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Paularo (scorri la gallery!)
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Bivacco Lomasti
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Casera Del Mestri
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Creta di Aip
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Un bel giglio martagone
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Malga Lanza
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Malga Lodin
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Malga Pizzul
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Malga Ramaz in autunno
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Malga Valdolce
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Malga Zermula
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Monte Salinchiet
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Monte Sernio tra autunno ed inverno
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Piani di Lanza
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Rifugio Fabiani
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Scialpinismo tra le creste di Paularo
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Inverno a malga Medelis
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Invernale del monte Sernio
Friuli Venezia Giulia

Paularo

Paularo, posto al centro della Val d’Incarojo, è attorniato dalle Alpi Carniche e da una ventina di cime, suddivise in sei gruppi montuosi, che altimetricamente vanno dai 1764 metri del Cular ai 2279 metri della Creta di Aip.  Abitato da circa 2500 abitanti, il paese, dal 2022, è il primo borgo del Friuli Venezia Giulia a far parte del novero dei Villaggi degli Alpinisti, ovvero quelle località che puntano sulla sostenibilità e la natura per richiamare visitatori ed appassionati.
In Italia i primi ad entrare in questo ristretto club sono stati Longiarù (in provincia di Bolzano, nei pressi dell'Alta Badia), Val di Zoldo (Belluno) e Mazia (di nuovo in provincia di Bolzano, ma in val Venosta). Con Paularo, nel 2022, è entrato nel club anche Triora, piccolo borgo della montagna imperiese.


Qualche idea per escursioni e passeggiate in questo angolo di Carnia.


Bosco Duron - Ricovero Valuta - Monte Tersadia - Casera Valmedan Alta
Partenza da località Lius sul tornante a quota 1032 metri sul livello del mare. Sentiero panoramico a cavallo tra la val d’Incarojo e la valle del But, con visione che spazia fino alle cime del Pelmo, Antelao, Cristallo.
Interessanti sul culmine la flora e le opere militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale.
Si segue il segnavia 409 superando un dislivello di 880 metri in circa nove chilometri. Tempo richiesto dalle 4 alle 5 ore. Difficoltà E.

Sentiero delle Farinarie e Sentiero dei Celti
Il sentiero ripercorre le vie che le donne utilizzavano per rifornire le malghe e i boscaioli, inizialmente lungo il segnavia 457. Lungo il percorso, possibilità di raggiungere la cima del monte Lodin con il sentiero CAI 425 o collegarsi con il sentiero CAI 403 “Traversata Carnica”.
Rientro passando per il rifugio Fabiani, sentiero CAI 454 (2,5 km) o per Straniger Alm, sentiero CAI 403 (5 km).
Dislivello 630 metri, difficoltà E. Tempo di percorrenza: due ore circa.

Bivacco Lomasti
Da Cason di Lanza si prosegue sulla strada verso Pontebba fino a Caserute. A sinistra si prende il sentiero CAI 440 per Casera Aip fino al Bivacco Lomasti. Rientro sui sentieri CAI 403 – 458.
Il sentiero attraversa una torbiera caratterizzata da una interessante vegetazione e consente di raggiungere la Grotta di Attila.
Dislivello in salita 550 metri con uno sviluppo di circa tredici chilometri. Si completa in cinque ore circa

Malga Zermula
Partendo da Paularo, lungo il sentiero CAI 442 si arriva al ponte Fuset e si sale al Cason dal Nelut, fino a Malga Zermula.
Possibilità, dopo il ponte Fuset, di prendere il sentiero a sinistra e attraversare la Forra Las Calas.
Raggiunta Malga Zermula, è possibile visitare il Vallo Alpino del Littorio in località Buse da Gjaline – Valute.
Escursione lunga otto chilometri con 643 metri di dislivello.

Casaso - Ricovero casera Turriee
Da Casaso, attraverso il sentiero CAI 438, dopo un primo tratto ripido si raggiunge una pista forestale che porta al rifugio Forestale Chianeipade. Si prosegue fino al Rio Cular e si sale fino al Ricovero Casera Turriee. Il rientro può essere effettuato riscendendo al rifugio Chianeipade e proseguendo lungo la pista forestale che scende verso sud, in direzione Dierico. In alternativa, da Casera Turriee si può imboccare l’Alta Via Val d’Incarojo (sentiero CAI 435).
Novecento metri di dislivello e sviluppo di undici chilometri.

Stavolo Chiampeis - Stavolo Pignulet - Rifugio Monte Sernio Creta di Mezzodì - Bivacco Mestri - Tesseit - Rio Pecol Lungo - Dierico
Da Lovea si prosegue fino a Stavoli Chiampeis. Si imbocca il sentiero CAI 416 sulla sinistra per Stavolo Pignulet e rifugio Monte Sernio. Si mantiene il sentiero CAI 416 fino alla Creta di Mezzodì e si scende fino al Bivacco Casera Mestri. Dalla Casera Mestri è possibile raggiungere la cima del Monte Sernio oppure, attraverso Foran de la Gjaline, scendere al rifugio Grauzaria.
Il percorso originale scende lungo il sentiero CAI 437 fino a Casera Tesseit per poi imboccare il sentiero CAI 434 fino a Dierico.
Percorso per escursionisti preparati, con un bellissimo panorama sull’intera Val d’Incarojo. Si cammina per più di diciotto chilometri con un dislivello di novecentoventi metri!

Anello della Foresta di Forchiutta
Dalla borgata di Dioor, si segue il sentiero CAI 437 per il Bivacco del Mestri, proseguendo poi sul sentiero CAI 435 per Foran de la Gjaline, Forca Grifon, Casera Forchiutta e Casera Turriee, per poi percorrere un tratto del sentiero CAI 438 fino a raggiungere il rifugio di Chianeipade, dove si imbocca una comoda mulattiera che porta alla frazione di Dierico.
Lunghissimo percorso, circa trenta chilometri, con un dislivello importante: 1350 metri. Da fare solo se allenati, con le giuste condizioni meteo e partendo ben presto alla mattina!


Si possono peraltro effettuare alcune passeggiate di fondovalle, descritte tutte a partire da piazza Nascimbeni, sede della Pro Loco.

Tiee
Da Piazza Nascimbeni procedere in direzione sud verso la Zona Artigianale. Attraversato il ponte sul Chiarsò, oltrepassare il vecchio campo sportivo. Poco prima del ponte sul Rio Orteglas, svoltare a destra verso la carrareccia e, dopo circa duecento metri, girare di nuovo a destra per proseguire lungo il sentiero, fino alla località Tiee (730 mslm). Proseguire sulla pista forestale in direzione nord, fino alla strada asfaltata della Zona Artigianale. Continuare per trecento metri fino alla chiesetta di Santa Barbara. Attraversare il Borgo di San Antonio e il Palazzo Calice-Screm. Attraversato il ponte sul Chiarsò, ritornare al punto di partenza.

Ranclavon - Casaso
Da Piazza Nascimbeni procedere in direzione nord lungo la strada che arriva fino al ponte di Rio e continuare a destra sulla strada asfaltata. Dopo circa settecento metri, girare a destra e attraversare la Loc. Ranclavon, fino all’incrocio con la strada comunale che porta a Ravinis. Girare a destra e scendere per trecento metri. All’incrocio, proseguire dritti sulla strada principale e attraversare l’abitato di Misincinis per tornare al punto di partenza (variante Misincinis). In alternativa, svoltare a sinistra rimanendo sulla strada principale, dopo trecento metri circa imboccare la strada sterrata fino al guado sul Rio Turriee (la celebre Fonte ferruginosa si trova in località Rufosc, che dista quattrocento metri). Attraversare il guado e procedere lungo la pista forestale che attraversa località Pradisul, fino alla strada asfaltata fino a Casaso.
Attraversare l’abitato fino ad imboccare la strada principale che riporta al punto di partenza.

San Vito - Villafuori
Da Piazza Nascimbeni procedere in direzione nord-ovest, fino al Borgo di San Antonio. Passare sotto l’arco e seguire la Strada Provinciale Duron fino al primo tornante. Lasciare la strada asfaltata e, dopo aver superato la sbarra di accesso, proseguire sulla pista forestale per duecento metri costeggiando il rio Rutandi. Svoltare a destra verso un ripido sentiero, fino a ricongiungersi alla strada asfaltata. Dopo circa cinquanta metri imboccare, a sinistra, la strada secondaria, fino a San Vito (740 mslm). Terminata la strada asfaltata, in prossimità di un piazzale, proseguire sul sentiero fino al ponte sul Rio Minischite (740 mslm). Procedere sulla pista forestale fino all’abitato di Villafuori (720 mslm). Dalla piazzetta centrale passare sotto l’arco e svoltare a destra. All’altezza del portone di entrata del famoso Palazzo Calice, girare a sinistra ed imboccare la scalinata in pietra Chiamburian. All’imbocco con Via Marconi girare a destra e rientrare al punto di partenza.

Villamezzo
Da Piazza Nascimbeni procedere in direzione nord-ovest su Via Marconi. Imboccare a sinistra la scalinata in pietra di Val e proseguire fino all’abitato di Villamezzo e la piazzetta di Largo Canciani. Attraversare il passaggio ad arco sulla sinistra e proseguire prima lungo la strada e poi sul sentiero, fino alla località Plais (760 mslm). Continuare lungo il sentiero fino alla strada asfaltata. Svoltare a destra, attraversare i casolari in località Roncjas, poi imboccare a sinistra la pista forestale. In prossimità di un guado sul Rio Ruat (da non attraversare), svoltare a destra prendendo il sentiero che porta all’abitato di Rio di Sopra e a Rio di Sotto, fino al ponte di Rio sul Torrente Chiarsò (665 mslm).
Superare il ponte, girare subito a destra sulla strada asfaltata in leggera discesa che riporta al punto di partenza.

Aones
Da Piazza Nascimbeni procedere in direzione sud lungo Via Roma, fino all’incrocio della Zona Artigianale. Svoltare a destra, attraversare il vecchio campo sportivo (località Trottola), fino alla Strada Provinciale all’altezza del ponte di ferro. Lasciare il ponte sulla sinistra e imboccare il sentiero che arriva fino al maneggio, in località Aones. Proseguire sulla strada sterrata che costeggia il maneggio fino alla fonte Acqua Pudia (550 mslm). Guadare il rigagnolo e risalire lungo il sentiero che costeggia il torrente Chiarsò, fino a raggiungere il sentiero percorso in senso inverso in prossimità del ponte di ferro.
Attraversare il ponte e rientrare al punto di partenza.


LUNGHE VIE
L’Alta Via d’Incarojo ha il suo centro principale a Paularo. Realizzata dai soci del CAI, è stata inaugurata nell'estate 1983. Unisce i sentieri che percorrono la dorsale spartiacque tra la Val d'Incarojo e la Val Aupa, permettendo di scoprire gli aspetti più caratteristici di questa zona delle Alpi Carniche. È un percorso ad anello per Escursionisti Esperti (EE), con partenza da Dierico sul sent. CAI 437b. Percorribile in due tappe, bivaccando a Casera Turriee (1555 mslm). Possibilità di raggiungere diverse cime come il Monte Sernio (2187 metri), il Monte Cullar o Chiaf da l’Omp (1764 metri), l'anticima del Monte Salinchieit (1857 metri), il Monte Zermula (2143 metri). Discesa per il Cul di Creta e Malga Zermula fino Paularo (sent. CAI 442) oppure, attraverso Clap di Milia, Ravinis e Paularo.
La Traversata Carnica, chiamata anche “Via della Pace”, parte da San Candido in Trentino Alto Adige, attraversa le montagne venete e arriva a Tarvisio seguendo tutto l’arco delle Alpi Carniche e Alpi Giulie a cavallo del confine con l’Austria, per una lunghezza totale di circa centottanta chilometri. Percorribile in 6-9 tappe in ambiente d’alta montagna tipicamente escursionistico (E), dove elevate e solitarie creste, prevalentemente erbose, offrono splendide traversate. Lungo gli itinerari si può incontrare e percorrere quanto rimane dell’ingente rete di mulattiere, sentieri e camminamenti della Prima Guerra Mondiale. Il percorso nel tratto Passo Pramosio (sent. CAI 448) e Sella di Val Dolce, attraversa i percorsi di guerra della Cuestalta, Creta Rossa, Casera Pecol di Chiaula Alta, Casera Lodin Alta, Casera Val Puartis, Passo Meledis, Casera Cordin Grande e Creta di Lanza. Lungo il sent. CAI 448, si raggiunge il Rifugio Fabiani (1539 mslm), dove trovare ristoro e possibilità di pernottamento.
Altro punto di appoggio è il Bivacco Ernesto Lomasti (1920 mslm) presso la Sella di Aip (sent. CAI 403 o 440 da Cason di Lanza).
 

ALPINISMO IN VAL D'INCAROJO
Villaggio degli Alpinisti? Raccontiamo dunque qualcosa sull'alpinismo! La storia di questa disciplina, in Val d’Incarojo, è fatta da alcuni nomi noti ai più, ma soprattutto da tanti uomini e donne che, fin da piccoli, hanno scalato queste montagne per necessità, per piacere, per il desiderio di esplorare luoghi e paesaggi, conoscere sé stessi e superare i propri limiti.
Alpinisti” è il bel documentario, realizzato nell’ambito del progetto Interreg “PassoPass. Da Passo di Monte Croce Carnico a Passo Pramollo”, che narra le vicende dei protagonisti dell’alpinismo carnico e testimonia il loro ruolo importante nel trasmettere la passione per la montagna alle nuove generazioni, quei canais (ovvero ragazzini, in lingua friulana) che sono i futuri custodi dei valori alpini. Tra questi, Adriano Sbrizzai, grande amante della Val d’Incarojo e delle Dolomiti, aprì oltre trecento vie tra la Carnia e il Cadore; Pietro Fabiani, scalatore delle trenta cime dell’Amicizia tra Italia, Slovenia e Austria; Flavio Cella, conosciuto a Paularo come Ciabo, precursore dello scialpinismo estremo. 


LE MONTAGNE DI PAULARO
Gruppo della Creta di Germula (Monte Zermula)
Ma quali sono le montagne che caratterizzano Paularo? A dominare la vallata di Paularo è la maestosa catena della Creta di Germula o Monte Zermula (2143 metri), che nei suoi quattro chilometri lineari di sviluppo, da Cima Cul di Creta a Nord-Ovest, alla Forca di Lanza a Sud-Est, fa da spartiacque tra la Val d’Incarojo e la valle del torrente Cercevesa e del rio Malinfier, con all’estremità orientale il passo Cason di Lanza ed a settentrione l’Austria. Se a ovest la cima della Creta svetta con i suoi 2143 metri, spostandosi verso est si trovano in successione: il Zuc della Guardia (1911 metri), il Zuc di Malaseit (1829 metri), la cima del Palon di Pizzul o Monte Pizzul (1985 metri), la selvaggia cima della Creta di Salinchiet (1857 metri) e per finire, l’avamposto del Cular o Cjaf da l’Omp (1764 metri).
Tutte queste cime sono raggiungibili con sentieri escursionistici. Lo Zermula e il Zuc della Guardia anche attraverso via ferrata.
Gruppo del Monte Paularo
Il gruppo composto dal Monte Paularo (2043 metri), dal vicino Monte Dimon (2043 metri) e dal Monte Neddis (1990 metri), è caratterizzato da pendici erbose sui versanti e sulle cime e domina sul sottostante lago Dimon. Per la loro bellezza e per la facilità di accesso, sono luoghi molto frequentati in tutte le stagioni.
Gruppo del Cuestalta e del Lodin
Occupa l’estremità settentrionale del comune di Paularo sul confine con l’Austria ed è caratterizzato dalla cima della Cuestalta (2198 metri) che domina sulla valle della Cercevesa, dall’erboso Monte Lodin (2015 metri) e dalla vicina Cima di Val di Puartas (1927 metri). Queste zone sono state terreno di cruenti scontri durante la Prima Guerra Mondiale.
Gruppo del Serenat (Monte Sernio)
A sud della Val d’Incarojo svetta il monte che offre uno dei panorami più belli e completi sulle Alpi Carniche: il Serenat o Monte Sernio (2187 metri). Caratteristico è il suo cocuzzolo che domina la valle, come pure la Torre delle Nuviernulas (1881 metri), a est, e la cima della Creta di Misdì (1806 metri), a nord. Fanno parte di questo gruppo montuoso, ma di pertinenza di altri comuni, la splendida Creta della Grauzaria (2065 metri), con la Cima della Sfinge (1847 metri) a nord e la selvaggia Cima dai Gjai (1916 metri), a est. Le salite a queste cime sono prettamente alpinistiche e di difficoltà medio-elevate, compresa la salita normale al Sernio.
Gruppo del Tersadia
Il Tersadia, posto all’estremità centro-occidentale della Val d’Incarojo, svetta solitario con i suoi 1959 metri sul gruppo. Funge da sentinella sulla valle e al tempo stesso la divide dalla Valle del But. Si può raggiungere sia da Casera Valmedan, in comune di Arta Terme, sia da Forcella Lius, in comune di Treppo Ligosullo.
Gruppo delle Montagne del passo Cason di Lanza
A nord-est del comune di Paularo si trova passo Cason di Lanza con le sue montagne. Spicca la Creta di Aip (2279 metri), posizionata sul confine italo-austriaco, che deve il nome alla sua caratteristica forma, simile ad un abbeveratoio (laip, in lingua friulana). Varie sono le vie di ascesa, tutte di difficoltà medio-alta; la bastionata della Creta di Aip offre anche molteplici vie di arrampicata. A ovest si trova la Creta di Lanza (2057 metri) e l’Hochwipfel (2195 metri), in territorio austriaco, contraddistinto dalle pendici erbose che giungono fino alla sommità del monte. Queste vette sono facilmente raggiunte partendo da passo Cason di Lanza o dalle vicine Casere di Valbertat e di Cordin.


RIFUGI, RICOVERI e MALGHE
Rifugio Pietro Fabiani, 1539 mslm (aperto dal 1° giugno al 30 ottobre,  25 posti letto)
l rifugio sorge sui resti di una casera, i cui primi cenni storici risalgono al '500. Si raggiunge percorrendo il sent. CAI 454, che da Casera Ramaz sale lungo il boscoso versante sud del Monte Lodin. È posto sul tracciato della “Traversata Carnica Principale” sent. CAI 448, itinerario compreso nella vasta rete del “Sentiero Italia CAI”. È punto di partenza e tappa di varie escursioni, tra cui il collegamento alla Traversata Carnica e Karnischer Hohenweg per Passo Pecol di Chiaula; l’Ascensione per via normale o per via ferrata al Cuestalta; l’Ascensione per via normale al Monte Lodin; al Ricovero Casera Valbertat Bassa; al Rifugio Pramosio per Sella Cercevesa; l’Ascensione per via normale alla Cima Val di Puartis
Ricovero del Mestri, 1512 mslm (7 posti letto). Di recente costruzione, si compone di due piani. Il piano superiore dispone di tavoli e panche, cucina economica, suppellettili, sette reti. Vi si accede attraverso il sent. CAI 437 partendo dalla Loc. Dioor (Dierico), passando per Fuarmi (ricovero incustodito), poi per l’ex Casera Vintulis, l’ex Casera Tesseit, fino al Bivio sent. CAI 416. In alternativa, partendo da Dierico per il segnavia CAI 434 e 434b. È anche raggiungibile dalla Strada Provinciale della Val Aupa, Loc. Nanghet (parcheggio), da cui si imbocca una mulattiera che porta all’ex Casera Flop, si raggiunge il Rifugio Grauzaria, si attraversa la Forcella Foran de la Gjaline e si scende verso il vallone in cui si trova il Ricovero (Bivio sent. CAI 416)
Malga Zermula, 1293 mslm Agriturismo con possibilità di pernottamento e di degustazione delle produzioni locali. Da Paularo si seguono le indicazioni per passo Cason di Lanza. In Loc. Baita da Nelut si sale a destra su una pista forestale molto ripida (sent. CAI 442) che porta alla Malga Zermula. Dalla malga, proseguendo lungo la mulattiera costruita al tempo della Grande Guerra, è possibile raggiungere la cima del panoramico Monte Zermula. Inoltre, lungo la viabilità che da Paularo porta alle malghe, circa un chilometro dopo la Maina della Schialute, inizia il sentiero che porta a La Palme, l’abete monumentale censito tra i monumenti naturali del Friuli Venezia Giulia
Malga Lodin Alta ,1680 mslm Possibilità di degustazione delle produzioni locali. Da Paularo si percorre la strada asfaltata in direzione del passo Cason di Lanza e, dopo circa undici chilometri, si arriva in vista di Malga Ramaz; al bivio, si sale a sinistra lungo la pista forestale di recente costruzione che, con numerosi tornanti, porta sino alla malga. La malga si trova lungo i sentieri della “Traversata Carnica” e del “Carnia Trekking.
Malga Pizzul ,1532 mslm Agriturismo con possibilità di pernottamento e di degustazione delle produzioni locali. Da Paularo si prosegue in direzione Ravinis, superato l’abitato si prosegue lungo la strada in parte asfaltata e in parte sterrata, sino a giungere alla malga. Da qui si può salire a Forca Pizzul e poi, sempre sul sentiero, scendere direttamente a Cason di Lanza. Seguendo invece la strada sterrata si raggiunge la vicina Malga Paluchian.
Malga Meledis Bassa e Alta (Bassa 1085 mslm e Alta 1513 mslm). Possibilità di degustazione delle produzioni locali. Per raggiungere Meledis Bassa, da Paularo si seguono le indicazioni per il passo Cason di Lanza e, superata Malga Ramaz, in poco meno di un chilometro si giunge ai pascoli della malga, dove si possono ammirare numerosi cespugli di rosa canina. Per raggiungere Meledis Alta, da Paularo, su strada asfaltata attraverso Misincinis e Cogliat, si superano Stua di Ramaz e le Casere Ramaz e Meledis Bassa. Si prosegue fino a Malga Vabertat Bassa, si devia a sinistra e si sale fino ai pascoli di Valbertat Alta. Prima della malga si gira nuovamente a sinistra, si scende brevemente per poi risalire lungo la ripida pista trattorabile, e infine si giunge a Meledis Alta. Poco a monte della malga, salendo alla Cima Val di Puartis, si possono incontrare delle trincee austriache risalenti alla Grande Guerra. 


Parlando di vette, malghe e rifugi non si può non abbassare lo sguardo ai tanti boschi che incorniciano il paesaggio. Le foreste di Paularo sono uno scrigno naturale che racchiude specie alpine centro europee, balcaniche e persino mediterranee. Sul fondovalle e alle quote meno elevate ci si può inoltrare in boschi misti di frassino, carpino, acero, nocciolo, castagno e salice. Alle quote superiori, la conca di Paularo offre un ambiente decisamente alpino grazie alle vaste foreste miste di conifere con abete rosso, abete bianco e, in minor misura, faggio. Salendo ancora, prima di arrivare ai pascoli alpini, compare il bosco di larici e, infine, la boscaglia di pino mugo. La selvicoltura, praticata a partire dal dominio veneziano fino a metà del secolo scorso, ha garantito la conservazione di questi boschi, che oggi sono diventati riserve di grande pregio. Percorrendo la strada per Ramaz, attraverso il bellissimo bosco Zermula, si può ammirare La Palme, albero monumentale censito nei registri del Friuli Venezia Giulia: è un antico abete policormico di circa centottanta anni, formato da un tronco piegato orizzontalmente su cui si sono sviluppate sei piante a candelabro, di notevoli dimensioni. Molto bello è anche il Boscàt, che si percorre attraverso un comodo sentiero che raggiunge la forra del Fusèt per poi ricongiungersi alla strada di Ramaz, in località Pian di Zermula. Il Bosco del Duron, ricco di ciclamini in tarda estate, è di facile accesso dalla strada provinciale ed è il luogo ideale per un’escursione alla portata di tutti.
I prati stabili sono realtà censite, mappate e tutelate, che sono soliti impreziosirsi di una ricca varietà di fiori nella tarda primavera. I pascoli d’alta quota, invece, ospitano le numerose malghe, che durante il periodo estivo offrono prodotti caseari e specialità tipiche locali. Di grande fascino è la Val Dolce situata poco sopra passo Cason di Lanza, al confine con l’Austria. Qui i pascoli sono interrotti da macchie di pino mugo, rododendri e da ampie torbiere caratterizzate dalla pianta dell’erioforo e offrono habitat favorevole per la famiglia dei Tetraonidi, ovvero gli uccelli galliformi, in particolare il gallo forcello.
 

ACQUA
La Val d’Incarojo è fortemente caratterizzata dalla presenza dell’acqua, che ne ha modellato nei secoli le rocce e che oggi offre al visitatore vedute e paesaggi davvero emozionanti. Sono numerose le cascate, suggestive e imponenti soprattutto a seguito dei prolungati periodi di pioggia. Lo spettacolo offerto dalla cascata del Riu da Nasa, sulla strada Ravinis-Pizzul è impagabile.
L’acqua lambisce le rocce vulcaniche verdastre della formazione del Dimon, in un quadro di rara bellezza. Percorrendo la strada Ramaz-Lanza, un piccolo guado offre lo spettacolo della cascata del Riu das Glîrs, con le sue rocce calcaree dalle sfumature rosate. All’altezza di Lambrugno, sulla strada verso Trelli, si può ammirare la stupenda cascata di Salino che, con uno scenografico salto di 30 metri, precipita in uno stretto anfiteatro naturale formato da rocce di colore rossastro che risalgono a circa 250 milioni di anni fa.

Scarica il PDF del circuito dei Villaggi degli Alpinisti

Su www.cicloweb.net sono molte le pagine dedicate al Friuli Venezia Giulia. Clicca i link sotto per scoprire:
- Paularo, villaggio degli alpinisti, cui abbiamo dedicato una pagina speciale
- gli itinerari da pedalare in FVG,
- le passeggiate in Friuli Venezia Giulia,
- le guide alle altre località della regione.

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