idee per passeggiate e trekking nelle Alpi più orientali
Nella zona di Bovec non mancano i rifugi che possono diventare meta di interessanti escursioni. Il rifugio Peter Skalar si trova sulla sella sotto il monte Konjec, ai piedi del massiccio del Kanin. Ricostruito nel 1983, dopo la distruzione della malga poco sotto per un incendio nel 1972, porta il nome di un rivoluzionario caduto durante la Seconda Guerra Mondiale. E' raggiungibile dalla valle o dalla stazione superiore della funivia.
Ad una quota leggermente inferiore si trova il rifugio Trzaska Koca sul Dolic (2151 mslm). Sorge sulla sella tra Kanjavec e Triglav. Si trova all'importante incrocio dei percorsi tra il Triglav ed i suoi laghi e tra Bohinj e Trenta.
Presso i laghi del Krn si trova il rifugio Planinski Dom, a 1385 mslm ed aperto solo nel 1984. Si trova nel boschetto che domina il lago di Dupeljsko, tra le vette Baba, Smohor e Lemez.
Sul passo Vrsic (o passo della Moistrocca) si trova il Rifugio Ticarjev Dom. Il nome viene dal presidente della Società Alpina di Kraniska Gora al momento della costruzione: Josip Ticar.
E' un punto di partenza ideale per la camminata alla Slemenova Spica. Un paio d'ore per circa trecento metri di dislivello. Lo Slemenova spica è il paradiso dei fotografi ma regala emozioni a tutti: dall'erboso terrazzo che dà inizio alla lunga catena di montagne che si spingono verso lo Jalovec si aprono vasti panorami sulle montagne e le vallate circostanti.
Un minuscolo laghetto impreziosisce il luogo dove si ergono anche alcuni larici. Impagabile in autunno!
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Una delle più importanti tappe della Magistrale del Triglav è il rifugio Zavavska Koca na Prehodavcich (2071 mslm). Si trova a sud-ovest del massiccio del Kanjavec, su un'altura panoramica all'inizio della valle dei laghi.
Panoramica anche la posizione del Pogacnikov Dom na Krskih Podih, a 2050 mslm su un pianoro carsico con vista su Trenta. E' stato inaugurato nel 1951 ed è dedicato ad uno dei dirigenti della Società Alpinistica Slovena che più si adoperò per la costruzione, Joze Pogacnick.
Il monte Krn è la cima sacra degli sloveni occidentali.
La salita può iniziarsi dalla vallata ma è consigliabile ridurre il dislivello complessivo iniziando a camminare da malga Kuhinja. Lungo la strada si raggiunge malga Leskovca. Seguendo il sentiero ci si innalza ad una caratteristica valle orlata ai margini delle colorate pareti del Rdeci Rob. Quando la valle gira attorno al Maselnik appare il piccolo Lago di Luznica. Attraversando la pietrosa vallata si arriva alla sella sotto la Batognica. Il sentiero migliore passa per le cime che gli eventi bellici dell'ultimo secolo hanno profondamente modificato. Giunti alla forcella Canin appare il monte Krn, caratterizzato dal rifugio appena sotto la cima (2224 mslm).
Ai confini con l'Italia si trova il monte Mangart, 2679 mslm. Una vecchia strada militare conduce sino ai 2055 metri dell'alta sella del Mangart. Dalla sella, sotto la quale si trova un rifugio alpino, ci sono due possibilità di salita: la più difficile è il sentiero sloveno, più facile la variante italiana. Dalla sella il sentiero conduce sotto al roccioso massiccio del Mangart. Continua poi a destra in un caratteristico canalone obliquo, da percorrere fino alla fine. Ci si imbatte in una parete ben assicurata che conduce su di una larga spalla e poi sulla panoramica cima.
Nella zona di Kraniska Gora è invece possibile effettuare una bella passeggiata panoramica nella riserva naturale Zelenci e nei pressi delle sorgenti della Sava Dolinka e del Nadiza.
Camminando sotto i campi da sci si arriva alla palude posta in mezzo alla valle, impreziosita da Zelenci. Dal limpido laghetto nasce la Sava Dolinka. Tornati sulla strada si prende il sentiero che porta verso Planica ed i famosi trampolini per lo sci. Passato il centro sportivo l'ambiente si acquieta: un tranquillo sentiero prosegue attraverso pini mughi e all'ombra del bosco. In breve si ammira un eccezionale panorama sui prati del Tamar, con lo sfondo delle ripide pareti e l'aguzzo Jalovec. Non lontano dal rifugio si trovano le sorgenti e la cascata del Nadiza.
Nella zona di Bled si trova una delle più visitate particolarità naturali della Slovenia, la forra Vintgar. Da Bled si prende per Podhom, paese a nord del lago. Il tracciato porta all'ingresso alla forra (3.5 km dal lago), attrezzata per i visitatori sin dal 1893. Nella forra scorre, impetuoso e travagliato, il torrente Radovna. Dalla forra si sale sino alla chiesetta di Sv. Katarina, ottimo punto panoramico sul lago di Bled.
Vasti panorami anche dalla cima Debel Pec (2015 mslm). Dall'altopiano del Pokljuka si sale alla malga Lipanca (1633 mslm) secondo diversi percorsi. Dalla malga si continua comodamente verso nord e poi ci si innalza sino ad un bivio dove si seguono a destra i segnavia e le indicazioni per Debela Pec.
Un facile percorso cinge il più grande lago naturale sloveno, quello di Bohinj.
Si parte da Ribcev Laz, o dalla chiesetta di Sv. Janez, e si attraversano i luoghi eccezionali che impreziosiscono le rive del lago. L'ampia insenatura di Fuzine, i prati di Ukanc, la chiesetta di sv. Duh ed eventualmente si possono effettuare digressioni verso la cascata della Savica o alla forra del fiume Mostnica.
A 1761 metri di quota si trova Prsivec, punto panoramico raggiungibile con circa quattro ore di cammino in salita. Dal paese di Stara Fuzina ci si avvia lungo la strada della valle di Voje ed i segnavia presto indirizzano verso il ripido versante. Con rapide balze si sale alle malghe Vogar, dove si trova anche l'omonimo rifugio. Sul lato superiore del rifugio si trova una forestale che conduce verso ovest: alla sua fine prima dell'indicatore di direzione si gira a sinistra e si sceglie il segnavia del sentiero che porta lungo il margine e lungo il bosco sino alla base della massa sommitale del Prsivec. L'ultimo tratto è su una cresta in parte esposta.
Si discende verso Planina Visevnik e da lì ad est ed avanti per ripidi tratti sino al rifugio Planina pri Jezeru. Si continua a scendere verso l'alpeggio Blato, ma i segnavia indicano per tempo la deviazione da compiere per rientare al Vogar e di lì a Stara Fuzina.
I ghiacciai hanno scavato con decisione la valle Logarska, percorsa da vari sentieri che conducono alla cascata Rinka, sulla parte terminale e superiore della valle, o, trattenendosi in valle, portano a conoscere ricordi e testimonianze delle attività passate.
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