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Nel cuore del Latemar (scorri la gallery!)
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Verso la forcella dei Camosci
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La "Torre di Pisa"
Trentino

Val di Fiemme

RIFUGIO TORRE DI PISA
Il rifugio Torre di Pisa prende il nome da un campanile roccioso - "pendente" come la famosa torre della città toscana - e si trova nel cuore del Latemar, tra le valli di Fassa e di Fiemme e l'altoatesina val d'Ega.
Il rifugio si trova ad un'altitudine di 2671 metri sul livello del mare ed è raggiungibile, con un certo impegno, dal passo Pampeago (1993 mslm).
La traccia è ben segnalata e marcata, mai esposta.
I primi passi si svolgono su un'ampia carrareccia che risale l'area sciistica di Pampeago fino al passo Feudo dove, tra qualche traliccio e qualche impianto, si abbandona la "civiltà" per iniziare a risalire un crinale verso le vette del Latemar.
In breve, seguendo la traccia sempre ben segnalata, si lasciano i prati e ci si addentra nel regno delle rocce. Il sentiero si snoda tra qualche parete rocciosa fino a raggiungere il panoramico rifugio che regala un impagabile panorama sulle Dolomiti.
La passeggiata richiede un paio d'ore: ci si può quindi spingere verso la forcella dei Camosci o la forcella dei Campanili. Alla vista sulla Torre di Pisa, dunque, si aggiunge una più completa immersione in un ambiente dolomitico quasi lunare, affacciato su panorami quanto mai vasti. 



CIMA DELLE STELLUNE
Nel gruppo del Lagorai, invece, si può camminare verso la cima delle Stellune al culmine della Val Moena. Dopo le peccete sterminate, dalla malga delle Capre si prosegue in un vallone che sale a gradoni fino ai 1932 mslm del baito delle Stellune, tra vette ripide che racchiudono tutto lo scenario.
Qua e là sulle erbe sottili fugge la lepre alpina che in inverno si mimetizza nella neve. Di fronte si erge la cima delle Stellune.
La sua salita si affronta sui prati verso destra fino a raggiungere la forcella di Val Moena che guarda verso il lago delle Stellune.
Il restante impegnativo percorso appare quasi come una lunga scalinata nei porfidi verdastri, in mezzo a ruderi delle opere di difesa dei soldati austroungarici. Sulla cima delle Stellune i panorami si fanno estesissimi in ogni direzione.
Ritornando alla malga Nuova l'attenzione è rivolta al rivo che indugia in continui meandri nell'umida e molle piana da cui la Valmoena prende il nome.


MOREGNA
Dalla malga di Valmaggiore parte uno degli itinerari più accattivanti del Lagorai. Nella valle che sale a sinistra si raggiunge un laghetto arginato da una morena a grandi blocchi. La ripida salita porta in fretta al bivacco Paolo e Nicola. Poi il sentiero, non di rado attraversato dalle fughe dell'ermellino, va in piano verso Moregna vicino ad una linea della Grande Guerra.
In basso, i fianchi della Valbona sono rivestiti di "nóre", gli alni verdi di sicuro rifugio per i cervi. Si raggiunge per erte tracce la forcelletta a 2397 mslm, tra il Coltorondo e la cima Moregna; di qui un pendio accidentato si abbassa al lago Brutto, cinereo e spesso colmo di neve; poco sotto sta il più placido lago delle Trote. Una lieve ripresa di quota consente di arrivare alla malga e al lago di Moregna, che si lasciano costeggiando il Dos delle Nore e scendendo fra gli abeti rossi di Valmaggiore.


TRAVERSATA DEL LAGORAI DAL PASSO ROLLE AL PASSO MANGHEN (3-5 giorni)
La Val di Fiemme propone anche alcuni trekking in più giorni, molto belli e suggestivi. Ne suggeriamo di seguito due.
Le attraversate del Latemar e delle Pale di San Martino danno la possibilità di conoscere il mondo delle Dolomiti, la cui origine deriva da sedimenti marini che successivamente nell'epoca glaciale hanno dato forma alle montagne come si presentano ai giorni nostri con torri, cime e rocce frastagliate.
Osservando con attenzione le pareti non è difficile trovare fossili di conchiglie, lumache, pesci ed alghe.
In contrasto con le Dolomiti, il trekking del Lagorai porta attraverso una montagna di roccia esclusivamente porfirica. Forti attività vulcaniche hanno creato questo paesaggio montano ancora selvaggio e incontaminato. Lungo il tracciato che ripercorre il fronte della Prima Guerra Mondiale dove si scontrarono gli eserciti dell'Impero Austro Ungarico e quello del Regno d'Italia, si possono ancora vedere le postazioni, le baracche, i recinti di filo spinato, i bossoli ed altro materiale bellico, ma anche fiori e piante di alta montagna nei loro più splendidi colori; tutte sono severamente protetti e ne è vietata la raccolta. Altri accompagnatori nella natura solitaria possono essere le marmotte che con il loro fischio stridulo attirano l'attenzione degli escursionisti. Vi sono molti camosci e non di rado sorvolano i cieli aquile o falchi o le sfacciate cornacchie che sostando, mendicano del cibo.
La fatica dei trekking sarà dimenticata velocemente grazie a tutte queste bellezze naturali ed agli splendidi panorami a 360° e la memoria conserverà soltanto la meravigliosa esperienza naturalistica.
Le tappe del trekking del Lagorai:
- Da malga Rolle (1900 mslm) per sentiero 348 ai laghi del Colbricon al passo Colbricon, poi con il sentiero 349 alla forcella Ceremana e al bivacco Aldo Moro (2565 mslm)  Tempo: 5-6 ore
- Dal bivacco Aldo Moro sempre seguendo il sentiero 349 al bivacco Paolo e Nicola alla forcella Valmaggiore (2180 m). Tempo: 5-6 ore
- Dalla forcella Valmaggiore sempre seguendo il sentiero 349 per il lago Brutto, il lago delle Trote, il Cadinon alla malga Sadole - rifugio Cauriol (1587 mslm), l'unico rifugio gestito. Tempo: 5-6 ore
- Dal rifugio Cauriol con il sentiero 320 a passo Sadole, poi con il sentiero 321 al passo Litegosa, cima Litegosa, cima di Copola, Cimon di Lasteolo per la valle dei Pieroni a malga Lagorai (1870 mslm) Tempo:6-7 ore
- Dalla malga Lagorai con il sentiero 316 ai Laghetti di Lagorai, forcella Buse dall'Or, poi con il sentiero 321 alla forcella di Val Moena e il sentiero 322 al passo Manghen (2013 mslm) Tempo: 7-8 ore
I tratti "ferrati" vanno affrontati con l'adeguata attrezzatura.


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In collaborazione con
Apt Val di Fiemme
www.valfiemme.net

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