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Lombardia

Oltre Lario

In questa pagina raccontiamo tre itinerari proposti da OltreLario “viaggiare a ritmo lento nelle sensazioni”. La filosofia di OltreLario è quella di attraversare boschi in maggio e essere pervasi dal profumo dolce del sambuco, è posare i piedi nel sottobosco ed essere invasi dall’aroma dell’aglio orsino, è cavalcare fra i maggiociondoli con le fronde ricche di grappoli dorati in fiore.
E lo stesso nelle altre stagioni!
Incontrare alberi maestosi e secolari che nascondono storie del passato, come il «Foo di Parol» in Valle d'Intelvi, nascondiglio perfetto per i messaggi dei contrabbandieri vicino al valico di confine svizzero. Oppure provare ad abbracciare la circonferenza di quasi otto metri del castagno secolare detto «Castanun de Buncava» di Barni.
È costruire percorsi su tornanti, salite, pianori storici, intersecare panorami a strapiombo sul Lago di Como ed emozionarsi davanti alla meraviglia dei «funghi di terra» del Triangolo Lariano e i paesaggi che hanno ispirato pittori come Eugenio Spreafico e Giovanni Segantini e «Magistri» comacini nei loro decori in stucco e scagliola, che hanno abbellito...


Ecco tre proposte!  Ma per saperne di più: https://www.sharry.land/it/meraviglie/oltrelario


In bici nel Triangolo Lariano – percorso difficile
Un percorso di trentasette chilometri, ad anello, con partenza e rientro a Canzo, paese immerso nel verde, accompagnato al suo ingresso dalle acque del lago del Segrino, piccolo bacino prealpino di origine glaciale. Il tracciato è destinato a ciclisti con una buona capacità tecnica, in quanto presenta un dislivello positivo di 1155 metri circa e pendenze notevoli fino al 30%.
Si consiglia di percorrere l’itinerario su due giorni per avere la possibilità di vivere le esperienze tipiche del Lario ad esse collegato e di ammirare i punti di interesse naturalistici e storici che si possono incontrare.
Si potrà percorrere la storia della bicicletta dalla visita al Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo all’incursione in un laboratorio artigianale che fabbrica ancora cerchi in legno per biciclette; dalla manipolazione della pasta di caprino con erbe selvatiche raccolte in loco ad un pic-nic al pascolo con prodotti tradizionali. Si potranno visitare piccolissimi borghi montani e santuari dedicati alla Madonna, si incontrerà la natura nelle sue più varie forme: laghetti, massi erratici e sorgenti. Si avrà la possibilità di conoscere l’arte che permea i paesi del Triangolo Lariano.
Si parte dalla stazione di Canzo in centro paese e ad Asso si prosegue a destra per Valbrona.
Dopo circa duecento metri si svolta a destra su un ponticello che porta alla ciclabile del laghetto di Visino di Valbrona.
Si rientra, poi, sulla Provinciale, che si lascia all’altezza di Maisano, una delle più antiche frazioni di Valbrona. Si raggiunge la fontana detta di San Carlo, adiacente al lavatoio, dove si racconta che il Santo si sia dissetato. Qui è ancora ammirabile una delle prima abitazioni del piccolo borgo con l’affresco di S. Antonio e S. Francesco sopra al portone di ingresso.
Dopo pochi metri si incontra la Cappella della Sacra Famiglia e si prosegue per la mulattiera, che conduce all’Alpe di Monte, piegando a sinistra. Il percorso, con fondo ben cementato e pendenze notevoli è ben segnalato ed intervallato dalla presenza di gelsi, testimonianza di un periodo in cui l’allevamento dei bachi da seta era una delle basi di sostentamento per la civiltà contadina locale.
Raggiunta l’Alpe di Monte, 734 mslm, nel cui prato è possibile ammirare un’antica ghiacciaia nella quale si conservavano i prodotti caseari e un enorme masso erratico, si entra nel nucleo antico con abitazioni in sasso e ci si gode la vista sui Corni di Canzo.
Si prosegue e seguendo a destra il cartello che indica la Conca di Crezzo, ci si inoltra nel bosco attraverso una mulattiera che diventa, poi, single track, dove bisogna prestare molta attenzione per un breve tratto esposto e poco dopo un tratto non ciclabile.
Arrivati al laghetto di Crezzo si può ammirare un paesaggio suggestivo con vista sul massiccio delle Grigne e il sottostante Lago di Como.
Si riprende la salita per raggiungere il cartello a bordo strada che indica la tragedia della caduta dell'aereo ATR42, precipitato nel 1987, che causò trentasette vittime. A memoria di questo incidente è stato eretto un Sacrario che, con una piccola deviazione su carrareccia, è possibile visitare. Da qui è possibile raggiungere a piedi lo scenico punto panoramico denominato Castel del Leves.
Ripreso l'asfalto, si scende verso Barni e, dopo qualche tornante, a destra si imbocca una mulattiera, indicata da un cartello, che porta a Magreglio. Qui su una collina panoramica è situato il piccolo Santuario della Madonna del Ghisallo e a pochi metri il Museo del Ciclismo.
Si sale, poi, al Pian Rancio per raggiungere il punto panoramico della Croce di Magreglio. Si torna brevemente indietro per raggiungere la sorgente Menaresta del Lambro a 944 metri di altitudine.
Da qui parte una facile carrareccia che riporta a Magreglio e, passando da via Nicola Romeo, salendo in Piazza Libertà, si segue il cartello per la mulattiera che conduce a Barni, arrivando ad un tornante su asfalto.
Riprende la salita e, passando nuovamente per la Conca di Crezzo, si percorre la stradina secondaria che conduce a Lasnigo dove a sinistra è possibile imboccare la via per l'Alpe di Megna, un nucleo rurale abitato fin dall'antichità. All'ingresso del piccolo borgo è adagiato un enorme masso erratico e, poco dopo, la Chiesina di Sant' Antonio. Proseguendo si apre un passaggio attraverso i pascoli dove ammirare da vicino mucche, cavalli e pecore. È necessario attraversare il pascolo portando la mountain bike a mano per la presenza di cani da protezione del bestiame. A piedi è possibile raggiungere il Monte Megna e la sua particolare croce a quattro braccia.
Al termine del pascolo, aprendo e chiudendo il filo elettrico, si percorre la mulattiera che porta a Visino di Valbrona con pendenze fino al 28%. Si gira a destra sulla SP46 e dopo poche centinaia di metri si prende a sinistra una mulattiera seguendo il cartello indicante la Colletta dei Corni, che conduce alla deviazione per il sentiero Spaccasassi. Il sentiero, nella sua parte finale, passa tra terrazzamenti formati dai muri a secco, un tempo utilizzati per la coltivazione della vite.
Terminato il sentiero ci si trova a Canzo e, passando dalla Piazza del Mercato torniamo al punto di partenza.


Nel Triangolo Lariano - itinerario per famiglie
Un percorso dai mille volti, lungo sedici chilometri, con partenza ed arrivo a Canzo, borgo con una storia che risale all’Età del Bronzo, attraversato da suggestive passeggiate. Fu scelto anche dal Manzoni come “buen retiro”. E’ un tracciato da poter fare in giornata con la possibilità di alternare esperienze di vita rurale a contatto con natura, a mestieri e rituali lariani antichi. Vi è la possibilità di visitare un caseificio e scoprire l'arte dei casari oppure di mangiare con un picnic al pascolo in compagnia delle brune alpine; è l’occasione per scoprire il mondo delle tradizioni erboristiche e di esplorare il fiume Lambro per conoscere i mugnai e il loro lavoro. Si passerà da chiese medioevali e romaniche, nuclei rurali e borghi antichi. La natura la farà da padrona con castagneti secolari e le creazioni di due artigiani d'eccezione: pioggia e vento.
Tutto questo condurrà lungo il Lambro in un viaggio dai tempi dell'agricoltura, alla rivoluzione industriale. Il dislivello complessivo è di 430 metri con una quota che oscilla sempre tra i 350 ed i 650 metri. Difficoltà media.
Si parte dalla stazione di Canzo in centro paese, in direzione di Asso dove si prosegue a destra per Valbrona. Si incontra svoltando a sinistra la chiesa di San Michele e si imbocca la mulattiera che ci porta all'antico nucleo rurale dell'Alpe di Megna.
Si apre e chiude il filo elettrico per accedere ai prati e si conduce la bici a mano per rispettare le mandrie e le greggi accompagnate da cani da pastore. L'enorme masso erratico attorno al quale è stata costruita la comunità rurale ci conduce sulla mulattiera verso Lasnigo.
La chiesa di San Giuseppe datata 1757 è posta sulla strada bianca che conduce all’Alpe di Megna. È detta «dei Morti di Valmorana» in quanto costruita per volontà di Giuseppe Mazza a seguito di uno scampato pericolo sull’allora lazzaretto comunale chiamato appunto Valmorana dove si seppellirono i morti di peste di Lasnigo nel 1531. In una teca in una delle pareti della chiesa sono conservate alcune ossa dei morti appestati. Dopo la chiesa si prosegue nel centro storico del borgo di Lasnigo caratterizzato da sampietrini e grandi portoni cesellati in antichi portali di granito.
A due passi dall’abitato, immersa nel verde di una collina sorge la chiesa di S. Alessandro, piccolo gioiello romanico in pietra del XII secolo con una torre campanaria ornata con monofore e bifore. Nel 1912 la chiesa è stata dichiarata Monumento Nazionale.
Qui si scende verso la Valle dei Mulini dove si ammirano ancora delle ruote in funzione. Con bici alla mano si risale dalla Valle utilizzando alcuni scalini e si imbocca via per Bellagio, evitando la Provinciale.
Si arriva nel centro di Asso e al termine della discesa si prende via Merzario verso il Ponte Oscuro, poi continuando in via Lazzaretto fino all’oratorio SS. Giovanni e Paolo percorrendo un tratto esclusivamente ciclabile. Si prosegue poi fino alla passerella pedonale sul Lambro per giungere nei pressi della Stazione Canzo-Asso.
Si torna poi sulla Provinciale per arrivare in pochi minuti al punto di partenza in centro a Canzo.
 

In bici con la famiglia in Valle d'Intelvi
Un percorso ad anello di ventotto chilometri, con partenza e rientro al Centro Valle Intelvi (Castiglione), custode di un patrimonio d’arte, antichi mestieri e tradizioni, ma anche di sapori tipicamente montani. Volendo, questa pedalata è un’occasione per degustare i formaggi tipici della Valle, come lo Zincarlin a base di ricotta, che viene fatto stagionare e protetto esternamente con pepe nero macinato.
Si pedala tra i 540 metri di quota ed i 1280 mslm: non è un percorso difficile ma nemmeno banale. Il dislivello, infatti, è di 890 metri.
Si inizia il viaggio con un tuffo nella Valle d’Intelvi di una volta: il Museo Etnografico della Civiltà Contadina, delle Arti e dei Mestieri accoglie nelle sue rustiche e piccole sale. Qui si scoprono le molte anime di questa valle: quella contadina, quella alpina, quella operaia e perfino quella del contrabbando!
Si percorrono poi le artistiche vie di Cerano d’Intelvi accompagnati da piccole opere d’arte disseminate nel borgo, per scoprire poi la Chiesa di San Tomaso con la Torre Teodolinda, ultima presenza della roccaforte longobarda sopravvissuta allo scorrere del tempo.
Si prosegue in direzione di Veglio, frazione di Cerano, incontrando la chiesa dei SS. Quirico e Giulitta, il più antico esempio di romanico lombardo in Valle.
Il tracciato conduce ora tra i pascoli, in località Bolla di Castiglione. Si scorge un piccolo e basso edificio in pietra: è la sostra dell’Alpe Grande, antico rifugio per il bestiame al pascolo, pronti per proseguire verso la località Orimento, con un magnifico panorama sul Lario.
Inizia qui un percorso entusiasmante e panoramico, tra greggi e mandrie, prima su una mulattiera poi in uno stretto sentiero montano, arrivando al Mater e successivamente alla Capanna Bruno.
Si riprende l’asfalto fino alla località Tre Crus. Poco dopo si abbandona la strada e girando a destra, con un breve sentiero ripido, ci si immette su una facile strada bianca con splendide vedute sul lago di Como, transitando dalla malga Carolza e dalla panoramica località Ermogna e continuando fino a raggiungere il verdeggiante pianoro di Pian delle Alpi.
Proprio qui a Pian delle Alpi si può visitare un’altra delle sostre della valle e scorgere uno scenario da ricordare, con i monti che calano a picco nel lago. Aguzzando la vista, si scorge in lontananza anche il leggendario eremo di San Zeno! In discesa per 500 metri, si prende a destra la mulattiera imboccando il sentiero Copafòo, soprannome degli abitanti di Casasco, e si segue, poi, la deviazione per Dancio fino a rientrare in Cerano d’Intelvi.
Una volta rientrati a Cerano d’Intelvi potrebbe rimanere il tempo per visitare il Museo dello stucco e della scagliola, che porta alla scoperta delle arti che hanno reso gli intelvesi famosi in tutta Europa!
Ancora pochi chilometri su strada e torniamo al punto di partenza in Castiglione, Centro Valle Intelvi.


Su www.cicloweb.net:
- guide alla montagna lombarda, attorno al Lario e non solo,
- una pagina dedicata al "ramo di Como" del Lago,
- una pagina dedicata a "quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno", ovvero Lecco e dintorni,
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- trekking sulla sponda comasca,
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