di Paolo Gibertini e Giovanni Merli
Dopo essere stato ricevuto dal Papa, il gruppo ciclistico Val d'Enza ha percorso più di millecento chilometri sulle strade della Corsica.
In nove giorni Lauro Cabassi (presidente), Luigi Bartoli, Oscar Tagliavini, Luigi Salavolti, Toni Gionserani, Fabio de Rensis, Adelmo Valeriani, Giuseppe Tamagnini (assistenza), Giovanni Merli (assistenza), Mario Camorani, Paolo Gibertini, Ermes Beggi e Aldo Becchetti si sono avvicinati in modo diretto ed ecocompatibile alle bellezze dell'isola. (ndr)
Undici ciclisti del gruppo Val d'Enza di Ciano hanno portato a termine il giro della Corsica in sella al loro amato mezzo. Per questi amatori aderire all'iniziativa promossa dal presidente del sodalizio, Lauro Cabassi, non è significato solo compiere un gesto di notevole spessore atletico ma anche un modo più diretto per avvicinarsi alle bellezze paesaggistiche ed artistiche che un territorio come la Corsica offre ai suoi visitatori.
E' vero che i meno allenati qualche scorcio possono averlo perso, intenti com'erano, nei momenti di difficoltà, a concentrarsi sulla ruota del compagno che tendeva malignamente ad allontanarsi sempre di più, ma poi hanno recuperato la sera, con le gambe sotto il tavolo, attraverso le cartoline ed i racconti degli ancor più maligni compagni d'avventura. Si sa che la severa legge del pedale ha le sue regole, altrimenti cosa potrebbe raccontare in rima il cantore del gruppo, il sampolese Ermes Beggi al pranzo sociale di quest'autunno?
La partenza a Ciano d'Enza e via, scollinando sul Cerreto fino a La Spezia dove per causa di forza maggiore, il mare, hanno dovuto abbandonare la bici nella pancia del traghetto che li ha portati sino a Bastia. Il tempo di scendere e giù a macinare chilometri, Cap Corse-Saint Florent, in pratica il "dito". Strade strette e strapiombi sul mare, asfalto infame, ma è un paesaggio suggestivo e le tonalità calde, la luce radente rossastra del sole nel tardo pomeriggio ne evidenziano le bellezze.
Si prosegue per Porto passando per il Desert des Angriates, una sassata spoglia e priva di insediamenti, e Calvi, rifugio per vip. Porto è la terza sosta, l'imponente torre a base quadrata posta in posizione strategica ricorda il dominio genovese. A pochi chilometri da questo caratteristico paese ci sono dei bellissimi calanchi che disegnano un paesaggio fiabesco. Sempre costeggiando il mare passano Ajaccio, Propriano, Sartene e Bonifacio. Tutti posti da vedere e gustare perché unici.
Si risale fino a Portovecchio sempre costeggiando il mare: Bastia sarebbe facile preda, pochi chilometri di strada piatta ma i nostri sono ciclisti veri e imboccano con decisione la via interna: da dove si arriva sempre a Bastia ma solo dopo aver fatto Bocca d'Ilarata (1008 mslm), Col di Bavella (1218 mslm), Col de la Vaccia (1193 mslm), Col de Verde (1289 mslm), Col de la Sorba (1311 mslm) e Col de Bellagranajo (723 mslm). Quando si dice essere veri ciclisti!
Tutto molto interessante anche se rimane un ricordo particolare per il Col di Bavella dove il vento, giocando con gli alberi, ne ha ridisegnato le forme ottenendo un effetto da togliere il respiro (già scarso dopo la salita). L'ultimo tratto in terra corsa è per arrivare a Bastia, dove si passa anche da Murato e ci si emoziona al cospetto della chiesetta rupestre di San Michele.
Sbarcati dal traghetto a La Spezia rimane l'ultima fatica per arrivare a Ciano: il passo del Lagastrello.
Dopo una settimana di sole, a Vello cominciano a cadere i primi goccioloni che a soli tre chilometri da casa si trasformano in un diluvio di acqua e grandine, costringendo i ciclisti a riparare sotto una tettoia di fortuna.
Poi l'arrivo a Ciano e dritti a ricevere il saluto delle mogli che, visto il tempaccio, si sono ben guardate dal mettere il naso fuori dalla porta.