Inaugurato un tracciato nel cuore delle Alpi Cuneesi, transizione tra mare e montagna
E' stata inauguarata sabato scorso, 3 settembre 2022, la Ciclovia del Duca, frutto di un importante lavoro (iniziato più di dieci anni fa) di recupero e valorizazzione della ex strada militare 194, oggi a tutti gli effetti una strada turistica di collegamento con l'Alta Via del Sale.
A fare da cornire al taglio del nastro italo-francese, i partecipanti alla quarta edizione della Route del Marguareis organizzata dal Consorzio Conitours e promossa dall’ATL del Cuneese. Nell’occasione sono stati inaugurati i nuovi cartelli di accoglienza e informazione sulla Ciclovia realizzati dall’ATL del Cuneese.
La Ciclovia del Duca è un percorso fruibile a piedi, a cavallo ed in mountain bike: costituisce un accesso dalla valle Pesio all'Alta Via del Sale (Limone - Monesi) transitando per il Parco del Marguareis, sul tracciato di un’antica rotabile militare recentemente recuperata che tocca i territori dei comuni di La Brigue, in territorio francese, e quelli di Briga Alta e Chiusa di Pesio in quello italiano.
Il percorso misura quindici chilometri e propone un dislivello positivo di 1360 metri, che comprende una moderata risalita intermedia.
Dalla radura del Piano delle Gorre (1030 mslm), raggiungibile in 13.5 km da Chiusa di Pesio su strada asfaltata, si inizia a pedalare sulla stradina sterrata a monte del Rifugio fino alle Cascate del Saut (poste a 1190 metri di quota) tra alberi d’alto fusto.
Praticato un piccolo guado, la Ciclovia percorre una suggestiva abetaia con maestose conifere; dal Gias degli Arpi (1435 mslm) si comincia a serpeggiare nell’alpestre e ruvido vallone omonimo, con lunghi e regolari tornanti in paesaggio via via più aperto.
Successivamente, dai praticelli del Colle del Prel (1881 mslm) si sale ulteriormente fino a raggiungere lo stretto intaglio del Passo del Duca, a 1989 mslm. Di qui il tracciato presenta lievi saliscendi tra rocce calcaree e pini mughi, quindi perdendo un pochino di quota giunge al Gias delle Ortiche (1860 mslm).
E' il momento di salire ancora, nella Conca delle Carsene, ricca di fenomeni geologici, con pietraie, doline e rocce carsificate, per raggiungere infine la Capanna Speleologica Morgantini (2220 mslm) alla Colla Piana di Malabera.
Qui, seguendo la pista di servizio, abbastanza inerbita, si scende sul lato francese uscendo sulla strada bianca dell’Alta Via del Sale (2131 mslm). La Limone-Monesi permette di proseguire al rifugio Don Barbera (2079 mslm), dal quale è possibile dirigersi a La Brigue e a Tenda, oppure continuare verso il più lontano Rifugio Allavena e puntare alle località costiere della Liguria, con notevole varietà di percorsi, rientrando eventualmente con la ferrovia Cuneo-Ventimiglia.
Sull’altro lato, invece, la Via del Sale conduce verso il Colle di Tenda geografico, collegato con Limone Piemonte.
Attualmente, la Ciclovia del Duca è un percorso unico di rilievo nazionale per gli amanti della mountain-bike, che si sviluppa con caratteristiche uniformi in ambiente alpino incontaminato e privo di antropizzazione. Il tracciato si presenta molto scorrevole con tratti di single-treck, passaggi sinuosi e ampi curvoni (alcuni semi-elicoidali), con frequenti muretti e sostegni in pietre a secco, con pendenze regolari e raggi di curvatura variabili, che diventano più nervosi nelle inversioni in corrispondenza dei lunghi traversi nel Vallone degli Arpi.
"Com’è noto, la Ciclovia non è un percorso ex-novo, ma riprende fedelmente un’antica via di comunicazione, la Strada Militare 194 Certosa di Pesio – Colle della Boaria, sorella minore delle grandi “Strade dei cannoni” delle Alpi Sud-Occidentali, frettolosamente terminata nel 1941 dall’impresa Savasta Fiore come mulattiera di tipo “D” e che oggi appare ripulita e risistemata nei tratti danneggiati grazie ad un moderato ma sistematico intervento di manutenzione ordinaria. Considerate le premesse costruttive non particolarmente ambiziose, il tracciato realizzato a suo tempo presenta soluzioni ibride tra la viabilità di tipo stradale e la mulattiera transitabile da “truppe con salmerie”, e si adatta alla morfologia del terreno senza mai operare forzature, se non per l’apertura del Passo del Duca".
Infine, una precisazione. "Per ragioni di competenza, del tracciato completo, non è più stato recuperato il tratto terminale che dalla Colla Piana di Malabera (presso l’attuale Capanna Morgantini) raggiungeva direttamente il Colle della Boaria con un percorso più audace ed esposto, ora completamente in territorio francese, al quale è stata preferita la più breve e comoda pista di servizio del rifugio speleologico".
Il valico del Duca è un luogo simbolo della ciclovia, tanto da darle il nome. Al posto di questo scomodo intaglio roccioso tra gugliette con pini mughi si praticava il malagevole canalino del Pas d’u Sarpont (Passo del Serpente) poi diventato “Il Duca Vecchio”. L’odierno Passo del Duca fu realizzato artificialmente senza peraltro completare i lavori. Il 9 aprile del 1944, il valico fu minato dai Partigiani e saltò in aria durante la Battaglia di Pasqua sotto i piedi di una colonna tedesca.
"Da un punto di vista simbolico, dopo la Strada Militare 194, con la Ciclovia del Duca attualmente la Valle Pesio non è più una valle chiusa priva di sbocco agevole, poiché il nuovo tracciato si pone come l’unico percorso interamente ciclabile che attraversa le Alpi del Mediterraneo tra il Colle di Tenda e la Colla di Casotto, e si presta a concatenamenti transfrontalieri di ampio respiro".
In realtà, l’eredità storica della Ciclovia del Duca, affonda le sue radici in un passato ancora più remoto. Un tempo esisteva un frequentato tracciato medioevale, a sua volta probabilmente ricavato su una via di transito di epoca romana, che da Santa Maria della Rocca e da Chiusa di Pesio, attraverso la Valle Pesio e la Certosa, valicava le Alpi al Passo di Baban e proseguiva verso le Carsene e le terre brigasche. Per ragioni non del tutto chiare, l’antica via a quanto pare fu in parte demolita su ordine dei Savoia all’inizio del XVII secolo, forse per incentivare il passaggio dal Colle di Tenda, o forse per impedire il diffondersi della peste dalla Francia. Sono comunque ancora documentati nel 1754, come riporta Rino Canavese in “Chiusa di Pesio dalle origini al Duemila – Tomo I, pag. 267”, viaggiatori diretti dalla Certosa a Briga e nel Genovesato, attraverso i valichi delle Alpi del Mediterraneo.
Negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, la zona del Passo di Baban fu considerata troppo impervia e disagevole per condurvi la nuova Strada Militare 194, per la quale fu quindi preferito il moderno itinerario alternativo per il Passo del Duca. Poiché oltre il Gias delle Ortiche i due tracciati idealmente si congiungono, è probabile che, per la costruzione della rotabile militare, sia comunque stato riutilizzato anche qualche tratto a monte del precedente cammino medioevale.
"Dal punto di vista storico-culturale, rimane ancora un dubbio. Chi era il “Duca” a cui fu intitolato l’omonimo valico in Valle Pesio, e per estensione oggi la nuova Ciclovia? Attualmente, la toponomastica non ha una risposta definitiva. In senso araldico, per la Valle Pesio, il riferimento potrebbe essere ai Duchi di Savoia, i quali, come abbiamo visto, qui ad un certo punto interruppero la principale via di comunicazione alpina. Marziano di Maio (“Vaìi, Gias e Vastére”, pag. 78) riferisce, senza fonti, che secondo la tradizione locale su questo passo morì un duca. Presso il Rifugio Don Barbera si apre il “Colle dei Signori”, nel nostro caso “Duca” potrebbe essere un’accezione generica in senso di personalità di rilievo o condottiero (dux in latino), ma lo stesso autore ricorda anche che in brigasco con il termine “duc” si indica il gufo (in francese
gran-duc il gufo e petit duc l’assiolo)".
Negli ultimi tempi, prima della sua sistemazione, la Ciclovia del Duca registrava una frequentazione moderata, ma ultimamente i passaggi si sono rapidamente intensificati, anche per l’incremento di cicloalpinisti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero. partire dal 2019, per promuovere il tracciato e l’amicizia transfrontaliera, ai primi di settembre di ogni anno viene organizzata la “Route del Marguareis”, un’impegnativa manifestazione cicloturistica non competitiva in traversata da Tenda (Francia) a Chiusa di Pesio per le strade bianche delle Ciclovie delle lpi del Mediterraneo, 50 tornanti di Tenda e l’Alta via del Sale.
Si tratta di un’idea dinamica di sviluppo sostenibile per le Alpi Cuneesi, che punta alla valorizzazione del patrimonio naturalistico e storico delle nostre montagne, promuovendone le modalità di fruizione più ecologiche, creando sinergie sul territorio. La Ciclovia del Duca potrà fare da moltiplicatore per le presenze turistiche non motorizzate, incentivando l’economia di valle e i servizi connessi, mentre la ferrovia Cuneo-Ventimiglia (tra le strade ferrate più belle al mondo), opportunamente potenziata, dovrà diventare sempre di più il vettore naturale di rientro dalle traversate in mountain-bike sulle strade bianche d’alta quota. In questo modo, la Valle Pesio, da valle “chiusa” e priva di sbocco agevole, con un percorso di pregio come la Ciclovia del Duca, oggi ritorna ad essere una valle “aperta”, per un flusso ciclo-escursionistico di appassionati, secondo le più moderne linee guida in fatto di sostenibilità globale.
Photo: Ciclovia del Duca - ph. R. Croci - Archivio Conitours