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Passo del Muretto

La val Malenco è una valle laterale della Valtellina che si apre verso nord proprio in corrispondenza del capoluogo Sondrio.
E' solcata dal torrente Mallero e, in corrispondenza di Chiesa in Val Malenco, si dirama verso nord-ovest nel suo corso principale mentre verso nord-est si apre una valle scavata nei secoli dal torrente Lanterna (questo versante conduce a Campo Francia e Campo Moro).

Uno dei due rami del Mallero si origina da alcune sorgenti poste nei pressi del passo del Muretto, valico di confine con la Svizzera posto ai piedi del monte Forno. Oggi poco conosciuto, il valico ha una vivace storia commerciale e nasconde qualche retroscena tragico.
La salita al passo risulta incantevole d'autunno quando le cime, alte più di tremila metri, delle montagne che segnano il confine con la svizzera Engadina e con la lombarda val Masino sono orlate da larici accesi da colori autunnali davvero vivaci.

Il percorso che da Chiareggio sale fino al passo ricalca l’antica via voluta dal Generale Cadorna durante la Prima Guerra Mondiale e, ancor prima, la via che percorrevano i mercanti duranti i loro viaggi tra Valtellina e Svizzera.
L’ascesa, come in tutti i tracciati militari, è lunga ma costante e priva di strappi.
Il dislivello colmato (quasi mille metri) e lo sviluppo sono notevoli.
 
Si parte da Chiareggio, 1612 mslm, e si prosegue, senza timore di sbagliare, lungo la traccia, sfiorando l'Alpe dell'Oro (2010 mslm: da vedere anche appena dopo il disgelo, ammantata di crocus!) e guadagnando quota al cospetto di cime alte più di tremila metri tra cui il monte Disgrazia, che troneggia verso sud. Un unico tratto si differenzia, distaccandosi dalla via Cadorna: quasi alla fine, là dove il tracciato originario è franato e il nuovo sentiero si arrampica su pendenze superiori.
Il valico è posto a 2562 metri di altitudine, affacciato sulle cime dei Grigioni.

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Lo stesso valico fu insanguinato durante le “guerre di religione” che videro combattere elvetici e valtellinesi, ovvero protestanti e cattolici, e fu superato dallo sfortunato Nicolò Rusca, durante il suo rapimento.
Ne parla la pagina http://www.paesidivaltellina.it/passodelmuretto2/index.htm: “Vi fu un ventennio nel quale la Valtellina fu al centro della storia d'Europa. Non fu un bel periodo per questa terra, saccheggiata ed impoverita dal passaggio degli eserciti che se ne contendevano il controllo. Si combatteva la guerra dei Trent'anni (1618-1648), che vedeva schierati, su fronti opposti, da una parte la Spagna e la corte asburgica di Vienna, dall'altra la Francia e, in Italia, la Repubblica d Venezia. Gli Spagnoli dominavano Milano, mentre i domini assurgici raggiungevano il Tirolo. In mezzo stava proprio la valle dell'Adda, che assunse, quindi, un ruolo strategico decisivo, in quanto il suo controllo da parte degli spagnoli avrebbe assicurato il collegamento fra i due potentissimi alleati. La valle era però, da più di un secolo, possesso della Lega Grigia, i Grigioni, che facevano parte della Confederazione Svizzera. Costoro erano protestanti, mentre in Valtellina la fede cattolica era rimasta largamente maggioritaria. Di qui una crescente tensione fra i Grigioni e le maggiori famiglie valtellinesi, determinate a resistere ad ogni tentativo di infiltrazione del Protestantesimo nella valle. In questo clima di tensione si inserisce l'episodio che segnò una sorta di punto di non ritorno. Nicolò Rusca, che da 28 anni reggeva con grande energia la parrocchia di Sondrio, venne rapito da una sorta di incursione dei soldati svizzeri e portato a Thusis, dove era stato costituito un tribunale speciale, lo "Strafgericht": qui morì, sotto tortura, il 4 settembre 1618. L'episodio suscitò uno scalpore enorme, e convinse i cattolici a preparare una ribellione sanguinosa che ebbe inizio a Tirano il 19 luglio 1620, con la strage di Protestanti nota come "sacro macello valtellinese".

  02/11/2022

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