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Santuario della Madonna della Corona (scorri la gallery!)
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A picco sul Garda (scorri la gallery!)
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Il Pizzocolo dalla costa veronese
Veneto

Affacciati sul Garda

RIFUGIO FIORI DEL BALDO
Il rifugio Fiori del Baldo ed il vicino rifugio Chierego si trovano sulla dorsale occidentale del monte Baldo, ad un passo dalla cresta spartiacque. Regalano dunque ampi panorami sul lago, abbracciato da Sirmione a Limone, e sulla valle dell'Adige. La vista si apre anche sulla Lessinia, sulla montagna trentina e, nelle giornate più limpide, si arriva a cogliere la catena appenninica.
Vi si arriva da due vie. La più comoda, e forse la consigliabile, parte dal parcheggio delle Pozze, lungo la strada per Naole, piccola carrabile, poco più grande di una mulattiera, che sale da Prada, una frazione a monte di San Zeno di Montagna.
Al parcheggio si può anche arrivare in bici: sempre in bici (ma solo in mtb) si può anche proseguire oltre, restando in sella quasi al rifugio!
Dal parcheggio l'asfalto lascia il posto ad una pista pietrosa che prende quota nel bosco fino ad uscire poco sotto la linea di cresta e proseguire su dolce pendenza fino al rifugio.
L'alternativa è seguire il più ripido sentiero che parte da Prada ma che si snoda attorno ai piloni dei vecchi impianti sciistici. Forse un po' ingombranti alla vista.


MADONNA DELLA CORONA
Tra le chiese del Baldo, è senza dubbio il Santuario della Madonna della Corona a dominare la scena: è considerato il più ardito santuario d'Italia, piantato come un nido d'aquila a 800 metri di altitudine sulle pendici rocciose del monte Baldo (www.madonnadellacorona.it). E' luogo di culto sin dal Medioevo, quando vi risiedevano i monaci dipendenti dal monastero di San Zeno di Verona. In seguito passò ai Cavalieri di Malta (1434) e forse per questo si dice che la statua oggetto della venerazione sia volata qui dall'isola di Rodi, caduta in mano ai turchi nel 1522.
Vi si arriva comodamente in auto (parcheggiando a Spiazzi, tra Ferrara del Baldo e Caprino) ma anche al termine di un panoramico quanto impegnativo sentiero che, in una piacevole varietà di ambienti, sale da Brentino Belluno, in Valle dell'Adige.
Il nome, forse, non dirà molto ma sicuramente questo curioso Santuario avrà senz'altro attirato l'attenzione di chi percorre la A22 del Brennero: si vede per pochi istanti, tra le uscite di Affi ed Ala Avio, e solo volgendo lo sguardo nella giusta direzione. La sua posizione rende letteralmente omaggio all'origine eremitica.
“Nel XV secolo l’attuale Santuario era solo un romitaggio; la prima chiesa venne inaugurata nel 1530, dopo la visita del vescovo Gian Matteo Giberti. Divenne santuario nel 1625, quando i cavalieri di Malta fecero riedificare la chiesa, che venne poi completata nel 1680. All'inizio il santuario era noto col nome di "Santa Maria di Montebaldo". Nel 1898 si decise di ampliarla di circa due metri verso il piazzale antistante; fu così che nel 1899 fu rifatta la facciata in stile gotico e decorata con marmi diSant'Ambrogio. Nel 1928 furono fatti alcuni ritocchi all'altare maggiore nella nicchia della Madonna. Nell'Anno Santo 1975 iniziarono dei lavori per la ristrutturazione della chiesa, fu scavato nella roccia per ampliarla: da 220 m2 si passò ai 600 m2, ora è lunga 30 m e larga 20 m e la sua cupola è alta 18 m. Le sei Campane alla veronese, in tonalità di Si maggiore, sono state fuse nel 1884. “ (fonte: Wikipedia)
Ciò che colpisce del Santuario è proprio la parete in roccia che dona una suggestiva colorazione a tutto l’ambiente. Per arrivare ad ammirarla, però, bisogna mettere in conto un paio d’ore di salita (anche meno, procedendo di buon passo!)
La partenza dell’escursione avviene, come detto, da Brentino seguendo le indicazioni per il sentiero della Speranza ed il Santuario. La traccia inizia con una scalinata che si alza oltre le ultime case del paese e poi si trasforma in un vero e proprio sentiero prendendo quota nel bosco fino ad un primo punto intermedio: una croce da cui dominare vasti settori della bassa valle dell’Adige. Lo sguardo al panorama può essere occasione per una prima sosta.
Si riprende a salire, nel bosco, per poi avvicinarsi ad una parete rocciosa e superare un tratto dove – per scrupolo – è stato posizionato un cavo di ferro per aiutarsi nel cammino.
Continuando a camminare si supera una grotta, detta della Pietà, e si inizia ad intravedere il santuario cui si arriva sempre protetti dall’ombra del bosco. Il ponte del Tiglio ed una ripida scalinata sono le ultime prove da superare per completare l’ascesa.
Il dislivello totale supera di poco i 630 metri, dai 135 mslm di Brentino ai quasi ottocento del Santuario.
La discesa avviene per la via di salita.



Per pedalare sulla sponda veneta del lago di Garda e sul versante veronese del Baldo, clicca qui: www.cicloweb.net/bicicletta/b-veneto/newgardavr.htm
Questa pagina, invece, https://www.cicloweb.net/guide/g-veneto/nsgardavr.htm, offre una guida alla sponda veronese del Garda.

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