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Il rifugio Mezzalama (scorri la gallery!)
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Al Piano di Verra Inferiore
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Pascoli al Piano di Verra Superiore
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Zoom sul Polluce
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Ghiacciaio di Verra e Gobba di Rollin
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Vista sul Castore
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Il rifugio Mezzalama, la morena, i Piani di Verra visti da quota 3150 mslm
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Laghetto di fusione ai piedi del ghiacciaio di Verra
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Castore riflesso nel laghetto di fusione ai piedi del ghiacciaio di Verra
Valle d'Aosta

Al rifugio Mezzalama

L'emozione e la felicità di aver vissuto una giornata indimenticabile per panorami e varietà di ambienti: questo è quanto rimane dopo un'escursione al rifugio Ottorino Mezzalama (3036 mslm), al vicino ghiacciaio di Verra ed - eventualmente - al rifugio Guide d'Ayas (3425 mslm).

E' anche difficile rendere tale impatto emotivo con le parole, forse le foto - qui sopra una gallery - possono rendere l'idea. O quantomeno provarci...

La camminata inizia a Saint Jacques (1700 mslm circa), pittoresca frazione di Ayas. Il segnavia da seguire è il 7-7a che passa attraverso le rustiche baite di Fiery per continuare a salire nel bosco fino al Piano di Verra Inferiore dove si congiunge alla forestale, da seguire fino al bivio per il Lago Blu. Qui si può scegliere se passare per il laghetto (allungando la gita di un'ora) oppure seguire la forestale ed i frequenti tagli che consentono di evitare i diversi tornanti.
Il Piano di Verra Superiore è in realtà costituito da due "pianori", posti a breve distanza. Non è raro incontrarvi le mucche al pascolo e magari incrociarle sulla forestale.
In questa prima fase nel fondovalle - che richiede dai 90 ai 150 minuti cammino - si procede tra boschi e radure, lasciandosi cullare dal fragore del torrente e restando incantati quando, ai Piani di Verra Inferiore, si propone per la prima volta lo spettacolo delle vette del Breithorn orientale, del Castore e del Polluce che dominano l'alta valle, solcata dal torrente, con i ghiacciai a cingerne il profilo. 

Indimenticabile.

Dal Piano di Verra Superiore inizia un sentiero tra praterie d'alta quota, prima, e rocce, poi, che senza mai mollare la presa conduce fino al rifugio Ottorino Mezzalama. Significativo, più o meno a metà del percorso, il momento in cui la traccia si porta sulla cuspide della morena, aprendo una nuova ed impressionante vista sulla Gobba di Rollin, sul ghiacciaio di Verra e sull'impressionante morena lasciata dall'arretramento del ghiacciaio stesso.
In circa novanta minuti si perviene al rifugio dove, prima di entrare, non si può non restare ad ammirare il panorama: da ovest ad est si dispongono la Gobba di Rollin, i Breithorn, il Castore, il Polluce, la Punta Felik e la Punta Perazzi. 

Il rifugio è un ... "rifugio di una volta". Cucina con pochi fronzoli ma ottima, servizio gentile e cortese, aspetto caratteristico e inserito con discrezione nell'ambiente circostante.
E' il momento di continuare a salire, in direzione del rifugio Guide d'Ayas: nell'estate 2023 non è più presente il passaggio su ghiacciaio. Si cammina, infatti, su ciò che ne resta: neve e sfasciumi. Il ritiro, infatti, procede inesorabile rendendo inevitabilmente datate relazioni di salita anche recenti.
Oltre al rifugio Mezzalama e la piazzola dell'elicottero si prende quota con difficoltà (anche per la quota ormai molto elevata) tra pietraie, rocce e balzi rocciosi. In circa trenta minuti si raggiunge un laghetto di fusione ai piedi del ghiacciaio di Verra. Uno spettacolo triste quanto incantevole.
Dopo l'attraversamento di ciò che resta del ghiacciaio inizia la parte più dura della salita al rifugio Guide d'Ayas, attrezzata anche con ponticelli in legno e corde fisse per agevolare una salita che - comunque - non richiede attrezzatura o imbrago ma attenzione e preparazione.

Ma chi era Ottorino Mezzalama?
Nato a Bologna, nel 1888 è sostanzialmente l'inventore dello scialpinismo: fu il settimo sciatore a raggiungere la vetta del Monte Bianco ed il primo italiano (nel 1927). Scoprì la montagna a Torino, dove si trasferì per seguire il padre, e se ne innamorò a tal punto da dedicarsi unicamente ad essa. Si giustificava così con la madre, che soffriva nel non vederlo sposato.
Morì nel 1931, travolto da una valanga sul monte Becher, attorno a Vipiteno.
Il rifugio a lui dedicato è di proprietà del CAI di Torino. Fu costruito nel 1934 ed ampliato nel 1987. Fungeva, inizialmente, da ultimo appoggio per le ascensioni ad alcune cime del gruppo del Monte Rosa. Fino agli anni Novanta era circondato dai ghiacci.

Si può anche pensare ad una ciclo-escursionistica che preveda di raggiungere il Piano di Verra Superiore in bici (necessaria una mountain bike ed una buona tecnica di guida in discesa) e successivamente una prosecuzione a piedi. In tal caso è necessario seguire il "Chemin de Verra" appena oltre Saint Jacques per prendere la forestale che viene utilizzata anche dalle "taxi-jeep" che fanno la spola tra il paese e gli alpeggi in quota. La salita è decisamente impegnativa, su fondo progressivamente più sconnesso, e misura poco meno di otto chilometri: il dislivello è di circa 650 metri.
Un unico tratto di respiro: il Piano di Verra Inferiore.

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- guide alle località valdostane;
- percorsi per pedalare in Valle d'Aosta

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