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Scorri la gallery del Monte Bondone, a cura dell'APT Trento - Bondone - Valle dei Laghi
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Monte Bondone, foto Apt
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Geologia del Bondone, foto Cavazzani
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Il profilo del monte Bondone, foto Cavazzani
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Geologia del Bondone, foto Cavazzani
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Il Monte Bondone in una foto Garzetti
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Il Monte Bondone in una foto Garzetti
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Foto Kiaulehn: Bondone anche per le mountain bike
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Foto Kiaulehn: Bondone anche per le mountain bike
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Monte Bondone: panorami in una foto Mosna
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Slittovia del Bondone in una foto storica (wikipedia)
Trentino

Monte Bondone

In collaborazione con www.discovertrento.it proponiamo una serie di passeggiate sul Bondone, spesso definita "la montagna di Trento" perchè si staglia proprio sul capoluogo: la sua vetta è visibile da ampi settori della provincia. 
Il gruppo montuoso - sì, "gruppo" secondo l'opinione di Aldo Gorfler, è delimitato a nord dalla forra del torrente Vela, a ovest dalla valle dei Laghi e dal basso Sarca, mentre a est dalla valle dell'Adige. Nella sua parte meridionale il gruppo si dirama verso sud-ovest, dando luogo ad una dorsale senza soluzione di continuità, detta del Bondone-Stivo, che porta alla cima di 2054 metri dello Stivo, delimitato verso sud dalla valle di Loppio. Ponendo quest'ultima come delimitazione geografica, anche il monte Stivo rientrerebbe in tale complesso montuoso, che dovrebbe più propriamente essere denominato Gruppo Bondone-Stivo.
La sua composizione geologica è quasi esclusivamente di rocce sedimentarie, in particolare una serie di dolomie, calcari dolomitizzati, calcari e marne aventi caratteristiche piuttosto eterogenee e risalenti all'era mesozoica e in misura minore terziaria. Dal 1968 ospita la "Riserva naturale integrale delle Tre Cime del Monte Bondone". Presso la stazione a monte della funivia Montesel sul Bondone (1740 mslm), si trova una stazione meteorologica privata, che monitora temperatura (minima e massima) e umidità.
Al centro del Bondone, a circa 1500 metri di quota, si trova l'altopiano delle Viote, il quale è attorniato da quattro cime: il monte Palon (2.090 mslm), che si affaccia sulla Valle dell'Adige e domina la città di Trento, nonché le cosiddette tre cime del Bondone, ovvero monte Cornetto o Cronicello o Cornet (2180 mslm, la cima più alta del massiccio montuoso), Doss d'Abramo (2140 mslm) e Cima Verde (2.102 mslm), che costituiscono tra l'altro un'area naturalistica a regime protetto. L'altopiano è chiuso verso Ovest dalla Rosta (1832 mslm) che si affaccia sulla valle dei Laghi. (https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Bondone)

Una curiosità: su questa montagna venne costruita la prima slittovia d'Europa (vedi la foto nella galleria)!

DOS TRENTO
Dislivello: 100 metri
Sviluppo: 1 chilometro
Tempo di percorrenza: 1 ora
Quasi un trekking urbano. ll percorso prende avvio dal Piazzale delle Truppe Alpine e segue la bella strada monumentale a tornanti che si arrampica lungo il versante meridionale del Dos Trento. Si entra nella galleria elicoidale, che ospita alcune opere lapidee, ed in breve si giunge al termine della salita, dove un edificio ospita il Museo Nazionale Storico degli Alpini. Con un ampio giro si percorre l'intero periplo della pianeggiante cima boscosa e si raggiunge il colonnato del Mausoleo dedicato a Cesare Battisti. La parte sommitale del dosso può essere visitata lungo i numerosi sentieri che la percorrono. Nello scendere si seguono i viottoli e le scalette che permettono di accorciare il tragitto, superando la galleria, per giungere nuovamente al punto di partenza.

FACILE: IL SENTIERO DEI CASTAGNI, DA SARDAGNA
Dislivello: 280 metri
Sviluppo: circa 6.5 chilometri
Tempo indicativo: 3 ore
Questo itinerario può prendere avvio dal paese di Sardagna, oppure da Trento utilizzando la funivia, equiparata ad un auto­bus di linea urbana. La descrizione prende avvio dalla stazione a monte della funivia, a Sardagna. Dalla piazzetta si gode di uno splendido panorama sulla città di Trento, dall'alto di una struttura in acciaio cor-ten che si sporge verso il baratro, at­trezzata anche come piccolo teatro all'aperto. Si scende verso il paese, si segue la provinciale 85 senza entrare nel centro e seguendo le indicazioni "Passo Camponzin", si percorre la via del Ronco d'Andrea. Ritornati sulla provinciale, a destra si stacca una stradina in discesa che porta in dire­zione nord nei campi coltivati, dove i cartelli in legno del Trekking urbano indicano la via da percorrere. Si sale brevemente nel bosco, ora su mulattiera, fino a raggiunge­re un coltivo con una casetta. Proseguendo per stradina, sempre in direzione nord, si raggiunge un bivio ed a destra, per bosco, brevemente al Parco de le Poze, in un bel castagneto con vista panoramica sulla Valle dell'Adige. Tornati al bivio, si gira a destra e si raggiunge la provinciale, che si segue in salita fino al primo dei 7 Tornanti, da dove a destra si stacca una stradina che ad uno slargo si abbandona verso si­nistra per un piccolo sentiero, che brevemente porta ad un punto di sosta con due casette dirute e ad un castagneto sovrastante. Saliti per sentiero al quinto tornante, si incontrano i cartelli che indicano da una parte il passo Camponzin e dall'altra il prosieguo del Sentiero dei Castagni. Attraversata la provinciale si percorre una stradina in discesa, verso sud est, e superato un vallone si giunge ad un bivio con indicazione Candriai. Si prende il sentiero a destra e si sale in un ampio castagneto, fino a raggiungere una stradina sterrata. Si seguono le indicazioni per Candriai, che portano a percorrere la sterrata sempre in direzione sud est. Superate due ampie curve, in un ambiente caratterizzato dalla presenza di begli esemplari di castagno, si continua sempre sulla strada principale, ignorando le deviazioni presenti. In discesa si giunge ad un bivio su un tornante, caratterizzato da una croce, dove si continua a scendere, si supera la presa di un acquedotto e al bivio sottostante si prende la stradina asfaltata in direzione sud ovest (verso destra). Ora si risale la valle del Rio di Sardagna, fino a superarlo con un ponte ed ora in discesa a sinistra per strada sterrata, si raggiunge un altro bivio con grande croce in legno. Tenendo la destra si entra in un altro castagneto, si scende per sentierino ad un'altra sterrata e sempre in discesa si raggiunge la strada che porta verso il centro del paese di Sardagna. Giunti all'altezza della chiesa, è possibile seguire la strada che scende fino al panoramico cimitero, con la chiesetta dei SS Filippo e Giacomo.

VIOTE - MALGA CAVEDINE - VIOTE
Si consiglia la partenza da Capanna Viote. Si prende per un tratto il sentiero 607 che, passando accanto all'osservatorio "Terrazza delle stelle" attraversa poi la torbiera. Di lì a poco, in prossimità di un bivio si lascia il sentiero 607 sulla sinistra e si prende a destra raggiungendo il castelletto Madruzziano e salendo la val d'Eva fino alla bocca di Vaiona (1696 mslm), qui si prende a sinistra un comodo sentiero che, prima pianeggiante poi in leggera salita, attraversa i pascoli. Alla destra del sentiero si possono vedere un baito per la fienagione restaurato e numerose trincee che si affacciano sulla Valle dei Laghi. Non di rado, nel periodo estivo, si possono incontrare greggi di pecore al pascolo. Il panorama sulle Dolomiti di Brenta e sul ghiacciaio del Carè Alto è splendido. Proseguendo la salita si fa un po' più impegnativa e conduce alla sorgente del Nassent (sulla sinistra) e infine a Malga Cavedine, recentemente restaurata e conosciuta in passato anche come malga Roncher  (1783 mslm), dove vengono serviti pasti caldi o merende. Dalla malga stessa sono visibili tracce di sentiero che raggiungono nuovamente il sentiero 607, che porta sulla cima del Cornetto. Il ritorno a Capanna Viote avviene per lo stesso itinerario dell'andata.

DOS DE LA CROS
Dislivello: 370 metri
Sviluppo: 4.5 chilometrI
Tempo di percorrenza: 2 ore
Dall'ufficio dell'APT di Vaneze si scende al parco giochi, por­tandosi presso l'ultimo caseggiato (ex discoteca Studio Uno). Il sentiero da prendere è quello in discesa, indicato dalla tabel­la riportante il numero 7 Sentiero del Caporal-Corno, appeso ad un abete. Percorse alcune curve, il sentiero si addentra in un bel bosco, in leggera discesa, e giunge ad un caratteristi­co promontorio (Dos del Caporal). Ora il sentiero prosegue in salita, supera alcune vallecole e con alcuni tornanti sbuca sulla strada asfaltata in località Corno. Si prende a sinistra seguendo la strada che diventa sterrata ed esce dal bosco; in corrispondenza dell'ultima casa un cartello (8-Sentiero de la Cros) indica di prendere la ripida stradina che risale il prato e che sempre con una pendenza accentuata, attraverso il bosco, risale la cresta nord est del Dos de la Cros fino a giungere ad una bella e panoramica sella prativa. La cima è alla nostra sinistra e per raggiungerla è necessario inerpicarsi per un sentierino fino alla croce, dove si gode di un ampio panorama. Tornati alla sella, il percorso si dipana verso ovest, risale una modesta altura e scende dal lato opposto seguendo una stradina sterrata. Passati sotto la seggiovia 3-Tre, si aprono i prati delle piste da sci, giunti in prossimità della seggiovia Montesel, senza oltrepassarla, il percorso scende direttamente lungo la pista, fino ad oltrepassare nuovamente la seggiovia 3-Tre e raggiungere la bella chiesetta di Vaneze. Da qui in breve si torna al punto di partenza, passando sotto alla stazione di partenza della seggiovia.

IL GIRO DELLE TRE CIME
Dislivello: 870 metri
Sviluppo: 10.5 chilometri
Tempo di percorrenza: 5 ore
 un percorso classico del Bondone su sentieri mantenuti dalla SAT e in alcuni tratti richiede dimestichezza con le manovre necessarie per percorrere in sicurezza tratti, seppur brevi, di sentiero attrezzato con funi di metallo. Per questo motivo verrà descritto in senso orario, al fine di affrontare i due brevi tratti attrezzati, soprattutto quello a quo­ta inferiore, nel senso della salita. La partenza è indicata al posteggio delle Viote, presso il biotopo. Si segue il sentiero SAT 607 in direzione sud ovest, si oltrepassa la curiosa cupola dell'osservatorio "Terrazza delle stelle" e, abbandonatolo, si costeggia il terreno paludoso a fianco del bosco. Al bivio con la strada sterrata si prende a sinistra e poi a destra lungo una mulattiera che discende una vallecola fino a giungere nei pressi delle Caserme austroungariche. Ora a destra si prosegue su sterrata ed al primo bivio si tiene la sinistra con indicazione SAT 630B Acqua del Mandret. Si sale nel bosco per sterrata fino all'ampia radura della ex Malga Pozze bassa. Si prosegue ora per sentiero fino al bivio con il SAT 630 che da Aldeno arriva a Cima Verde. Il paesaggio cambia ra­dicalmente: siamo a cospetto delle pareti sud orientali delle Tre Cime (Cima Verde, Dos d'Abramo, Cornetto), che da questo momento faranno da quinta al percorso. A chi non fosse abituato a sentieri di tipo alpinistico, si consiglia di fermarsi in questo luogo, dal bel panorama, perché poco oltre sarà necessario affrontare un tratto di sentiero attrezzato. Superato il tratto attrezzato, il sentiero si porta sullo spigolo orientale fino a raggiungere facilmente Cima Verde. Abbandonato il sentiero SAT 630, si prosegue con il SAT 636, che si abbassa alla sella che divide Cima Verde da Dos d'Abramo. Risalito il contrafforte di quest'ultimo, si trovano due bivi in rapida successione. Il primo è con il sentiero SAT 638 che conduce verso la Pala Granda ed il paese di Cimone. Il secondo bivio interessa il nostro percorso. Per salire sul Dos d'Abramo e per discenderlo dal lato opposto, è necessario affrontare due brevi ferrate lungo il sentiero SAT 638A. Vi è un'altra via per raggiungere la cima del Dos d'Abramo, ed è la verticale ferrata "Giulio Segata" che ha due accessi: uno parte poche decine di metri a sud dell'attacco delle attrezzature del sentiero SAT 638A; l'altro è più in basso sulla verticale, con accesso dal sentierino che aggira il Dosso dal versante meridionale. (La ferrata Giulio Segata è chiusa per manutenzione ed a tutt'oggi ne è vietata la salita). Per chi non se la sentisse di affrontarle è possibile ag­girare la cima seguendo il SAT 636, prima perdendo quota, per poi risalire lungo una vallecola e raggiungere il bivio sull'altro versante della cima. Ora una breve cresta conduce fin sotto al Cornetto, che è più agevole da salire dal lato nord. Questa cima fu organizzata come Fortificazione campale, ricavando tutt'intorno ed al suo interno trincee e ricoveri in caverna. Per il ritorno a valle è sufficiente seguire in discesa l'in­tera cresta denominata Costa dei Cavai, che segnata come SAT 607 riporta al punto di partenza.

VASON
Dislivello: 450 metri
Sviluppo: 4  chilometrI
Tempo di percorrenza: 2 ore
È questo un percorso che può essere affrontato salendo o scendendo con la seggiovia. La descrizione è riferita alla salita a piedi. In corrispondenza del valico di Vason, aggirata la prima costruzione, inizia il sentiero che in leggera salita sottopassa la seggiovia Palon, attraversa la pista da sci ed imbocca la mulattiera militare denominata Sentiero dei Mughi. Il percorso risale il versante nord del Palon, sempre con dolce penden­za, ad esclusione di alcuni ripidi strappi, dove il sentiero deve superare i tratti della mulattiera meno visibili. A quota 1940 m. una stradina porta verso la cresta del Mugon, dove si trova il rudere di un osservatorio austroungarico e l'apparecchiatura antivalanghe. Il punto è ampiamente panoramico. Ritornati all'im­bocco della stradina, si continua a salire lungo il sentiero, che sempre costeggiando la seggiovia, in breve raggiunge la pista da sci che scende dalla cima del Palon. Ancora pochi metri e si raggiunge il pianoro dove è posizionata la stazione a monte della seggiovia, dominato dall'alta torre delle telecomunicazioni che incombe sulla cima. Durante la salita è possibile visitare, con due brevi digressioni, alcune opere militari austroungariche. Quella a quota più bassa è in fase di valorizzazione, ed il sentierino che collega i camminamenti è ad oggi poco marcato. A quota maggiore, seguendo le indicazioni delle tabelle, si possono visitare le cinque caverne costruite in un avvallamento e la "caverna del generatore", che ospitava un generatore di elettricità al servizio di tutte le postazioni della cima Palon. Per la discesa si prende la seggiovia. In alternativa a questa scelta, si può seguire la strada sterrata a servizio delle infrastrutture poste sul monte che, seguendo la pista da sci delle Rocce Rosse, conduce verso la piana delle Viote, sul versante nord occidentale del Palon. Giunti al sottopassaggio stradale, si abbandona la pista e si prende verso nord est la pas­seggiata panoramica, descritta nell'itinerario 17.

DA VASON ALLE VIOTE E RITORNO
Dislivello: 140 metri
Sviluppo: 6  chilometrI
Tempo di percorrenza: 2 ore
Dal valico di Vason si prosegue per la SP85 verso le Viote fino alla Casa Cantoniera, ultima costruzione dell'abitato. Si prende il largo marciapiede che con piacevole passeggiata pa­noramica conduce fino al sottopasso alla pista da sci e poi in discesa fino alla piana delle Viote. Qui troviamo il sentiero SAT 607 che passa sopra il ponte stradale. Lo si segue in direzione nord est verso Vason. Seguendo le indicazioni si attraversano i prati fino a raggiungere un piccolo altare in legno, sovrastato da un annoso esemplare di larice. Proseguendo si raggiunge la pista da sci delle Rocce Rosse. Attraversatala, in località La Cuna, si passa sotto alla seggiovia, dove la stradina diventa mulattiera. Lungo la discesa si incontra un bivio, dove il sentiero SAT 607 prosegue a sinistra. Si prende a destra, in leggera salita, il sentiero Cerce­nari con direzione Vason. Il sentiero percorre in salita un terreno caratterizzato da la­stroni di pietra inclinati, che indicano il luogo di distacco della grande frana del Lavè, citata al percorso 15. Giunti ad un ulteriore bivio, si prende a destra con indicazione Vason, una mulattiera scalinata, che in breve conduce fino alla strada provinciale, nel piazzale della Casa Cantoniera. È possibile avviare e terminare questo percorso anche dai posteggi delle Rocce Rosse o delle Viote.

E per pedalare? Itinerari e percorsi in bicicletta e mountain bike, cliccando qui: www.cicloweb.net/bicicletta/b-trentino/newbondone.htm

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