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Autunno sull'Alpe di Siusi, Odle sullo sfondo (scorri la gallery!)
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Sciliar e Torre Santner
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Alpe di Siusi in autunno, Sassolungo e Sassopiatto
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Panorama sull'Alpe di Siusi
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Sguardo verso Odle e Puez
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Rifugio Bolzano, chiesetta e Latemar sullo sfondo
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Monte Pez, a due passi dal rifugio Bolzano
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Odle viste dal rifugio Bolzano
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In discesa dal Demetz al Vicenza
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Marmolada dalla forcella Sassolungo
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Il rifugio Alpe di Tires
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Verso il rifugio Alpe di Tires dal rifugio Bolzano
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Rifugio Alpe di Tires: verso il rifugio Bolzano
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Odle dal rifugio Alpe di Tires
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Rifugio Alpe di Tires: Sassopiatto sullo sfondo di pascoli panoramici
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Pascoli con vista: Sassopiatto sullo sfondo al rifugio Alpe di Tires
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Rifugio Vicenza
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Rifugio Vicenza
Alto Adige

Alpe di Siusi

L'Alpe di Siusi è un incantevole altopiano verdeggiante cinto da una sorprendente serie di pareti dolomitiche. Dominano ad est il Sassolungo ed il Sassopiatto e ad ovest la mole dello Sciliar con l'iconica Punta Santner. A nord l'altopiano è chiuso da morbidi declivi boscosi che si affacciano sulle Odle ed il Puez, aprendo la vista alle Alpi confinali mentre più imponenti sono le pareti meridionali che culminano con i Denti di Terrarossa e sfumano verso il Catinaccio ed il Molignon.

E' pressochè impossibile descrivere tutte le opportunità escursionistiche dell'Alpe di Siusi. Si può solo fare una selezione, irrimediabilmente incompleta. Si deve senz'altro premettere che è estremamente gratificante anche il solo salire in quota, da Ortisei o da Siusi anche con gli impianti di risalita, o passeggiare per i morbidi declivi che alternano boschi e pianure tra Saltria e Compaccio, le due località principali dell'altopiano. Passeggiare senza meta, o inventandosela man mano che ci si sposta, è senz'altro un modo molto piacevole di camminare sull'Alpe di Siusi senza fare troppa fatica.

Ecco, invece, qualche meta un po' più impegnativa.

Il rifugio Alpe di Tires può essere raggiunto principalmente seguendo tre vie, di cui una parte proprio dall'Alpe di Siusi.
La prima, in onore al suo nome, prende le mosse dalla val di Tires. Dal paese di San Cipriano si superano i prati del Doss, verdeggiante declivio ai piedi del Catinaccio e delle Torri di Vajolet, seguendo il sentiero 12. Presto questo sentiero - o meglio questa ampia traccia - si innesta su una sterrata ancor più ampia che, aggirato un dosso, procede verso la val Ciamin (sentiero 13). Tra tratti pianeggianti e brevi strappi in salita il segnavia (che dopo l'incrocio con il sentiero proveniente dai Bagni di Lavinia Bianca diviene il 3) conduce fino alla radura Rechter Leger, mirabilmente incastonata tra le cime del Principe e di Valbona, dove si incomincia a fare sul serio (1595 mslm, circa 1h30' da San Cipriano). 
Il sentiero 3A, infatti, dopo un facile tratto iniziale, prende quota con decisione e senza lasciare tregua si alza fino ai 2134 mslm del rifugio Bergamo (o Greisletenhutte, "rifugio sulle coste erbose"). Il rifugio - distante più di un'ora dalla radura - è un utile punto tappa ma non segna affatto la fine delle fatiche: i  boschi si sono diradati già a valle del rifugio, le coste erbose che danno il nome tedesco al rifugio lasciano invece presto spazio a pietraie e ghiaioni che accompagnano l'escursionista fino alla testata della val Ciamin. In una giornata di sole non bisogna assolutamente dimenticare acqua, copricapo e crema solare! Qui si incontra un bivio: a destra si può procedere verso il rifugio Passo Principe, 2602 mslm, a sinistra invece si sale, sempre su ripide pendenze, verso il passo del Molignon, 2598 mslm, da cui poi si accede, in breve discesa, al rifugio Alpe di Tires, a 2440 mslm (2h dal rifugio Bergamo).
La discesa avviene per la via di salita oppure procedendo brevemente verso il rifugio Bolzano (sentiero 3-4) e scendendo poi lungo il sentiero 3 per la "buca dell'orso".
I panorami lungo questa via di salita sono grandiosi: già in partenza, Catinaccio e Torri del Vajolet dominano la val di Tires regalando grandi emozioni, i prati del Doss, punteggiati da caratteristiche baite, sono altrettanto incantevoli. Rechter Leger è una radura chiusa da altissime vette dolomitiche e la salita al rifugio Bergamo e poi al passo del Molignon immette in un contesto dolomitico di grande fascino. La discesa al rifugio Alpe di Tires apre poi la vista alle Odle, al Sassolungo ed al Sassopiatto, ai Denti di Terrarossa. Un paradiso per chi ama la montagna.
Una seconda via di salita (con diverse varianti), più facile ma comunque lunga, parte proprio dall'Alpe di Siusi. Da località Saltria (1700 mslm, circa) si prende la traccia 9 fino ad un gruppo di baite e poi si continua lungo la 8 fino al passo Duron. Si può partire anche da Compatsch (1850 mslm), dove arriva la funivia che sale da Siusi: si seguono le indicazioni per il rifugio Molignon (sentiero 7) che, a 2054 mslm, è un punto intermedio molto comodo (1h30'). Anche da questo rifugio la salita prosegue poi verso il passo Duron (30'), che apre le porte sul versante fassano e la vista sulla Marmolada.
Da questo valico, in circa 50' si raggiunge il rifugio Alpe di Tires.
Partire da Compatsch consente di effettuare un lungo percorso ad anello che, raggiunto il rifugio Alpe di Tires, fa ritorno al punto di partenza dopo aver toccato anche il rifugio Città di Bolzano.
Partire dall'Alpe di Siusi consente di camminare su tracce più ampie e battute ma meno "immerse" tra le pareti dolomitiche: lo scenario è più ampio, gli orizzonti sono più aperti. La vista è sempre focalizzata sulle Odle, in lontananza, e su Sassolungo e Sassopiatto, più vicini e decisamente in posizione di dominio sull'intero altopiano.
Nella mappa Kompass, la salita dal rifugio Molignon al rifugio Alpe di Tires (il passo Duron non è indicato ma è in corrispondenza dell'indicazione altimetrica 2168).

Un'ultima via di salita, molto lunga anche se ripida solo a tratti, parte invece dalla val di Fassa e più precisamente da Campitello. Si inizia a camminare nei dintorni del paese e si sale lungo tutta la val Duron. Fino ai rifugi Micheluzzi e Brach (1h circa) si sale su ampia carrabile sterrata - a tratti ripidissima - alternando tratti in un fitto bosco di abeti a tratti in campo più aperto. Il Micheluzzi segna la fine - temporanea - delle fatiche aprendo le porte di un lungo pianoro ai piedi delle pendici settentrionali del gruppo del Catinaccio e del Molignon.
Al termine di questo pianoro (quasi un'ora di cammino) si riprende a salire con buona pendenza fino a passo Duron (circa 35') e poi fino al rifugio Alpe di Tires.
Il ritorno è per la via di salita.


Il rifugio Città di Bolzano (Schlernhaus, casa dello Sciliar, in tedesco) è situato nei pressi della vetta del monte Pez: si trova a 2457 metri di quota, cento metri sotto la vetta.
La salita dalla val di Tires è molto impegnativa e richiede il superamento di un dislivello superiore ai 1300 metri, la tabella CAI indica quattro ore per conquistare la meta: si parte, infatti, dai Bagni di Lavinia Bianca e si procede su un sentiero tra i boschi che, senza mai offrire tregua, conduce fino ad alcune radure. La salita è davvero impegnativa e l'ambiente abbastanza solitario: la ripida vallata è detta "dell'orsara". Qui, sempre seguendo la traccia 2, si addolciscono le pendenze ma si continua a salire tra verdi prati fino a raggiungere il rifugio. 
Il panorama, dapprima limitato dalla stretta vallata e dal fitto bosco, si apre progressivamente fino a divenire immenso una volta raggiunto il rifugio. Lo sguardo si perde a 360 gradi e, a seconda della visibilità, sarà possibile scorgere non solo le vicine Dolomiti (Sassolungo e Sassopiatto, Odle, propaggini del gruppo del Catinaccio) ma anche cime lontane come le Dolomiti di Brenta, i gruppi della Presanella e dell'Orles-Cevedale. Un elenco completo è quasi impossibile!
Per la discesa chi è partito dalla val di Tires può considerare un anello che aumenta ancora di più il fascino dell'escursione ma, ovviamente, anche le fatiche. Con qualche saliscendi si cammina lungo il sentiero 4 verso il rifugio Alpe di Tires e, prima di raggiungerlo, si prende il 3 che scende velocemente verso la val Ciamin e poi di nuovo a Bagni di Lavinia Bianca in val di Tires.
Una più facile via di accesso avviene proprio dall'Alpe di Siusi percorrendo i sentieri 10-5-1 passando dalla baita Saltner (cosiddetto "sentiero del turista").. Il dislivello è di 800 metri ed il tempo di percorrenza, anche vista la distanza, sfiora le tre ore ma la salita avviene su terreno meno ostico e maggiormente alla portata.
Ancora più lunghe ed impegnative le varianti da Fiè allo Sciliar.
Nella mappa Kompass, la salita dall'Alpe di Siusi nel suo secondo tratto.



Il rifugio Vicenza si trova tra le pareti del Sassolungo e del Sassopiatto ed è il punto di partenza di impegnative ascensioni e vie ferrate. Arrivarci, però, è alla portata di tutte le persone allenate. Vi si può arrivare dalla val Gardena (località Monte Pana) o dal passo Sella valicando e poi scendendo dalla forcella Sassolungo.
Da Saltria (1675 mslm), sull'Alpe di Siusi, invece, si raggiunge il Bosch di Bues, un pascolo, su cui vigono ancora le regole stabilite dalla regina Maria Teresa (sentiero 3). Sopra di esso si erge il maestoso Sassopiatto. Tra boschi e pascoli si arriva a prendere il 525 - Sentiero Santner che conduce verso il Plan de Cunfin, ai piedi del Sassolungo. Gli ultimi sforzi portano verso la Punta Dantersas con il rifugio Vicenza (2252 mslm).
Da qui un sentiero ghiaioso e talora ripido consente di arrivare ai 2681 mslm della forcella Sassolungo, presidiata dal rifugio Toni Demetz e dall'arrivo di una storica cabinovia che si insinua nelle Dolomiti partendo dal passo Sella. Johann Demetz è un famoso alpinista che dedicò questo rifugio al figlio Toni, ucciso da un fulmine sul Sassolungo. 


Per scoprire l'Alpe di Siusi pedalando clicca qui. Questo link, invece, apre la guida all'Alpe di Siusi

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