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Altipiani trentini: terra di fortezze (scorri la gallery!)
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Altipiani trentini: terra di fortezze
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Guardando le stelle
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Forte Belvedere a Lavarone
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Forte Cima Vezzena
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Cascata
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Lago di Lavarone
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Scorcio di Luserna
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Maso Spilzi
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Maso Spilzi
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Tradizioni cimbre a Luserna
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Tradizioni cimbre a Luserna
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Tradizioni cimbre a Luserna
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La splendida strada del Menador
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Area naturalistica del monte Rust
Trentino

Altopiani Trentini

"Un giorno lontano due fratelli litigarono violentemente per il possesso di un ricco bosco di abeti. Disgustato, Dio li punì e nottetempo fece sprofondare il bosco e … lo riempì d'acqua cristallina" .. così narra la leggenda legata all'origine del lago di Lavarone, uno specchio d'acqua limpido e puro le cui acque defluiscono tramite canali sotterranei che rivedono la luce solo dopo qualche centinaio di metri.
In realtà, la più fredda geologia racconta che il lago si è formato nel 210 a.C. per uno sprofondamento ed il suo fondo è su una dolina a piatto, impermeabilizzata.
Ma non è solo il lago l'attrazione naturale di questi tre altopiani, ricchi di storia, cultura e fascino naturale. Interesse desta anche il biotopo di Echen, raggiungibile con facilità da Folgaria (sentiero numero 1), notevole per la sua bio-ricchezza.
Altro biotopo è quello di Malga Laghetto, nei pressi di Monterovere, da ammirare a distanza in quanto inserito in una proprietà privata.
Celebre l'Avez del Prinzep, l'abete bianco più alto d'Europa, e situato proprio nei pressi del biotopo di Malga Laghetto. Nato circa duecentodieci anni fa, ha una circonferenza di quattro metri ed un'altezza di cinquanta.
Il Covelo di Rio Malo è una grotta (covelo significa grotta in dialetto locale) che si apre a circa un terzo di un'alta parete rocciosa situata poco a monte di Piccoli, sul bordo meridionale dell'altopiano di Lavarone.
Nei tempi fu usato come riparo per i soldati che per conto del Principe di Trento riscuotevano il pedaggio per il passaggio lungo la strada del Lanzino, via per il Veneto.

Particolare è l'abitato di Guardia, il cosiddetto paese "dipinto": le abitazioni di questo paese ai piedi del monte Finonchio sono infatti caratterizzate da vivaci dipinti che decorano ogni muro.

Curiosa è invece la storia di Lastebasse, abitato che sorse per conseguenza della distruzione di San Fermo: quest'ultimo infatti fu distrutto perché dopo oltre cento secoli di dispute sulla proprietà del villaggio non si giunse a soluzione. La sentenza Roboretana, 1725, ne decise dunque la distruzione e la ricostruzione in val d'Astico.


LA GUERRA SUGLI ALTOPIANI
L'uomo ha lasciato tracce notevoli del suo genio ma anche della sua folle crudeltà sugli altipiani trentini, molto prossimi alla linea del fronte della Grande Guerra.
Il percorso 36 si sviluppa lungo la forestale che sale gradualmente tra pini, larici, carpini ed abeti sino all'edificio militare che durante la Prima Guerra Mondiale fungeva da punto di collegamento ottico tramite il posizionamento di proiettori infissi nelle murature. Numerosi sono i forti, vere e proprie fortezze a volte inespugnabili nel corso dei secoli. Forte di Busa Verle, Forte Cherle (a tutt'oggi i pascoli circostanti mostrano i crateri formati dalle granate scagliate dai soldati italiani all'attacco del fronte austriaco), Forte del Dosso e Forte Luserna (o Cima Campo). Quest'ultimo aveva il compito, in coppia con Forte di Busa Verle, di controllare la testata superiore della Val d'Assa.
Il forte vantava il titolo di Padreterno per dare idea della potenza di fuoco di cui disponeva. Potenza che poco poté contro i proiettili lanciati dagli italiani di Forte di Cima Verena che lo costrinsero ad una resa sofferta. Ma una volta appresa la caduta del Luserna (le bandiere erano già state sostituite da quelle bianche) gli austriaci del Forte Busa Verle e di Forte Gschwendt impedirono a cannonate l'accesso degli italiani al Forte e la resa asburgica fu - in quel momento - evitata.
Per conoscere da vicino gli strumenti e la dotazione di questi forti si possono visitare gli stessi forti o il Museo delle Fortezza, ovvero il Forte Gschwendt di Lavarone.
Più antropologica la ricchezza degli altri due musei: il Museo di Maso Splitz e la casa Cimbra, Haus von Prukk, testimonianza di uno stile abitativo.
Quanto agli edifici sacri spicca il Santuario della Madonna delle Grazie in Echen al cui interno viene conservata la statua miracolosa della Vergine. La tradizione vuole che a Pietro dal Dosso, abitante di Folgaria, sia apparsa la Madonna che gli avrebbe chiesto di rientrare a Folgaria e di costruire sul dosso di Echen una chiesetta. Il frate portò a termine l'opera nel XVI secolo, la parte corrispondente all'attuale abside, ma il complesso fu ampliato e dotato di campanile dalla Magnifica Comunità folgaretana (1662).

Una particolarità ulteriore caratterizza l'abitato di Luserna: qui si parla infatti il cimbro, un dialetto di origine germanica, residuo di un antico insediamento che ha mantenuto nel tempo la propria specificità.

In bicicletta tra Folgaria, Lavarone e Luserna: www.cicloweb.net/bicicletta/b-trentino/newlavarone.htm

Le foto della galleria sopra sono a cura di www.alpecimbra.it

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