altavalzebru-min.jpg
In alta val Zebrù (foto Roberto Ganassa) - scorri la gallery!
atrekkingbormio0.jpg
Laghi in alta quota, sopra Bormio
cancano2-min.jpg
Laghi di Cancano (foto Roberto Ganassa)
ghiacciaiforni.jpg
Ghiacciaio dei Forni (foto FRAMEVisuals)
giroconfinale.jpg
Lungo il giro del Confinale (foto FRAMEVisuals)
giroconfinale2.jpg
Camminando tra i boschi del Confinale (foto FRAMEVisuals)
giroconfinalemtb.jpg
Mountain bike attorno al Confinale (foto FRAMEVisuals)
lagovalledeiforni-min.jpg
Valle dei Forni (foto Roberto Ganassa)
rifugioquintoalpini.jpg
Rifugio Quinto Alpini (foto FRAMEVisuals)
tkbormio1.jpg
Uno stambecco del Parco
tkbormio2.jpg
Alta Valtellina
valcedec-min.jpg
Val Cedec (foto Roberto Ganassa)
valcedec2-min.jpg
Val Cedec (foto Roberto Ganassa)
valcedec3-min.jpg
Camminare in val Cedec (foto Ganassa)
valdidentro1.jpg
Valdidentro
valdidentro2.jpg
Valdidentro
valdidentro3.jpg
Valdidentro
valdirezzalolaghipollore-min.jpg
Laghi di Pollore, in val di Rezzalo (foto Giacomo Meneghello)
valviola2-min.jpg
Fioriture in Val Viola (foto Roberto Ganassa)
Lombardia

Bormio e Val Zebrù

Un'idea nata per l'estate 2014.. ma ovviamente sempre valida!
Appuntamento al tramonto, con il safari alpino Cervi, camosci, caprioli, ma anche marmotte, volpi ed ermellini: la Val Zebrù, nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, è uno degli angoli delle Alpi più ricchi di animali.
Una valle tutta da scoprire, meglio ancora con un’escursione sul far della sera

Il Parco Nazionale dello Stelvio è uno dei più grandi parchi storici del nostro paese: nel cuore delle Alpi Centrali, con il massiccio dell’Ortles-Cevedale a fare da sfondo, questo territorio è un incredibile scrigno di ricchezze naturali – animali certo, ma anche piante – che merita di essere esplorato. Da Bormio (informazioni seguendo il link www.bormio.eu, che si ringrazia per le informazioni necessarie a scrivere questa pagina), uno dei comuni parte integrante del Parco, si diramano moltissimi itinerari: diversi i gradi di difficoltà, come differenti, naturalmente, sono anche gli scenari che si possono attraversare, da soli o insieme a guide esperte. Tra le tante escursioni, imperdibile il “safari serale” in Val Zebrù: una delle aree più ricche di fauna di tutto il Parco, da scoprire sul far della sera, quando gli animali vengono allo scoperto e si possono avvistare con ancor più facilità.
Il fischio della marmotta, l’incedere saltellante di un camoscio, il volo di un’aquila reale o del “gigante” gipeto: osservare gli animali da vicino, nel loro ambiente naturale, è una delle esperienze più intense che si possano fare. La Val Zebrù, in Alta Valtellina, è la destinazione perfetta per chi è alla ricerca di questo genere di emozioni: qui infatti vivono moltissimi ungulati, compresi numerosi stambecchi e caprioli. Nei boschi si incontrano scoiattoli, lepri alpine ed ermellini, mentre alle quote superiori è facile osservare le marmotte. Più difficile, ma non così raro, l’avvistamento di predatori come volpi o martore. E poi gli uccelli: oltre alle “star” dei cieli alpini (aquile e gipeti, appunto) si possono avvistare picchi di varie specie, rampichini alpestri, pernici bianche e nocciolaie, dai caratteristici richiami schiamazzanti.
Ma l’animale più spettacolare presente in Val Zebrù è senza dubbio il cervo: all’inizio dell’autunno è facile sentirne il potente bramito riecheggiare nella valle, specie nelle prime ore della notte, e non è poi così raro riuscire a spiare i maschi durante le loro parate per la conquista delle femmine. Per tutti coloro che vogliono provare l’emozione di vedere gli animali nel loro habitat naturale, vengono organizzati anche speciali safari serali, a bordo di fuoristrada e con l’accompagnamento di guide: indispensabile il binocolo (accompagnato da un po’ di fortuna). Un programma di massima prevede la partenza da Bormio nel tardo pomeriggio e, dopo gli (eventuali) avvistamenti, la cena tipica in un rifugio. L’avventura continua anche dopo cena: con il buio infatti gli animali scendono più facilmente verso il fondovalle ed è facile fare incontri ravvicinati. 

Per esplorare la Val Zebrù non è tuttavia indispensabile partecipare a una escursione guidata: i sentieri si possono percorrere a piedi in completa autonomia, scegliendo il più adatto al proprio livello di allenamento. Per imboccarli, bisogna procedere oltre Bormio in direzione di S. Caterina Valfurva: a San Nicolò Valfurva si trova la strada per la val Zebrù (in auto si arriva fino alla frazione di Niblogo, 1600 metri di altitudine, dove si trova il parcheggio). Lo scenario che si apre è selvaggio, maestoso, pieno di fascino: antichi alpeggi, pascoli, boschi di conifere e poi, man mano che si sale, un terreno sempre più aspro e le vette alpine a creare una scenografica quinta.
Tra queste spicca il Gran Zebrù che, con i suoi 3859 mslm, è una delle montagne più famose del Parco Nazionale dello Stelvio.
 

PANORAMICA DELLA VAL ZEBRU'
Dalla frazione di Niblogo, in località Madonna dei Monti, si imbocca la strada carrabile S529 e si raggiunge il ponte di Peceneccia, si gira a sinistra e ci si addentra nella val Zebrù vera e propria, costeggiando il torrente. Il percorso è agevole, nella prima parte immerso nei boschi intervallati da profondi valloni e terrazzi verdi dove si trovano le tipiche baite in legno. Il luogo è frequentato da ungulati e dal maestoso gipeto. Raggiunte le baite di Campo, a quota 1948 mslm, si sale a destra lungo un ripido sentiero a tornanti fino alla deviazione per il bivacco Costantini e si prosegue sul sentiero S526, pianeggiante, fino alle baite di Cavallaro.
Da qui si imbocca il sent. 527, abbastanza ripido a tornanti che riporta sulla strada carrabile nei pressi del Ristoro Zebrù e, da lì, si rientra alla frazione di Niblogo.
Lunghezza 18,3 km – Durata Trekking 6 ore – Difficoltà media –  Quota max. 2360 mslm – Dislivello 766 metri


SENTIERO GLACIOLOGICO IN VAL ZEBRU'
Dal Rifugio Forni si imbocca il sentiero S524 sulla destra del torrente Frodolfo e si gira a destra lungo il sentiero glaciologico alto segnato da un triangolo giallo. Il sentiero, molto panoramico, presenta lungo il suo percorso fortini e resti della Prima Guerra Mondiale. Dopo aver raggiunto il rifugio Branca, si rientra al rifugio Forni percorrendo la strada carrabile S530.
L’itinerario è stato realizzato nel 1995 per ricordare il centenario della fondazione del Comitato Glaciologico Italiano.
Lunghezza 8,5 km – Durata Trekking 3 ore – Difficoltà media – Quota max. 2620 mslm – Dislivello 479 metri
Cliccando questo link si scarica un PDF riassuntivo


GIRO DEL CONFINALE
Tra Valfurva e val Zebrù, il monte Confinale è il perno di un percorso in più tappe che, con diverse varianti, può richiedere da due a quattro giorni ed è appannaggio di escursionisti allenati ed anche bikers esperti.
Prima di "girarci attorno", come salire al monte Confinale? Il dislivello è tanto ma tecnicamente la salita non è proibitiva.
Questa montagna si trova tra cime maestose ed è praticamente al centro tra val Cedec, val Zebrù, valle dei Forni e Valfurva. Il Monte Confinale si presenta come una piccola piramide, solcata da canali nevosi che precipitano sulla sottostante vedretta del Forà e con una sviluppata cresta nord, se visto dalla val Zebrù mentre visto da sud ha un aspetto è più modesto, con creste di sfasciumi e pendii variegati. 
Dal rifugio Forni si prende il sentiero che passando a fianco della torretta dietro il rifugio, attraversa la cembreta dei Forni (una delle più estese dell’arco alpino formata in prevalenza da pino cembro) fino a raggiungere, a quota 2300 mslm, circa una mulattiera pianeggiante denominata Decauville. Si prosegue andando oltre le baite di Praccio, deviando poi sulla destra in val Manzina, seguendo il sentiero con le indicazioni per il bivacco del Piero - Lago della Manzina.
Il sentiero, passando nelle vicinanze dei resti di postazioni della Prima Guerra Mondiale, continua salendo sul pascolo con numerosi tornanti sino a raggiungere a quota 2780 mslm il lago della Manzina. Da qui si prosegue in direzione ovest/nord-ovest sui pascoli della Manzina per poi risalire un ampio vallone che conduce alla forcella del Confinale dove troviamo il bivacco del Piero posto a 3166 mslm sulla sella tra il monte Confinale e la cima della Manzina.
Dal bivacco si continua ad ovest lungo l’ampia cresta che in breve conduce alla vetta del Monte Confinale a 3370 metri di altezza.
Dalla cima il panorama è impagabile: a nord si nota l’Ortles 3905 metri, il monte Zebrù 3740 metri con il rifugio Quinto Alpini ai suoi piedi e più a destra il Gran Zebrù 3851 metri.
Proseguendo con lo sguardo verso destra notiamo il Cevedale, il Pasquale, il ghiacciaio dei Forni e la carrellata delle 13 Cime fino al Tresero e alla cima Sobretta.
Sono richieste più di tre ore per la salita: il dislivello positivo è di 1192 metri.
Il giro del Confinale, invece, può svolgersi in due o più tappe, con diverse estensioni, pernottando nei rifugi situati alle pendici di questa panoramica vetta.
La descrizione è tratta dal sito www.girodelconfinale.it da cui sono anche tratte le mappe in calce.
Il percorso in due giorni prevede il pernottamento presso rifugio V Alpini (2877 mslm) e una sosta al Rifugio Forni (2200 mslm) come base di appoggio prima e/o dopo il trekking.  
Sin dal primo giorno, passando in prossimità del ghiacciao del Cevedale, il paesaggio si rivelerà davvero sorprendente. Andando verso il passo del Zebrù, si attraverserà un sentiero lungo il quale è possibile scorgere animali affascinanti come stambecchi, gipeti ed ermellini. E ancora prati, boschi, tra dislivelli impegnativi e piane da percorrere immersi nella pace più totale. La prima tappa impegna per cinque-sei ore, guadagnando mille metri in salita e perdendone quattrocento in discesa. Dal rifugio Forni, infatti, si arriva al rifugio Quinto Alpini. Si cammina lungo la val Cedec per raggiungere il passo Zebrù. Da qui, dopo aver goduto dell’impagabile panorama a 360 gradi, si scende in val Zebrù fino alla bellissima cascata che si alimenta dal ghiacciaio della Miniera, da qui in circa 1h30' si giunge al Rifugio Quinto Alpini dove si pernotta.
Il secondo giorno si cammina un po' di più, sei-sette ore, facendo però solo seicento metri di dislivello in salita e, al contrario, scendendo globalmente per 1250 metri di quota. Dal Rifugio Quinto Alpini si parte in discesa, prima su sentiero e poi lungo la strada sterrata che porta in val Zebrù fino al piccolo ponte prima del rifugio Campo dove i cartelli che indicano le baite di Cavallaro guideranno lungo ripidi tornanti nel bosco per arrivare al limite della vegetazione sul sentiero che dall’alto sovrasta la val Zebrù. Si prosegue in falso piano fino alle baite di Cavallaro e poi verso le baita del Confinale sempre in direzione del Rifugio Forni. Ad un'ora dall'arrivo si può sostare presso l'agriturismo Ables, posto al culmine di una mulattiera di antica origine (e sfruttata durante la Grande Guerra) che sale da Santa Caterina.
PS: il rifugio dei Forni è raggiungibile in auto
Diverso il giro se si decide di organizzarsi in tre tappe: il punto di partenza è località Niblogo. Dal parcheggio si sale al rifugio Quinto Alpini percorrendo la magnifica e selvaggia val Zebrù prima su comoda strada sterrata e poi su sentiero agevole. Una salita da più di quattro ore con 1250 metri di dislivello in salita.
Il primo obiettivo del secondo giorno è il passo Zebrù: prima si scende fino alla cascata che si alimenta dal ghiacciaio della Miniera, poi si risale fino al valico, estremamente panoramico sul gruppo Ortles Cevedale e sulle 13 cime. Si scende poi in val Cedec raggiungendo i rifugi Pizzini e Forni. In tutto, circa cinque ore con quattrocento metri di salita e millecento di discesa.
L'ultimo giorno, infine, si cammina per circa sei ore perdendo 750 metri di quota: si passa dall'agriturismo Ables e si attraversano varie ambientazioni, godendo di panorami sempre nuovi, tra la valle di Confinale, le baite di Cavallaro e, da ultimo, la val Zebrù con la discesa al punto di partenza. Tappa lunga ma con lunghi tratti pianeggianti e solo duecentocinquanta metri di dislivello positivo.
Clicca qui per scaricare la mappa del percorso in due giorni o tre giorni
Clicca qui per visualizzare una brochure
Ed infine clicca qui per una bella mappa stilizzata del Giro del Confinale, a cura di Alice Pasinetti (www.instagram.com/littlepinealice)


Si può avere un assaggio della straordinaria ricchezza della vegetazione del Parco Nazionale dello Stelvio anche restando a Bormio, dove si trova il Giardino Botanico Alpino Rezia: posto perfetto per una gita con i bambini, ma anche meta ideale per tutti coloro che vogliono approfondire le proprie conoscenze di fiori e piante di montagna. Il Giardino, in via Sertorelli appena fuori dal paese, raccoglie in 14.000 mq oltre 2.500 specie vegetali, suddivise in quattro sezioni: la flora del Parco Nazionale dello Stelvio, collezioni fito-geografiche delle zone alpine, europee, extraeuropee, artiche e antartiche, le collezioni sistematiche e un arboreto. Il Giardino è aperto da maggio a settembre.
Per informazioni: Ufficio Turistico Bormio (www.bormio.eu) – tel. 0342/903300

Il Parco Nazionale dello Stelvio
Istituito nel 1935, il Parco Nazionale dello Stelvio – con i suoi 130mila ettari – è uno tra i più grandi d’Italia e dell’intero arco alpino. Si estende nel cuore delle Alpi Centrali e comprende l’intero massiccio montuoso dell’Ortles-Cevedale con le sue valli laterali. Nell’area ci sono tutte le possibili formazioni alpine, dai ghiacciai di alta quota agli alpeggi e dalle terrazze fino al fondovalle. All’interno dei suoi confini si possono ammirare ampie distese di boschi, aree coltivate, paesi e masi di montagna abitati tutto l’anno. Le condizioni idro-geologiche danno un’impronta singolare al paesaggio, dove si incontrano laghi glaciali e torrenti di montagna.
Presenti infine ampi ecosistemi ricchi di flora e fauna.
Il Parco Nazionale dello Stelvio in pillole:
• Istituzione: 1935
• Ente gestore: Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio (www.stelviopark.it)
• Superficie: 130.734 ettari
• Regioni: Lombardia e Trentino Alto Adige
• Province: Sondrio, Brescia, Bolzano e Trento
• Abitanti: 12.000 circa
• Ghiacciai e nevi perenni: 8,7% della superficie totale (al 2015)
• Boschi di conifere: 25,7 % della superficie totale
• Laghi: oltre 90
• Cima più alta: Monte Ortles, 3905 metri

Proseguiamo descrivendo altre passeggiate, località per località. Ogni percorso ha una sua scheda in PDF.


DA BORMIO ALLA PEDEMONTANA DELLA REIT
Pravasivo - Cà Bianca - Giardin - Teregua (sentiero S533 / S511 / S531)
Il percorso, caratterizzato da brevi saliscendi, attraversa il monte Reit all’interno di un bosco di larici (da qui l’etimologia La Reit, lariceto). Partendo da Pravasivo (sulla SS38 dello Stelvio, 1 km prima dei Bagni Vecchi), si raggiunge il paese di Teregua, nel comune di Valfurva, con numerose deviazioni verso Bormio o altri sentieri.
Lunghezza 6,7 km – Difficoltà media – Durata trekking 1h50' – Quota max 1569 mslm – Dislivello 213 metri
In località Ca’ Bianca, è possibile prendere il sentiero S532 che porta alla Croce della Reit attraverso un sentiero ben tracciato anche se in alcuni tratti ripido e caratterizzato da tornanti numerati. Dalla Croce è possibile godere di uno spettacolare panorama di tutta la vallata, da Bormio a Valdisotto, Valdidentro e Valfurva.
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF
 

DA BORMIO: IL GIRO DELLA VALLECETTA
Bormio - Cabinovia Bormio 2000 e funivia Bormio 3000 - I Bei Laghetti - Sobretta - Pozzo dell’Acqua - Bormio 2000 - Bormio (sentiero S541 / S518 / S543.2)
Da Bormio si sale fino a Bormio 2000 e a Bormio 3000. Imboccando il sentiero S541, inizia il percorso (molto tecnico se fatto in mountain bike) che scende in località Bei Laghetti fino a Bocca di Profa (traccia ampia ma a tratti su grossi sassi). Ai Bei Laghetti, in tutto una decina, la traccia diventa più stretta ma meno sconnessa. Alla Bocca di Profa, si prende, a sinistra, il sent. S518, a tratti ripido, fino a raggiungere la strada sterrata ai Monti di Sobretta. Proseguendo sul sentiero S543.2 si raggiunge località Bormio 2000, passando per Pozzo dell’Acqua de Fontanalonga.
Lunghezza 15,4 km – Difficoltà media – Durata trekking 4h15' – Quota max 3000 mslm – Dislivello 1060 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


PANORAMICA SULLA VAL VIOLA
Albergo Viola - Baite Cagnol - Sattarona - Soleir - Funera - Stagimei - Arnoga (sentiero N148 / N128 / N290)
Di fronte all’albergo Viola, il località Arnoga, lungo la SS. 301 che porta a Livigno, si imbocca il sentiero N148 che, dopo due tornanti in salita giunge alle Baite Cagnol. Il percorso, in salita, inizialmente tra i boschi e poi lungo i pascoli, offre una splendida visuale dei montagne circostanti: S. Colombano, Cima Piazzi, Corno Sinigaglia, Corno Dosdè e Cima Viola. Al bivio, in località Soleir, si sale verso monte lungo un tratturo non segnalato fino alla località Sattarona da dove si ha una splendida vista sulla vallata e verso la val Verva. Da qui, si imbocca il sentiero N128 che, dopo aver passato Stagimei, prosegue in discesa tra pascoli e prati. Il ritorno è previsto lungo il sentiero N290, la strada carrabile principale della val Viola fino ad Arnoga.
Lunghezza 11 km – Durata trekking 3h30' – Difficoltà facile – Quota max 2377 mslm – Dislivello 497 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


GIRO DEI LAGHI DI CANCANO

Ristoro Monte Scale - ristoro San Giacomo - ristoro Val Fraele - tistoro Monte Scale – (sentiero N199)
Partendo dal ristoro Monte Scale, lungo la strada sterrata N199, attraverso un percorso con pochi dislivelli, si costeggia prima la diga di Cancano e, a seguire, quella di San Giacomo di Fraele. L’itinerario prevede il giro completo del lago di San Giacomo, l’attraversamento della diga e il ritorno al punto di partenza costeggiando sempre la diga di Cancano fino al ristoro Monte Scale.
Lunghezza 16,8 km – Durata trekking 4h30' – Difficoltà facile – Quota max 1980 mslm – Dislivello 35 metri
Partendo dai Laghi di Cancano, è possibile effettuare anche altre escursioni. Dalle Torri di Fraele, le due torri medievali che si trovano a guardia della Valdidentro, è possibile raggiungere la Croce del Monte Scale seguendo la mulattiera N197.1 posta sul davanti, più impegnativa, o il sentiero N197, posto sul lato opposto. Partendo invece dalla seconda diga, quella di S. Giacomo, è possibile percorrere la Val Alpisella, sentieri N138 e N138.1, dove si trovano le sorgenti del fiume Adda e raggiungere Livigno.
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


MALGA SAN COLOMBANO - OGA

Malga S. Colombano - Pozza - Sposina Bassa - Forte di Oga - Crap del Maro - Oga (sentiero N280)
Partendo dalla Malga S. Colombano, il percorso si snoda in discesa lungo il sentiero N280 su un’ampia strada carrabile. Durante la camminata, si incontrano località come Pozza, Sposina Bassa e il Forte di Oga, intitolato al capitano valtellinese Venini e costruito tra il 1908 e il 1912 a difesa dei principali valichi alpini durante la Prima Guerra Mondiale. Sempre proseguendo lungo il sentiero, si raggiunge località Crap del Maro e il centro di Oga.
Lunghezza 7 km – Durata trekking 2h  – Difficoltà media – Quota max 2230 mslm – Dislivello 759 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


LAGO DI CAMPACCIO

Monte - Campello - Campaccio - Lago di Campaccio (sentiere N273 /N208)
Il percorso si sviluppa in salita dal parcheggio della loc. Monte dove, seguendo il sentiero N273 in direzione nord-ovest si raggiungono le baite di Campello. Da qui, procedendo lungo il sentiero in direzione ovest, si intercetta per un breve tratto il sent. N208 e si continua fino alla malga di Campaccio, in direzione sud-est, dove si trova l’omonimo laghetto alpino. Il percorso è caratterizzato dalla presenza di sorgenti, punti panoramici e di interesse artistico, come la Chiesetta della Visitazione della Beate Vergine Maria in località. Monte.
Lunghezza 3,7 km – Durata trekking 2h  – Difficoltà media – Quota max 2284 mslm – Dislivello 682 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


PASSO DELLO STELVIO: FILON DEI MOTT
Passo dello Stelvio - monte Scorluzzo - Filon dei Mott - malga Scorluzzo -III Cantoniera (sentiero S506 / S505)
Dal Passo dello Stelvio, si imbocca il sentiero S506 che porta al passo delle Platigliole e alla cima dello Scorluzzo (3095 mslm). Dalla vetta, si scende la cresta sud ovest lungo un tracciato dove sono ben visibili le difese austriache durante la Prima Guerra Mondiale. Superato l’ultimo avamposto, si entra nella “Terra di nessuno” fino ad incontrare la prima ridotta italiana. Si prosegue lungo la cresta fino ad un ometto di sassi. Da qui, tra camminamenti e trincee in pietra, si domina la Valle dei Vitelli. Dopo una breve discesa, si raggiunge un fortilizio delle truppe alpine e, tra i resti delle baracche, si imbocca il sentiero principale fino alla malga Scorluzzo per poi continuare lungo il sentiero S505 fino alla III Cantoniera.
Lunghezza 8,3 km – Durata trekking 2h50' – Difficoltà media – Quota max 3079 mslm – Dislivello 780 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF
 

ATTORNO ALLO STELVIO: LE TRE BARACCHE
II Cantoniera - Le Buse - Fortini Alti - Dosso della Fornace - Le Tre Baracche (sentiero S505)
Lungo la SS38 dello Stelvio, raggiungere il tornante sopra la II Cantoniera ed imboccare il sentiero S505 che porta nella Valle dei Vitelli. Superato il torrente, al bivio, proseguire diritti fino alla località Le Buse dove, durante la Prima Guerra Mondiale fu costruito un villaggio militare difeso da un complesso di trincee scavate sulla dorsale retrostante. Due postazioni di artiglieria in galleria puntavano sulla strada delle Stelvio e sulla valle dei Vitelli per evitare gli attacchi delle truppe austriache. Dalle Buse si prosegue in costa lungo i pendii della Glandadura fino a raggiungere Pian Pecci dove, al bivio, si lascia a destra il sentiero che porta alla I Cantoniera e si prosegue sino al panoramico passo del Crap dell’Aquila, dal quale una traccia scende sulla SS38 dello Stelvio nei pressi della località Palone.
Lunghezza 8,9 km – Durata trekking 3h15' – Difficoltà media – Quota max 2456 mslm – Dislivello 852 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


VAL REZZALO

Ponte dell’Alpe – Val di Rezzalo – rifugio la Baita – Fumero (sentiero S519.2)
Da Santa Caterina Valfurva si raggiunge, anche in macchina, il Ponte dell’Alpe sulla strada che porta al passo Gavia. Da qui, si imbocca il sentiero S519.2 che costeggia il torrente dell’Alpe e si snoda tra i pascoli. Raggiunto il passo dell’Alpe, inizia la lunga discesa della val di Rezzalo. Il primo tratto è un sentiero che poi diventa una strada più pianeggiante fino a diventare una carrabile.
Dopo aver oltrepassato diverse baite in pietra a secco e dei fienili, si raggiunge il rifugio La Baita e si prosegue in direzione Fumero, frazione del comune di Sondalo.
Lunghezza 12,6 km – Durata trekking 3h30' – Quota max 2460 mslm – Dislivello 999 metri
Se non si è in grado di organizzare il rientro da Sondalo e dintorni, ci si può fermare al rifugio La Baita e poi rientrare, oppure si può pensare di salire da Fumero, frazione di Sondalo, partendo dal parcheggio La Fontanaccia. In 1h15' si è al rifugio La Baita ed alla scenografica chiesetta di San Bernardo. Più tempo, invece, richiede la conquista del passo dell'Alpe.
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF
 

DA SONDALO A LI MOREGN
Prà di Piaz – Fiecc – Mota Crosc – Li Moregn (sentiero N271 / N269.1).
Da Sondalo si raggiunge la cava di quarzo, uno dei più importanti d’Europa. Dopo il piazzale della cava si segue la strada N271 per Esc fino ad incontrare il sentiero N269.1 che si stacca sulla sinistra. Il sentiero passa a margine dei prati e poi si inoltra nel bosco di abeti fino a Fiecc. Dopo un breve tratto ripido e sassoso, si raggiungono le baite de Li Mota dove il bosco di abeti lascia il posto a quello di larici. Da Li Mota si segue il muraglione che delimita i prati, per poi salire gradatamente ad ampi tornanti fino ai poggi rocciosi di Mota Crosc dove si incontra una roggia che deriva le acque della Val del Corn.
Questo posto è un punto panoramico interessante e uno dei più curiosi del comune di Sondalo. Sul poggio più alto, in corrispondenza di una piccola radura, stacca sulla sinistra il sentiero che porta in poco più di un quarto d’ora a Li Moregn, da dove si può ammirare l’intera conca di Sondalo e le montagne che la circondano.
Lunghezza 3,6 km – Durata trekking 1h40' – Quota max 2072 mslm – Dislivello 1529 metri
Scarica la descrizione ed altri dettagli in PDF


La Valtellina e la Lombardia su www.cicloweb.net:
- escursioni e passeggiate in Lombardia,
- guide alla montagna lombarda,
- pedalare in Lombardia
Nel 2022 abbiamo partecipato alla Stelvio Santini, un'ottima occasione per mettersi alla prova sulle strade dell'Alta Valtellina, arrivando infine in vetta al passo dello Stelvio. I dettagli della gara, cliccando questo link.
Ed inoltre ciaspolate in Lombardia, da www.ciaspole.net
 

Si ringraziano per i testi www.bormio.eu ed il suo staff. Per le foto si ringrazia sempre www.bormio.eu  ph. Robytrab

Condividi su  -