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Monte Carega (foto Piccole Dolomiti Sport)
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Camminando sul Pasubio
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Il severo ambiente attorno al rifugio Papa
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Fioriture dove infuriò la Grande Guerra
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Val Canale (foto Piccole Dolomiti Sport)
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Zevola (foto Piccole Dolomiti Sport)
Trentino

Pasubio e dintorni

SUI SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA
Sono tanti i sentieri che si snodano sulle pendici del Pasubio, tra Veneto e Trentino. Là - dove fino ad un secolo fa infuriavano le armi e la follia umana portava due eserciti nemici a logorarsi in un'interminabile guerra di trincea - oggi ci si può dedicare a passeggiate panoramiche ed interessanti da un punto di vista storico. Una camminata tra queste rocce, tra queste montagne modellate e distrutte da granate, bombe a mano e badili non può che spingere a riflettere sulla tragedia rappresentata dalla Prima Guerra Mondiale.
Snodo fondamentale del trekking in Pasubio è il rifugio Generale Papa, a 1929 metri di altitudini in corrispondenza delle Porte del Pasubio. Vi si arriva dal passo Pian delle Fugazze lungo i nove chilometri della Strada degli Eroi. Dopo la galleria d'Havet si cambia scenario e si entra nel regno del Pasubio, "montagna sacra alla patria".
Seguendo le indicazioni del sentiero Tricolore si disegna un percorso circolare che, con moderato dislivello e un impegno di qualche decina di minuti, consente di sfiorare trincee, camminamenti, torrette dove è ancora forte - a distanza di cent'anni - il ricordo della Grande Guerra.
Questo percorso tocca il Dente Italiano e la cima Palon: oltre alla memoria storica la camminata è vivacizzata da intriganti panorami su ampi settori del Trentino.



Un’altra considerevole opera bellica del Pasubio è costituita dal sistema sotterraneo dei due Denti. Si tratta di due speroni rocciosi che superano di poco i 2200 metri, sul crinale principale, posti l’uno di fronte all’altro, divisi da una selletta. Dopo le prime fasi del conflitto il dente meridionale (Dente Italiano) fu fortificato dagli italiani e quello settentrionale dagli austriaci, (Dente Austriaco) da cui i loro nomi. Si tratta di vere e proprie fortezze naturali, in cui furono scavati ricoveri, postazioni d’artiglieria e feritoie. 
In particolare nella seconda fase del conflitto, in corrispondenza dell’inverno 1917-18, furono teatro di una guerra parallela denominata “guerra sotterranea” o "guerra delle mine", in quanto da ambo le parti vi era il progetto di arrivare a far saltare con l’esplosivo le postazioni nemiche.
Così ancor oggi è possibile individuare (con i dovuti mezzi e le dovute cautele, con la guida di un esperto) le gallerie austriache, con la Ellison che costituisce il tratto principale in direzione del Dente Italiano.
Mentre quelle austro-ungariche seguivano un certo progetto iniziale, le gallerie italiane sono contorte e intricate, dovuto evidentemente al fatto che furono scavate come gallerie di contromina, per porre rimedio ai tentativi nemici di far saltare il Dente. Il Dente Italiano è inoltre collegato dalla Galleria Papa alla retrostante Cima Palon, il cui accesso è ben segnalato appena sotto il punto più alto del Pasubio.
La guerra di mine fu caratterizzata da numerosi scoppi e alterne vicende fino alla grande mina austriaca del 13 marzo 1918, quando cinquantamila chilogrammi di esplosivo squarciarono l’avamposto del Dente Italiano.
(da Wikipedia)

Imperdibile, per chi non soffre la claustrofobia ed è armato di torcia elettrica, la strada delle 52 gallerie: il dislivello colmato è notevole dai dintorni del colle Xomo fino alle porte del Pasubio: si sale da 1050 a 1929 metri di quota.
La descrizione è a cura di www.piccoledolomitisport.com .
La Strada delle 52 gallerie (o strada della Prima Armata) è una mulattiera militare costruita durante la prima guerra mondiale sul massiccio del Monte Pasubio, nelle Prealpi Vicentine. La strada è un vero e proprio capolavoro d’ingegneria militare, considerando anche l’epoca e le condizioni in cui fu costruita, nonché la rapidità d’esecuzione: i lavori cominciarono il 6 febbraio 1917 e furono conclusi nel novembre 1917. Fu realizzata dalla 33ª Compagnia minatori del 5° Reggimento dell’Arma del genio dell’Esercito Italiano. La strada si snoda fra Bocchetta Campiglia (1216 mslm) e le Porte del Pasubio (1930 msl,) attraversando il versante meridionale del monte, situato al riparo dal tiro dell’artiglieria Austro-Ungarica, caratterizzato da guglie, gole profonde e pareti rocciose.
Essa è lunga 6,5 km, dei quali 2,3 sono suddivisi nelle 52 gallerie scavate nella roccia. Ogni galleria è numerata e caratterizzata da una propria denominazione. La sua realizzazione fu di grande importanza strategica, in quanto permetteva la comunicazione e il passaggio dei rifornimenti dalle retrovie italiane alla zona sommitale del Pasubio, ove correva la prima linea.
La strada delle 52 gallerie è un percorso praticabile a piedi nel periodo estivo, segnavia 366. È vietato percorrerla in bicicletta, in seguito a numerosi incidenti mortali (contrariamente alla molto più sicura rotabile Strada degli Eroi in Val di Fieno).
Questo percorso viene ritenuto interessante sotto vari punti di vista, da quello storico, ingegneristico e paesaggistico.
Il dislivello è di circa 800 metri, la partenza del percorso è presso il parcheggio a pagamento (5 euro giornalieri, solo monete - dato 2015) di Bocchetta Campiglia e la salita a piedi fino al Rifugio Papa dura circa 2 ore e mezza.
Prestare attenzione in primavera poiché è possibile trovare ancora neve.
È possibile scendere per la Strada dei Scarubbi, che riporta al parcheggio, verificando l'apertura del sentiero con il comune di Posina. Dal Rifugio Papa è anche possibile proseguire verso il Rifugio Vincenzo Lancia o visitare il Dente Italiano. Dallo stesso rifugio è possibile proseguire per il Sentiero Europeo E5 e il Sentiero della Pace.
A ciascuna delle 52 gallerie è stato assegnato un numero progressivo e un nome.
Nel 1991 è stato apposto nome e numero all’ingresso di ciascuna di esse. Le dediche alle gallerie, ad eccezione delle gallerie 49 e 50, sono state assegnate nel 1917 dal capitano Picone.
Sulle pagine del sito http://www.piccoledolomitisport.com/strada-delle-52-gallerie/ ulteriori dettagli ed una galleria fotografica.


La salita al monte Zevola, 615 metri di dislivello.
La descrizione è a cura di www.piccoledolomitisport.com .
In auto da Valdagno (VI) in direzione Recoaro Terme.
Tenendo le indicazioni per Località Gazza, salire fino al rifugio Cesare Battisti e parcheggiare l’auto 200 metri prima dove cè un ampio parcheggio.
A piedi, in breve si raggiunge il eifugio Cesare Battisti (1265 mslm). Dietro ad esso parte il sentiero 110 per il passo della Lora.
Tra mughi e ghiaie che scendono dal M. Plische e Tre Crosi, questo sentiero sale con pendenza regolare per tornantini fino al Passo della Lora 1716m. Giunti qui si procede a sinistra e in leggera salita si tagliano gli erbosi pendii che scendono dal Tre Croci. Arrivati al Passo del Zevola (1820m) per tracce di sentiero svoltare a sinistra e risalire il ripido pendio, sempre erboso, che porta fino alla croce (anticima) del monte Zevola.
La vetta più alta a 1976 mslm dista a 5 minuti di cammino. Stupendo panorama a 360°.
Da una parte di ha un’ottima visuale su Carega e Pasubio, dall’altra su tutto l’Altopiano della Lessinia. Nelle giornate limpide si può devere anche il basso Garda.
Scendere fino al bivio del passo Zevola e svoltare a sinistra (sud) in leggera discesa si passa sopra i pascoli della bellissima malga Fraselle fino ad arrivare ad un bivio con segnavia che indica il Passo Ristele (1641 mslm) a sinistra con 2 minuti di sentiero in salita.
Inizialmente la discesa del passo e ripida e tortuosa con qualche saltino (sentiero 121) ma, man mano che si scende la camminata si fa via via più tranquilla fino ad arrivare nel bosco di faggi facendoci “sbucare” nel sentiero 202 dei Grandi Alberi. Svoltando a sinistra su comodo sentiero in circa 20 minuti si torna al rifugio Cesare Battisti.
In alternativa si può scendere dallo stesso itinerario.
Sulle pagine del sito http://www.piccoledolomitisport.com/salita-al-monte-zevola/ ulteriori dettagli ed una galleria fotografica.

Mille metri di dislivello verso la cima del Carega passando per il Giaron della Scala: difficoltà EE
La descrizione è a cura di www.piccoledolomitisport.com.
In auto da Valdagno (VI) in direzione Recoaro Terme, arrivare in auto fino al Passo di Campogrosso (1457 mslm).
Da qui a piedi in direzione Vallarsa poco dopo si prende sulla sinistra il sentiero 157.
Si continua nel bosco di faggi fino alla Sella del Rotolon quando poco dopo ci si ritrova ad un bivio. Svoltare a sinistra e imboccare il sentiero 195, prima tra mughi e poi tra resti di trincee si arriva sotto alle pareti del Gruppo del Fumante dove si passa per una breve galleria e si sbuca finalmente nel Giaron della Scala.
Un immenso ghiaione che bisogna risalirlo per tornantini. Se la giornata è bella da qui si gode di una vista stupenda sulla Vallarsa, sul Passo di Campogrosso, Sengio Alto e Pasubio.
Finito il Giaron della Scala il sentiero si fa molto divertente con tratti in salita di I° dove magari ogni tanto bisogna appoggiare le mani e tratti in discesa dove si continua cambiar versante tra Vallarsa e Recoarese. Vi è un punto un po’ esposto dove è stata messa una corda fissa metallica, non cè comunque bisogno di imbrago, il sentiero è sempre sicuro.
Arrivati sulla Cresta dell’Obante si apre un “nuovo mondo” dopo aver camminato per quasi due ore tra ghiaie e mughi ecco che finalmente il sentiero taglia gli alti pascoli sopra al rifugio Scalorbi. Prosegundo sempre qualche decina di metri sotto la cresta per tratto abbastanza pianeggiante si arriva alla Bocchetta Fondi (2015 mslm) si continua su stretto sentiero, fare attenzione a non far cadere sassi, sotto passano i sentieri che dal rifugio Scalorbi vanno verso la vetta. Si arriva dunque alla Bocchetta Mosca (2029 mslm) qui si fanno sempre sentire forti raffiche di vento ascensionali che salgono dal famoso Vajo dei Colori.
Ultimi tratti e tornanti ed ecco il Rifugio Fraccaroli (2230 mslm), li a fianco la croce di Cima Carega (2259 mslm).
Da qui la visuale può spaziare a 360° dalla Pianura Padana, alle vette Feltrine, passando per il Monte Baldo e le Dolomiti di Brenta. La discesa, arrivati a Bocchetta Fondi scendere per il sentiero 157 e l’omonimo Boale, tenendo questo si arriva a Campogrosso in circa due ore
Sulle pagine del sito http://www.piccoledolomitisport.com/giaron-della-scala/ ulteriori dettagli ed una galleria fotografica.

In val Canale, una bella passeggiata con un possibile ritorno ad anello.
La descrizione è a cura di www.piccoledolomitisport.com .
In auto da Schio (VI) in direzione Rovereto, arrivare al passo Pian delle Fugazze (1163 mslm) e parcheggiare l’auto nei vari parcheggi in zona. A piedi sulla strada in direzione Vicenza appena inizia la discesa sulla sinistra parte una sterrata con cancello in ferro, qui inizia l’itinerario per la Val Canale.
Dal cancello in breve si arriva ad un bivio, sulla sinistra parte il nostro sentiero 300.
Inizialmente si cammina in un tratto pianeggiante che attraverso un paio di ghiaioni che scendono dal Monte Pria Favella. Il sentiero torna a salire, con qualche tornantino si oltrepassa un bel bosco di faggi prima, e abeti rossi poi. Usciti dal bosco, dopo circa 40 minuti dalla partenza, si arriva finalmente nella Val Canale, il più grande impluvio che scende dal versante sud del Monte Pasubio. La visuale si “apre” in un luogo magnifico, chi ci arriva per la prima volta resta molto affascinato ed incredulo dalla bellezza di questo luogo ai piedi del Pasubio. Dopo un primo tratto pianeggiante nel fianco sinistro della Val Canale, si inizia a salire spostandosi qua e là tra i grossi ciottoli del ghiaione, con sentiero comunque sempre ben segnato e battuto.
La val Canale si fa via via più stretta e ad un certo punto sul suo fianco destro, la si lascia per tornantini che in ripida salita porta sulla strada degli Eroi due tornanti sotto al Rifugio Achille Papa (1926 mslm).
Si può tranquillamente fare lo stesso sentiero, o in alternativa, si può scendere al Pian delle Fugazze per la Strada degli Eroi, o sentiero Malga Fieno 399 che in 1,30 ore ci riporta al passo.
Sulle pagine del sito http://www.piccoledolomitisport.com/val-canale-monte-pasubio/ ulteriori dettagli ed una galleria fotografica.

Il Pasubio e la Vallarsa su www.cicloweb.net sono anche su queste pagine:
- pedalate in Vallarsa e mountain bike ai piedi del Pasubio,
- guida alla Vallarsa, da Rovereto al Pasubio
 

R&B COLLE AMENO
Una base ideale per tutti gli itinerari sul Baldo, in val di Gresta, Vallarsa e Vallagarina, compresa la facile pista ciclabile lungo l'Adige è sicuramente il Colle Ameno!

Il palazzo d'epoca, che presenta notevoli e preziosi aspetti storici risalenti anche al Seicento, ha un ampio cortile interno protetto, cantine scavate nella roccia e una sala nobile al primo piano con stucchi e rivestimenti lavorati in legno, stufe a ole e un loggiato aperto con cotto originale del '700.
Il palazzo si trova ai piedi del Colle Ameno (o Dosso Alto) di Borgo Sacco, una piccola altura rocciosa situata lungo la riva sinistra del fiume Adige.
Oltre ad un un deposito custodito e videosorvegliato per le biciclette il R&B Colle Ameno offre un bar, wi-fi, un centro benessere con sauna, idromassaggio, sala relax, un cortile con gazebi, una grotta dove degustare birra artigianale, vini e grappa trentini, un giardino con piante tipiche vallagarine ed una stube con sala TV e relax.
http://www.colleamenobeb.it/

Colle Ameno
Room & Breakfast
Via Colle Ameno, 6 - Borgo Sacco - Rovereto
telefono 0464-480711 e-mail info@colleamenobeb.it
Visita anche la pagina Fb: www.facebook.com/colleameno

 

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