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Il rifugio Alpe di Tires ed i Denti di Terrarossa (scorri la gallery!)
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Dal rifugio Alpe di Tires: pascoli panoramici su Sassolungo e Sassopiatto
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Il rifugio Alpe di Tires dal sentiero 4 verso il rifugio Bolzano
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Il rifugio Alpe di Tires tra i Denti e le Laste di Terrarossa
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Autunno in val di Tires
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Prati in fiore sotto il Catinaccio
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Malga Messner, tra San Cipriano e passo Costalunga
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Formazioni dolomitiche attorno al passo Molignon
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Formazioni dolomitiche attorno al passo Molignon
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Alta val Ciamin
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Dalla salita per il passo Molignon, il passo Principe
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Monte Pez, 100 metri sopra il rifugio Bolzano
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I prati del Doss, vista sul Catinaccio
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Rechter Leger, radura tra le Dolomiti
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Sul sentiero verso il rifugio Bergamo
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Oltre il rifugio Bergamo, vista sulla val Ciamin
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In arrivo a malga Haniger
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Nei pressi di malga Messner
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Ai piedi della Roda di Vael e del Catinaccio
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L'orto del rifugio Monte Cavone (Tschafonhutte)
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Il rifugio Monte Cavone (Tschafonhutte)
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Vista dal passo Molignon in direzione delle Laste di Terrarossa
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Dal monte Vollseg verso le pendici del Renon
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Dal monte Vollseg, zoom sui prati della val di Tires
Alto Adige

Val di Tires

La val di Tires è una vallata dolomitica forse meno nota ma sicuramente non meno affascinante delle più famose "vicine". Paesi raccolti, un panorama unico e l'assenza (finora) di impianti di risalita ne fanno un paradiso per chi ama camminare e vivere la montagna più autentica. Tantissime le camminate da fare: ogni "gamba" troverà la propria soddisfazione.

Un percorso di mezza montagna, tra masi e vigneti, tra radure e boschi, è il sentiero dei masi della val di Tires.
L'itinerario, lungo svariati chilometri, può essere abbreviato utilizzando alcune scorciatoie e si snoda sul versante occidentale della valle, tra Santa Caterina (867 mlsm), piccola chiesa poco fuori Aica di Fiè, e Castel Presule (856 mslm).
Il percorso diventa davvero entusiasmante in autunno quando i colori stagionali illuminano i boschi ed i masi accolgono i visitatori con i prodotti tipici del Torggelen: castagne e vino nuovo!
Si tratta di un percorso che magari non offre grandi dislivelli altimetrici ma regala una visuale unica e per certi versi irripetibile su un Alto Adige autentico e tradizionale, offrendo scorci di un paesaggio rurale e  naturale estremamente vario, impreziosito da una grande ricchezza floristica.
Si accede al sentiero da diversi punti: Mitterpsenn, Oberpsenn, Innerpeskoler, maso Guntschool e dai masi Front ed Unterharder ad Aica di Fiè. 
Con il passeggino si può percorrere il tratto dal castello di Presule ad Aica di Fiè, passando per Wirstkeller, Oberpesenn e Guntschool, mentre il ponte sospeso sul rio Laus potrebbe risultare davvero emozionante per i più piccoli!
Un rientro rapido si può effettuare valicando i prati dello Schnaggenkreuz, a 1010 mslm, lungo il sentiero 5, oppure rientrando con il trasporto pubblico locale.

Una vera e propria ascesa è, invece, la durissima salita dai Bagni di Lavina Bianca al rifugio Bolzano, a dominio dell'Alpe di Siusi: si tratta di un'escursione che impegna per 3-4 ore, in salita, ed offre un inizio nel bosco, un tratto tra le rocce ed un finale tra praterie d'alta quota. E' possibile scendere passando per i dintorni del rifugio Alpe di Tires e poi per la val Ciamin, chiudendo un bel percorso circolare.
Il rifugio Città di Bolzano (Schlernhaus, "casa dello Sciliar", in tedesco) è situato nei pressi della vetta del monte Pez: si trova a 2457 metri di quota, cento metri sotto la cima. La salita dalla val di Tires, come detto, è molto impegnativa e richiede il superamento di un dislivello superiore ai 1300 metri, la tabella CAI indica quattro ore per conquistare la meta: si parte, infatti, dai Bagni di Lavinia Bianca e si procede su un sentiero tra i boschi che, senza mai offrire tregua, conduce fino ad alcune radure. La salita è costantemente impegnativa e l'ambiente abbastanza solitario: forse per questo la ripida vallata è detta "dell'orsara". Oltre il bosco, sempre seguendo la traccia 2, si addolciscono le pendenze ma si continua a salire con decisione tra verdi prati fino a raggiungere il rifugio. 
Il panorama, dapprima limitato dalla stretta vallata e dal fitto bosco, si apre progressivamente fino a divenire immenso una volta raggiunto il rifugio. Lo sguardo si perde a 360 gradi e, a seconda della visibilità, sarà possibile scorgere non solo le vicine Dolomiti (Sassolungo e Sassopiatto, Odle, più lontano il Latemar) ma anche cime lontane come le Dolomiti di Brenta, i gruppi della Presanella e dell'Ortles-Cevedale. Un elenco completo è quasi impossibile!
Per la discesa si può considerare di disegnare un anello che aumenta ancora di più il fascino dell'escursione ma, ovviamente, anche le fatiche. Con qualche saliscendi si cammina lungo il sentiero 4 verso il rifugio Alpe di Tires e, prima di raggiungerlo, si prende il 3 che scende velocemente verso la val Ciamin e poi di nuovo a Bagni di Lavinia Bianca in val di Tires.
Una più facile via di accesso avviene dall'Alpe di Siusi percorrendo i sentieri 10-5-1 passando dalla baita Saltner (cosiddetto "sentiero del turista"). Il dislivello è di 800 metri ed il tempo di percorrenza, anche vista la distanza, sfiora le tre ore ma la salita avviene su terreno meno ostico e maggiormente alla portata.
Ancora più lunghe ed impegnative le varianti da Fiè allo Sciliar.
Clicca per aprire uno stralcio della mappa Kompass dedicato alla salita dai Bagni di Lavinia Bianca e qui per aprire la rete di sentieri che conduce al rifugio Bolzano


Da Lavina Bianca parte anche la più semplice salita al rifugio Monte Cavone (Tschafonhutte) ed alla vicina vetta del monte Vollseg. La traccia da seguire è la 4-4a che prende quota tra gli abeti ed alcuni prati raggiungendo, in circa quaranta minuti, il Wuhnleger. Attenzione: le indicazioni per il rifugio invitano a non passare dal laghetto ma in realtà è consigliabile farlo per non perdersi un bellissimo quadretto dolomitico. Questo bacino non è altro che uno specchio d'acqua artificiale, utilizzato dai Vigili del Fuoco come riserva, ma regala un invidiabile riflesso delle Torri del Vajolet e del Catinaccio. Pur essendo artificiale risulta meno invasivo di tanti bacini realizzati al servizio delle piste da sci i cui colori risultano, spesso artatamente, falsati da teloni plastificati o altro.
Appena oltre il Wuhnleger si trovano nuove indicazioni per il rifugio Monte Cavone: si inizia a salire nel bosco, ora su sentiero, prendendo quota con velocità fino ad incrociare nuovamente la traccia forestale percorsa in precedenza. Si ignora la forestale e si prosegue sul sentiero, più piacevole: alternando ambientazioni e panorami si raggiunge il rifugio Monte Cavone, a 1767 metri di altitudine. Da qui, seguendo il sentiero 9 e le indicazioni, si può arrivare fino alla vetta del monte Vollseg, alto 1834 metri, da cui si gode un'ampia vista sulla val d'Isarco, le pendici del Renon, le montagne di Merano e, nelle giornate più limpide, la cresta di confine, tratti del gruppo dell'Ortles e delle Dolomiti di Brenta. Lungo tutto il percorso la vista è impagabile su Catinaccio, Torri del Vajolet e Roda di Vael.


In val di Tires sono proprio il Catinaccio (Rosengarten) e le Torri di Vaiolet a dominare la scena ed incantare lo sguardo. Due sentieri si arrampicano tra boschi e radure fino ad arrivare a contemplare da vicino queste meraviglie.
Il primo percorso, facile, si snoda lungo una strada forestale a partire da San Cipriano, a circa 1100 mslm. Seguendo le indicazioni per la val Ciamin si raggiunge l’incantata radura di Rechter Leger, a 1650 mslm. Un dislivello modesto per conquistare un panorama eccezionale dominato dalle cime del Principe e di Val Bona. Più impegnativo è proseguire oltre e raggiungere il rifugio Bergamo, a 2165 mslm: il sentiero che vi arriva è ripido e tortuoso ma nello stesso tempo davvero scenografico.
Volendo ulteriormente mettersi alla prova si possono raggiungere il passo del Principe, aperto verso la valle di Vajolet che sale dalla val di Fassa, o il passo Molignon per chiudere un anello con passaggio dal rifugio Alpe di Tires ed ampie viste sull'Alpe di Siusi.
Il rifugio Alpe di Tires può essere raggiunto principalmente seguendo tre vie: la più avventurosa prende senz'altro le mosse dalla val di Tires e da San Cipriano.
Dal paese di San Cipriano si superano i prati del Doss, verdeggiante declivio ai piedi del Catinaccio e delle Torri di Vajolet, seguendo il sentiero 12. Presto questo sentiero - o meglio questa ampia traccia - si innesta su una sterrata ancor più ampia che, aggirato un dosso erboso, procede verso la val Ciamin (sentiero 13). Tra tratti pianeggianti e brevi strappi in salita il segnavia (che dopo l'incrocio con il sentiero proveniente dai Bagni di Lavinia Bianca diviene il 3) conduce fino alla radura Rechter Leger, mirabilmente incastonata tra le cime del Principe e di Valbona, dove si incomincia a fare sul serio (1595 mslm, circa 1h30' da San Cipriano). 
Il sentiero 3A, infatti, dopo un facile tratto iniziale, prende quota con decisione e senza lasciare tregua si alza fino ai 2134 mslm del rifugio Bergamo (o Greisletenhutte, "rifugio sulle coste erbose") . Il rifugio - distante più di un'ora dalla radura - è un utile punto tappa ma non segna affatto la fine delle fatiche: i  boschi si sono diradati già a valle del rifugio, le coste erbose che danno il nome tedesco al rifugio lasciano invece presto spazio a pietraie e ghiaioni che accompagnano l'escursionista fino alla testata della val Ciamin. In una giornata di sole non bisogna assolutamente dimenticare acqua, copricapo e crema solare! Tra pietraie e ghiaioni ai piedi dei pinnacoli dolomitici si incontra un bivio: a destra si può procedere verso il rifugio Passo Principe, 2602 mslm, a sinistra invece si sale, sempre su ripide pendenze, verso il passo del Molignon, 2598 mslm, da cui poi si accede, in breve discesa, al rifugio Alpe di Tires, a 2440 mslm (2h dal rifugio Bergamo).
La discesa avviene per la via di salita oppure procedendo brevemente in direzione del rifugio Bolzano (sentiero 3-4) e scendendo poi lungo il sentiero 3 per la "buca dell'orso".
I panorami lungo questa via di salita sono grandiosi: già in partenza, Catinaccio e Torri del Vajolet dominano la val di Tires regalando grandi emozioni, i prati del Doss, punteggiati da caratteristiche baite, sono altrettanto incantevoli. Rechter Leger è una radura chiusa da altissime vette dolomitiche e la salita al rifugio Bergamo e poi al passo del Molignon immette in un contesto dolomitico di grande fascino. La discesa al rifugio Alpe di Tires apre poi la vista alle Odle, al Sassolungo ed al Sassopiatto, ai Denti di Terrarossa. Un paradiso per chi ama la montagna.
Una seconda via di salita (con diverse varianti), più facile ma comunque lunga, parte dall'Alpe di Siusi. Da Saltria (1700 mslm, circa) si prende la traccia 9 fino ad un gruppo di baite e poi si continua lungo la 8 fino al passo Duron mentre partendo da Compatsch (1850 mslm), la località dove arriva la funivia da Siusi, si seguono le indicazioni per il rifugio Molignon (sentiero 7) che, a 2054 mslm, è un punto intermedio molto comodo (1h30'). Anche da questo rifugio la salita prosegue poi verso il passo Duron (30'), che apre le porte sul versante fassano e la vista sulla Marmolada, e da lì in circa 50' si raggiunge il rifugio Alpe di Tires.
Partire dall'Alpe di Siusi consente di camminare su tracce più ampie e battute ma meno "immerse" tra le pareti dolomitiche: lo scenario è più ampio, gli orizzonti sono più aperti. La vista è sempre focalizzata sulle Odle, in lontananza, e su Sassolungo e Sassopiatto, più vicini e decisamente in posizione di dominio sull'intero altopiano.
Un'ultima via di salita, molto lunga anche se ripida solo a tratti, parte invece dalla val di Fassa e più precisamente da Campitello. Si inizia a camminare nei dintorni del paese e si sale lungo tutta la val Duron. Fino ai rifugi Micheluzzi e Brach (1h circa) si sale su ampia carrabile sterrata - a tratti ripidissima - alternando tratti in un fitto bosco di abeti a tratti in campo più aperto. Il Micheluzzi segna la fine - temporanea - delle fatiche aprendo le porte di un lungo pianoro ai piedi delle pendici settentrionali del gruppo del Catinaccio e del Molignon. Al termine di questo pianoro (quasi un'ora di cammino) si riprende a salire con buona pendenza fino a passo Duron (circa 35') e poi fino al rifugio Alpe di Tires (ulteriori 45').
Il ritorno è per la via di salita.
Cliccando sulla mappa Kompass si visualizza uno stralcio dalla val Ciamin ai rifugi Bergamo e Alpe di Tires (in giallo).



Sempre da San Cipriano si può salire seguendo le indicazioni per malga Plafotsch e malga Haniger: non ci si addentra in una vallata come la val Ciamin ma si risalgono i pendii della vallata principale regalandosi un primo incredibile scorcio raggiunta malga Plafotsch (1550 mslm) ed una visione ravvicinata del Catinaccio e delle Torri del Vajolet da malga Haniger (1843 mslm).
Da questa malga si può proseguire in direzione del rifugio Fronza, a 2330 mslm, ed eventualmente del passo Coronelle, 2650 mslm, nel cuore del gruppo dolomitico. Superata la ripida forcella si apre una vista sulla valle di Vaiolet che sale, nel cuore del Catinaccio, dalla val di Fassa.

 

La val di Tires su www.cicloweb.net
- pedalate in val di Tires, tra Catinaccio e Latemar,
- guida alla val di Tires

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