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San Lorenzo in val Ridanna (scorri la gallery!)
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San Lorenzo in val Ridanna
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Santa Maddalena, in val Ridanna
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Castel Mareta
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Miniere di Ridanna Monteneve
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Il centro di Vipiteno (scorri la gallery!)
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La Torre delle Dodici
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Passeggiando per il centro di Vipiteno
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Notturna, invernale, della Torre delle Dodici
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Castel Pietra
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I dintorni di Vipiteno
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Inverno a Flaines, verso la val di Vizze
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Racines e le sue montagne in inverno
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Santa Maddalena, in val Ridanna
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Suggestiva collocazione per la chiesa di San Lorenzo in val Ridanna
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Castel Tasso, appena fuori Vipiteno
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Castel Wolfsthurn o castel Mareta
Alto Adige

Vipiteno e dintorni

Il centro storico di Vipiteno ha origini antiche: sulla più importante via di comunicazione tra Roma ed il mondo germanico, infatti, i Romani avevano fondato Vipitenum. Il motivo per cui scelsero di insediarsi qui è semplice e si intuisce una volta visitata la cittadina: la posizione è comoda e strategica, pianeggiante, porta di accesso e presidio non solo della val d'Isarco e del Brennero ma anche delle più piccole val di Vizze, val Ridanna, val di Racines e val di Fleres. Fu Mainardo II di Tirolo ad elevare Vipiteno, rinata nei decenni precedenti come insediamento baiuvaro, al rango di città. Proprio ai Baiuvari si deve il nome tedesco della città: trae infatti origine dal capo tribù, Starzo. Nel 1180 si legge per la prima volta Stercengum, voce antenata dell'odierna Sterzing.
Nei secoli, l'importanza commerciale di Vipiteno crebbe e dal XVI secolo si sviluppò una fiorente attività mineraria che portò molti imprenditori stranieri, tra cui i Fugger di Augsburg, a trasferirsi in riva all'Isarco. La famiglia Geizkofler divenne così ricca da permettersi di finanziare la guerra di Slesia di Maria Teresa.
Allo sviluppo economico si accompagnò la crescita artistica e culturale della città che richiamò artisti come Hans Multscher da Ulm e consentì la crescita di figure locali come Vigil Raber.
Le forme architettoniche sviluppate tra Quattrocento e Cinquecento sono state gelosamente conservate e la Torre Civica spicca sulla Città Nuova, una delle strade più belle delle Alpi. Vi si affacciano facciate in colori sempre vari, bovinde (erker), portici, insegne in ferro battuto, edifici gotico-nordici ed altri più italiano-rinascimentali. L'incendio del 1443 fu l'occasione per dare via ad una serie di ristrutturazioni che adeguò l'antica strada al prestigio ed alla ricchezza guadagnati dai cittadini. Nonostante questa ricchezza, le facciate sono spesso "strette" rispetto alla loro altezza perché in epoca medievale le tasse erano proporzionate alla lunghezza delle facciate: la luce, così, entrava dagli ampi cortili del retro o dalle bovinde che aumentavano la superficie aperta. I portici, invece, proteggevano la merce esposta ed erano un comodo riparo in caso di pioggia.
Nei pressi della Torre, il monumento a San Giovanni Nepomuceno, del 1739, è uno dei simboli della città.
Non da meno è la Città Vecchia: il primo "ospedale" fu qui costruito nel 1233 mentre nel '300 il conte Otto del Tirolo vi fece costruire un castello con le donazioni dei residenti. La cappella di San Giovanni, oggi sconsacrata, e l'albergo Krone sono altre testimonianze di tale epoca.
La citata Torre delle Dodici, o civica, divide la Città Vecchia (nord) dalla Nuova (sud): risale al 1472 ma il suo attuale tetto è una ricostruzione dell'originale in legno, distrutto da un incendio nel 1867. Si può anche accedere alla torre, salire quasi in vetta ed ammirare Vipiteno dall'alto. L'altezza è di quarantasei metri, sufficiente ad osservare il territorio circostante: era infatti un valido punto di osservazione mentre la piazza sottostante era punto di ritrovo della cittadinanza. Fu realizzata su disegno di Hans Feur, vipitenese, utilizzando blocchi di granito grigio di provenienza locale.
La chiesa di Santo Spirito risale al 1399 ed è una delle chiese gotiche meglio conservate del territorio altoatesino. Al suo interno un ciclo di affreschi a cura di Hans (o Giovanni) di Brunico. Forte il richiamo a Giotto ed alla Cappella degli Scrovegni di Padova. Sulla parete est, invece, alcuni temi tipicamente medievali tra cui alcuni dipinti che raccolgono l'epoca delle polemiche pauperistiche.
Nel centro di Vipiteno il Municipio è un tesoro da scoprire: spiccano in particolare la Sala Consiliare gotica (riscaldata solo da una grande stufa in maiolica del '600 ed interamente rivestita in legno) ed il cortile con reperti risalenti all'epoca romana (la stele del Dio Mitra è una riproduzione dell'originale conservato nel Museo Archeologico di Bolzano e risalente al II secolo d.C. così come la pietra miliare, del 200 d.C., è una testimonianza della strada fondata dai Romani che si spingevano verso nord, sotto Settimio Severo)
Il Comune acquistò l'edificio nel 1468 e costruì il Municipio sotto la supervisione di Lienhard Jöchl. Cinquant'anni dopo Jörg Kölderer progettò l'aggiunta del bovindo. Al suo interno si tennero diverse riunioni del Parlamento del Tirolo e vennero ospitati membri della famiglia imperiale. L'ampio cortile, invece, riunì il consiglio d'emergenza durante la rivolta dei contadini nel 1525.
A Hans Multscher (della tedesca Ulm) è dedicato un Museo che, con il Museo Civico, merita una visita sia per la sede, spettacolare, sia per il patrimonio di opere scultoree e pittoriche dell'artista tedesco, oltre alla serie di reperti come certificati feudali, conferme imperiali, privilegi e disposizioni. Sono ospitati nella Casa della Commenda dell'Ordine Teutonico
La chiesetta di San Salvatore risale al '600 mentre più antica è Nostra Signora della Palude, sorta nel '400 sui resti di una chiesa duecentesca. E' una delle più grandi dell'intero Tirolo storico ed ha subito trasformazioni significative in epoca barocca. Nella parete nord è sistemata una lapide di Postumia Victorina, una lapide funeraria del II o III secolo d.C. e dunque di epoca romana. Al suo interno si trovava un altare realizzato proprio da Hans Multscher che è andato purtroppo "smontato" per le successive trasformazioni. Le statue campeggiano ancora oggi sull'altare neogotico mentre più tormentata è la storia delle portelle. Benito Mussolini, infatti, le donò al Maresciallo del Reich Hermann Göring. Furono successivamente portate agli Uffizi di Firenze finché, nel 1959, tornarono a Vipiteno.
Nel centro di Vipiteno si trovano altre chiese dedicate a Santa Elisabetta (parte della Commenda), Santa Maddalena (o chiesa dei Cappuccini), Santa Margherita, ai Santi Pietro e Paolo (non visitabile perché di proprietà privata: dal 1787 è della famiglia Enzenberg dopo secoli di appartenenza all'estinta casata Jöchl) ed a San Salvatore (o Kreuzkirchl) chiesa della croce).
Vipiteno, come detto, lega la sua storia ai Fugger, una famiglia di Augusta, in Germania, che fece la propria fortuna investendo nell'industria mineraria. La cittadina altoatesina è "in circuito" con la slovacca Banska Bystrica, le austriache Schwaz ed Hall e le tedesche Augusta e Bad Hindelang nell'itinerario turistico European Fugger Road, un viaggio internazionale alla scoperta delle fortune e dei molteplici investimenti di questa antica famiglia.

LUNGO L'ISARCO
Castel Tasso incanta con la sua struttura ben conservata ed assolutamente scenografica. E rapisce con i suoi interni: la sala verde con gli affreschi, l'adiacente cappella, i dormitori di servi e soldati, la cucina di fumo.
Le prime citazioni risalgono al 1104: ospitò nell'ordine i ministeriali episcopali, la famiglia del conte Alberto di Tirolo, i suoi vassalli Trautson ed infine, dal 1469 all'epoca napoleonica, all'ordine teutonico del duca Sigmund der Münzreiche (Sigismondo il Danaroso). Dopo l'epopea di Napoleone i beni vennero incamerati dal governo bavarese che cedette il castello alla famiglia Thurn und Taxis per ripagarla del servizio postale svolto (i Thurn und Taxis riemergono in vari ambiti delle Alpi proprio per questa loro attività che, si pensa, ha dato anche origine al moderno nome "taxi").
Sul fronte opposto si trova Castel Pietra, con la sua torre rotonda. E' proprietà privata della famiglia Auersperg-Trautson, discendente dei ministeriali Trautson che lo posseggono, per vari rami, dal 1256.
A sud, lungo la val d'Isarco si trovano il santuario di Maria Trens, meta di pellegrinaggio, e Fortezza, ormai quasi a Bressanone, dove un'imponente... fortezza, appunto, presidia un luogo strategico dall'epoca asburgica.
Più a monte, ormai verso il passo del Brennero, Colle Isarco ospita un ex luogo di cura ottocentesco che è oggi uno dei rari esempi dello jugendstil in versione alpina: tra gli ospiti figura Henrik Ibsen (1828-1906) cui è dedicata anche una piccola esposizione presso la sala comunale. Appena fuori da Colle Isarco memorie del passato minerario (case dei minatori e vecchi edifici, visitabili su prenotazione) e la chiesetta di Santa Barbara.

Nella vicina val di Fleres, invece, risuonano le cascate Hölle (o "all'inferno"): la leggenda locale affida loro un ruolo da previsori del tempo. Se la cascata fuma il tempo volge al bello, al contrario si prepara il maltempo. La cascata si raggiunge in 1h15' da Sant'Antonio o in quindici minuti dal parcheggio più vicino.

All'imbocco della valle di Racines meritano una visita le cascate di Stanghe: è richiesta una breve escursione di circa 45 minuti con un dislivello di circa 175 metri.


I DINTORNI: VAL RIDANNA
A Masseria, il Museo Provinciale delle Miniere consente una vera e propria immersione nelle antiche miniere di argento, zinco e piombo di Monteneve. Un labirinto di tunnel e gallerie sul massiccio montuoso che divide val Ridanna e val Passiria: si calcola che nel sottosuolo corrano centocinquanta chilometri di camminamenti. Ottocento anni di storia mineraria da scoprire. I minatori hanno estratto materiale per secoli, scavando a Monteneve e trasportando il frutto del loro lavoro in val Ridanna: un complesso sistema di piani inclinati consentiva di far arrivare i minerali a valle, pronti per una prima lavorazione. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso, peraltro, Monteneve (che si trova già oltre lo spartiacque, quindi in val Passiria) era l'insediamento permanente più alto d'Europa.
Proprio dal Museo Provinciale delle Miniere di Masseria partono i sentieri 8 e 9 che - con difficoltà e caratteristiche diverse - portano alle cascate Burkhardklamm (visita questa pagina per la descrizione della passeggiata!). Ponti e sentieri, risalenti all'Ottocento, andarono in rovina durante la Grande Guerra e sono stati risistemati recentemente a fini turistici.
Sempre legata a miniere e minatori, la chiesetta di Santa Maddalena, detta proprio Cappella dei Minatori: risale al 1480. Curiosa e evocativa la posizione della chiesa di San Lorenzo, su una scarpata lungo il torrente.
Nella vicina Mareta, invece, il sontuoso castello, detto anche Castel Wolfsthurn, è sede del Museo Provinciale della Caccia e della Pesca. Oltre all'esposizione, sono visitabili le sale nobili con arredamento originale del casato von Sternbach. Castel Mareta è l'unico dell'Alto Adige ad essere in completo stile barocco.

Clicca i link per scoprire, la val d'Isarco e tutto l'Alto Adige su www.cicloweb.net:
- le passeggiate in Alto Adige - Sudtirol
- le pedalate e le escursioni in mountain bike in Alto Adige - Sudtirol
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