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Agazzano, la piazza centrale (scorri la gallery!)
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Il castello di Agazzano
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Il castello di Agazzano
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Bobbio
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Bobbio
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Scorcio su Bobbio
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Panoramica su Castell'Arquato
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Agricoltura di collina in val d'Arda
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Grazzano Visconti
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Valle dell'Ongina: verde brillante in primavera!
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Rivalta Trebbia
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Rocca d'Olgisio, in val Tidone
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Rocca d'Olgisio, in val Tidone
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Rocca d'Olgisio, in val Tidone
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Tartago, alta val Trebbia
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Lungo il Trebbia, a Brugnello
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Il Trebbia a Brugnello
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Tartago in val Trebbia
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Altra vista su Tartago
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Traschio, in val Trebbia
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Zerba, in val Trebbia
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Vigoleno, il castello
Emilia Romagna

Valli piacentine

I colli piacentini propongono scenari di assoluta quiete a pochi chilometri dalla trafficata Autostrada del Sole o dalla Via Emilia: verdi vallate, tranquille colline e centri ricchi di storia e cultura a contrastare le trafficate direttrici pedemontane.
Frequente è la vista di ruderi di antiche case coloniche, borghi abbandonati o castelli un tempo gloriosi, oggetto di aspre contese nei secoli passati.
La cima più alta è il Monte Bue, alto 1777 metri sul livello del mare. Dal punto di vista geologico si osserva che le montagne della zona sono sorte dal mare dai dieci ai venti milioni di anni fa, mentre i terreni argillosi ed i calanchi delle colline facevano parte di un golfo marino prosciugato da circa due milioni di anni.
Numerosi ritrovamenti di balene e crostacei sui colli della Val d'Arda e della Valchero testimoniano l'antica presenza del mare.
In pianura, in mezzo ai campi coltivati ed a paesi agricoli ed industriali, si incontrano castelli un tempo strategici come Monticelli d'Ongina, Caorso o San Pietro in Cerro.

Val Nure
Un tempo sulle strade della val Nure transitavano i muli carichi d'olio dei mercanti genovesi e quelli carichi di cereali dei commercianti piacentini. Oggi questa terra è votata alla produzione di vini pregiati ed è caratterizzata da una gustosa tradizione gastronomica: pisarei e fasò, tortelli burro e salvia ed altre ricette più "montane" a base di carne, tartufi e castagne. Difficilmente il cinghiale manca sulle tavole delle trattorie di collina.
In montagna invece si alternano paesaggi dolci, fatti di prati e boschi ricchi di funghi e castagne, ad aspri speroni rocciosi: sparsi nel territorio, tanti piccoli paesi segnalati a distanza da torri e campanili che rimandano all'antica tradizione della lavorazione del sasso.

Valchero
Il primo centro della valle è Carpaneto, ma il punto più interessante è senz'altro Veleia Romana, un importante centro archeologico: si trovano i resti di una cittadina ligure-romana della quale sono evidenti il foro, il tempio e l'anfiteatro.
Nei pressi anche Gropparello con il suo celebre castello. Gropparello, dalla voce arcaica "grop" ovvero sperone, sorge su una rupe che, precipitando a valle per circa ottanta metri, nel passato rendeva quasi inviolabile la fortificazione.

Val d'Arda
Posto al termine di tre brevi salite – due impegnative, una molto blanda – Vigoleno è posto in una posizione ideale per chi voglia allenarsi in bicicletta, rimanendo a breve distanza dalle città di pianura.
Oltre al fascino del paesaggio, contrassegnato da boschi spontanei e vigneti, Vigoleno è un borgo fortificato, distrutto e ricostruito più volte nel Medioevo ma arrivato in ottimo stato ai nostri giorni, grazie ai restauri novecenteschi: l’accesso avviene tramite la medesima porta che, nei secoli, ha visto passare dame e cavalieri, soldati e mercanti.
Le mura merlate sono percorse da un camminamento di ronda (aperto al pubblico, come la salita alla torre) che apre superbe viste sull’Appennino e sulla pianura e custodiscono il borgo medievale.
Imponente il mastio mentre all’interno del borgo si trovano la romanica chiesa di San Giorgio (di origine duecentesca ma profondamente rivisitata nel corso dei secoli e ristrutturata nel Novecento), l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie (secentesco) e la fontana cinquecentesca. Quattro o cinque taverne offrono ricche merende o cene tipiche, magari chiuse da un bicchiere di Vin Santo di Vigoleno, un passito ricavato dai vitigni dei dintorni.
A breve distanza da Vigoleno (frazione di Vernasca), si trova Castell’Arquato, città d’arte e borgo medievale fortificato. Più famosa, Castell’Arquato ebbe un ruolo significativo nella storia medievale di questo territorio tanto che nella sua piazza principale si affacciano la Rocca Viscontea (trecentesca), la Collegiata di Santa Maria (risalente al XII secolo) e il Palazzo del Podestà, di fine Duecento.
Curiosità: a volere questo palazzo fu Alberto Scotti, lo stesso che si adoperò anche per la fortificazione della vicina Vigoleno. La famiglia Scotti – che mantenne la proprietà del castello di Vigoleno fino agli inizi del Novecento - fu una delle più importanti casate guelfe del territorio piacentino: la ricchezza le derivava dal commercio in panni e spezie, dal porto di Genova fino a Francia, Olanda ed Inghilterra.


Val Luretta
Piccola valle tra la Val Tidone e la Val Trebbia, offre numerosi castelli di origine medioevale come quelli di Gazzola, Agazzano, Lisignano, Monticello e Monteventano.
Agazzano è il centro più vivace. A pochi metri dalla centrale piazza Europa si trova il monumentale castello che ha la caratteristica di unire una componente più austera e militare ad un'altra parte più residenziale ed elegante.

Val Trebbia
Centro principale della valle è Bobbio. Città d'arte, propone vari punti di interesse ed una ricca storia legata anche alla sua posizione lungo l'asse Piacenza-Genova: la basilica di San Colombano, la cattedrale, il castello dei Malaspina, il singolare Ponte Vecchio (o Gobbo) dal caratteristico profilo irregolare. Eccezionali i panorami e gli scenari che si ammirano salendo al passo Penice, confine con la provincia di Pavia.
Ancora più affascinante il corso del torrente man mano che si procede verso monte, verso la Liguria.
La valle si fa più selvaggia, i meandri del Trebbia regalano scorci sorprendenti ed i boschi si fanno più fitti.
Spicca poco prima di Marsaglia la sagoma di Brugnello, minuscolo centro abitato posto al culmine di una rupe rocciosa.
Più a monte meritano una visita il piccolo centro di Traschio e l'impervia frazione di Tartago: nel comune di Zerba, questo abitato è splendidamente conservato ma pressoché disabitato. Un tempo era infatti un produttivo paese dedito all'agricoltura, alla caccia ed alla pastorizia. Lo spopolamento ha portato il paese ad essere oggi una sorta di "buen retiro" degli eredi degli antichi abitanti.
La leggenda vuole che questi luoghi siano stati colonizzati dai disertori cartaginesi: così, Tartago dovrebbe il suo nome al ricordo di Cartago (Cartagine), Zerba alla località tunisina di Djerba e così via.
Più a valle - quasi in pianura - si trovano invece i castelli di Rezzanello e di Rivalta Trebbia: con una bella torre circolare quest'ultimo è situato in posizione di dominio sul fiume e sulla campagna circostante. Al suo cospetto si trova un piccolo borgo di matrice medievale.

Val Tidone
La verde Val Tidone è situata all'estremità occidentale della provincia. I primi centri sono Borgonovo (pregevoli la rocca e la chiesa collegiata) e Pianello (impreziosito dal castello nella piazza principale).
La valle è immersa in una tranquillità quasi irreale, ideale per tranquille pedalate o passeggiate tra prati e boschi. Da segnalare la Rocca di Olgisio, antico castello di collina: fondata nell'anno Mille, la fortificazione è rimasta proprietà dei Dalverme per quasi quattro secoli. Una visita a questa fortezza - danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale perché scelta dai partigiani come sede di comando - consente anche di godere di sorprendenti panorami sia lungo la strada di accesso sia durante la visita ed il camminamento sulle mura perimetrali della Rocca.
Senz'altro goloso è lo "shopping gastronomico" offerto da questa vallata di confine: formaggi Dop, pietanze semplici e gustose.
Tra i primi piatti spiccano i "tortelli con la coda", a forma di caramella e ripieni di ricotta, erbe, formaggio ed uova, oltre ai tipici "pisarei e faso", gnocchetti di farina, pan grattato ed acqua cucinati con sugo di fagioli e pomodoro.
Caratteristico della Val Luretta e della Val Tidone è anche lo "stracotto" alla piacentina: carne di manzo, cotta in un tegame di coccio con vino e servito con polenta.
Dalle cascine della valle escono formaggi come il grana (soprattutto in pianura) e la robiola, prodotta sui pascoli di montagna utilizzando latte di pecora, a volte mescolato con latte di vacca.
Ed infine i vini, veri protagonisti delle colline: Malvasia e Gutturnio sono i vini Doc della zona.

Pedalare in Emilia Romagna? Clicca qui ed apri la pagina per i percorsi in bicicletta e mountain bike anche in provincia di Parma e Piacenza.

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