il Campanile di Val Montanaia, e non solo
Il Parco Nazionale delle Dolomiti Friulane è stato istituito con la Legge Regionale n.42 del 1996, in un territorio compreso tra le province di Udine e Pordenone. L'estensione del parco è di 36.950 ettari, tra le valli del Tagliamento, del Piave e Cellina. L'impatto della pressione antropica è minimo e, di riflesso, è garantito un buon livello di conservazione dei caratteri naturali dell'area.
I sentieri proposti permettono di conoscere numerose particolarità del territorio del Parco.
Il Sentiero della Forcella Lareseit parte da Forni di Sotto (777 mslm) ed attraverso boschi di faggio sale sino ai 1800 mslm della cima Camosci, punto panoramico verso le Tre Cime di Lavaredo e le Dolomiti di Sesto. Dalla forcella di Lareseit si procede in discesa (sentiero 364) all'ombra del bosco, attraversato da numerosi corsi d'acqua fino al Rifugio Pussa (930 mslm). Nei pressi del rifugio si trova una sorgente di acque sulfuree: l'acqua sgorga dalla roccia, si raccoglie in una piccola pozza e da essa fuoriesce attraverso una cannella di legno.
L'itinerario misura oltre dieci chilometri (solo andata).
Più facile l'antica via del carbone (Trui dal Sciarbòn): passeggiata poco impegnativa oggi, un tempo veniva coperta dalle donne dei minatori che con gran fatica recavano in spalla le pesanti gerle cariche del combustibile vegetale. Passando per Erto e Casso si ha l'immagine dei tempi passati ed anche memoria della tragica vicenda della frana del Vajont e della conseguente alluvione di Longarone.
Il percorso parte dagli 800 mslm di Erto, si addentra in val Zemola sino a Stei de Conte (1135 mslm) e poi scende a Costa. Si risale al Col de Sciaston (1084 mslm) per scendere nuovamente fino a Cassio ed alla Diga del Vajont.
In tutto si cammina per dodici chilometri circa (solo andata).
Per tentare di ammirare qualcuno degli esemplari della fauna che caratterizza il parco sono possibili due passeggiate: il Truoi dai Sclops (o sentiero delle Genziane) che conduce sino ai 2175 mslm della forcella Inferno partendo dal parcheggio Davaras (103 mslm) oppure il Sentiero delle Bregoline.
Dal Ponte del Ciarter si sale alla forcella la Dof e poi alla forcella Savalons. Lungo il percorso si transita per quattro "casere" antichissime e recentemente restaurate. L'itinerario termina in rapida volata al Pian Meluzzo, nei pressi del rifugio Pordenone.
Memoria di guerra per la Strada degli Alpini, un percorso faticosamente tracciato dagli alpini durante i primi anni del '900. Nel novembre del 1917 questi luoghi diventarono teatro di violenti scontri dall'esito negativo, o meglio infausto, per gli italiani, sopraffatti dalla calata dei tedeschi. La lunghezza del percorso, circa trenta chilometri, richiede preparazione ed allenamento adeguati. Oltre all'evocatività del percorso, lungo il sentiero si ammirano la flora e la fauna del Parco e la traccia, impressa nella roccia, di un antico parente del tirannosauro.
Dal parcheggio Lesis a Pian del Muscol (600 mslm) si sale sino alla Forcella Clautana (1400 mslm) per poi scendere a Troncone e proseguire in saliscendi sino al parcheggio di Chievolis.
Uno dei simboli della montagna friulana è il Campanile di val Montanaia, pinnacolo di roccia nel bel mezzo di un anfiteatro dolomitico nell'omonima valle, tributaria della val Cimoliana. L'accesso avviene lungo il sentiero 353 a partire dal rifugio Pordenone, raggiungibile in auto (salvo problemi con i guadi dei torrenti, in particolare dopo forti piogge).
E' un sentiero impegnativo, roccioso con ripide balze tra le rocce. Non mancano ghiaioni e un paio di attraversamenti di un torrentello. Richiede perizia ed attenzione e quasi due ore di cammino. Il dislivello colmato supera gli ottocento metri dai 1249 mslm del rifugio ai 2060 del colorato bivacco Perugini, ai piedi del Campanile.
Lo spettacolo all'arrivo, tuttavia, ripaga di ogni fatica ed invita, anzi, a proseguire verso una delle forcelle tra le pareti dolomitiche per guadagnare una vista ancora più ampia e suggestiva su questo selvaggio scenario. Attenzione, però: si tratta di percorsi meno frequentati e che richiedono ancor più attenzione e piede fermo.
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In collaborazione con
Apt Piancavallo, Cellina, Livenza
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