Abbiamo scoperto la Valle Maira - dal vivo - nel primo weekend dell'ottobre 2023: un fine settimana che iniziava a tingersi d'autunno ma che, complici le temperature ancora elevate e la scarsità delle precipitazioni, preannunciava un ritardo della stagione più colorata dell'anno.
Partecipando al Maira Occitan Trail (clicca qui per il racconto dell'esperienza) e facendo qualche camminata e pedalata nei giorni prima e dopo l'evento, tuttavia, siamo riusciti a farci un'idea di cosa può essere l'autunno in Valle Maira. Ed abbiamo maturato la ferma convinzione di tornarci per godere appieno di questa esplosione cromatica!
Ecco qualche spunto.
Il primo suggerimento, ovviamente, è quello di perdersi, anche pigramente, tra le borgate, alla ricerca degli scorci più suggestivi, resi ancora più affascinanti dal mix di colori che le settimane di ottobre e novembre sanno regalare. Provate a guardare, nella gallery qui sopra, lo spettacolo di San Martino, borgata di Stroppo (foto Valentina Scigliano per Consorzio Valle Maira).
Il secondo invito è ... muoversi!
In bici può essere interessante pedalare oltre Chiappera, in sella ad una mountain bike, ed affrontare - fin dove possibile - il Vallone di Maurin. Qui, ai piedi della Rocca Provenzale e della Rocca Castello, si sale senza troppa fatica e s'incontrano i colori dell'autunno nella loro naturale progressione. Dalle latifoglie, sparse anche tra le romantiche case di Chiappera, fino ai larici che si arrampicano sulle pendici più scoscese, colorando i dintorni delle cascate di Stroppia. Ecco: in autunno, i laghi possono presentarsi in magra, dopo estati sempre più calde e secche (abbiamo trovato il lago di Niera completamente prosciugato), ed allo stesso tempo le cascate possono essere molto meno fragorose che in primavera.
Sempre in bici, anche una bici da corsa, si può pedalare nel fondovalle, percorrendo l'intera Valle Maira, oppure salire verso
Elva o verso il
Colle di Esische (clicca qui per l'altimetria:
http://www.salite.ch/002136.asp?Mappa=). L'esperienza cromatica è assicurata ma pedalando nei boschi, e considerando le altitudini, è meglio essere attrezzati per eventuali sbalzi termici.
A piedi, abbiamo tre idee. Forse anche qualcuna di più.
La prima è il passo della Gardetta, affrontando il versante di Viviere e del Vallone di Unerzio, contrassegnato da un'infinità di larici. La salita si snoda su un percorso che appare interessante per i suoi risvolti paesaggistici e culturali, storici ed escursionistici.
Il punto di partenza è fissato nel vallone di Unerzio, nei dintorni di Viviere, borgata secolare, in legno e pietra locali, che da qualche anno è divenuta un rifugio “diffuso” (1720 mslm). Si inizia a camminare su una strada sterrata che prende quota in un bosco di larici (imperdibile, davvero, in autunno) e raggiunge in meno di un'ora un verdeggiante alpeggio, il Prato Ciarliero (1950 mslm), presidiato dalle Grange Resplendino e dominato dalle scoscese pareti dell’Oronaye (cima a 3100 metri di altezza).
La vista su questa montagna, una delle più alte del settore con i suoi 3100 metri, si completa salendo verso il passo della Gardetta: lungo il sentiero, in realtà, guardando a nord si apre un panorama sempre più vasto.
Salendo al passo si transita accanto a due bunker risalenti al periodo tra le due guerre mondiali: si tratta di opere parte del Vallo Alpino Littorio, realizzate dalla dittatura fascista che intendeva fortificare il confine con la Francia. A seguito dei trattati di pace vennero dismesse, demolite e abbandonate.
In campo ormai aperto, si guadagna il valico dove si apre un’ampia quanto sorprendente vista sull’Altopiano della Gardetta.
Lo sguardo abbraccia un territorio che appare sconfinato, vivacizzato da morbide ondulazioni e chiuso da vette più o meno imponenti tra le quali spicca la Rocca la Meja, alta 2830 metri e uno dei simboli della Valle Maira. L'altopiano della Gardetta, in autunno, è meno frequentato, quindi più godibile, e le sue praterie abbandonano il verde per ingiallarsi progressivamente fino a virare su tonalità più calde, in attesa delle prime nevi.
Mezz’oretta più a valle del passo, nel cuore dell'Altopiano, si può trovare ristoro presso il rifugio Gardetta, avendo cura – però – di informarsi sul periodo di apertura. Ad oggi, ottobre 2023, la struttura è chiusa per lavori di restauro.
La discesa avviene sulla via di salita, ammirando con meno affanno il panorama contemplato all’andata.
La seconda idea, sempre in partenza da Viviere, è il monte Estelletta. La partenza è in comune con la passeggiata per il passo della Gardetta. Al primo bivio, però, si devia a destra e - al netto di qualche scorciatoia - si prosegue in salita su pista forestale. Si passa per le Grange Vallone (rudere, 1972 mslm), le Grange Rosano, 2044 mslm, e le Grange Colletto, 2187 mslm, fino ad arrivare al Colle Ciarbonet, a 2206 mslm.
Dal colle si costeggiano gli ultimi larici che si arrampicano sul versante nord per arrivare in vetta al monte Estelletta, a 2318 mslm. Vastissimo il panorama in ogni direzione: è la bellissima vista sull'alto Vallone di Unerzio e sulle montagne a nord a rendere meritevole la passeggiata, oltre al contesto d'alta quota che caratterizza tutti i passaggi oltre il limite del bosco.
Come detto sono possibili scorciatoie sia lungo la strada sia nel finale, tagliando per i pascoli. In salita si cammina per poco meno di un paio d'ore.
Più impegnativo raggiungere la pur vicina vetta del monte Midia, a 2341 mslm, dopo esser scesi rapidamente ad un colletto posto a 2260 metri di quota.
Una terza idea è, in realtà, una variante della seconda, ovvero arrivare al Colle Ciarbonet ed al monte Estelletta da Saretto, godendosi durante la salita il panorama sull'alta Valle Maira. Partendo dalla località Sorgenti del Maira (1625 metri di quota, poco a monte di Borgata Saretto) si cammina senza possibilità d'errore in un bellissimo bosco di abeti e larici. Inizialmente fitto, il bosco si fa sempre più rado: giunti al colle, i larici lasciano spazio alle vaste praterie che caratterizzano il pendio meridionale del monte Estelletta (2318 mlsm) che si può raggiungere agevolmente seguendo la linea della cresta sommitale.
Il fascino della passeggiata risiede senz'altro nell'affaccio finale verso il vallone di Unerzio, ma anche negli scorci su Saretto e nei passaggi in un bosco davvero incantevole. Si sale per circa 1h45' da Sorgenti del Maira.
Sempre da Sorgenti del Maira, e siamo quindi alla quarta idea autunnale, si può seguire, invece, il sentiero che procede verso il lago di Vivaisa (forse in secca in questa stagione, meno di un'ora dalle Sorgenti) nel quale si specchia un bel lariceto. Le limpide giornate autunnali possono invitare a proseguire oltre, verso gli sterminati spazi ai piedi dell'Oronaye, punteggiati da piccoli laghi e solitarie grange abbandonate. Si può ipotizzare un itinerario circolare che faccia rientro nel fondovalle passando per il passo della Cavalla (piuttosto lungo ed impegnativo).