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Baite Fontanili, sopra San Simone (scorri la gallery!)
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Linea Cadorna tra passo Tartano e passo Lemma
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Vista verso il Pizzo Cengalo dalla cima di Lemma
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Crocus in alta Valtorta (scorri la gallery!)
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Val d'Inferno
Lombardia

Val Brembana e dintorni

La città di Bergamo, famosa per il suo centro storico, Bergamo Alta, che domina la parte nuova della città (Bergamo Bassa), è capoluogo di un'ampia provincia che - oltre ad una pianura agricola ed una fascia prealpina legata al mondo della piccola impresa - comprende anche una serie di affascinanti vallate alpine, dai confini con la val Camonica a quelli con la provincia di Lecco, delimitata a nord dallo spartiacque orobico che a nord si confonde con la Valtellina.
La città ha origini antiche: il primo insediamento è infatti preistorico. Ogni popolazione successiva ha poi avuto un rapporto con il colle dove sorge l'odierna Bergamo: dai celti ai romani, dai goti ai longobardi. Il periodo aureo fu la dominazione di Venezia sotto la quale la città intrattenne stretti e fruttuosi rapporti con la Serenissima.
Due sono i principali corsi d'acqua della montagna bergamasca ed attorno ai loro corsi si sviluppa un'intricata rete di vallate laterali: il Serio, che corre dal Torena a Montodine (CR) per 124 km, ed il Brembo, con un corso lungo settantaquattro chilometri, interamente nella provincia orobica, dalla sorgente ai piedi del Pizzo del Diavolo di Tenda fino alla confuenza nell'Adda nei dintorni del villaggio operaio di Crespi d'Adda.
 

VAL BREMBANA
La val Brembana è scavata dal fiume Brembo e si presenta impervia, spesso incassata, dal sapore tipicamente alpino. Appena superati Villa d'Almé, Almenno e Clanezzo il paesaggio abbandona l'aspetto collinare per farsi più roccioso e scosceso. Centro principale della valle è Zogno, ottomila abitanti, nel cui territorio si trovano le Grotte delle Meraviglie, androni naturali con stalattiti e stalagmiti, ed il Museo della Valle, dove sono custoditi cinquemila oggetti a testimonianza dell'evoluzione culturale e tecnica delle genti brembane.
Tra gli oggetti custoditi anche reperti risalenti all'Età del Bronzo e frammenti di scheletri umani risalenti sempre a tale epoca.
Una piccola piana si apre alla confluenza dei rami del Brembo che scendono da Olmo e da Fondra: in tale piana sorge il piccolo paese Lenna, a 560 metri di altitudine. Sempre da tale piana la valle si divide in più direzioni e la principale è senza dubbio quella che prosegue sino a Foppolo, un centro turistico estivo ed invernale, ai piedi delle Alpi Orobie.
A Moio de Calvi l'avventore può ammirare edifici e caseggiati che conservano i tipici tratti trecenteschi, esempi tipici di architettura rustica e nello stesso tempo edifici successivi risalenti ad epoca veneziana.
Nei pressi stacca a destra la Valsecca, scavata dall'omonimo torrente, dove si trova Roncobello, uno dei primi centri brembani a svilupparsi come polo turistico: curiosità, si chiama solo Ronco fino al 1879 quando il nome cambiò su impulso del Re Vittorio Emanuele II che lo visitò. Fascino rustico anche per l'altro abitato, Capovalle, da cui partono piacevoli escursioni verso il rifugio Alpe Corte, passo dei Laghi Gemelli e la Cima di Menna.
Oltre si arriva ad Isola di Fondra, paese noto per la sua passata attività mineraria e la produzione di chiodi, ed anch'esso punto di partenza di interessanti passeggiate verso Monte Torcola, Tre Pizzi o Monte Pietra Quadra. Altro centro di rilevanza turistica è Branzi, collocato in un'incantevole posizione tra grandi montagne a pochi passi da Carona, paese da dove partono interessanti escursioni verso i Laghi Gemelli ed il rifugio Calvi.
Capitale turistica della val Brembana è però San Pellegrino Terme, che nei suoi palazzi di stile liberty nasconde i fasti di un prestigio che viene dal passato e vive tuttora: il Grand Hotel ed il casinò, con le curate stazioncine disseminate per tutta la valle risalgono proprio alla fine dell'Ottocento, agli anni di massima crescita turistica.
Dell'acqua di San Pellegrino si parla già in alcuni statuti comunali del 1452 mentre un'analisi più approfondita, le "Dissertazioni sull'acqua di San Pellegrino" del medico Alberto Astori, è del 1740. Un secolo dopo, con il riconoscimento del potere curativo delle acque termali, viene avviata la costruzione del primo stabilimento cui seguono, ad inizio Novecento, le costruzioni più importanti.
San Pellegrino non è solo un centro termale ma è un polo di attrazione turistica: a 360 metri è ricca di infrastrutture sportive come ritrovi, sci sull'erba, tennis, piscina, tiro al piattello ed una funicolare, temporaneamente ferma, porta sino ai 650 metri di una terrazza naturale, la Vetta, nei cui pressi si aprono le Grotte del Sogno. Non esiste più invece da diversi anni il trenino della Val Brembana che da Bergamo saliva sino a Piazza Brembana e che, dopo i primi decenni di utilizzo, era diventato un'attrattiva turistica. Sulla linea ferroviaria è stata realizzata una pista ciclabile molto interessante-
Foppolo, a 1510 metri slm, è il comune più elevato della provincia di Bergamo e solo dagli anni Ottanta si è trasformato in capitale sciistica abbandonando i suoi originari tratti di minuscolo paese rurale: nei suoi pressi le escursioni portano a mete attorno ai 2500 metri di altezza come Monte Toro, Corno Stella o Monte Cadelle.
Sulle montagne di San Simone, a presidio della cresta di confine con la val Tartano, corre l'antica Linea Cadorna. Correva dal Varesotto fino al passo del Mortirolo, tra Valtellina e Val Camonica. La Grande Guerra, la Prima Guerra Mondiale, è passata alla storia come una guerra di logoramento e trincea sia in pianura sia, soprattutto, in montagna. In quota, i fronti più caldi furono senz'altro quelli dell'Adamello, delle Dolomiti, di Asiago, degli Altipiani Trentini. Anche le Orobie, però, furono fortificate perché il generale Luigi Cadorna decise di proteggere questi crinali nel timore di un ipotetico sfondamento austriaco dei passi Stelvio e Tonale o di un'incursione attraverso la neutrale Svizzera. Fu la "milizia territoriale", in pratica i "civili" del posto, a realizzare queste opere che - talvolta - si possono confondere con recinti rurali. Visto che la Guerra prese altre direzioni, le truppe che presidiavano la Linea Cadorna furono progressivamente assegnate ad altre, più cruente, destinazioni.
In particolare nei pressi dei valichi di Lemma e Tartano si possono osservare trincee con vani portamunizioni, camminamenti e cavernette di riparo realizzate per affacciarsi sulla val Tartano e scorgere con grande anticipo gli eventuali movimenti del nemico.
 

UN TESORO: CORNELLO DEI TASSO
Cornello dei Tasso è un piccolo miracolo: un borgo genuinamente medievale, rimasto integro nel corso dei secoli. La ragione del suo successo attuale risiede, probabilmente, nella sua decadenza: se, infatti, la sua posizione sulla via Mercatorum ne segnò l'ascesa ed il successo, la costruzione della via Priula, poco più bassa, portò alla perdita di centralità e rilevanza del paese.
Sia la via Mercatorum sia la via Priula ponevano in comunicazione la Serenissima Repubblica di Venezia, di cui Bergamo era l'estremo confine occidentale, con i Grigioni ed il territorio delle Tre Leghe (l'attuale Valtellina, un tempo in orbita elvetica), evitando il passaggio (ed i relativi dazi) attraverso le rive del lago di Como, parte del Ducato di Milano. La Priula fu voluta dal podestà di Bergamo Alvise Priuli e fu completata nel 1592. Oggi si cammina sugli antichi selciati solo a tratti, in particolare tra Ponte dell'Acqua, sopra Mezzoldo, ed il passo, seguendo il segnavia 114. Nella bassa e media valle l'antico tracciato, invece, si riconosce solo in alcuni passaggi, spesso all'interno dei paesi.
Cornello dei Tasso sorge su una rupe (Cornello appunto da "corno", toponimo spesso associato ad aspri rilievi rocciosi) affacciata sul Brembo ed il restauro, puramente conservativo, che ha preservato Cornello ne evidenzia l'antico impianto urbanistico: la via Mercatorum, che tra volte ed arcate si insinua sotto alcune abitazioni, la piazzetta e l'antica chiesa dei santi Cipriano e Cornelio, le cui fondamenta sono trecentesche.
Due palazzi del borgo ospitano il Museo dei Tasso e della Storia Postale con numerose testimonianze della storia della comunicazione e della filatelia. I Tasso furono una famiglia molto importante tanto da meritare il titolo di Principi del Sacro Romano Impero: oltre ad annoverare tra le proprie fila Torquato, uno dei principali poeti della letteratura italiana, i Tasso seppero espandersi in tutta Europa dando origine ad una fitta rete postale. Secondo alcune fonti il nome "taxi" deriva proprio da questa casata brembana, arrivata qui come vassalla ed originaria di Almenno, un paese della pedemontana bergamasca. Separati dal paese, restano i ruderi dell'antico palazzo della famiglia, la cui costruzione risale all'epoca feudale.
Destano interesse i tanti affreschi: spiccano quelli sulle mura di Palazzo Bordogna che ritraggono i simboli della famiglia. Questa casata si imparentò con i Tasso, dando inizio alla dinastia dei Taxis-Bordogna che gestì le poste dei Trento e Bolzano dal Cinquecento fino al XVIII secolo.
Una curiosità: passeggiando per meno di mezz'ora si raggiunge Oneta dove si trova la "casa di Arlecchino". un edificio signorile del Quattrocento che, secondo la tradizione, fu la casa di Alberto Ganassa, il primo interprete della celebre maschera bergamasca


VALLE SERINA
Questa valle si presenta al viaggiatore come una sorta di tunnel scavato tra la montagne, chiusa tra dirupi e roccia viva scavata, un vero e proprio orrido. I caratteri della valle però sono profondamente diversi, superato questo tratto iniziale, la valle si fa ampia e verdeggiante con due rami diretti a Selvino e Serina.
Tale valle, in passato punto di importante collegamento tra le valli Seriana e Brembana, rivestiva un importante ruolo commerciale ed amministrativo: era appunto il centro amministrativo di tutta la val Brembana. Di interesse artistico sono le varie parrocchiali dei paesi valligiani come Cornalba (tavolette quattrocentesche), Pagliaro, la cui chiesa parrocchiale nasconde un affresco attribuito a Lorenzo Lotto, e soprattutto Serina, borgo di antiche tradizioni.
Si trovano a Serina la Chiesa di San Rocco, il Monastero della Santissima Trinità e la quattrocentesca Casa del Vicario caratterizzata dal Leone di San Marco. Visibile anche il vecchio tracciato della via dei Trafficanti.
Numerose anche in Serina le possibilità escursionistiche verso Monte Alben, Menna, Passo La Forca, Monte Zucco o il sentiero che conduce a Dossena e poi in val Brembana. Oltre il Colle è l'ultimo comune e, costituito da varie frazioni, si adagia in un'ampia conca a circa 1000 metri di quota chiusa tra le cime dell'Alben, dell'Arera e della Cima di Menna.


VAL TALEGGIO
Da Sedrina, percorrendo la val Brembilla, si entra, ancora una volta immersi in un contesto fatto di dirupi e scoscese pareti che precipitano sul torrente Enna, in val Taleggio.
Oasi di verde e tranquillità, la valle è divenuta famosa proprio per l'omonimo formaggio, diffuso su larga scala.
Olda è il primo centro di interesse turistico: nei suoi pressi un Santuario, dedicato a San Bartolomeo, nasconde un sepolcreto dove in antichità venivano tumulati i nobili delle Valli di Averara e Cassiglio.
Paese di indubbio interesse è Sottochiesa: vi si trova, ad esempio, la Colonna della Fidelitas Taleggi, fatta porre da Venezia per suggellare la fedeltà dei valligiani al Leone di San Marco (1609). Sempre a Sottochiesa si può ammirare una trecentesca torre, parte di un dispositivo di difesa mentre un'escursione di interesse paesaggistico è quella che sale alla cima del Monte Cancervo, 1835 metri di quota. Questo monte presenta un ambiente incontaminato ed ospita esemplari di rara fauna alpina come camosci e caprioli. Dal paese di Pizzino si passeggia per quasi mezz'ora prima di giungere a Fraggio, bel borgo rurale oggi completamente abbandonato: è un vero esempio di architettura rurale con case dai tetti stretti e spioventi, costruiti con le pesanti rocce locali.
Minuscolo e curioso è il comune di Blello, con soli 107 abitanti, che sorge a 900 metri di quota sul cocuzzolo del Monte Faggio, monte così chiamato perché in passato ospitava sulla cima un grande faggio. Brembilla è un centro artigianale ed industriale, votato all'economia di produzione piuttosto che a quella turistica. Nel 1443 Brembilla dovette subire una diaspora perché il Senato della Repubblica Veneta decise, per punire il paese che appoggiò i Visconti, che tutti gli abitanti dovessero emigrare in tre giorni. Molti si recarono a Milano, dove ancora oggi Brambilla (cognome derivato appunto da Brembilla) è un cognome di ampia diffusione.

All'altra metà del cielo delle valli bergamasca, quelle attorno al Serio, è dedicata questa guida: clicca!
In bicicletta e mountain bike nelle montagne della Bergamasca: clicca per aprire gli itinerari in Valseriana e val di Scalve o per navigare tra i percorsi in val Brembana
In questa pagina, invece, le passeggiate e le escursioni in val di Scalve.
Ed inoltre ciaspolate in Lombardia , da www.ciaspole.net

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