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Passeggiando tra la Seeberalm ed il Seebersee (scorri la gallery!)
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I ghiacciai dell'Hochfirst
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I ghiacciai dell'Hochfirst
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Verdi pendici lungo il Passirio (sentiero della gola)
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Fioritura di Semprevivo
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Gole del Passirio
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Cascate di Stulles dal sentiero delle gole del Passirio
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Gole del Passirio
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Plata, da Moso
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Lazins, un rifugio ed il suo alpeggio
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Attorno a Lazins
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La chiesetta di Lazins
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Malga Lazins
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Lazins
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Verso il rifugio Petrarca, la Cima Bianca Grande
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Rifugio Petrarca
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Il rifugio Petrarca, nella nuova versione 2022, ed un laghetto di fusione glaciale
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Val di Fosse, verso la val Senales
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Zoom sui ghiacciai dell'alta val di Fosse
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Fioriture al passo Gelato
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Fioriture al passo Gelato
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Fioriture al passo Gelato
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Ghiacciaio di Scheiberkogel, dal rifugio Plan
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Rifugio Plan - Zwickauerhütte
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Ghiacciaio della Hohe Wilde, dal rifugio Plan
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Salita al rifugio Plan: tratto su neve (inizio luglio '23)
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Quasi al rifugio Plan
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Vacche al pascolo salendo al rifugio Plan
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Faltschanalm
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Croda della Cintola, salendo a Monteneve
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Monteneve
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Croda della Cintola, o Aschererspitz, da Monteneve
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Monteneve
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Monteneve
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Monteneve, resti delle miniere e Moarer Weissen sullo sfondo
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Monteneve, un passato da ricordare
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Pfistradalm
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Sfalci attorno alla Seeberalm
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Passeggiando verso il Seebersee
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Pascoli nella Seebertal
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Val Passiria, terra di transumanza
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Valle del Tumulo, Timmelstal
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Malga del Tumulo, Timmelsalm
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Rododendri e torrente, oltre la malga del Tumulo
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Rocce Bianche di Monteneve
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Fioriture, cascate e rapide nella valle del Tumulo
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Meandri del Passirio
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Fioriture, cascate e rapide nella valle del Tumulo
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Fioriture, cascate e rapide nella valle del Tumulo
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La vetta ed i ghiacciai dell'Hochfirst dalla malga del Tumulo
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Il Lago Nero del Tumulo (Schwarzersee)
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Wanns, partenza per la Wanseralm
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Oltre la Wanseralm
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Wanseralm
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Costumi tradizionali tra le montagne della val Passiria
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Castel Tirolo dalla funivia
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Steinegg
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Valle di Sopranes
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Lago di Vizze
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Lago di Casere
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Nei pressi della Oberkaseralm
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Nei pressi della Oberkaseralm
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Bockerhutte dal sentiero 22, in fondo Punta Ivigna
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Vista pomeridiana sulle Dolomiti
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Passaggio sul selciato tra i prati
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Un altro passaggio sul selciato tra i prati
Alto Adige

Val Passiria

Dai dintorni di Merano fino al cuore delle Alpi di Oetz e di Stubai, passando per il Parco Naturale del Gruppo di Tessa, la val Passiria è uno scrigno che custodisce tanti tesori segreti. Non è infatti nota quanto meriterebbe ma tra i suoi boschi e le sue radure, tra le sue rocce ed i suoi ghiacciai, regala infiniti panorami ed altrettanti motivi di interesse.

La valle è stata formata, nei millenni, dal corso del torrente Passirio che nasce nei dintorni del passo Rombo (Timmelsalm, alpe del Tumulo) e dopo esser sceso a valle prima impetuoso poi sempre più placido, passa per il centro di Merano (dove la passeggiata Lungo Passirio è una delle più romantiche e caratteristiche della cittadina) e confluisce poi nell'Adige
Senza pretese geografiche ma solo per una "comodità descrittiva" si possono individuare cinque aree: la media e bassa val Passiria (1), che corre da nord a sud da San Leonardo in Passiria fino a Merano; la valle di Valtina (2), una laterale che si apre verso est da San Leonardo (qui passa la strada per il passo di Monte Giovo); l'alta val Passiria (3), da Moso fino al passo del Rombo, da cui si apre la valle di Plan (4, o Pfelderertal) che corre verso sud-ovest, dominata dalla Hohe Wilde, la "cima Altissima". La valle di Plan è un vero paradiso escursionistico ed ospita due rifugi posti a quote di poco inferiori ai tremila metri: il rifugio Petrarca (2875 mslm, nei pressi del passo Gelato, che apre le porte della val di Fosse e della val Senales) ed il rifugio Plan, a 2979 metri di quota, al cospetto della Cima delle Anime (3475 metri).
Superato San Leonardo ed il bivio per il passo di Monte Giovo, la strada del passo Rombo si allontana ben presto dal fondovalle ed oltre Moso si tiene sempre in quota, lontana dalle zone che, in passato, hanno dato origine a rovinosi movimenti franosi come quello che generò il Kummersee (nel XV secolo). Tale lago (il cui nome in italiano suona come "lago della Tribolazione") generò non pochi problemi alla val Passiria ed alla città di Merano perché i suoi periodici straripamenti trascinavano a valle imponenti quantità d'acqua e di detriti causando morte e distruzione. Nel 1774, durante alcuni lavori volti a ricavare un canale che ne riducesse la pericolosità il lago si svuotò e non si riformò più. Rimane, in sua memoria, un maso denominato ancora oggi Seehof ("maso del lago") ed un sentiero che ripercorre le tracce dell'antico bacino.
L'alta valle tra Moso e fino ad oltre Corvara è un profondo incavo tipicamente glaciale che si dirama infine in due direzioni: la valle del Lago sale verso sud, verso i circhi glaciali del versante orientale e meridionale delle Oetztaler Alpen (5), mentre il corso del Passirio prosegue verso nord, verso le sue sorgenti nel cuore della Timmelsalm, l'Alpe del Tumulo. 
La strada del Rombo, superato il ponte del Tumulo, prosegue verso il valico arrampicandosi tra le rocce ed offrendo una vista sempre più ampia sulla valle del Lago ed alcune vette alte più di tremila metri, tra le quali spicca la Hoher First (il Monte Principe). A due chilometri dallo scollinamento, una galleria consente di cambiare nuovamente bacino idrografico e tornare su quello del Passirio.
Scriverlo è complicato, ma una semplice occhiata alla mappa Kompass dipanerà ogni eventuale dubbio.

Inutile dire, quindi, che la val Passiria regala passeggiate di ogni tipo. In media e bassa valle si possono disegnare passeggiate agevoli, anche lungo le rogge, oppure salire fino sulle creste delle Alpi Sarentine, raggiungibili anche dalla valle di Valtina. Più impegnative e "alpine" in senso stretto le opportunità escursionistiche offerte dalla valle di Plan, dalla valle del Lago e, più in generale, dall'alta val Passiria. Ma carattere d'alta montagna hanno anche escursioni che partono dalla bassa valle, come quelle dirette agli Spronsersee (i laghi di Sopranes).

Dovendo necessariamente fare una selezione, abbiamo pensato di raccontarvi quasi esclusivamente le escursioni vissute direttamente dalla redazione, sempre pronti ad integrarle con le vostre esperienze o con nuove future esplorazioni in quest'angolo di Alto Adige non troppo frequentato! In coda, aggiungiamo un contributo del locale ufficio turistico.


A DUE PASSI DA MERANO, I LAGHI DI SOPRANES
Tra gli obiettivi escursionistici di Merano e della bassa val Passiria, non si possono non citare i dieci laghi di Sopranes (Spronserseen), nel cuore del Parco Naturale del Gruppo di Tessa, sistema lacustre più esteso dell'Alto Adige Südtirol. La lunghezza del percorso, oltre al significativo dislivello cumulato, rendono la passeggiata impegnativa e riservata ad escursionisti allenati.
Un'idea suggestiva potrebbe essere quella di prenotare un pernottamento all'hotel Hochmuth, alla stazione di arrivo della funivia, per essere sul sentiero appena dopo la colazione... e poter godere, così, di un'alba e tramonto indimenticabili visto il panorama che arriva fino alle Dolomiti!
Chi non se la sente di affrontare l'intero itinerario circolare può puntare alla Oberkaseralm e rientrare sul percorso di salita: si tratta comunque di un'escursione con ottocento metri di dislivello distribuiti su un totale di sedici chilometri circa. Questa variante passa per due soli laghi, il lago di Vizze e quello di Casere.
Ma andiamo per ordine. Dall'arrivo della funivia della Muta, si inizia a camminare sul sentiero 22 verso l'albergo Steinegg (cinque minuti) e si procede poi a destra verso il Mutkopf (1684 mslm, raggiunto in meno di un'ora): questo tratto si snoda all'ombra di un fitto bosco di conifere.
Oltre la Mutkopf, si continua a salire, alternando tratti boscosi e incantevoli prati in cui un selciato di antica data si insinua discreto. Un bivio consente di scegliere tra una variante molto più impegnativa (con passaggio dalla cima della Muta ed il passo Quaira, in tedesco Taufenjoch) oppure di procedere a mezza costa fino al passo Vizze (2151 mslm) sotto il quale si trova il primo lago. Questa seconda scelta prevede un lungo traverso affacciato sulla valle di Sopranes in ambiente post-glaciale. Il lago delle Vizze (Pfitschlacke) ed il lago della Casera (Kaserlacke) anticipano la malga Oberkaserlam (2131 mslm) dove si può trovare una cucina aperta per diversi mesi all'anno.
Per il giro dei laghi si continua sul 22 fino al lago Grünsee (Lago Verde) e poi a sinistra per il Langsee (Lago Lungo), il più lungo dei laghi di Sopranes. A metà di questo lago si prende a destra in leggera salita e poi di nuovo a destra fino ad un bivio.
Il sentiero 7 conduce al passo del Valico (Hochgang) da cui si scende al rifugio omonimo.
Seguendo l'Alta Via di Merano si arriva poi alla malga Leiteralm per fare infine rientro al punto di partenza.
Il percorso completo misura più di diciotto chilometri e propone un dislivello superiore ai mille metri. Punto più alto: 2486 mslm.
Ulteriori dettagli alla pagina https://www.merano-suedtirol.it/it/tirolo/vacanze-in-montagna/camminate-escursioni/laghi-di-sopranes/10464270-escursione-ai-laghi-di-sopranes.html da cui è presa anche la mappa disponibile cliccando qui.
Sempre partendo dall'hotel Hochmuth (1400 mslm), o comunque dalla stazione a monte della funivia si può disegnare un percorso "quasi" circolare con obiettivo il rifugio malga Bocker (Bockerhutte). Il cammino parte sul sentiero 22 passando per Steinegg e Mutkopf (1684 mslm). Si prosegue poi in direzione dei laghi di Sopranes, sulla traccia contrassegnata dal 23, ma arrivati a circa 1800 metri di quota un bivio consente di prendere il 22 "Bockersteig". Tenendo ancora la destra al bivio successivo si guadagna il rifugio malga Bocker a 1700 metri di quota. 
La chiusura del percorso "circolare" prevede una lunga discesa sul sentiero 6, passando per malga Kügler ed il ristorante Longfall, fino all'albergo Tiroler Kreuz. Da qui, si procede lungo le stradine asfaltate fino a Tirolo.
Il punto più alto del percorso è a 1880 metri di altitudine, fino alla Tiroler Kreuz si cammina per circa dieci chilometri colmando un dislivello in salita di circa 500 metri ed in discesa di mille. Con ulteriori due chilometri si torna al centro di Tirolo (disponibile, in stagione, un servizio navetta) perdendo altri duecento metri di quota.
La descrizione è tratta da https://www.merano-suedtirol.it/it/tirolo/vacanze-in-montagna/camminate-escursioni/sentieri-escursionistici/10463577-escursione-al-rifugio-bockerhuette.html da cui è presa anche la mappa disponibile cliccando qui.

 

ATTORNO A RIFIANO, IN BASSA VAL PASSIRIA
Due suggerimenti. Il primo, diretto alle quote più alte, è una bella escursione nel territorio di Rifiano. Si parte dai masi Oberst a Vernurio, raggiungibili in auto lungo la strada che sale verso Vernurio da Rifiano, un chilometro a nord del paese.
Si segue in sentiero 21a, in direzione Coston del Gallo (Hahnenkamm), e si arriva al pianoro denominato Schafstall (2020 mslm) dopo una salita abbastanza impegnativa.
Dal maso si prosegue lungo il sentiero 21 che in alcune decine di minuti conduce alla malga Obisell, poco distante dal lago omonimo. Si ritorna al punto di partenza lungo il sentiero 5.
Sempre dai dintorni di Rifiano si può, invece, scegliere una camminata più facile, ideale per l'autunno. Si sale lungo la ciclabile fino a Saltusio per poi rientrare sull'altro versante, a mezza costa, percorrendo in parte il sentiero della roggia. Nel dettaglio, da Rifiano si scende, abbastanza ripidamente ma su un'ampia strada, fino alla ciclabile che corre lungo il torrente e si procede in sostanziale pianura fino a Saltusio, tra vigneti e boschi spontanei di latifoglie.
Si attraversa il paese in salita fino ad un ponte su un rio: qui si seguono le indicazioni per il sentiero 4 e poi 10 (Rosslsteig).
La traccia procede ora in un lungo saliscendi, a tratti impegnativo, che regala scorci sia sul versante orientale della bassa val Passiria sia, nel finale, su Rifiano e la sua scenografica chiesetta.
Clicca per aprire in pop-up (verifica di non averli disabilitati) una mappa d'insieme del percorso!



FACILE, A SAN LEONARDO
In media val Passiria si può percorrere una bella passeggiata che da San Leonardo conduce sino a San Martino (ritorno eventualmente con i mezzi pubblici). Dal ponte del paese di San Leonardo si cammina sino alla segheria, si gira a destra presso l'edificio Brauhaus fino alla via Moso. Giunti alla rotatoria si attraversa il ponte verso la pizzeria Brickenwirt e poi in direzione Pianlargo. Al primo maso Morrerhof si imbocca il sentiero 4, passando per prati e boschi, si giunge prima al maso Steinerhof e poi all'albergo Christl. Nei pressi dell'albergo si prende il sentiero 3, si passa il maso Abfaltererhof e si continua fino all'albergo Jaufenblick. Da qui il sentiero 3 passa attraverso prati raggiungendo altri due masi: Flonerhof e Altechnerhof.
Sotto il maso Schildhof Steinhaus si raggiunge via Garber, per il centro di San Martino.
Il ritorno avviene lungo il sentiero Lungo Passirio (Passerdammweg) oppure con i mezzi pubblici.


PFISTRADALM, TRA LE MONTAGNE DI SAN LEONARDO IN PASSIRIA
Punto di partenza: parcheggio tra i masi sopra San Leonardo, 847 mslm
Punto di arrivo: Pfistradalm, 1369 mslm
Difficoltà e pericoli: in sostanza assenti
Tempi di percorrenza: 1h30' per la salita, 1h per la discesa
Segnavia: 13
Negli immediati dintorni del paese si trova un'antica malga affiancata da un edificio più moderno e da una storica cappelletta. E' la Pfistradalm, o malga di Sant'Anna, che si raggiunge in un paio d'ore seguendo le indicazioni presenti già nel centro del paese (segnavia 13).
In realtà si può anche percorrere qualche chilometro in auto e risparmiare mezz'ora di faticosa risalita. Per arrivare al parcheggio bisogna seguire via Platzerberg fino ad un piccolo parcheggio contrassegnato dalle indicazioni "Forstweg Pfistrad" (nel navigatore si può impostare Pfistradalm e seguire le indicazioni, fin dove consentito).
Dal parcheggio si cammina per pochi minuti su asfalto prima di tornare ad incrociare le indicazioni escursionistiche che guidano, senza possibilità d'errore, fino alla malga. Sono diverse le opportunità, da cogliere, di abbandonare il monotono tracciato della strada forestale per tagliare lungo l'antico sentiero, quello che probabilmente un tempo serviva ai malgari ed ai pastori, e guadagnare quota più rapidamente ed in modo più suggestivo.
Pfistradalm è un punto d'arrivo ma può anche essere un punto d'appoggio per salite più impegnative, magari fino ai passi dove culmina la Pfistradtal. Al fascino per il punto di arrivo si unisce la bellezza dei panorami sulla val Passiria offerti dai primi momenti dell'escursione.
Dal parcheggio alla malga il dislivello complessivo è di 522 metri: si cammina circa un'ora e mezza in salita, un'ora in discesa.
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ATTORNO A VALTINA - WANSERLAM
Punto di partenza: parcheggio Wanns, 1439 mslm
Punto di arrivo: Wanserlam, 1641 mslm
Difficoltà e pericoli: sostanzialmente nessuno
Dislivello: 200 metri
Tempo di percorrenza: 30' in salita, meno in discesa
Si tratta di una facile scampagnata che si può portare a termine per guadagnarsi un pranzo in malga o per sfruttare "ritagli di tempo" dovuti alle condizioni meteo o ad altri impegni. Anche se breve e facile, questa escursione merita davvero di essere considerata.
Il punto di partenza, la chiesetta di San Giovanni presso Wanns, è davvero idilliaco: un paio di masi ed una cappelletta tra i prati. Davvero un quadretto indimenticabile.
La salita, tra prati da sfalcio e boschi, rischia di diventare un po' monotona visto che si svolge su strada forestale ma è talmente breve che non si corre il rischio di annoiarsi.
La caratteristica Wanseralm offre il giusto ristoro con un bel panorama aperto verso la testata della valle e verso la valle di Valtina.
Si scende sulla via di salita: possibili estensioni la salita alla Moseralm (chiusa) o la risalita verso la testata della valle, camminando su un secolare tracciato utilizzato da pastori e contadini.
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AL RIFUGIO PETRARCA, CULMINE DELLA VALLE DI PLAN
Punto di partenza: parcheggio Plan, 1620 mslm
Punto di arrivo: rifugio Petrarca, 2875 mslm, e passo Gelato, 2900 mslm
Difficoltà e pericoli: il sentiero è largo e mai effettivamente esposto ma si richiedono attenzione e piede fermo dal momento che si risalgono scoscese pareti rocciose. Attenzione anche all'altitudine raggiunta.
Dislivello: 1250 metri
Lunga e faticosa, l'ascesa al rifugio Petrarca regala un grande patrimonio di ricordi ed emozioni, di paesaggi e di suggestioni. Si parte da Plan (1620 mslm) e si prosegue sull'ampia forestale che conduce a Lazins. Incantevole il verdeggiante paesaggio che circonda questo primo tratto: le cime alte circa tremila metri chiudono la vallata con ripidi pendii erbosi da cui sgorgano fragorose cascate e spumeggianti ruscelli. La Hohe Wilde, la Cima Altissima, chiude la valle verso ovest: alla sua base si trova il rifugio Petrarca, meta di giornata.
La progressione in questo tratto è davvero facile, probabilmente disturbata anche da qualche mezzo motorizzato (autorizzato) al servizio delle malghe.
In circa 30-40 minuti si raggiunge il rifugio Lazins, a 1782 metri di quota, ed in un ulteriore quarto d'ora ci si porta nei pressi della malga Lazins, a 1870 mslm: qui si ammira un maestoso anfiteatro roccioso. Un torrente scorre in un verdissimo prato cinto dalle pareti della Hohe Wilde e delle altre cime che chiudono la valle di Plan.
L'escursione, fin qui piuttosto agevole, cambia passo. A seconda dell'andatura si camminerà per due-tre ore in salita costante: dapprima risalendo ripide serpentine tra le rocce, poi in un grandioso ambiente d'alta quota di chiara matrice glaciale (o meglio post-glaciale). La Cima Grande Bianca accompagna il tratto finale verso il rifugio Petrarca che chiude le fatiche a 2875 metri di altitudine: si inizia a vedere il rifugio a circa 30-40 minuti dall'arrivo.
L'edificio attuale è stato inaugurato nel 2022 ed è la ricostruzione dello storico rifugio, distrutto da una valanga nel 2014.
Vale la pena, ovviamente, fare un ulteriore sforzo e raggiungere il passo Gelato per ammirare la val di Fosse che digrada verso la val Senales: sullo sfondo i ghiacciai di confine con la Oetztal austriaca.
La discesa avviene sul percorso di salita.
Per rendere meno monotono l'avvicinamento a Lazins, o il rientro, si può passare per la malga Faltschanalm: tale variante, però, richiede di superare un dislivello di ulteriori cento metri perché sia da Plan sia da Lazins si deve salire fino ai 1870 metri della malga. La stessa malga, volendo, è un appoggio per risalire la Faltschtal oppure una destinazione per un'escursione meno impegnativa: i boschi tra Lazins, Faltschnalalm e Plan sono un vero paradiso di tranquillità.
La segnaletica in loco individua in 4h20' il tempo necessario per chiudere la salita al rifugio Petrarca ma non è da escludere l'ipotesi di impiegare anche molto meno tempo.
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RIFUGIO PLAN, QUASI UN TREMILA
Il rifugio Plan (o Zwickaurhütte) si trova a 2989 metri di quota ed è affacciato sul ghiacciaio ai piedi della Scheiberkogel o Cima Rocciosa.
Si sale per oltre milletrecento metri di dislivello a partire da Plan, paese chiuso alle auto e punto di partenza di svariate escursioni nell'incantevole vallata.
Si prende quota con costanza e senza mai poter rifiatare: si attraversano alcuni pendii prativi, accostandosi o superando numerosi ruscelli, per arrivare alla Schneidalm, un punto intermedio posto a 2158 metri di altitudine, ideale per una sosta ristoratrice lungo l'ascesa o una merenda sulla via del ritorno.
Da qui si prosegue, sempre senza mai riposare, fino a raggiungere una croce che avvicina alla parte finale della salita: il sentiero abbandona i prati e si inerpica tra sfasciumi e pietraie fino all'obiettivo.
Il segnavia da seguire è il 6a: in partenza si indica in quattro ore e venti minuti il tempo di percorrenza ma si può - ragionevolmente - pensare di arrivare in circa tre ore, mantenendo un buon passo.
La discesa avviene per la via di salita: ai più allenati, però, consigliamo un giro ad anello che prevede il passaggio per Lazins (indicazioni appena oltre la malga Schneidalm) e la salita alla malga Faltschnalalm prima di rientrare a Plan. Si raggiunge un dislivello complessivo di millecinquecento metri e si allunga la giornata escursionistica di un paio d'ore, ma ne vale davvero la pena anche perchè dalla Faltschanalm è davvero una soddisfazione contemplare - oltre ad una nuova vista panoramica - anche il dislivello colmato per raggiungere il rifugio Plan.
E' anche possibile concatenare la salita al rifugio Plan con quella al rifugio Petrarca: il collegamento tra i due rifugi richiede circa tre ore di cammino.
Sontuoso il panorama dal rifugio PlanZwickauerhütte: ad est si riconosce la sagoma del Gran Pilastro, verso sud-est alcune delle più caratteristiche cime dolomitiche (come le Odle, il Sassolungo ed il Sassopiatto) mentre verso sud e sud-ovest lo sguardo è chiuso dalle cime più vicine: il monte Tavolino (Sefiarspitz), la cima Fiammante (Lodnerspitz), la Cima Bianca Grande (Hohe Weisse) e la Cima Altissima (Hohe Wilde), una delle più alte della zona, con i suoi 3481 metri.
La storia del rifugio è abbastanza vivace, nonostante la sua posizione così isolata.
Un piccolo ricovero, senza gestione fu costruito dalla sezione di Zwickau del DÖAV (il Club Alpino Austriaco e Tedesco) negli anni 1896-1899. Dal 1900 ebbe una regolare gestione. Dopo la Grande Guerra, con l'assegnazione al CAI, il rifugio fu incendiato da contrabbandieri. Nel 1960 la Sezione CAI di Merano realizzò la ricostruzione e riapertura. Nel 1967 fu distrutto dall'esercito con esplosivo per sospetto mine, apposte dai terroristi. nel 1982 la Sezione CAI di Merano realizzò la ricostruzione. Zwickau è una città della Bassa Sassonia, prossima al confine con la Repubblica Ceca: tra i suoi figli più noti, il compositore Robert Schumann.
Il rifugio lega il suo nome anche ad un episodio che contribuì ad alimentare l'ostilità contro gli italiani, dopo l'annessione dell'Alto Adige - Sudtirol. Si racconta, infatti, che tre finanzieri saliti per contrastare il contrabbando trovarono due ragazzi ed una ragazza ed usarono violenza contro di loro. Liberatisi i ragazzi uccisero i tre finanzieri. Una volta scoperto il tutto, gli ufficiali della Guardia di Finanza attuarono un'odiosa rappresaglia contro la popolazione locale.  Questa storia, come tante altre cose, si può apprendere al Bunker Mooseum di Moso in Passiria (o Moos, in tedesco, e da qui il gioco di parole con l'inglese "museum"). Per qualche dettaglio su questo museo, visita questa pagina: www.cicloweb.net/guide/g-altoadige/nspassiria.htm


AL VILLAGGIO DEI MINATORI DI MONTENEVE
Punto di partenza: Schneebrucke, ponte di Monteneve, 1660 mslm, lungo la statale del passo Rombo
Punto di arrivo: rifugio Monteneve, 2355 metri di quota
Difficoltà e pericoli: sentiero impegnativo ma privo di sostanziali pericoli (attenzione alla salita sull'antico binario della miniera, da fare solo nel tratto consentito). Largo, ben tracciato ed indicato. Segnavia 31.
Dislivello: 695 metri
La salita al rifugio Monteneve inizia come una gradevole passeggiata tra boschi e radure per poi diventare un'immersione nella storia mineraria di questo territorio, una storia poco conosciuta lontano dalla val Passiria e dalla val Ridanna ma ricca di spunti e tutta da scoprire.
Dal ponte lungo la strada del passo Rombo (il sentiero inizia poche decine di metri a monte del ponte, dopo la fermata dell'autobus) si conclude l'escursione in poco più di due ore. Si prende quota tra sentieri e tratti di mulattiera fino a guadagnare un bellissimo affaccio sulla vallata che si apre verso sud est e che accoglie la malga Untere Gostalm. Giunti qui, dove il bosco si apre e si costeggiano prati da sfalcio, è stato colmato un terzo del dislivello.
Ci si re-immerge nel bosco continuando a salire fino a portarsi al cospetto della Croda della Cintola, o Ascherer Spitz, una cima davvero affascinante e curiosa nella sua forma e composizione. Costeggiando un fragoroso torrente si arriva ad un alpeggio posto a breve distanza dal laghetto appena fuori le prime opere che ricordano il passato minerario di Monteneve. Un edificio (oggi sede di una centralina mini-idroelettrica), qualche binario, alcuni resti in ferro ... e soprattutto l'ardita ferrovia che porta alla piana di Monteneve e che è affiancata da un tortuoso sentiero (sempre contrassegnato dal segnavia 31) che consente di superare gli ultimi duecento metri di dislivello.
Una volta raggiunta Monteneve si è colpiti sia dal panorama, a quanto già ammirato si aggiungono le candide pendici del Moarer Weissen e delle Cime Bianche di Monteneve, sia dalle strutture legate alla ex miniera tra cui il rifugio che è posto nell'antica casa delle maestranze.
Un particolare da non trascurare: durante tutta la salita si possono ammirare, verso ovest, i ghiacciai dell'Hoher First (Monte Principe) che si trovano sul versante orientale delle Alpi della Oetztal.
Il periodo di apertura del rifugio, e della piccola esposizione permanente, è piuttosto lungo: si estende infatti dalla metà di giugno alla metà di ottobre. E' aperta anche una piccola galleria, un centinaio di metri, che consente di calarsi nell'antica miniera. Visite guidate, da prenotare a valle, presso gli uffici turistici, consentono approfondimenti di sicuro interesse ma anche di maggiore impegno fisico.
Alcune date importanti per Monteneve:
1237 prime citazioni ufficiali, si legge dell'acquisto di spade in cambio di " ... loatum boni argenti de Sneberch ... "
1486 periodo di massima produttività con quasi mille minatori, per decenni Monteneve è stato il villaggio permanentemente abitato più alto d'Europa
1967 l'alloggio dei minatori distrutto da un incendio, fine dell'attività mineraria
1972 la casa delle maestranze diventa rifugio alpino
1996 nasce la miniera da visitare con locale espositivo ed iniziano ad essere organizzate le visite guidate in galleria
E non sono pochi i "record" di Monteneve, oltre all'esser stato il villaggio abitato più alto d'Europa per anni: è stata la miniera più alta d'Europa (si estraevano argento, zinco e piombo, giacimento del minerale tra 2000 e 2500 mslm, l'impianto di trasporto, lungo ventisette chilometri, era il più lungo a binari, in superficie, del mondo. Le gallerie si estendevano per centotrenta chilometri di cui sette sono al momento visitabili.
Clicca per aprire uno stralcio di mappa Kompass



LAGO NERO DI TUMULO, ALLE SORGENTI DEL PASSIRIO
Se nelle escursioni in montagna cercate cime ardite e profili incantevoli forse questa passeggiata non fa per voi. Anche se, c'è da dire, voltarsi verso la Hochfirst una volta raggiunta la Timmelsalm (o malga del Tumulo) regala una soddisfazione panoramica non da poco. Così come risulta davvero suggestivo il profilo delle Rocce Bianche di Monteneve.
Proprio in corrispondenza della malga del Tumulo (Timmelsalm), convenzionalmente, si fissa l'inizio del torrente Passirio che vede qui confluire le acque del rio di Vallelunga e quelle del Rio Tumulo. Poco a valle, dove si è iniziato a camminare, invece, il torrente riceve le acque del Rio del Rombo.
Sono i colori delle acque del Lago Nero del Tumulo (o Timmels Schwarzsee), le candide pendici delle Rocce Bianche di Monteneve, i meandri della piana di Krumpwasser a catalizzare l'attenzione lungo le due ore e trenta minuti di questa escursione. Senza dimenticare, tra fine giugno ed inizio luglio, la spettacolare fioritura di rododendri che incornicia il complesso di rapide e cascate appena a monte della malga Timmels.
Si parte, dunque, dal ponte del Tumulo (1759 mslm, ben noto a chi ha fatto la Oetztaler Radmarathon o semplicemente superato in bici il passo Rombo). Il segnavia 30 guida lungo una forestale che - con possibili tagli su sentiero - conduce in quaranta minuti alla malga Tumulo (Timmelsalm, 1979 mslm).
Qui la passeggiata cambia aspetto: si passa su uno stretto sentiero che tra rocce e rododendri sale accostandosi alle cascatelle del rio Tumulo. 
In mezz'oretta si raggiunge un isolato casolare che domina la piana inferiore di Krumpwasser, segnata dai meandri del rio Tumulo, qui vicino alla sorgente.  
Un tratto molto agevole avvicina al severo strappo finale che segue l'incontro con un'altra isolata baita.
E' un finale faticoso ma breve che conduce ai 2515 metri di quota del lago, incastonato tra le Alpi di confine e nel quale si specchiano le Rocce Bianche di Monteneve, il Monte Reale (3313 metri), lo Schwarzwandspitze (Croda Nera di Malavalle, 3354 m), la cima Botzer (Il Capro, 3251 m).
Un collegamento in quota consente di raggiungere proprio il rifugio Monteneve: i cartelli indicano in due ore il tempo necessario.
Chi non se la sente, invece, può scendere a valle ripercorrendo il tragitto di andata.



LAGO SEEBER
Punto di partenza: parcheggio Seeberlm, 1925 mslm
Punto di arrivo: Seebersee, 2050 mslm
Difficoltà e pericoli: praticamente nessuno
Dislivello complessivo: 350 metri per il giro ad anello, la metà per la sola andata e ritorno al lago
Tempo: poco più di un'ora per il lago, due ore e mezza per il giro ad anello
Arrivare al Seebersee è una straordinaria immersione in una vallata che sembra uscire dal mondo delle favole. Si parcheggia, si supera la Seeberalm e si cammina tra prati da sfalcio e boschi per poi addentrarsi in un ampio vallone dove si trovano praterie d'alta quota e rododendri fino a guadagnare le rive di un piccolo laghetto alpino (un po' in sofferenza) circondato dalle cime del gruppo di Tessa, dove spicca la Hoher First, il monte Principe) che hanno fatto da quinta a tutta la passeggiata.
Tutto questo senza fare nemmeno tanta fatica!
Il punto di partenza è il parcheggio della Seeberalm, a 1925 metri di quota: vi si arriva svoltando a sinistra (se si sale dalla val Passiria) in corrispondenza del km 22 della statale del passo Rombo. L'indicazione non è tra le più evidenti.
Una volta parchegiato si scende su ampio tracciato forestale fino alla malga, situata a 1815 metri di quota. Venti minuti scarsi di cammino.
Alla Seeberalm, aperta in stagione, si prende a salire su un sentiero che fiancheggia un torrente per poi allontanarsene e guadagnare quota,sempre senza proporre tratti troppo ripidi. La passeggiata è davvero rilassante, il dislivello si colma senza affanno.
La salita è interrotta da un breve passaggio attraverso un pianoro.
Dopo un'oretta dalla malga Seeber, quasi improvvisamente, si scorge il lago: sulle sue rive ci si può fermare in una pausa contemplativa. Per effettuare il giro del lago bisogna "tenersi larghi" evitando così i tratti paludosi posti a monte ed a valle del piccolo specchio d'acqua.
Per il rientro si può disegnare un bel percorso ad anello che passa dalla malga Oberglanegg: si deve salire ancora un po' (fino al Colle Kopf, a 2150 metri di altezza) ma lo sforzo è davvero ridotto ed è ripagato da nuovi e più ampi panorami sulla valle del Lago (Seebertal) e sulla cresta che chiude la val Passiria ad est.
Una volta raggiunta la Oberglaneggalm (2050 mslm, un'oretta dal lago) ci si può fermare per pranzo (è aperta in stagione) per poi scendere in una ventina di minuti al parcheggio della Seeberalm (discesa su sentiero, che stacca verso sud non appena si inizia a camminare sulla sterrata che porterebbe verso la statale del passo Rombo da malga Oberglanegg).
Clicca per aprire uno stralcio di mappa Kompass




ATTORNO AL KUMMERSEE, IL LAGO CHE NON C'E' PIU'
Descrizione del percorso a cura del sito https://museum.hinterpasseier.it/it/ 
Dal Bunker Mooseum di Moso (1007 mslm) si segue il sentiero E5 ovvero il giro circolare attorno al lago Kummersee contrassegnato con il segnavia 43. Si cammina lungo il Passirio per circa un’ora e mezza fino a raggiungere il fondovalle al di sotto di Corvara in Passiria. Il sentiero prosegue sulla sinistra passando per i ruderi del maso Seehof (un nome non casuale dal momento che significa sostanzialmente "rifugio sul lago"). Dal Seehof si consiglia di ripercorrere a ritroso il breve tratto fino alla strada che conduce a Corvara e di proseguire da qui il giro attorno al lago Kummersee (in direzione opposta) entrando in valle fino al paese di Corvara (1410 mslm). Lungo il percorso si trovano diversi pannelli informativi con dettagli e curiosità sulla val Passiria. Il ritorno a Moso avviene lungo la via di andata". 
Qui raccontiamo i dettagli di questo lago durato solo quattro secoli:  https://cicloweb.net/news/kummersee-il-lago-delle-preoccupazioni


LE GOLE DEL PASSIRIO
La romantica Gola del Passirio (Passerschlucht) è percorribile grazie al sentiero "Passeirer Schluchtenweg", lungo 6,5 km ed inaugurato nel 2015, dopo tre anni di lavori. Un sentiero nel bosco ma anche diversi ponti e passerelle sospese nel vuoto per consentire i passaggi più angusti: il segnavia è il numero 1.
La passeggiata dura circa tre ore a partire da San Leonardo: si parte dal centro del paese e si raggiunge la zona sportiva per poi portarsi sulle rive del fiume. Un avvicinamento un po' monotono ma necessario.
Oltre lo stadio, si prosegue in piano su una stradina asfaltata e poi sterrata. Quando si cambia sponda il percorso inizia a procedere su un sentiero "vero e proprio" che in piano o al più con qualche saliscendi segue il corso del torrente.
In questa prima fase è interessante notare l'antica centrale idroelettrica nei pressi della frazione Gomion mentre lo sguardo è rapito, più che dal torrente, dai verdi prati punteggiati dai masi.
La centrale era detta "di Polt" dagli abitanti del luogo ed ha funzionato dal 1955 per pochi decenni: fu poi sostituita dalla più moderna Langwies. Nel periodo di attività rifornì inizialmente la frazioni di Pianlargo e Gomion poi anche Christl, Hinteregg, Slatago e Costa.
Dopo quasi due ore si raggiunge la parte più interessante della camminata: il corso del torrente si snoda attraverso imponenti pareti rocciose ed assume le sembianze di un canyon alpino. Questo punto panoramico si raggiunge dopo il punto più faticoso della passeggiata: dopo un lungo tratto quasi pianeggiante, infatti, il sentiero guadagna quasi duecento metri di quota.
Poco prima, invece, si ammirano le cascate di Stulles, due salti d'acqua che - a dispetto della modesta portata, salvo i massimi primaverili - con i loro 342 metri di altezza (110 metri il primo, 230 metri il secondo salto) figurano tra le più alte d'Italia ed anche d'Europa, pur se lontane dai record norvegesi.
Una volta superata la gola si arriva in breve nei dintorni di Moso. Giunti su un ponte in metallo (affacciato su un'opera idraulica di dubbio gusto ma necessaria per preservare dalle piene del Passirio) s'imponte una scelta.
Raggiungere subito Moso (segnavia 1), andare a Plata (segnavia 1b) oppure proseguire per Moso passando però per le cascate Stieber (1a). E' quest'ultima l'opzione ideale per chiudere la camminata.
Le cascate, infatti, sono uno spettacolo naturale che merita d'esser visto: un salto d'acqua di 37 metri complessivi, divisi in due frangenti da 19 e 18 metri. Più o meno a metà strada tra l'indicazione per le cascate e Moso si trova il Bar Bad Sand, dove ci si può ristorare vista la camminata fin qui condotta. E' l'unico ristoro sul percorso se si eccettua un distributore automatico nella prima parte. Attorno al Bad Sand, si trovava una sorgente sulfurea che - decenni fa - consentì lo sviluppo di un bagno termale (da cui appunto prende il nome la struttura). La sorgente è oggi esaurita.
A Moso si trova anche lo spettacolare Bunker Mooseum: ne parliamo qui, clicca.
In tutto si cammina per una dozzina di chilometri colmando un dislivello di circa cinquecento metri.
Chi avesse voglia di ulteriori deviazioni può raggiungere la pittoresca Plata e le sue "marmitte dei giganti". Si tratta di cavità dalle pareti a spirale, di diverse grandezze, formatesi dal fluire sotterraneo dell'acqua a una velocità di 200 km/h. Queste cavità a vortice si crearono nel giro di poche settimane o al massimo nell'arco di un'estate, durante l'Era Glaciale, tra i 10000 e i 20000 anni fa. Le circa venti marmitte glaciali di Plata (Gletschermühlen in Platt) sono state scoperte durante i lavori di drenaggio e bonifica nella Wirts Mous. La più grande ha un diametro di 10,5 metri, altre sono larghe solo pochi centimetri. Una delle marmitte - larga 4 metri e profonda 3,6 - è stata recintata ed è aperta al pubblico. Il sentiero n. 6 conduce da Plata, in circa mezz'ora direzione Pianlargo, fino ad una cappella e da qui, in basso a sinistra, si arriva a destinazione (sentiero n. 5).



Come si diceva in premessa, una pagina web non può esaurire le opportunità escursionistiche di un territorio così ricco di ambientazioni e così esteso. Restano diverse malghe da raggiungere, su strade forestali o su sentieri che "tagliano" nel bosco, come la Prantacher sopra San Martino o le malghe Obere e Untere Gostalm raggiungibili percorrendo sentieri nei pressi della salita a Monteneve. Oppure valli da esplorare come la Sailertal sopra Wanns, nei pressi di Meltina.
Nelle prossime righe, alcuni percorsi descritti dal locale ufficio turistico (www.valpassiria.it)


SENTIERO ANDREAS HOFER
Meno di cinque chilometri e solo cento metri di dislivello per il sentiero dedicato all'eroe tirolese, originario proprio della val Passiria.
La facile passeggiata circolare parte all’ufficio turistico di San Leonardo. Si attraversa il ponte d’acciaio per seguire la strada a destra che porta alla chiesa parrocchiale.
Proseguire sulla strada a sinistra passando accanto al ristorante Brühwirt, poi salire fino alla scuola elementare. Svoltare a destra, prendere via Happerg e continuare fino al maso dello scudo Happerg. Qui seguire l’indicazione per Andreas-Hofer-Rundweg fino a via Gerlos.
Attraversare la strada principale e proseguire a destra fino ad arrivare al maso Sandwirt – museo e casa natale di Andreas Hofer.
Il ritorno a S. Leonardo avviene lungo il cosiddetto Gandellenweg (sentiero al di sotto della strada principale).
Clicca per aprire una mappa a cura dell'ufficio turistico locale


IL SENTIERO EUROPEO E5
Il Sentiero Europeo E5 conduce dalla costa atlantica francese fino a Venezia.
Un momento clou è la traversata delle Alpi in quella che ne è considerata la tappa regina. Il suo tracciato è adatto ad escursionisti che vantino buone condizioni fisiche, assenza di vertigini e passo fermo. La tappa regina, percorribile in due o tre giornate, conduce dal rifugio Braunschweiger Hütte, nella Ötztal austriaca, oltre il passo Rombo, fino ad arrivare a Moso in Passiria. Mentre lungo la valle dell’Ötztal gli altopiani alpini regalano grandiose vedute sui ghiacciai e sulle maestose vette montane e la valle del passo Rombo incanta con i suoi scenari rocciosi, la zona attraversata dopo il valico del passo Rombo presenta vallate digradanti, cascate e ruscelli con paesaggi che, nella suggestiva val Passiria, si fanno più dolci e ampi.
In corrispondenza dei diversi punti di accesso al tracciato si trovano da settembre 2018 apposite steli di benvenuto destinate a orientare e informare.
Lungo il sentiero si susseguono inoltre iscrizioni su massi in pietra, citazioni pensate per invitare il viandante a riflettere sul concetto di limite e di confine.
Al valico di frontiera sul passo Rombo è possibile condividere pensieri e riflessioni in un diario dell’escursionista.
Le novità del tracciato sono state realizzate nell’ambito del progetto transfrontaliero condiviso dal Comune di Moso in Passiria e da Ötztal Tourismus, finanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020.


SENTIERO DEI LARICI
Trecentocinquanta metri di dislivello per un percorso di medio-basso impegno con uno sviluppo di circa cinque chilometri.
Il cammino parte dal centro del paese di Plata. Seguendo la strada principale in direzione Plan, poco dopo la Casa dei Vigili del Fuoco su trova un sentiero che porta in alto sulla sinistra ed attraversa boschi e prati. Seguendo il sentiero n. 6 su arriva al casale Farmazon (45 minuti circa).
Qui si prende il sentiero n. 10B, il quale porta nella valle di Farmazon. Dopo circa un quarto d'ora di cammino ci si troverà davanti agli enormi larici secolari di Plata.
Il sentiero porta ancora più in su, dove si avrà la possibilità di sostare. Sul sentiero n.10 si fa rientro a Plata.
Clicca per aprire una mappa a cura dell'ufficio turistico locale


PUNTA CERVINA o CIMA HIRZER, 2781 mslm
Dalla stazione a monte Klammeben (sulle montagne sopra Saltusio) ci si avvia verso nordest sull’altipiano della malga Tallner Alm, che giace nella conca in mezzo a pittoreschi prati di montagna (40a). Dalla Tallner Alm si sale a destra (verso est) sul sentiero Gebirgsjägersteig (E5) inizialmente attraverso la conca erbosa, più tardi sul ghiaione e per passaggi rocciosi abbastanza ripidamente fino ad arrivare al punto più basso della cresta Obere Scharte (E5). 
Alla cresta si gira a sinistra e si prosegue verso nordest, in direzione del versante della val Sarentino, scendendo tra le roccia e sulla ghiaia sotto la cima della montagna. Lì si lascia il sentiero E5 e si sale a sinistra con una svolta larga ed in diversi tornanti sulla cima Hirzer (7). 
Dalla cima Hirzer si ritorna alla forcella Obere Scharte (7). Dalla cresta si scende sul sentiero Gebirgsjägersteig (E5) sulla ghiaia e tra le rocce ripidamante alla malga Tallner Alm (E5) e di nuovo alla stazione a monte Klammeben (40a).
L'escursione richiede assenza di vertigini e passo sicuro. Il percorso è infatti roccioso, con alcuni passaggi non facili; dal crinale alla cima si segue il sentiero che sale dalla parte della Val Sarentino: qui il percorso è abbastanza ripido e in parte esposto. L'itinerario è comunque molto frequentato ed è stato ampliato, ove possibile. Una volta in vetta, si gode di una splendida vista.
Clicca per aprire una mappa a cura dell'ufficio turistico locale


Su www.cicloweb.net le pedalate in val Passiria: clicca!
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