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Molveno, il lago e le Dolomiti di Brenta (scorri la gallery!)
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Dolomiti di Brenta sul lago di Molveno
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Dolomiti di Brenta dai versanti della Paganella
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Tra nubi e fiori, le Dolomiti di Brenta
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Dettaglio dal rifugio La Montanara: sulla sinistra, il Campanile Basso
Trentino

Il versante orientale del Brenta

L'intero gruppo delle Dolomiti di Brenta offre passeggiate ed escursioni affascinanti e di diverso impegno, in partenza anche dal versante orientale. Un cenno particolare va riservato alla Via delle Bocchette o al Sentiero Orsi che si snodano tra le bocche e le forcelle del magnifico gruppo. I rifugi raggiungibili, con impegno discreto, sono il rifugio Croz dell'Altissimo, Malga Spora, i rifugi Selvata e Tosa ed il rifugio Malga di Andalo, partendo da Molveno o Andalo. Facile l'ascesa al rifugio La Montanara, una vera e propria balconata sulle Dolomiti di Brenta ed il Campanil Basso.
Interessante destinazione è il rifugio Cacciatore (ideale base per il rifugio Agostini) partendo però da San Lorenzo in Banale, paese non distante da Molveno ma posto sul versante soleggiato delle Giudicarie, ormai in vista di Stenico e Ponte Arche.


CIMA PAGANELLA
La salita alla cima Paganella da Andalo (1040 mslm) è un itinerario impegnativo, dedicato ai più allenati. Sono infatti oltre mille i metri di dislivello per raggiungere la sommità del monte simbolo della zona, a 2125 mslm.
Da località Lava (dopo le Villette) si imbocca il sentiero 604 per Malghetta e malga Zambana (1792 mslm). Si prosegue quindi sino alla cima.
Il ritorno può essere condotto per il sentiero 605 fino a malga Terlago e poi 606 per Pian di Dosson (1450 mslm) ed infine Andalo.
In vetta si può comunque arrivare in funivia.
Per dedicarsi ad obiettivi più solitari e meno intaccati dalle opere per lo sci alpino ci si può incamminare verso la vetta di Cima Canfedin, sempre parte del sistema montuoso della Paganella ma più appartata, verso sud. Si raggiunge con un lungo sentiero che parte dalle rive del lago di Molveno, poco fuori dal paese in direzione sud, e prende quota nel bosco.
Dopo aver superato alcuni alpeggi risale la morbida cresta fino alla vetta (segnavia 612 e poi 602).



MOLVENO
Facile passeggiata nei dintorni di Molveno: si imbocca via Dolomiti sino al capitello della Madonnina e si prosegue su fondo pianeggiante sino alla baita Ciclamino. Il ritorno avviene sul lato opposto del lago di Molveno.
Un'altra idea per una passeggiata tocca il ponte romano ed i Fortini di Napoleone. Subito dopo il campeggio, a sinistra, si segue il sentiero che sale al ponte romano ed ai Fortini. Si prosegue sino alla cascata per poi rientrare a Molveno costeggiando il lago.


RIFUGIO MONTANARA
Facile meta di grande soddisfazione. In partenza da località Valbiole, poco fuori Andalo (1100 mslm, circa) o da Molveno (via Belvedere, 900 mslm circa) si ha un rapido accesso tramite ben segnalate strade forestali e sentieri escursionistici a questo panoramico rifugio posto sul Dos di Tovre, a 1575 mslm. Numerose le varianti, nessuna davvero impegnativa.
Come detto sopra, è una vera balconata affacciata sulle Dolomiti di Brenta: si domina un panorama sontuoso, impreziosito dalla curiosa sagoma del Campanile Basso. Punto intermedio è malga Tovre dove si può familiarizzare con diversi animali (vacche, cavalli, asini, ...): molto interessante in particolare per i bambini!
In alternativa si può salire con gli impianti di risalita (funivia + seggiovia).



VALLE DELLE SEGHE: TRE RIFUGI, ANZI QUATTRO
Una delle più scenografiche vallate nei dintorni di Molveno è senza dubbio la valle delle Seghe. Passò da qui Julius Payer, il luogotenente dell'esercito austroungarico che, conquistando la bocca di Brenta per raggiungere Pinzolo, scoprì il regno dei ghiacci che si estende ad ovest della val Rendena e che culmina con le cime dell'Adamello e della Presanella. Ammirato da lontano quel regno imbiancato, chiese un prolungamento del permesso all'esercito e si dedicò ad una meticolosa esplorazione lasciando una toponomastica incredibilmente precisa per l'epoca. Sempre basandosi a Molveno, i primi alpinisti lanciarono l'assalto alle più iconiche cime delle Dolomiti come il Campanile Basso.
Il Parco Naturale Adamello Brenta descrive così la vallata:  "La Valle delle Seghe, di origine glaciale, è tra le più caratteristiche del Gruppo di Brenta. Dal Lago di Molveno si inoltra nel cuore del Brenta, fino alla Bocca di Tuckett. Un grande anfiteatro di pareti: Croz dell’Altissimo, Cima Lasteri, Cima Gaiarda sul versante sinistro. Monte Daino, Cima delle Fontane Fredde, Castello alto dei Massodi, Cima Brenta sul versante destro. È percorsa dal rio Massò. Alla testata della Val Perse, la Bocca di Tuckett (2648m) la mette in comunicazione con la Vallesinella, la Bocca della Vallazza (2443m) con la Valle di S. Maria Flavona, il Passo Clamer (2164m) con il sottogruppo della Campa. Nell’800  la Valle delle Seghe è stata il principale accesso al Gruppo di Brenta per i primi alpinisti-esploratori. La Val delle Seghe è caratterizzata dalla dolomia e calcare che danno alla valle un aspetto geologico uniforme. Di origine glaciale nella parte alta, nel tratto medio e basso svela, con il tipico profilo a “V”, la più recente azione del torrente Massò. La Valle prende il nome dalle “Seghe”, antiche segherie ad acqua che sorgevano lungo il corso del torrente Massò. Una di queste è visitabile vicino alla sponda occidentale del lago, appena fuori Molveno".
Si parte dunque dalle sponde del lago e ci si incammina sulla strada comunale che porta al campo sportivo per proseguire oltre, in direzione della Baita Ciclamino. Superate le ultime case, la pista forestale (segnavia 319), quasi sempre cementata ed al più uno sterrato compatto, inizia a salire con decisione addentrandosi in un fitto bosco di latifoglie ed abeti che lascia raro spazio al panorama sulle Dolomiti di Brenta. Il torrente Massò scorre talora impetuoso ma per larghi tratti, invece, è stato deviato e quindi il suo alveo è asciutto. Se un tempo alimentava segherie, infatti, oggi è destinato alla produzione di energia idroelettrica.
Su pendenze decise si cammina per quasi due ore fino a raggiungere il rifugio Croz dell'Altissimo (1480 mslm, due ore circa) dove lo scenario si apre e si contempla uno spettacolare anfiteatro dolomitico. Due vallate si arrampicano fino alle più alte cime del gruppo del Brenta mentre verso sud si scorgono le tracce del sentiero che porta al rifugio Selvata e poi al Tosa Pedrotti. 
Presso il rifugio Croz dell'Altissimo si abbandona l'ampia traccia, che qui ha termine, per proseguire su un sentiero più esile (marcatura 340) che corre a mezza costa tra pareti rocciose, letteralmente a picco sulla vallata sottostante ma sempre largo e mai davvero esposto. L'attenzione comunque non deve mai mancare. Suggestivo anche un passaggio in una breve galleria!
Attenzione: dal rifugio bisogna prendere il 340 verso Pradel, il rifugio La Montanara non è indicato.
Effettivamente, dopo quasi un'ora di cammino si affronta un bivio: si può rientrare più velocemente a Molveno passando da Pradel oppure, e ne vale la pena, si può percorrere il tortuoso sentiero delle grotte (340 bis) che si arrampica nel bosco tra anfratti, caverne e tantissimi faggi prima di arrivare al rifugio La Montanara (40' dal bivio, 1h30' dal rifugio Croz dell'Altissimo). Posto a 1525 metri di quota questo rifugio offre una bellissima vista sulle Dolomiti di Brenta e sull'iconico Campanile Basso: ad ottobre 2020, quest'ultimo rifugio è l'unico, nei dintorni, aperto durante l'autunno (verificare telefonando ai gestori).
Una giornata meteorologicamente fortunata regalerà un trionfo di colori valorizzato dai contrasti tra le pareti delle Dolomiti, in autunno poi al verde degli abeti faranno da contraltare le cangianti tonalità di larici e latifoglie!


La salita al rifugio Tosa - Pedrotti risulta molto più impegnativa e richiede un ottimo allenamento: il rifugio, infatti, è posto a breve distanza dalla Bocca di Brenta, a 2491 metri di altitudine. Per raggiungerlo si colma dunque un dislivello di più di milleseicento metri da Molveno: quattro ore è il tempo richiesto ad un buon escursionista che, nel corso della camminata, vedrà cambiare radicalmente l'ambiente attorno a sè . Dal lago al bosco, a conifere sempre più rade fino ad entrare nel regno della dolomia una volta raggiunto il rifugio. Vale la pena, a quel punto, conquistare anche la Bocca di Brenta e godere del panorama che, come raccontato sopra, affascinò Julius Payer. L'escursione segue quella verso il rifugio Croz all'Altissimo per deviare poi una volta incrociate le indicazioni per i rifugi Selvata (1630 mslm) e Tosa Pedrotti.
Curiosa la storia del rifugio Tosa - Pedrotti. Nel 1881, la Sat realizzò l'attuale Tosa che oggi è una sorta di dependance del vicino rifugio Pedrotti che fu, invece, costruito dalla sezione di Brema del Club Alpino Austro-Tedesco ed assegnato alla Sat appena prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, dopo una lunga controversia tra le sezioni, allora entrambe parte dell'Impero Austroungarico.


FAI - CIMA FAUSIOR
Itinerario di difficoltà intermedia: cinquecento metri di dislivello. Da località Cortalta (parte alta del paese) si imbocca il sentiero che sale sino alla cima Fausior (1554 mslm - Dosso Alto) e poi verso la croce.
E' possibile proseguire in discesa verso baita Campedel e poi per Cortalta o il Santèl.



Molveno, Andalo e Fai della Paganella su www.cicloweb.net:
- guida ad Andalo, Molveno e Fai della Paganella,
- in bici sull'altopiano della Paganella
- immersi nei colori dell'autunno: una passeggiata tra larici e latifoglie
E quando nevica? Da www.ciaspole.net
- ciaspolata al rifugio La Montanara,
- ciaspolata alla Paganella,
- ciaspolata al Piz Galin

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