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Trieste, piazza Unità d'Italia (scorri la gallery!)
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Natale a Piazza Unità d'Italia, Trieste
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Palazzo della Regione FVG
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Palazzo Lloyd in Piazza Unità d'Italia
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Canal Grande, in notturna
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Canal Grande
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Cattedrale di San Giusto
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A San Giusto
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Dal castello verso la Cattedrale ed il mare
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Visita al castello
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Il castello di Duino
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Al castello di Miramare
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Castello di Miramare
Friuli Venezia Giulia

Trieste, una città da scoprire

L'eleganza ed il fascino di Trieste ben si sposano con la sua storia mitteleuropea e nascondono - rendendo quasi incredibili - i tragici eventi del Novecento quando la città giuliana visse cinquant'anni molto travagliati passando dall'Irredentismo al Fascismo, dalla Liberazione allo Stato Libero ed al rischio di finire sotto la Jugoslavia titina fino al definitivo passaggio alla Repubblica Italiana.
La città vanta il porto più "trafficato" d'Italia: già sotto gli Asburgo l'importanza di questo snodo commerciale era tale da valerle lo status di "porto franco". In realtà, nel 1719 Trieste non era che un piccolo villaggio ma con Carlo VI e Maria Teresa d'Austria iniziò la crescita della città che - a partire dalla costruzione del Borgo Teresiano (dal nome dell'Imperatrice), dove si trova anche il Canal Grande - arrivò a contare trentamila abitanti alla fine del Settecento. La crescita demografica fu alimentata dall'immigrazione delle aree più svariate: in misura decrescente, i nuovi abitanti vennero dal Veneto e dalla Slovenia, dal Friuli e dall'Istria, dalla Dalmazia e dall'Austria, dall'Ungheria e della Grecia. Questo "melting pot" sarà poi alla base di numerosi momenti di tensione, talora molto sanguinosa, che solo nella seconda metà del Novecento sembrano aver trovato una (costosissima) pace.
Già negli anni Sessanta del Settecento scriveva così il conte Nikolaus Graf von Hamilton: "Gli abitanti usano tre diverse lingue: l'italiano, il tergestino e lo sloveno. La particolare lingua triestina, usata dalle persone semplici non viene capita dagli italiani; molti abitanti in città e tutti quelli del circondario parlano sloveno".
Nonostante l'Irredentismo fosse già forte nel corso dell'Ottocento, solo dopo la Prima Guerra Mondiale Trieste divenne italiana e con essa vaste porzioni di Istria e Dalmazia. Il passaggio all'Italia precedette di poco la dittatura fascista che acuì tensioni e scontri etnici con gli abitanti di origine slovena. Al Ventennio seguirono i tragici eventi degli anni Quaranta quando ai drammi della Seconda Guerra Mondiale si accompagnarono migliaia di infoibamenti e violenze indicibili.
Solo nel 1954 Trieste divenne definitivamente italiana mentre Istria e Dalmazia erano già da tempo destinate alla Jugoslavia che eradicò la memoria e la presenza italiana dalle coste e dalle colline di quelli che, un tempo, furono possedimenti della Serenissima. Almeno duecentomila italiani, secondo alcune fonti più di 300.000, emigrarono verso la penisola abbandonando Zara, Pola, Fiume ed altri centri minori che da secoli erano abitati da molti italiani, spesso maggioranza nei centri urbani pur se minoranza nelle campagne.
Nonostante la storia cruenta ed accanto alla frenesia dell'attività portuale, ad un'industrializzazione pesante e ad un'espansione edilizia, spesso dovuta a motivazioni politiche, Trieste è però riuscita a conservare un centro storico piacevole dove la spettacolare Piazza Unità d'Italia ed il Canal Grande restano le "cartoline" più famose.
L'immagine più nota di Trieste è infatti quella di Piazza Unità d'Italia. Nella sua versione attuale è il frutto dei lavori di restauro dei primi anni Duemila quando fu rivista l'intera pavimentazione ed i tanti palazzi che vi si affacciano furono profondamente restaurati. La struttura risale, invece, alla metà dell'Ottocento quando si decise di interrare il vecchio mandracchio e l'architetto Giuseppe Bruni volle creare una piazza che mantenesse un forte quanto visibile legame con il mare disegnando quindi questo ampio spazio affacciato sull'Adriatico. Dove oggi sorge il Municipio si trovavano alcune casette, una loggia ed altri edifici. Il Palazzo non fu subito amato dai triestini e passò alla storia, tristemente, perché Mussolini annunciò le leggi razziali proprio dal suo balcone (1938).
Oltre al Municipio, sul perimetro della piazza si trovano il Palazzo della Luogotenenenza austriaca (1905), il palazzo Stratti con lo storico Caffè degli Specchi, il palazzo Modello, il palazzo del Llyod, ora sede della Regione Friuli Venezia Giulia, il palazzo Pitteri ed il Grand Hotel Duchi d'Aosta.
Il Canal Grande fu realizzato a metà del Settecento dal veneziano Matteo Pirona che scavò il collettore principale delle saline mentre queste venivano interrate per permettere lo sviluppo urbanistico. L'obiettivo era consentire lo sbarco delle merci nel cuore della città. Sulle sue rive si affacciano importanti palazzi ottocenteschi e novecenteschi tra cui il Caffè Stella Polare, la chiesa neoclassica dedicata a Sant'Antonio Taumaturgo ed il tempio ortodosso della Santissima Trinità e San Spiridione. A Trieste, poco distante da qui, ha sede anche una monumentale Sinagoga.
Meritano una visita anche il Palazzo delle Poste, realizzato a fine Ottocento, che ospita anche il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, e la Piazza della Borsa.
A breve distanza dal centro storico, in posizione mirabilmente panoramica, si trovano la Cattedrale di San Giusto (fondata nel '300) ed il castello, due altre mete imperdibili per chi si trovasse a visitare Trieste.


CASTELLO DI MIRAMARE
«O Miramare, a le tue bianche torri
attedïate per lo ciel piovorno
fósche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.»
(Giosuè Carducci, Odi barbare)
A breve distanza dal centro si trova il castello di Miramare. Fu costruito per volere di Massimiliano d'Asburgo-Lorena che voleva dimorarvi con la moglie Carlotta del Belgio. Il castello, circondato da un lussureggiante parco, accoglie anche un museo storico. Vi si trovano arredi originali e la visita degli interni può far conoscere la triste storia dei suoi proprietari che mai poterono godere davvero di questa residenza. Sia Massimiliano d'Asburgo sia Amedeo partirono da qui per andare in guerra ma non fecero ritorno, trovando la morte in Messico ed in Etiopia. Il nome, secondo la tradizione, è la forma italianizzata di Mira el mar ("guarda il mare") con cui l'Imperatore soleva ricordare alcuni castelli della costa atlantica spagnola.


CASTELLO DI DUINO
Più distante dalla città, e meta di una facile quanto panoramica passeggiata, il castello di Duino è un'altra elegante residenza affacciata sull'Adriatico. Aperto al pubblico solo recentemente, il castello è proprietà della famiglia Della Torre da più di quattro secoli. In particolare, è il ramo Della Torre e Tasso a possederlo: si tratta di una casata che legò il suo nome allo sviluppo dei servizi postali e che, secondo alcune interpretazioni, è all'origine del nome "taxi" (il nome originale della famiglia è infatti Thurm und Taxis, poi naturalizzati italiani nel 1923). Nei dintorni del castello si trova anche un bunker risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Fu Ugone di Duino, capitano di Trieste, a volerne l'edificazione nel 1389: venne così abbattuto il Castelvecchio, del X secolo, di cui restano ancora alcune rovine. Al castello è legato anche il nome di Rainer Maria Rilke che proprio qui compose le Elegie Duinesi. Sempre a Rilke è legato il sentiero, lungo circa due chilometri, che arriva al castello da Sistiana, offrendo scorci sontuosi sull'Adriatico. Alte scogliere, bianche falesie e profonde insenature rendono davvero suggestivo il panorama offerto dalla facile passeggiata: la costa assume qui tratti ben diversi da quelli cui si è soliti associare all'Adriatico italiano.


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