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Val Genova

"La val Genova è superiore per pittoresche vedute, grandiosità di quadri e severa poesia alle più valutate vallate della Svizzera e del vicino Tirolo". Scrisse così Carlo Gambilllo nel 1882 e più di un secolo dopo Paolo Rumiz sancì la superiorità di questa valle nei confronti della più celebre Yosemite Valley, in California.

E non è difficile dar loro torto.

Anche dopo averla percorsa quasi quaranta volte, in bici, ogni passaggio lungo la val Genova stupisce. Si scopre una cascata finora mai vista,un nuovo scorcio, un nuovo angolo che s'era spesso trascurato. Prima dell'assalto estivo, poi, si possono godere le fioriture, le baite che tornano a vivere dopo l'inverno, le cascate gonfiate dal disgelo e dalle piogge.

Ma perché "Genova"? Non esiste alcun legame con il capoluogo ligure ma non è del tutto chiara l'origine del toponimo. Forse da "genua" per la particolare forma della valle che ad alcuni ha ricordato un ginocchio. Esiste invece un legame con un'altra Repubblica marinara, Venezia, che da queste parti veniva a prendere i tronchi per le sue navi. Una zona attorno alla pian a di Bedole, infatti, si chiama ancora oggi Venezia.
A fine Ottocento, la val di Genova fu la base delle esplorazioni di Julius Payer che - supportato da guide e portatori locali come Giovanni Caturani, Girolamo Botteri e Luigi Fantoma - conquistò diverse vette del gruppo Adamello - Presanella e fu beffato d'un soffio su altre cime (nel periodo, infatti, era scattata la moda alpina presso la nobilità inglese e da queste parti Francis Fox Tuckett, con base in val di Sole, era particolarmente attivo).

In questa pagina ne parliamo solo da un punto di vista ciclistico perchè  per raccontarne le potenzialità escursionistiche ci vorrebbe un libro: dalla val Seniciaga al passo delle Topette, dalla val Gabbiolo al ghiacciaio del Mandrone, dai laghi di San Giuliano al bivacco Roberti, alla Cima Lancia, al passo Cercen... sentieri e concatenazioni sono infiniti!

In bici, invece, si può fare solo una cosa: pedalare dalla val Rendena fino al rifugio Bedole coprendo così una distanza di 19.5 km (dalla chiesa di Pinzolo) con un dislivello di 870 metri.
Primo suggerimento: partire presto, meglio se in un giorno infrasettimanale. In caso contrario bisognerà fare i conti con il traffico (in crescita dall'inizio di luglio alla fine di agosto, con inevitabile picco nei quindici giorni centrali di agosto) e con i pedoni che interpretano la stradina come un grande marciapiede.
Detto questo, la salita si può dividere in alcuni settori:
- da Pinzolo (770 mslm) al ristorante Alla Prisa (900 mslm): salita moderata, senza grandi scossoni (3.2 km)
- dalla Prisa allo Chalet da Gino: falsopiano in cui dare in massimo, senza però dimenticarsi di ammirare le cascate Nardis (circa 3 km)
- dallo Chalet da Gino alla fine della salita per il rifugio Fontana Bona (1100 mslm): un'alternanza di strappi degni del Mortirolo (circa due chilometri)
- dal rifugio Fontana Bona al Ponte Maria, un tratto pianeggiante lungo un paio di chilometri
- dal Ponte Maria a malga Caret (1430 mslm) salita pedalabile, intervallata dal ponte sul Sarca in località Ragada (circa quattro chilometri)
- da Malga Caret a poco oltre il rifugio Stella Alpina, falsopiano di un chilometro
- il pre-finale con poco meno di tre chilometri caratterizzati da alternanza di tratti più o meno equivalenti di salita dolce e falsopiano fino alla piana del Bedole (1584 mslm)
- il vero finale sterrato con l'attraversamento della piana di Bedole e settecento metri di salita moderata con l'ultimo strappo fino al rifugio Bedole (1640 mslm).
E' bello pedalare con impegno ma sarebbe folle non alzare lo sguardo ed ammirare l'incredibile successione di rapide e cascate disegnate dal Sarca di Genova e dai suoi affluenti. Anche noi - che l'abbiamo percorsa quasi quaranta volte - scorgiamo nuovi dettagli ad ogni passaggio. Baite, fioriture, cascate (il vero simbolo della vallata) ... è tutto un vero incanto.

La discesa è veloce ma va affrontata con prudenza viste le curve cieche e l'affollamento. E' consigliata una gravel perchè la bici da corsa soffrirebbe l'asfalto sconnesso e gli attraversamenti dei corsi d'acqua mentre una mountain bike risulterebbe "sprecata" su un fondo così. 

Su www.cicloweb.net vi raccontiamo diversi altri percorsi per mountain bike e bicicletta a Pinzolo, Madonna di Campiglio e val Rendena. Ecco il linkwww.cicloweb.net/bicicletta/b-trentino/newpinzolo.htm

  13/06/2023

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