un tratto comunque non proibitivo, le pendenze sono intorno al 5%.
Si smette di salire a Neviano degli Arduini (517 mslm, a km 8 da Traversetolo) e si incomincia a scendere, con pendenze di vario livello, tra i boschi che accolgono, tra querce, faggi e carpini anche qualche cinghiale.
Poco oltre Neviano si gira a destra verso la val Parma e si tiene la strada principale sino al primo paese della valle, giusto oltre un ponte sul torrente: Pastorello, a 350 metri di quota e 15 km da Neviano.
Comincia ora un tratto che alterna discesa e pianura sino a Parma (km 30) passando per Langhirano (km 6,5) e Torrechiara (km 15 e pittoresco castello, a dominio della collina, di epoca medioevale). In totale 80 chilometri.
Itinerario difficile.

TRA LE PROVINCE DI PARMA E REGGIO
Da Montechiarugolo, paese situato nei pressi dell'Enza, prende le mosse questo itinerario che, andando verso la provincia di Reggio Emilia, tocca luoghi di indubbia valenza storica.
A Montechiarugolo, paese dominato dal suo medioevale castello, si prende la direzione di Traversetolo che dista dieci chilometri di sostanziale pianura. Altrettanto pianeggianti sono i quattro chilometri sino a San Polo d'Enza.
Arrivati a San Polo sono già stati percorsi quattordici chilometri, privi di dislivello significativo. La strada incomincia a salire quando si muove alla volta di Ciano d'Enza: il dislivello è limitato, nell'ordine dei 100 metri, coperto in quattro chilometri.
Più impegnativi gli ultimi sette chilometri di salita: da Ciano a Canossa si coprono circa trecento metri di dislivello sino a giungere al paese, sede di un castello dalla storia antica.
Incomincia ora la discesa, di pendenza variabile, verso Quattro Castella (12 km) , Bibbiano (15 km), Barco (19 km) e Montecchio Emilia (23 km).
Da Montecchio Emilia in breve si fa rientro a Montechiarugolo pedalando per altri dieci chilometri.
La discesa va a toccare luoghi carichi di storia e di echi matildici: appena fuori Canossa la chiesetta della Madonna della Battaglia, eretta nel 1100 per volere di Matilde da Canossa a seguito di uno scontro cruento contro l'invasore; in seguito sulla sinistra si scorge il castello di Bianello mentre infine lo stesso paese di Quattro Castella è sede ogni anno (intorno alla fine di maggio) di manifestazioni che ricordano Matilde.
Itinerario difficile.

Val di Taro: LAGO DEI PESCI
Uscendo da Borgotaro in direzione di Parma e poi in discesa verso Baselica: non si sale a Baselica ma si rimane invece sulla ex-statale fino ad Ostia procedendo verso Parma fino a Roccamurata (km 14, 426 mslm).
La fatica incomincia ora: circa quattro chilometri di salita verso il lago dei Pesci, km 18.5 - 769 mslm. Per giungere al lago: a Roccamurata dopo il passaggio a livello si gira a sinistra per Branzone, si supera il Taro e di seguito ancora a sinistra. Percorsi 100 metri ad un bivio si prende a destra e la salita del lago incomincia a farsi sentire.
Punto intermedio di questa salita è il borgo di Branzone: giunti alla sua Chiesa (600 mslm, km 16.5) si prende a sinistra e poco dopo, in località Nicoli, a destra.
Ignorando le varie deviazioni si conquista lo scollinamento (km 18) che anticipa il lago dei Pesci.
Velocemente si scende al bivio di Roncotasco dove si svolta a destra in leggera salita (circa tre chilometri) fino a Mormorola (km 24, 582 mslm). Per rientrare a Borgotaro (che dista 21 km di impegno alterno) si prende la statale di fondovalle: dopo tre chilometri di questa discesa si incontra una stazione ferroviaria (località Ghiare di Berceto) che rappresenta un'eventuale alternativa per rientrare al punto di partenza (ma i biglietti vanno acquistati a Borgotaro).
Itinerario medio.

Val di Taro: DUE PASSI
Itinerario vivace e duro: sessanta chilometri con due ascese di rilievo, il passo Colla ed il passo Santa Donna. La prima porta a 996 metri di quota partendo da 430 mslm in poco meno di dieci chilometri, la seconda invece sale da 405 mslm a 952 mslm in undici chilometri.
Si esce da Borgotaro in direzione di Bertorella e successivamente verso Streia: i chilometri percorsi sono già dieci e la salita, da Bertorella, ha già colmato un dislivello di duecento metri (Bertorella - Streia km 5). La salita prosegue fino al km 14.6 (acqua) e si impenna negli ultimi sette-ottocento metri sino a portare al passo Colla: km 15, 996 mslm.
Si scende in val Toncina attraverso Farfanaro e Cereseto (757 mslm, km 22.2) sino a Belli.
A Belli si risale per quasi due chilometri sino ad incrociare la SS 359 che si imbocca a destra per giungere a Bardi, 625 mslm. In questa bella località, caratterizzata dal caratteristico castello che domina un aspro sperone roccioso, si prende la direzione Santa Donna/Borgotaro e dopo una discesa di quattro chilometri (fondo a 405 mslm) si sale al passo (undici chilometri di salita, dislivello 547 metri). Si scollina al km 46 ed è il momento di una lunga discesa: quattro chilometri più ripidi e nove chilometri meno pendenti fino a rientrare a Borgotaro (405 mslm).
Itinerario difficile.

Val di Taro: UNA DURA SALITA
Si esce da Borgotaro lungo via Piave e dopo circa un chilometro si imbocca la deviazione di destra per Bertorella e con un agevole saliscendi di quattro chilometri si arriva a Bertorella.(km 5, 438 mslm). Qui si incrocia la SP3 si andrà a sinistra e attraversato il Taro si segue la direzione per il passo Cento Croci e subito dopo un'altra indicazione per Pieve di Campi, abitato raggiunto al km 7.3
Si attraversa il paese lasciandosi guidare dall'indicazione per Isola di Compiano e svoltando successivamente a destra appena dopo il torrente Lubiana.
Percorsi tre chilometri si perviene ad un primo incrocio dove si procede dritto ed al successivo, poco dopo, si va a sinistra raggiungendo Isola.
Un falsopiano conduce alla SP3 che, al km 13.3, si prende verso destra. Si arriva a Bedonia e senza entrare in centro si prosegue in direzione Chiavari per soli trecento metri prima di svoltare verso Bardi/Fidenza. Inizia ora una dolce salita che in circa tre chilometri porta al passo Montevacà (800 mslm, km 20.7). Breve discesa e successivo falsopiano per portare, al km 27 ad Anzola, località ai piedi della nuova salita (ci si arriva con la SP81) dove c'è possibilità di ristoro.
All'uscita del paese verso Spora/Romezzano si ignorano le deviazioni di destra e si sale piacevolmente lungo il Ceno. Al km 29.8 si gira a sinistra, si supera il torrente e si inizia a salire in modo pù impegnativo: si entra in Spora, km 31.4 930 mslm, dove si lascia l'asfalto per lo sterrato che a destra porta al passo della Tabella o al Cerro (1250 mslm, km 38.3). Fondo stradala discreto e pendenza non eccessiva caratterizzano questa salita.
La discesa è invece veloce e da fare con prudenza: al km 46 si ritrova la SP 3 per Bedonia che si percorre per sette chilometri scarsi quando in località Piane di Carniglia si svolta a destra lungo una stradina asfaltata in discesa (poco prima di una trattoria).
Superato il Taro e percorso un chilometro si trova la SP Bedonia-Tarsogna che si imbocca a destra per 250 metri fino al bivio di sinistra indicato Compiano/Borgotaro.
Da questo punto si seguono le indicazioni per Isola, Pieve di Campi e SS 523. In totale i chilometri sono 70.5.
Itinerario difficile.

I PRIMI COLLI
Per una gamba allenata questi cinquanta chilometri sono una piacevole digressione nel cuore dell’Appennino Parmense, tra la valle del Ceno, la valle dello Stirone e la fascia pedemontana. Si può partire da Costamezzana, da Fidenza o da Pieve di Cusignano, a seconda di quanto si vuole scaldare la gamba.
Con partenza dalla bella chiesetta di Pieve di Cusignano, si procede lungo la SP71 per sei chilometri in falsopiano fino ad un bivio: a sinistra si procede per Case Mezzadri a destra invece si sale verso Salsomaggiore lungo la SP54 “delle Terme”. E’ quest’ultima la strada da prendere iniziando a salire su pendenze moderate fino a San Vittore, piccolo abitato posto proprio in vetta ad una collina (km 9).
In rapida discesa si scende sulla SP159 che si imbocca verso sinistra, in lieve salita, lasciandosi alle spalle i pochi chilometri verso Salsomaggiore. Si passa da Contignaco nei cui dintorni si trova una scenografica chiesetta (km 14) che aveva incuriosito durante la discesa.
Procedendo su una salita sempre più severa si scollina il valico di Sant’Antonio (650 mslm) e si aprono le porte della val Ceno: il panorama è davvero incantevole, verdeggiante ed appagante (km 23).
Si scende verso Pellegrino: una deviazione consiste nella “strada della costa”, variante più dissestata che abbrevia l’itinerario ed evita un po’ di dislivello (si prende appena prima del passo di Sant'Antonio).
L’itinerario proposto scende invece fino al paese di Pellegrino (km 28) che viene superato seguendo le indicazioni per Varano e Fornovo. Appena dopo il paese si torna a salire: un’altra salita morbida che riporta sulle creste delle colline.
S'intravede, e volendo si può raggiungere con una deviazione, il castello di Pellegrino Parmense. "Fu innalzato originariamente nel 981 per volere di Adalberto di Baden, capostipite dei Pallavicino, e ricostruito completamente nel 1198 dal marchese Guglielmo; conquistato nel 1438 da Niccolò Piccinino, capitano delle truppe del duca di Milano Filippo Maria Visconti, il maniero fu rinforzato da Francesco e Jacopo Piccinino; espugnato nel 1449 dal condottiero Alessandro Sforza, fu assegnato nel 1472 a Lodovico Fogliani, capostipite dei Fogliani Sforza, che lo mantennero fino al 1759, quando l'ultimo marchese Giovanni lo cedette al nipote Federico Meli Lupi di Soragna; alienato alla famiglia Boccoli in seguito ai decreti napoleonici del 1805 relativi all'abolizione dei diritti feudali, passò nel 1817 ai Pettenati, che lo rivendettero durante la Prima Guerra Mondiale spogliandolo di ogni arredo. Seguì un periodo di decadenza: venne utilizzato per anni come falegnameria, fu nuovamente alienato dopo la Seconda Guerra Mondiale dapprima a Carlo Raggio, quindi ai Bottego, ai Tomelleri, che ne avviarono i primi importanti interventi di restauro, e infine dopo il 1990 all'imprenditore Camillo Catelli, che completò i lavori recuperando anche la cappella e la torre e arredò con mobili antichi le sale (da www.wikipedia.org)".
Qualche metro dopo il ricongiungimento con la citata “strada della costa” si svolta a sinistra in direzione di una piccola frazione chiamata Case Boscaini (km 34). Qualche saliscendi con alcuni strappi non indifferenti e poi, in un bosco sempre più fitto, si scende in direzione di Varano de' Marchesi. E' il tratto più dissestato: la strada è a tratti anche sterrata perché non ripristinata dopo alcuni movimenti franosi. Si può, comunque, procedere anche con la bicicletta da corsa perchè i tratti non asfaltati sono brevi.
Tenendo la sinistra ad un primo bivio si termina la discesa arrivando a Varano (km 42). Qui, una nuova svolta a sinistra: si sale verso Case Mezzadri (km 44): è l’ultima salita. Poco meno di tre chilometri di tornanti prima di una picchiata sul bivio incontrato all’inizio della pedalata (al km 6).
La SP71 ripercorsa a ritroso conduce infine al punto di partenza della pedalata (km 49.5).
Clicca per una mappa d'insieme, tratta da www.openstreetmap.org e da questo link scarica la mappa GPS, su cartografia www.openstreetmap.org

Su www.cicloweb.net le guide alle località dell'Emilia Romagna! Clicca!

Dal sito www.salite.ch, le altimetrie di alcuni passi parmensi:
- passo della Cisa, da Ghiare di Berceto;
- passo del Brattello, da Borgotaro;
- passo Santa Donna, da Borgotaro;
- passo Santa Donna, da Bardi;
- passo Linguadà, da Bardi;
- passo del Pelizzone, da Bardi;
- passo del Bocco, da Bedonia;
- passo Malanotte, da Bedonia;
- passo Colla, da Bedonia;
- passo del Montevacà, da Bedonia;
- passo del Segalino, da Bedonia;
- passo del Ghiffi, da Bedonia

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