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Vacanze e Reportage

Olanda, bici e barca

Visitare l'Olanda in bicicletta è un'esperienza straordinaria poiché con tale mezzo si può venire a contatto con ciò che è realmente tipico di tale Paese: natura, cultura, usi e costumi. Proprio per questo motivo io ed i miei familiari Maria, Pierluigi ed Anna abbiamo deciso di trascorrere le nostre vacanze in Olanda scegliendo la formula bici&barca, ossia pedalando durante il giorno e appoggiandoci per quanto riguarda pernottamento, cena, colazione e trasporto bagagli ad un battello. Per scegliere l'itinerario più adatto ci siamo rivolti ad un tour operator specializzato, "Alice nel paese delle Meraviglie", scegliendo la cosiddetta Rotta Sud, ossia la parte meridionale dell'Olanda. Con il viaggio organizzato nei minimi dettagli, nell'agosto 2002, siamo partiti alla volta di Amsterdam, città da cui ha avuto inizio il tour durato sette giorni. È stata una settimana molto intensa, ma allo stesso tempo rilassante per la tranquillità trasmessaci dalle sconfinate campagne olandesi. Di seguito cercherò di raccontare come si è svolto il viaggio con un tono a volte scherzoso, a volte più serio sperando che qualcuno, dopo aver letto queste pagine, decida di partire la prossima estate per l'Olanda.

Diario di bordo della "Gerritje Deun"

10 agosto 2002

Verso le 12.15 io ed i miei familiari saliamo a bordo del battello ormeggiato nel porto turistico di Amsterdam. Facciamo subito conoscenza con la guida, Claudio Gilardi, e con gli altri compagni di viaggio Emanuela, Francesca, Gianguido, Giovanna, Elisa, Renzo. Dopo pochi minuti salpiamo alla volta di Weesp. Durante la navigazione veniamo salutati dall'equipaggio: il proprietario della barca e skipper Martin, il cuoco Koen. Il tempo non è dei migliori, il cielo è coperto e scende una leggera pioggerella ma ci scaldiamo grazie al the e al caffè preparato da Koen. Durante la navigazione notiamo subito le nostre "compagne" di avventura, le biciclette, tutte ordinatamente parcheggiate sul ponte del battello. In tutti noi inizia a crescere la voglia di iniziare a pedalare, ma allo stesso tempo la preoccupazione per quello che ci aspetterà nei giorni seguenti. Dopo circa un'ora e mezza di navigazione arriviamo a Weesp. Prima di attraccare aspettiamo l'altra barca, il battello Aimar capitanato da Albert, che è dovuta tornare indietro per causa di forza maggiore: tre ragazzini avevano pensato di rimandare la loro partenza ed erano rimasti tranquillamente seduti sul molo senza salire sull'imbarcazione! Dopo aver attraccato, Claudio decide di riunire tutti i "ciclisti", dieci della Gerritje Deun e circa 25 della Aimar, sul ponte di quest'ultima per un breve briefing , finito il quale partiamo tutti per il "prologo" del nostro "Giro D'Olanda". Pedaliamo per circa 10 km in direzione di Muiden prendendo subito confidenza con la bicicletta assegnata ad ognuno di noi e cercando il giusto assetto. Percorriamo piste ciclabili e strade poco trafficate costeggiando fattorie e campi verdissimi arrivando a Muiden dove vediamo il primo ponte girevole. Torniamo subito indietro e arriviamo alla barca costeggiando un canale in cui notiamo tante barchettine ormeggiate, usate come "seconda casa" dagli olandesi durante il weekend. Alle 18.30 ceniamo e dopo, sfruttando ancora qualche ora di luce, facciamo un giretto nel paesino ma ben presto la stanchezza del viaggio fatto per arrivare in Olanda ha il sopravvento su di noi e, così, decidiamo di andare a dormire.

11 agosto 2002
Alzati e dopo un'abbondante colazione, alle 9.00 ci ritroviamo tutti pronti per partire. Il tempo non è bellissimo, il cielo è un po' coperto ma la temperatura è ideale per pedalare. C'è ancora da fare qualche correzione all'assetto delle bici, ma in pochi minuti, riempite le borse con il necessario, siamo pronti per partire. Iniziamo a pedalare lungo il fiume Vecht verso Breukelen, facendoci subito un'idea della rete fluviale olandese, sfruttata non solo per fini turistici, ma soprattutto per scopi commerciali, evitando così il trasporto su gomma. In gruppo si notano subito varie tipologie di ciclisti: c'è chi pedala in perfetto completo in materiale tecnico come se fosse Cipollini, chi non risparmia fiato e continua a parlare, chi fischietta, chi non si trova a proprio agio sulla bici perché non abituato e chi, invece, appostato nelle retrovie del gruppo, ci terrà compagnia per tutto il viaggio urlando in dialetto veneto "Andemo!Andemo!" anche quando il semaforo impone di fermarsi. Prima di raggiungere Breukelen attraversiamo verdi campagne e passiamo accanto a eleganti residenze estive del XVII secolo, costruite dalla borghesia olandese. Più recenti sono, invece, le case galleggianti che notiamo sui canali: sono vere e proprie abitazioni, alcune spartane altre più curate, talvolta su più piani, dotate di luce, acqua, gas e adagiate su delle chiatte. Dopo poco arriviamo a Breukelen, piccolo borgo che ha dato il nome al più famoso quartiere Brooklyn di New York, e notiamo subito un'usanza olandese: quando una barca deve passare sotto ad un ponte, questo viene alzato e l'addetto cala, tramite una canna da pesca, un piccolo zoccolo di legno in cui si pone l'offerta, una sorta di "pedaggio fluviale". Dopo una breve sosta al bar ripartiamo e raggiungiamo Vreeland dove pranziamo, mangiando i panini preparati a colazione e portati con fatica nella borsa della bici. Finito di banchettare ripercorriamo la sponda del Vecht e, attraversando i verdissimi polder in cui fanno capolino i mulini a vento, torniamo a Weesp dopo circa quattro ore di pedalata. Dopo cena decidiamo di recarci, insieme a un gruppo di ragazzi dell'altra barca, in birreria per gustare una bella birra giovane ghiacciata, nonostante il freddo.

12 agosto 2002
Dopo colazione non inforchiamo subito la bicicletta ma salpiamo in direzione di Utrecht che raggiungiamo dopo circa un paio d'ore. Sbarcati visitiamo la città, nel cui centro storico svetta la torre. Notiamo anche le prime case sprofondate in seguito al cedimento delle fondamenta, ma ancora abitate. Lasciato Utrecht e dopo aver pedalato per un paio d'ore lungo piste ciclabili giungiamo a Oudewater, grazioso borgo, in cui abbiamo potuto vedere, fotografare e filmare abbondantemente le tipiche case olandesi con frontoni a campana, a collo, a triangolo, tutti con travature reticolari a vista. Lasciato Oudewater, attraversiamo Popecoke con le sue fattorie, i suoi polder ognuno dotato di mulino "a calotta girevole" o di tipo"Wipmolen".
Proseguiamo e, dopo una breve sosta dovuta a una caduta nel gruppo, arriviamo a Schoonhoven, città dell'argento olandese. Dopo cena visitiamo la cittadina, in verità poco affollata, soffermandoci davanti alla chiesa, al municipio e alla pesa, tipica costruzione presente in tutte le città e usata, ai tempi dell'Inquisizione, come "prova" nei processi di stregoneria: se l'accusata era troppo pesante in relazione alla sua corporatura veniva giudicata non abile a volare e quindi veniva prosciolta, altrimenti...

13 agosto 2002
Dopo colazione salpiamo alla volta di Rotterdam dove sbarchiamo e raggiungiamo Schiedam, piccola cittadina circondata da una serie di mulini a balaustra, alcuni dei quali visitabili.
Ci fermiamo, infatti, in uno di questi e saliamo fino in alto osservando tutti i meccanismi presenti all'interno. Al termine della visita assaggiamo anche i biscotti alla cannella fatti dal mugnaio. Ripresa la bicicletta, visitiamo, sempre in città, un'antica bottega di produzione di cioccolata, in prossimità della quale posiamo anche per una fotografia destinata alla stampa olandese. Dopo aver aspettato i golosi che si erano attardati all'interno della bottega, percorriamo qualche chilometro e ci fermiamo per il pranzo nel Parco della Principessa Beatrice, un'area verde attraversata da canali e stagni, la cui quiete è "rovinata" da un gruppo di oche che rincorrono i turisti per mangiare. Finito di pranzare riprendiamo la bici e raggiungiamo Delft, la città delle famose ceramiche blu. Qui visitiamo la fabbrica di tali ceramiche e la collezione di piatti, piastrelle, vasellame che in molti di noi fa nascere la voglia di comprarle, ma il prezzo frena tutti. Non ancora stanchi, decidiamo di visitare la città prima di cena: palazzi stupendi, chiese imponenti e dai campanili pendenti, vicoli e canali che sembrano usciti dai quadri dei più famosi pittori olandesi. Dopo cena facciamo un'altra breve passeggiata in città e poi andiamo a dormire per recuperare le forze in vista dei due tapponi successivi.

14 agosto 2002
Un sole stupendo fa compagnia alla nostra colazione e, ultimati i preparativi, ci apprestiamo a iniziare il primo tappone sulle "dune", una zona completamente diversa dalle verdi campagne e dominata da collinette di sabbia, molto aride, prive di vegetazione o coperte solamente da arbusti che fanno da barriera tra mare e zona interna.
Lasciata Delft, dopo una decina di chilometri arriviamo a Den Haag ( L'Aia) in cui visitiamo il Binnenhof, il Panorama Mesdag e, alcuni di noi, il museo di arte fiamminga. Ripartiti raggiungiamo Scheveningen, una sorta di Rimini del Mare del Nord. Decidiamo, però, di non fermarci e di pranzare a metà delle "montagne". Lasciato il centro abitato inizia subito il "deserto": per alcuni è l'inizio del calvario, per altri, invece, è l'inizio di una sfida con se stessi o con qualche compagno di viaggio.
Alla fine, comunque. Arriviamo tutti a Leiden: chi col proprio passo, chi di corsa, molti in bici, qualcuno a piedi! Dopo cena visitiamo Leiden, importante centro universitario e, superati alcuni imprevisti, torniamo alla barca.

15 agosto 2002
Lasciata Leiden, ci dirigiamo verso Haarlem, capitale dei classici tulipani olandesi. Finalmente, all'ultima tappa, capita la prima foratura nel gruppo. Mettiamo così alla prova l'abilità della nostra guida che, prontamente, sostituisce la camera d'aria e si riparte dopo un applauso generale. Dopo pochi chilometri ci fermiamo da un coltivatore per acquistare i bulbi di tulipano che arricchiranno i nostri giardini e ricorderanno il viaggio fatto. Con le borse appesantite ripartiamo e ci inoltriamo in un altro tratto di dune percorrendo non solo tratti asfaltati ma anche tratti coperti di conchigliette spezzate che mettono a dura prova i pneumatici delle nostre biciclette. Ci fermiamo sulla spiaggia per pranzare e, poco dopo, cotti dal sole, ripartiamo alla volta di Haarlem. Seguendo la pista ciclabile arriviamo in centro, vediamo chiese, palazzi e veniamo anche fermati dalla polizia che ci invita a scendere dalla bici e a continuare a piedi visto che, senza accorgerci, siamo entrati nella zona pedonale, off limits per le bici. Evitata così la multa torniamo verso la barca fermandoci a vedere uno dei quattro esemplari rimasti di mulino "a gonna del Palatinato".
L'arrivo alla barca coincide con la fine del viaggio in bici, tour che proseguirà ancora ma solo in barca e a piedi. Durante la cena si respira "aria da fine Giro" e tutti vengono dichiarati vincitori del loro personale "Giro D'Olanda". Un riconoscimento speciale, però, viene assegnato ad Emanuela che, prendendosi una bella rivincita su quanti alla vigilia la criticavano per la scarsa preparazione fisica, sulle dune ha staccato tutti ed è arrivata al traguardo in perfetta solitudine senza che qualcuno riuscisse a riprenderla: il titolo di "Regina delle Dune", con tanto di diploma, è suo!

16 agosto 2002
Lasciamo Haarlem e salpiamo alla volta di Amsterdam. Giunti al punto da cui il nostro viaggio aveva preso inizio, sbarchiamo e, accompagnati da Claudio, visitiamo la città a piedi, vista la gran confusione che non consente a noi stranieri di muoverci in bici. Ultimata la visita torniamo in barca e prepariamo la festa per il compleanno di Giovanna. Dopo cena facciamo il classico giro notturno di Amsterdam e, stanchi per la fatica accumulata durante la settimana, torniamo in barca per preparare le valige.

17 agosto 2002
Dopo colazione, ci scambiamo gli indirizzi, ringraziamo Claudio e ci salutiamo.

A cura del fotografo di bordo Andrea

Questo è, in sintesi, il viaggio che ho fatto: un tipo di vacanza a cui molti di noi non erano abituati, ma che sarà, per molti, la prima di una lunga serie!
Ringrazio, a nome di tutti i partecipanti, la nostra guida Claudio per la pazienza avuta con tutti noi, specialmente nei momenti di stanchezza del gruppo e, soprattutto, quando molti si rivolgevano a lui chiedendo ogni momento "Quanto manca?" "Quanti chilometri ci sono ancora?".
Infine un saluto a tutti quanti mi hanno tenuto compagnia durante il viaggio tra cui: Maria, Anna, Pierluigi, Giovanna, Elisa, Renzo, Emanuela, Francesca, Gianguido, Marco, Giusi, Alessandra, Vincenza, Monica, Vanessa e suo marito, Massimiliano e sua moglie, il pericoloso Paco e le sue amichette.

Per chi volesse contattarmi andrea.mafezzoni@tin.it

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