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Alpe Larecchio, Valle Vogna (scorri la gallery!)
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Rifugio Pastore all'Alpe Pile
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Arrivando a Peccia, lungo il sentiero della Valle Vogna
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San Grato, Valle Vogna
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San Grato dal sentiero verso Larecchio
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Baite walser in Valle Vogna
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Alpe Larecchio
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Sant'Antonio, dove termina l'asfalto in Valle Vogna

Tra i larici della Valsesia

Lo scorso sabato, a caccia di colori autunnali, abbiamo puntato la Val Sesia, principale (unica?) zona montuosa del territorio vercellese.

Prima, un salto al rifugio Pastore all'Alpe Pile, dominato dalla sagoma del Monte Rosa con le diverse cime del gruppo: si riconoscono Punta Gnifetti (con la Capanna Margherita, a 4554 metri di altitudine, il rifugio più alto d'Europa), la Parrot e la Piramide Vincent.
Attorno al rifugio i colori dell'autunno incorniciano le caratteristiche baite che garantiscono ospitalità e ristoro in questa posizione così suggestiva.  I colori si apprezzano come "contorno" della vista sul Monte Rosa e durante la salita da Wold: si cammina, infatti, in un fitto bosco di querce che si apre per regalare qualche scorcio sia sulle vette sia sulle Cascate dell'Acqua Bianca.

Più ricca di colori la passeggiata in Valle Vogna, vallata laterale che si apre verso sud a partire da Riva Valdobbia. Come il comune capolouogo, tutta la vallata è intrisa di cultura walser: tutte le baite sono realizzate nel tipico stile di questa antica popolazione che scese dal Canton Vallese e si stabilì in diversi punti del Nord-Ovest tra cui, appunto, la Val Sesia.
La passeggiata più caratteristica è sicuramente quella che parte da Ca' di Janzo (o Sant'Antonio nei giorni in cui si può salire in auto, sostanzialmente i giorni feriali) e prosegue verso Sant'Antonio, dove si trova una bella chiesetta. A questo primo tratto su asfalto (monotono ma arricchito dai frequenti incontri con l'edilizia walser) segue un tratto su forestale in direzione di Peccia: dopo qualche minuto si può scegliere se percorrere un sentiero tra i larici o la sterrata. Il primo è senza dubbio più suggestivo ma richiede qualche minuto in più ed anche una certa attenzione perchè non è segnato in modo impeccabile. La seconda è senza dubbio più diretta ma anche meno appagante.
Giunti a Peccia si ammirano le baite walser, la chiesetta di San Grato e si inizia a salire davvero, camminando su un sentiero d'antica fondazione e dal fascino evocativo. In un'oretta si superano i quattrocento metri di dislivello che separano dall'Alpe Larecchio: qui, a circa 1900 metri di quota, si trovano alcune baite, un agriturismo (chiuso a ottobre) e, cercando bene, un laghetto in cui si specchiano i larici.
"L’origine del nome deriva proprio dai numerosi larici che circondano l’alpe: uno di questi grossi alberi si trova su un roccione al centro della conca, dal quale si può godere della particolare vista sull’ampio pianoro. Seguendo il percorso del piccolo torrente che attraversa l’alpeggio, si può giungere al suggestivo laghetto posto poco più in alto" (www.visitvalsesiavercelli.it/vivi/outdoor-e-natura/sentiero-n-201a-peccia-alpe-larecchio-pian-del-celletto/).
Il ritorno avviene sulla via di salita: al momento risultano aperte due strutture, una a Sant'Antonio (il Rifugio Valle Vogna) ed una a Peccia (il ristoro Edelwaiss).

 

Colora le tue passeggiate con i tuoi bambini!!!

  30/10/2023

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