un estratto dal libro di Paolo Casalis, edito da Produzioni FuoriFuoco
Si chiama "Guida alle Langhe in bicicletta" il volume che Paolo Casalis ha pubblicato nel corso del 2020 con Produzioni FuoriFuoco. Da questo traiamo un itinerario, il più "wild" dei sette descritti, rimandando al volume per ulteriori dettagli sulle caratteristiche della pedalata, i punti ed i motivi di interesse, mappa, altimetria e piccoli consigli utili.
Ma qual è lo spirito del libro?
Lasciamo la parola all'autore.
"Questa guida contiene sette percorsi in bicicletta nelle Langhe alternati a sette racconti, perché considero una settimana il tempo minimo per scoprire e visitare questo territorio. Ovviamente non sei obbligato a inanellare tutte le tappe, né a seguire l’ordine proposto: se abiti nei paraggi puoi decidere di affrontare una tappa ogni fine settimana, se sei un buon pedalatore puoi unire tra di loro più percorsi. Fai tu le regole del gioco.
Scrivendo queste pagine avevo in mente un mezzo preciso, il più usato dai turisti su due ruote in tutto il mondo: la bici da corsa. Nulla però ti vieta di seguire questi percorsi a bordo di una ibrida, una MTB, una gravel bike o (Dio ti perdoni!) una elettrica.
Se il tuo viaggio dura una settimana puoi dotare la bici di borse laterali e portare i bagagli sempre con te, anche se, per la natura stessa del turismo nelle Langhe, io consiglio la formula bici+auto. Il cicloturismo va programmato, almeno un po’.
Se non ne hai il tempo, osserva almeno distanza, dislivello totale e livello di difficoltà di ogni tappa, mettendo a confronto questi dati con il tuo grado di preparazione fisica.
Questa è una guida da portare con sé quando si pedala o, ancor meglio, da sfogliare e leggere prima e dopo le uscite. È un taccuino di viaggio fatto di appunti e schizzi, una selezione personale (e non prezzolata) di ciò che le Langhe possono offrire.
Perditi, avventurati, osa, vai al di là dei miei suggerimenti.
Se non sei un ciclista abituale, per te le pagine sulla sicurezza sono di gran lunga le più importanti della guida.
Tieni la destra e, se pedali in gruppo, segnala ogni tuo movimento.
Procedi sempre in fila indiana e stai lontano dalle strade trafficate.
Fatica e divertiti".
Percorsi e racconti, dunque. Ed, importante, una pagina di dettagli sul tracciato descritto. Utili indicazioni sul grado di difficoltà, sui rischi connessi al traffico, sulla situazione delle strade e, per ultimo ma non ultimo, su dove focalizzare la propria attenzione. Perché non si pedala per pedalare, ma per conoscere ed ammirare.
Cliccando qui si apre una visione d'insieme dei tracciati
Ma ecco il percorso, nella presentazione di Paolo Casalis, tratta dal volume.
NELLE LANGHE "WILD"
"E per finire, un bel tappone che parte dalla zona del Moscato e sale su fino agli 800 m di Roccaverano, attraversando l’Alta Langa e la Langa Astigiana. Con 1700 metri di dislivello distribuiti su 4 salite impegnative, è il percorso più difficile di questa guida, ma anche il più tecnico, con le sue discese ripide e strette (su tutte, quella dopo Bergolo) e un breve tratto di sterrato.
Da S. Stefano si risale la Valle Belbo e si svolta a sinistra per prendere la lunga salita dello Scorrone, 6 km pedalabili.
Da Castino una stretta strada (attenzione: 1 km di sterrato!) conduce a Cortemilia, la capitale della nocciola.
Si sale a Bergolo, con i suoi 68 abitanti uno dei Comuni più piccoli d’Italia, si scende in Valle Uzzone (se fosse sci e non ciclismo, parlerei di pista nera!) e si riprende a salire fino a Roccaverano.
Dopo aver visitato il centro storico e la Torre, una lunga discesa porta a Vesime, dove si lascia la Valle Bormida e con un’ultima salita si ritorna in Valle Belbo. Una tappa dura, ma se ti sembrasse esagerata puoi ridurre di uno il numero delle salite, passando per Serole anziché per Bergolo (68 km, 1300 m).
PERCORSO
Santo Stefano Belbo - Niella Belbo - Castino Cortemilia - Bergolo - Pezzolo valle Uzzone Roccaverano - Vesime - Santo Stefano Belbo
(clicca qui per una visione d'insieme del percorso) - (clicca qui per l'altimetria del percorso)
PUNTI DI INTERESSE
A Cortemilia, pieve di Santa Maria, e la torre; a Bergolo, la chiesa di San Sebastiano; Torre e San Giovanni Battista a Roccaverano.
Difficoltà: ***** / *****
Certo non è paragonabile a un tappone del Giro d’Italia, ma come itinerario di una guida turistica merita abbondantemente le cinque stelle di difficoltà. Il problema di questa giornata è che si devono “scollinare” quattro valli: prima la Valle Belbo e la Valle Uzzone, poi la Valle Bormida e infine di nuovo la Valle Belbo. Sono tutte salite con pendenza ragionevole, ma la lunghezza e il dislivello totale affrontati richiedono una preparazione fisica adeguata
Traffico: ** / ***** Le zone attraversate non sono trafficate, tutt’altro. Probabilmente incontrerai più macchine per entrare e uscire da S.Stefano Belbo e Cortemilia che lungo tutto il resto del percorso.
Pericolosità: **** / *****
Come mai 4 stelle, se non c’è traffico? Perché alcune discese sono ripide, strette e talvolta “sporcate” dal passaggio dei trattori. Su tutte, le picchiate verso Cortemilia e la Valle Uzzone, che rendono questo percorso molto tecnico, l’unico della guida che ci tengo a sconsigliare a chi ha poca dimestichezza con la bicicletta.
Bellezza: ***** / *****
Se la giornata è serena, la vista dalla Torre di Roccaverano vale da sola le cinque stelle, ma anche la dorsale tra Serole e S. Giorgio Scarampi è davvero panoramica. Qui ci si affaccia sulla Pianura Padana e al tempo stesso già si respira aria di mare (siamo a 35 km in linea d’aria da Albisola).
Per acquistare la guida è sufficiente cliccare questo link: www.produzionifuorifuoco.it/guida.html