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Trentino

Tesino

Il Tesino è un altopiano verdeggiante situato nella zona orientale del Trentino, lungo l'antica via Claudia Augusta Altinate sulla sinistra orografica del Brenta. L'altopiano, costellato di piccoli paesi, si trova a ridosso della Valsugana ed ai piedi della catena del Lagorai (dove svetta la Cima d'Asta, la più alta della zona), uno scrigno che racchiude innumerevoli tesori storici e naturalistici.
Lo stesso limite orientale è segnato dalla val Cia, antico confine tra la Contea Principesca del Tirolo Vorarlberg ed il Regno Lombardo Veneto.
Protagonista dell'area è il verde: boschi e pascoli cedono poco spazio agli insediamenti umani che quindi si inseriscono in un contesto quasi incontaminato. La tutela del bosco ha animato nei secoli la gente di questo altopiano: anche in epoca medioevale quando il bosco, preziosa fonte di ricchezza, veniva sfruttato razionalmente.
Le principali forme di vegetazione sono le latifoglie nella fascia più bassa: castagni, carpini, ontano, roverella e frassino. Le betulle ed i faggi alle altitudini intermedie mentre le conifere dominano incontrastate oltre i 1400 mslm fino al limite superiore, segnato a circa 1900 mslm.

A livello storico si registrano presenze umane in questa area già tra nomadi e cacciatori, mentre i primi insediamenti preistorici risalgono al secondo millennio avanti Cristo: sono state raccolte testimonianze nel corso del Novecento per opera di Ermete Sordo.
In epoca romana, il Tesino doveva la sua importanza al fatto di collocarsi lungo la già citata Via Claudia Augusta Altinate che da Altino sull'Adriatico toccava Tarvisio, Feltre, appunto il Tesino per raggiungere Trento attraverso la Valsugana.
Lungo questa stessa via arrivarono nel Medioevo i predicatori cristiani che convertirono le popolazioni tesine, uno dei primi fu Sant'Ermete, che costruì le prime chiese nel 125.
Ed è ancora la Via romana a segnare la storia del Tesino, facilitando le invasioni barbariche del V secolo (testimonianze ancora presenti anche di questi episodi). Durante il Feudalesimo il Tesino seguì percorsi diversi dalla Valsugana finendo nell'orbita del Vescovo Conte di Feltre: solo nel 1280 i destini delle due zone si riallacciarono.
Nel 1412 inizia la lunga dominazione dei Conti di Tirolo. Nel 1497 l'area fu spazzata dalla terribile peste (testimonianza sono le due chiese votive di San Sebastiano e San Rocco a Pieve e Castello) e nel XVII secolo si sviluppò la propensione al commercio, in particolare delle celebri pietre focaie, che ancora oggi è presente nella memoria storica della gente tesina.
Terribile episodio fu la carestia del 1816-1817 quando si visse a "lichene e muschio" come narrano le cronache dell'epoca.
Dopo alterne vicende, il Tesino e la Valsugana rimasero sotto la dominazione austriaca sino alla fine dell'Impero Asburgico quando vennero a far parte del Regno d'Italia.
Entrambe le guerre mondiali, in particolare la Prima quando il Tesino era vicino alla linea di fronte, misero a dura prova gli abitanti della zona che però seppero riprendersi e sviluppare l'economia locale con artigianato ed imprenditoria, ed ultimamente incrementando la propria vocazione turistica.

Curiosa ed interessante la grotta di Castello Tesino, inserita in un bel bosco di faggi in cui si osservano stalattiti e stalagmiti formatisi nei secoli dal fluire dell'acqua attraverso le rocce minerali della zona.
La grotta è una perla, forse la particolarità più preziosa della zona, e si apre nella selvaggia gola scavata dal torrente Senaiga tra il Monte Agaro ed il Monte Coppolo.
Il paesaggio particolare della grotta, con gallerie lunghe quattrocento metri, è il risultato del particolare lavorìo dell'acqua sulla roccia calcarea. L'acqua oltre ad originare i particolari fenomeni ha permesso ad alcuni animali di fissare qui la propria tana: in particolare sono state rinvenute tracce dell'Ursus Spelaeus Ros, orso delle caverne, temibile animale contemporaneo all'uomo preistorico del Quaternario.

La chiesa di Sant'Ippolito a Castel Tesino, romanica, è un significativo esempio di arte religiosa montanara. Fu meta di pellegrinaggio per tutto il Medioevo per la sua collocazione nei pressi della Via Claudia Augusta Altinate ed era affrescata con dipinti rappresentativi della cultura rurale. In epoca di Controriforma, la Chiesa non fu risparmiata dalla furia con cui le autorità ecclesiastiche distrussero le forme d'arte sacra destinate a comunicare direttamente con il popolo: gli affreschi furono intonacati e solo per caso vennero portati alla luce nel 1927.

Importante castel Ivano, VI secolo d.C: è uno dei meglio conservati del Trentino ed è di epoca longobarda.In posizione strategica fu sfruttato durante le continue guerre tra i feudatari della zona, legati via via ai Carraresi, agli Scaligeri, ai Visconti o agli Austriaci. Possesso dei conti di Wolkeinstein dal 1496 fu ceduto alla famiglia Staudacher alla fine della Prima Guerra Mondiale, durante la quale subì notevoli danni per il suo utilizzo a sede di Comando di Divisione.
 

ALTOPIANO DEL CELADO
Zona di confine con la provincia di Belluno questo verde altopiano è una delle perle naturalistiche del Tesino, amata dagli escursionisti ma anche dagli appassionati di sci di fondo che qui, d'inverno, percorrono anelli di ogni difficoltà.
Degno di nota è il Forte Leone che nel 1917 fu sede del Battaglion Pavione che resistette all'avanzata austriaca rafforzando le posizioni italiane sulla linea del Grappa.
Cacciatori erano invece gli abitanti del recente passato che si procuravano con l'uccellagione ingenti redditi.
L'altopiano, infatti, era tappa obbligatoria per gli uccelli in migrazione e gli abitanti, per catturarli, riempivano i boschi di roccoli, grandi reti mimetizzate, nelle quali rimanevano prigionieri gli sfortunati volatili che poi venivano venduti ai migliori ristoranti di Veneto e Trentino per le ricette di polenta e osei. Oggi questa tradizione appare crudele ma il contesto storico è mutato profondamente ed impedisce di capire appieno l'importanza che una fonte di reddito aggiuntiva ai proventi derivanti da agricoltura e allevamento più tradizionali rappresentava per le popolazioni passate. Gli uccelli migratori passano ancora per queste zone ma sono protetti e ravvivano con il loro canto i tranquilli boschi tesini.

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