Tarvisio e dintorni, al confine tra tre Stati, tre culture, tre tradizioni
Tarvisio è situato nei pressi dei confini tra Italia, Austria e Slovenia, vicinissimo ad altri centri di fama mondiale come Villach e Klagenfurt in Austria o Kraniska Gora in Slovenia.
Tarvisio stessa è una rinomata località di villeggiatura estiva ed invernale: a chi ama pedalare in montagna offre boschi, sterrati e panorami veramente incredibili. Vi si trova una delle più grandi foreste alpine.
Luogo ricco di storia e cultura, è dunque estremamente affascinante anche dal punto di vista naturalistico: addentrandosi con discrezione nei boschi non è infrequente incontrare animali selvatici (da camosci e stambecchi ad aquile e gufi reali).
Gli itinerari i proposti portano a scoprire sia l'incanto naturale sia i tesori storici e culturali custoditi in queste vallate di confine.
Tutti gli itinerari proposti sono dedicati alla mountain bike.
Sul sito Tarvisiano.org ulteriori dettagli ed itinerari.
CAMPOROSSO
Partendo dalla piazza di Tarvisio, raggiungiamo via Romana per imboccare successivamente via Pinete sino al suo termine, svoltiamo a sinistra e proseguiamo in direzione di Camporosso. Dopo due chilometri troviamo un bivio (verso destra c'e' la possibilita' di percorrere una salita impegnativa ma pedalabile, discesa scorrevole su fondo ciottolato, transito sul torrente Bartolo e rientro a Camporosso sfruttando la strada della Val Bartolo), proseguiamo verso sinistra superando il rio Argento, seguiamo poi il sentiero parallelo alla vecchia linea ferroviaria sino alle case che segnano l'inizio dell'abitato di Camporosso. Successivamente continuiamo sulla strada asfaltata che porta a Camporosso, all'altezza di quella che era la stazione svoltiamo a destra e di seguito a sinistra verso la Chiesa Matriace di Sant'Egidio che insieme alle chiese di Tarvisio, Malborghetto e Ugovizza rappresentavano, nel XVI secolo, la diocesi di Aquileia nel Ducato di Carinzia. Scendendo verso sinistra sempre su strada asfaltata incontreremo sulla nostra destra la filiale della parrocchia menzionata precedentemente, la chiesa di Santa Dorotea. Dopo aver ammirato le due splendide chiese camporossiane svoltando verso sinistra riprendiamo la strada che ci porta a Tarvisio. Il rientro e' possibile attraverso la statale 13 Pontebbana o sullo stesso percorso dell'andata: l'itinerario è facile/medio. Per mtb.
PIANA DELL'ANGELO
Partendo dal parcheggio degli impianti di risalita ci dirigiamo verso il campo da golf, passandolo poi parallelamente. Giungiamo al termine dei prati da gioco e svoltiamo a destra imboccando la strada asfaltata.
Arrivati al termine della salita scendiamo verso Tarvisio. Nei pressi degli impianti di risalita proseguiamo verso sinistra in direzione di Camporosso e attraversiamo le piste seguendo la strada che porta verso il Villaggio Florianca. Successivamente seguiamo la mulattiera che porta al sentiero del monte Lussari attraversando la Piana dell'Angelo. Arrivati in località case Lussari rientriamo verso Tarvisio attraverso la Statale 13 Pontebbana oppure percorrendo in senso inverso il tragitto dell'andata, svoltando a sinistra nei pressi degli impianti, scendiamo sulla pista da sci per rientrare cosi' al punto di partenza. Itinerario di difficoltà medio-bassa.
SELLA BARTOLO
Partenza da Camporosso. Ci dirigiamo verso Tarvisio, successivamente svoltiamo a sinistra seguendo la strada sterrata che si insinua tra la Roccia Azzurra e la Cernalizza. La strada si presenta con fondo compatto di tipo ghiaioso, per una lunghezza di circa sei chilometri sino alla sella Bartolo. Come per la valle di Riofreddo la strada e' affiancata per tutto il suo sviluppo da un torrente, il Bartolo, piccolo affluente dello Slizza che fa giungere le sue acque nel lontano Mar Nero. Subito dopo aver imboccato la valle incontriamo sulla sinistra una lapide eretta da Corpo Ufficiali nel 1905 a ricordo dei combattimenti dei "Cacciatori da Campo" austriaci contro le truppe napoleoniche (6 e 7 ottobre 1813).
Proseguendo per qualche centinaio di metri troviamo, sempre sul versante occidentale, una palestra di roccia attrezzata per apprendere tecniche di base dell'alpinismo. Dopo circa 2,5 km incontriamo il cartello di divieto di transito per le automobili e nel parcheggio posto poco prima del divieto abbiamo la possibilita' di dissetarci alla fonte purissima che sgorga dal Rio Scalina. Qui inizia un tratto asfaltato di circa un chilometro, inserito per il consolidamento della sede stradale. Terminato l'asfalto la valle si apre in uno spazio luminoso, vasto e per lo piu' pianeggiante, caratterizzato da dolci ondulazioni erbose: uno spettacolo incomparabile. Il bosco dirada da entrambi i lati fino a divenire prato. Gli stavoli, i rustici e le baite punteggiano la vallata. Il percorso continua sino alla sella Bartolo, un confine agricolo e un punto panoramico di notevole interesse, vista la collocazione geografica.
Girando su noi stessi possiamo infatti ammirare in un sol colpo la valle del Gail in Austria e il monte santo di Lussari in Italia. Difficoltà media.
MONTE FORNO
Appena arrivati nei pressi delle prime case di Fusine incontriamo sulla sinistra la strada che sale verso il monte Forno.
Il tratto iniziale si presenta con dei piccoli e agili tornanti; dopo circa due chilometri possiamo osservare alla nostra sinistra la conca tarvisiana in tutta la sua bellezza.
Al terzo km, nei pressi della vecchia polveriera, scendiamo a sinistra; la strada riprende poi a salire senza presentare grossi dislivelli. Nella parte iniziale, salendo, possiamo ammirare sulla nostra sinistra il monte Leila che sovrasta l'abitato di Sant'Antonio e successivamente, prima di arrivare in vetta, incontriamo sulla sinistra il monte Ciabin e il monte Comizza che segnano il confine tra Austria e Italia.
Al sesto km circa troviamo un parcheggio che nel periodo estivo viene impiegato come deposito di legname e proseguiamo sulla destra, a quota 1000 mslm.
Poca strada ancora e giungiamo al tratto finale che in soli 2 km ci porta dai 1300 ai 1508 metri di altitudine del Monte Forno. Questo ultimo segmento, caratterizzato dal fondo sconnesso della strada, si inerpica a pochi passi dal confine di stato.
Seguendo il corso del fiume Gail che solca la valle omonima, riusciamo a scorgere i laghi carinziani di Faak e di Velden. Scendendo verso valle, ripetendo gli ultimi due km dell'andata in prossimita' del divieto che abbiamo incontrato precedentemente, tenendo la sinistra, affrontiamo la variante che ci permette di attraversare il monte Cavallar rimanendo sempre in quota per un paio di chilometri.
Successivamente in prossimita' della Capanna di Caccia la strada inizia a scendere e dopo un paio di tornanti in localita' Bosco Mesule ci ricolleghiamo alla strada gia' percorsa per salire. Ritornati sulla via principale ancora pochi chilometri di asfalto (facendo attenzione alle curve) e terminiamo la nostra fatica. Itinerario difficile.
SELLA DI VUOM E MONTE ACUMIZZA
Bell'itinerario circolare che in venti chilometri passa attraverso la Sella di Vuom ed il monte Acomizza (1800 mslm) per tornare alla base.
Da Camporosso (820 mslm) si sale lungo la breve ma dura salita che parte sulla destra della chiesa Matrice di Sant'Egidio. Si continua lungo una carrareccia che porta alla confluenza tra i torrenti Vuom e Cella, da cui nasce il Fella.
Oltrepassata la confluenza l'itinerario si fa più interessante: continui saliscendi immersi in un ambiente tranquillo e suggestivo prima della parte più dura che sale a più del 20% di media per circa un chilometro.
L'itinerario però non finisce qui alla Sella di Vuom ma continua attraverso Alpe di Ugovizza, lungo una strada comunale per poi tornare su una carrareccia, quella della val Filza (questo incrocio è a 1000 mslm).
Si sale dunque con pendenze non eccessive fino ai 1600 mslm della Rotonda oltre la quale il fondo passa da ghiaioso ad argilloso e tale si mantiene sino al Monte Acomizza.
Ottimo il panorama dalla vetta: si ammirano le cime più importanti delle Alpi Giulie e Carniche. Spicca il profilo del santuario del monte Lussari.
Dalla vetta si scende lungo il sentiero 508 che giunge fino al rifugio Forestale di Cima Muli, in seguito la discesa si fa molto impegnativa: in 3.5 km si passa da 1500 a 820 metri di quota.
MONTE LUSSARI
Salita impegnativa a questo luogo simbolo, punto d'unione di tre culture.
Lasciata la strada provinciale che da Valbruna prosegue verso la val Saisera, svoltiamo a sinistra seguendo la carrareccia che porta al monte Lussari.
La strada che si inerpica ai piedi della Cima dei Cacciatori si snoda per circa 7 km con un dislivello totale di 900 metri: le forti pendenze raggiungono anche il 16 %.
La prima parte si presenta con brevi rettilinei seguiti da curve molto strette, successivamente la strada sale costantemente con tratti molto piu' lunghi che seguono l'andamento del pendio su cui e' ricavata. A 5 km circa scolliniamo e la strada scende per un breve tratto nell'attraversare il versante occidentale dei Cacciatori, per poi risalire nuovamente negli ultimi due chilometri.
Terminata la nostra visita presso il Santuario ed i caratteristici ambienti che fanno parte del pittoresco borgo situato a ridosso della sua cima, non rimane che intraprendere la discesa con prudenza. La strada che scende verso valle puo' portarci a raggiungere velocita' elevate, quindi si consiglia di moderare la stessa anche nei tratti apparentemente facili.
La sede stradale viene periodicamente curata dai gestori degli locali situati sul Monte Lussari.
VALLE DI RIOFREDDO
Partendo dall'abitato di Riofreddo imbocchiamo la strada bianca che sale sulla destra, alle pendici meridionali del monte Florianca.
La strada sale di quota lentamente, permettendo di ammirare l'ambiente circostante.
La valle che percorriamo raccoglie tutti i ruscelli ed i canali che confluiscono in essa, formando un rio molto vivace e caratteristico per la sua vicinanza alla strada (per un lungo tratto scorre a non piu' di cinque metri dalla sede stradale). Il nostro percorso si snoda lungo la valle seguendo le traiettorie disegnate dal torrente e adattandosi alla morfologia dei monti che ci circondano. Il paesaggio si apre poi in tutto il suo splendore dopo circa due chilometri dal punto di partenza, mettendo in risalto sullo sfondo la Cima delle Cenge, la Cima Bella, la Cima del Vallone e sulla destra la Cima delle Rondini che nascondono il massiccio dello Jof Fuart.
Avanzando nel nostro percorso arriviamo all'ampia radura di una malga.
Qui terminiamo la nostra ascesa, poiché la strada che prosegue si inerpica per circa 500 metri di dislivello raggiungendo Sella Prasnig (percorso consigliato esclusivamente a pedalatori provetti o agonisti in quanto richiede una notevole preparazione fisica).
Sicuramente questo luogo, cosi' come ci appare, rappresenta un ambiente molto suggestivo, soprattutto per il silenzio quasi irreale che ci avvolge. Ricordiamo inoltre i rifugi situati nelle vicinanze: bivacco Gorizia, rifugio Corsi, bivacco Calligaris e rifugio Pellarini. Tutti rappresentano ottime basi di partenza per bellissime escursioni nelle Alpi Giulie.
Il ritorno viene effettuato sulla stessa strada in senso inverso. Ci mettiamo quindi nelle condizioni di ammirare la splendida catena del Dobratch austriaco.
Due percorsi attorno a FORGARIA
MONTE CUAR - ARVENIS
Come punto di partenza per questo lungo percorso sceglieremo Cornino e per comodità di riferimento la piazzola-parcheggio del centro per la reintroduzione del grifone, posto nei pressi del bivio di Sompcornino.
Partiremo quindi imboccando la strada per Forgaria (al bivio di SompCornino conviene tenere la destra), e superata la località proseguiremo sulla strada principale seguendo le indicazioni per monte Prât dove giungeremo dopo una lunga ed impegnativa salita (1h 15m).
Quindi attraverseremo l'altipiano e proseguiremo lungo la strada che taglia il versante sud-est del monte Corno verso il Cuel de Forchia e inizia poi a scendere con pendenze anche molto marcate. Dopo circa 1h 45m di pedalata e superati alcuni tratti di ripida discesa, dovremo far attenzione a girare a destra, per imboccare la pista sterrata alla volta della malga; la pista è riconoscibile per un segnale di divieto di transito posto al suo inizio, e si sviluppa per circa sette chilometri in un rigoglioso bosco di grandi abeti prima e faggi poi. Il paesaggio diverrà invece quello tipico dei pascoli alti quando arriveremo in vista della malga - rifugio di monte Cuar.
Consigliamo vivamente di raggiungere a piedi la cresta, salendo lungo i prati per godere così di una vista eccezionale in tutte le direzioni. Ripresa poi la nostra pista, proseguiremo verso est salendo per qualche centinaio di metri ancora, prima di intraprendere una emozionante discesa che ci riporterà alla strada asfaltata già percorsa precedentemente; prestare attenzione durante la discesa, ai tratti esposti e agli scolatoi in cemento. Rifare la strada precedente sempre verso nord, seguendola fino ad Avasinis. Gireremo quindi a destra, poi di nuovo a destra all'incrocio alla volta di Peonis e quindi di Cornino, ritornando così al punto di partenza.
VAL TOCHEL E VAL D'ARZINO
I primi quindici chilometri del percorso ricalcano quelli del precedente: ma la discesa dal Prat si dirige verso la val d'Arzino attraverso la val Tochel.
Il bivio dove gireremo a sinistra si incontra circa tre chilometri dopo l'Albergo Monte Prât, esattamente sotto lo spigolo a sud del monte Cuar.
La strada, asfaltata per gran parte della sua lunghezza, richiede una certa attenzione essendo piuttosto stretta ed in costante discesa. Dopo circa nove chilometri raggiungeremo la strada della val d'Arzino che percorreremo verso sud alla volta di Anduins, affrontando con grande prudenza le gallerie totalmente oscure che incontreremo prima dell'abitato. Da Anduins, scendendo attraverso una serie di tornanti, supereremo Casiacco, giungendo così al ponte dell'Armistizio e oltrepassandolo proseguiremo dritti alla volta di Flagogna. A questo punto non ci rimane che fare ritorno al punto di partenza seguendo sempre la strada per Cornino in direzione est.
NOTE: Le gallerie sulla strada della Val d'Arzino, tra l'altro piuttosto frequentata, richiedono la presenza di luci o catarifrangenti sulle biciclette per renderle ben visibili.
Cinque itinerari nel GEMONESE
MONTE CUARNAN
Si parte da Gemona e lungo varie strade del paese si segue la direzione monte Cuarnan per incominciare presto una salita costante di tredici chilometri che porta fino all'obiettivo della gita.
Il dislivello è di 800 metri, da Gemona, 275 mslm, alla malga Cuarnan, 1075 mslm.
La strada è asfaltata fino ai prati di Cuarnan dove diventa bianca per l'ultimo chilometro (imboccare dopo 200 metri una strada con sbarra di legno).
Interessante, ed impegnativa, è la variante che si diparte dalla malga per arrivare ai Pascoli Alti: una mulattiera risale la dorsale sudoccidentale del monte offrendo un bel panorama sulla pianura e le Prealpi friulane. Percorso per mountain bike, difficile.
SELLA DI SANT'AGNESE
Da Gemona si segue la direzione monte Cuarnan fino alla borgata Gleseute ed oltre questo abitato si sale su un'evidente strada bianca sull'argine del torrente Vegliato.
Oltre il greto si imbocca una mulattiera che sale fino al km 4, 430 mslm , in prossimità della Sella di Sant'Agnese, dove si osserva una chiesetta votiva realizzata in occasione del terremoto del Friuli.
Si scende per poco, circa 300 metri, e poi si risale lungo un sentiero che prende quota in modo significativo (attenzione: spesso è nascosto dai boschi) fino ad una balconata panoramica, un pianoro su una propaggine del monte Cumieli.
Lì, tra i faggi, comincia una discesa su sterrato e cemento fino ad un bivio. E' il chilometro 6.5, 306 mslm, dove si va oltre la sbarra, attraverso le rovine del forte Ercole.
Si svolta a sinistra al bivio successivo ed incomincia una severa salita che, superati una galleria ed un tornante, porta al monte Cumieli, km 10 quota 571 mslm.
Si scende fino ad arrivare a Sella Sant'Agnese per rientrare lungo la strada della salita. Percorso per mountain bike, difficile.
FORCHIA ARMENTARIA
Salita breve ma severa: da Alesso si attraversa il ponte sul Palar e si seguono le indicazioni per località Armentaria. Si procede lungo una ripida strada asfaltata su fondo non sempre ottimale e su pendenze molto severe.
Oltrepassato il terzo chilometro la salita si fa meno impegnativa e continua verso l'obiettivo. Al km 4.3 diventa sterrata e riprende a salire con più ritmo (ma non più come all'inizio).
Al km 8 si scollina e si scende lievemente fino a Forchia Armentaria, 793 mslm, km 10.
Da Forchia Armentaria ha inizio la discesa verso il greto del torrente Palar (attenzione) che si conclude, dopo 4 km, agli Stavoli Palar (con possibilità di pernottamento), a quota 575 mslm.
Il ritorno avviene sullo stesso percorso dell'andata: il percorso, dedicato alle mountain bike, è difficile.
RIFUGIO FRANZ
Il rifugio Franz, costruito in legno negli anni '70, si raggiunge pedalando tra interessanti panorami ed immergendosi in boschi di faggi e conifere. E' situato a 1080 metri di altitudine.
In località "Stazione per la Carnia" si supera la caserma lungo la statale Pontebbana e si imbocca una strada che procede lungo il muro di cinta della zona militare a fianco dell'alveo del torrente.
Si sale verso Tugliezzo con pendenze abbordabili ma pedalando su un fondo stradale un po' sconnesso.
Si superano gli stavoli di Tugliezzo e si abbandona l'asfalto girando a destra e continuando lungo una ripida forestale con fondo prima cementato e poi sterrato.
In questo tratto le pendenze sono severe, oltre il 10%.
E' presente un solo bivio, al km 5, in cui si tiene la destra. Il traguardo si raggiunge al km 9. Difficile, per mtb.
MONTE SIMEONE
Salita di 13 km dal municipio di Bordano sino al monte Simeone, da 236 a 1203 metri di quota.
Il monte è un punto panoramico interessante ed è anche affascinante dal punto di vista ambientale per la presenza di più microclimi. Fu importante anche nel contesto della Prima Guerra Mondiale durante la quale fu sede di fortificazioni delle quali rimangono i resti presso monte Festa, sulle pendici a sud-ovest.
La salita è costante e non severa quanto a pendenze ma è il fondo a rendere difficile l'ascesa: i tratti ghiaiosi, in particolare, sono molto ostici.
Da Bordano si segue la strada che porta a Interneppo e nei pressi della Sella di Interneppo si gira verso monte Simeone. Tenendo la destra alle due successive deviazioni (al contrario ci si porterebbero al monte Festa), la strada conduce sino alla baita (unico punto d'appoggio) prima su asfalto e poi su sterrato (come detto impegnativo).
Oltre la baita lo sterrato prosegue per altri due chilometri in direzione della cima, fino a terminare nel bosco nei pressi dell'imbocco del sentiero CAI 839 che rapidamente giunge sino ai 1505 mslm della vetta.
Difficile, percorso adatto a mountain bike.
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