passeggiate nel piccolo Tibet incastonato nelle Alpi lombarde
Questa pagina è stata realizzata grazie all'aiuto dell'ufficio turistico di Livigno.
Per conoscere l'altopiano di Livigno, una facile passeggiata adatta a tutti: la "panoramica da li tea". Si tratta di un lungo sentiero, dalla Calchèira e Palipert, che delimita i prati ed il bosco, attraverso una serie infinita di tee, le caratteristiche baite livignote. Edifici davvero caratteristici e ricchi di storia: Plazèec, Tagliede, Plan, Rin, Pel e Florin conservano il loro antico aspetto ed il fascino delle costruzioni in legno.
Per ammirare le "tee" si può anche passeggiare tra le località Bondi e Pemont.
Proprio dalla "panoramica de li tea" si può prendere il sentiero che conduce al rifugio Costaccia, a 2362 mslm. Non è tanto la meta ad incantare (è un rifugio sulle piste da sci, quindi raggiunto da piloni e un tracciato in ghiaia) quanto l'immersione in un bosco di larici che durante ottobre e novembre raggiunge il suo massimo fascino. Si tratta di una salita che impegna per circa un'ora a partire dalla Tea di Nonì: punto intermedio la croce di Vallandrea. Una volta qui, e oltre il rifugio, distante pochi minuti, si apprezza un bel panorama sull'altopiano di Livigno e, guardando a nord, sulla val Federia, armonioso patchwork di lariceti, abetaie e pascoli.
Clicca sull'immagine Kompass per aprire una mappa d'insieme del percorso. In verde è sottolineato il punto di partenza, in giallo la tea della svolta a destra, in salita, ed in rosso il rifugio d'arrivo.
Gratificante, e facile, è giungere al Baitel da Mott da cui si ha una bella vista sulla vallata di Livigno e su laghi e ghiacciai del gruppo Ortles-Cevedale.
Facile anche la salita in val Alpisella: oltre il passo Alpisella, posto a 2292 mslm, si trovano le Sorgenti dell'Adda (meno di mezz'ora in falsopiano e leggera discesa dal passo).
Un lungo sentiero conduce invece ai laghi della Forcola, a 2675 mslm: si tratta di una zona caratterizzata da nove laghetti e dalla presenza di esemplari di tipica fauna e flora alpine.
Altro obiettivo, a 2682 mslm, è il rifugio Cassana nei pressi dell'omonimo passo, un favoloso punto panoramico sulle cime dell'Ortles-Cevedale.
Gite in carrozza sono organizzate in val Federia e verso l'Alpe Vago. La prima è una verde e lunga vallata laterale, ricca di acqua e pascoli, chiusa al traffico e che ha segnato lo sviluppo agropastorale di Livigno: numerosi sono le tee dove i pastori dimoravano d'estate. Malghe ed alpeggi caratterizzano anche l'Alpe Vago, obiettivo di un altro percorso che si può effettuare anche in carrozza.
A proposito di val Federia, ecco un passo tratto da www.paesidivaltellina.it/valfederia/index.htm
"Val Federia, ovvero la valle delle pecore, stando al nome, che deriva da "feda", cioè "pecora che ha partorito", ma anche semplicemente "pecora". Sul finire dell'Ottocento i pascoli della valle si estendevano per 62,697 ettari, fornivano un reddito di 1000 lire, venivano gestiti comunitariamente e caricavano 50 mucche, 400 pecore e 600 capre. Sarebbe riduttivo però pensarla solo come valle di pastori e pastorizia. E' anche la valle dei valichi, ben tre sul versante occidentale, che si affaccia alla bassa Engadina, valichi utilizzati in passato per scendere a S'chanf, anche perché il passaggio per la Valle di Livigno era sì più basso, ma anche più pericoloso, a causa del burrone di Ova Spin. Da sud sulla testata occidentale della valle troviamo la disagevole Forcola di Federia, il più praticato passo di Leverone e l'ancor più utilizzato passo di Cassana, denso di transiti e di storia.
Il passo di Cassana (m. 2694, "pass da Casciàna", secondo l'espressione dialettale, “pass Chaschauna” - pronuncia: ciascèna - secondo la denominazione romancia del versante elvetico) è il più agevole valico che mette in comunicazione il Livignasco con S’chanf, quindi l’antica Contea di Bormio con l’Engadina (diciamo Bormio con Coira, attraverso Livigno, Arosa, Davos e il passo della Scaletta). Assunse, quindi, in passato una notevole importanza storica, soprattutto nel contesto delle guerre di Valtellina (1620-36), che videro contrapposte da una parte le Tre Leghe Grigie, cui si allearono i Francesi, dall’altra gli Spagnoli che appoggiarono la rivolta dei nobili cattolici valtellinesi e gli Imperiali della casa d’Asburgo (genericamente chiamati tedeschi)".
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