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Rocca Provenzale da Chiappera, scorri la gallery!
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Un'altra vista della Rocca Provenzale da Chiappera
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Un bunker salendo al passo della Gardetta
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Panorama dall'interno di un bunker
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Casermetta abbandonata ai piedi della Rocca la Meja
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Vernetti, la frazione divenuta Ceaglio, albergo diffuso
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Particolare dell'open-air museum di Ceaglio
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Vernetti, la frazione divenuta Ceaglio, albergo diffuso
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Passeggiando per Chiappera
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Passeggiando per Chiappera
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Passeggiando per Chiappera
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Passeggiando per Chiappera
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La parrocchiale di Chiappera con la Rocca Provenzale sullo sfondo
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Chiappera, ai piedi della Rocca Provenzale
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Borgata Saretto
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L'Ubac
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San Peyre, nel comune di Stroppio
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San Salvatore
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Rocca la Meja, dal passo della Gardetta
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Sull'altopiano della Gardetta
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Una grangia abbandonata, a 2400 metri di quota
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Rocca Provenzale, da Chiappera
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Un salto delle cascate di Stroppia
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Uno stambecco al Colle del Mulo
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Ciciù del Villar
Piemonte

Valle Maira

La Valle Maira è una vallata del Piemonte occidentale, situata in provincia di Cuneo: è solcata dal torrente Maira che le dà il nome. Si tratta di una valle priva di sbocchi agevoli verso la Francia ed è delimitata sia a nord sia a sud da catene montuose decisamente massicce: gli spartiacque la separano dalla valle dell’Ubayette (in Francia, verso ovest), dalla valle Stura di Demonte e Grana (a sud) e dalla val Varaita a nord. Un contesto geografico così chiuso ha ovviamente favorito il consolidamento di tradizioni secolari. Inoltre questa vallata non è stata interessata dal tumultuoso sviluppo che ha segnato – con impatti di vario tipo – altre vallate alpine e si è fortemente spopolata nel Novecento. Da alcuni anni, però, si assiste con piacere ad un’inversione di tendenza: il turismo lento, poco impattante, basato su escursionismo, mountain bike e, d’inverno, scialpinismo e ciaspole contribuisce al rilancio della vallata che proprio nella sua purezza conserva i principali motivi di interesse e fascino.

La valle Maira – come diverse altre vallate delle Alpi piemontesi e liguri – è una valle occitana, caratterizzata quindi da una parlata autoctona di tipo vivaro-alpino. Si stima che le varianti locali della lingua occitana siano conosciute da circa quattro abitanti su dieci nei comuni definiti, appunto, come occitani. Con Occitania s'intende un'area storico-geografica dell'Europa meridionale che si estende dalla Spagna all'Italia coinvolgendo soprattutto il sud della Francia e, in Italia, diverse aree della montagna torinese ed imperiese ma, soprattutto, cuneese. Il tratto distintivo più forte - come detto - è la presenza della lingua occitana, evoluzione dell'occitano antico o provenzale.
A livello europeo,sarebbero circa tre milioni i "parlanti" occitano mentre più del doppio è in grado di comprenderlo. Si contano sei dialetti, con numerose varianti:  l’alverniate, il guascone, il linguadociano, il limosino, il provenzale ed appunto il vivaro-alpino che è quello parlato nelle valli piemontesi. Alla lingua si affiancano la musica (con l'utilizzo della tipica ghironda) e le danze popolari. 
 

Sono quattordici i comuni che fanno parte della Valle Maira, partendo dal più popoloso, Dronero, porta d'accesso alla vallata. Con Villar San Costanzo, Roccabruna, Cartignano e San Damiano Macra forma la bassa Valle Maira. Nella media valle, si trovano Macra, Celle di Macra e Stroppo mentre più a monte, verso i confini con la Francia, si incontrano Prazzo, Elva, nel suo vallone, Marmora, Canosio e Acceglio (Alta Valle Maira). 
A monte di Acceglio la valle vera e propria ha termine in frazione Saretto, in corrispondenza della sorgente del Maira sul versante Sud. Il vallone che si origina da qui e risale in direzione Nord-Ovest prende il nome di Valle del Maurin, e risale fino al Colle Maurin; a quota 2000 mslm circa il vallone si biforca ulteriormente, distaccando in destra orografica il Vallone dell'Infernetto, che risale verso la cresta della Aiguille de Chambeyron. Un ulteriore vallone secondario è il Vallone dell'Autaret, che diramandosi dalla parte alta del vallone di Maurin a monte della biforcazione per l'Infernetto prosegue verso il colle di Bellino e la valle Varaita.
Un caso particolare è il Vallonasso di Stroppia, un vallone sospeso in destra orografica della Valle del Maurin e del Vallone dell'Infernetto, ai piedi del Brec de Chambeyron, che si chiude a valle a quota 2300 mslm circa con un'alta parete rocciosa che scende quasi verticale a monte della frazione Chiappera, solcata, durante il disgelo e dopo le piogge, da una spettacolare cascata alta centinaia di metri. La sua testata è delimitata dal Col di Gippiera.
Altro interessante vallone sospeso è la Valle di Ciabrera, alla sinistra orografica dell'alta Valle del Maurin, tra quest'ultima ed il colle di Bellino.
Poco a valle di Chiappera dirama in destra orografica il Vallonasso, chiuso a monte dal monte Sautron; a sud di questo, si trova la valle di Apzoi, altra valle sospesa, chiusa in testata dal colle di Enchiausa.
L'Altopiano della Gardetta è un vasto altopiano calcareo, posizionato in prossimità dello spartiacque con la valle Stura di Demonte a sud, e con la valle Grana ad est. È una conca chiusa, ricca di saliscendi, idealmente delimitato dal passo della Gardetta, dal colle del Preit, dal colle d'Ancoccia, dal colle Margherina, dal colle di Salsas Blancias, dal colle di Servagno e dal passo di Rocca Brancia. L'altopiano è dominato ad est-nord-est dall'isolata Rocca la Meja (2831 metri), uno dei simboli delle montagne cuneesi
", da Wikipedia.

Rimandando alle pagine escursionistiche e ciclistiche i dettagli sul paesaggio e le bellezze panoramiche di questa valle, parliamo in questa sezione delle particolarità storiche e culturali della Valle Maira. Sotto questo punto di vista, a nostro modo di vedere, sono le borgate ed alcune perle isolate a rappresentare il principale motivo di interesse della vallata.

In contraddizione con quanto appena affermato, però, partiamo da Dronero, paesotto di settemila abitanti che conserva un patrimonio architettonico di monumenti, chiese e case nobiliari. Le sue origini risalgono al 1240 e vicoli e portici di Dronero rimandano ancora oggi al passato medievale così come il curioso ponte del diavolo, forse il soggetto più fotografato del paese. Nei dintorni di Dronero si trova anche l'unico mulino ancora funzionante della Valle Maira.
A due passi da Dronero, Villar San Costanzo (dove, secondo la leggenda, venne martirizzato San Costanzo) ospita la Riserva dei Ciciù ed il Santuario di San Costanzo. Quest'ultimo, poco noto, è uno dei monumenti romanici più interessanti del Piemonte e si dice sia stato fondato da Ariberto II, in epoca longobarda, per essere poi distrutto dai Saraceni e ricostruito nel XIII secolo, con successivi rimaneggiamenti.
I Ciciù, invece, sono curiosi fenomeni di erosione fluviale che ricordano le "piramidi di terra" che s'incontrano altrove nelle Alpi: qui, però, sono più tozzi ed accessibili tanto che il loro nome li associa ai "pupazzi" (ciciù = pupazzo in piemontese).
"Queste piramidi di terra che si trovano ai piedi del monte San Bernardo sono sculture morfologiche naturali, con una tipica forma di fungo gigante. Il cappello è costituito da un enorme masso di gneiss occhiadino, mentre il gambo è in terra e pietrisco compattati dal peso soprastante. Il nome della riserva deriva dai termini piemontesi Ciciu ‘d pera, pupazzo di pietra." (https://www.vallemaira.org/attrazioni/riserva-naturale-dei-ciciu-del-villar/)
Una leggenda associa San Costanzo ai Ciciù. Fu lui che, inseguito dai soldati romani, si girò e disse loro: “O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra!In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!” . E così fu.

Ma torniamo alle borgate ed alle meraviglie isolate tra i boschi della valle.
Le prime sono la vera particolarità della Valle Maira: basta percorrere la strada principale per essere sorpresi da un'infinità di deviazioni verso queste piccole frazioni, a volte costituite da un paio di case, che nascondono il ricordo di una secolare attività contadina legata all'agricoltura, all'allevamento, alla pastorizia.
Chiappera (Acceglio) è senz'altro la borgata più panoramica: la sua fortunata posizione, alla testata della valle ed ai piedi della Rocca Provenzale, ha facilitato le recenti ristrutturazioni che ne fanno un vero gioiellino oltre che un comodo punto di partenza per le escursioni in alta quota. Rocca Provenzale  è uno sperone roccioso deve il suo nome non tanto alla lingua o alla storica provincia romana, ma al cognome del suo primo salitore, il parroco originario di Chiappera che raggiunse la vetta a metà dell'Ottocento.
Come Chiappera anche la vicina Saretto è una borgata comodissima per diventare la base di escursioni e camminate.
Borgata San Martino, invece, si trova nel comune di Stroppio (centro della valle ed antico centro nevralgico), ed è come sospesa, affacciata sulle montagne che chiudono a sud la Valle Maira. Nello stesso comune si trova Borgata Marinesio, particolarmente armoniosa e impreziosita dalla chiesetta di Santa Maria.
Nel territorio di Canosio, invece, si trova la borgata L'Ubac (L'Obacco), un esempio di casa-villaggio in cui più unità abitative, stalle e fienili si trovavano sotto lo stesso tetto, una soluzione che consentiva di spostarsi anche dopo le nevicate più copiose e di mantenere il calore senza disperderlo. Un esempio di "comunitarismo" che in Valle Maira si esplicitò anche nello sviluppo di forni comunitari, "grandi forni in comproprietà fra le famiglie di una borgata adibiti, nel tardo autunno, a cuocere la provvista annuale del pane, fatto con la segale dell'alta valle conosciuta come Bià d'Acéi (segale di Acceglio). A secondo dell'altitudine, nelle borgate più alte i forni potevano già essere accesi a San Martino, mentre a quota inferiore era norma che si iniziasse a panificare verso Natale. Scaldato il forno, ogni famiglia provvedeva quindi alla preparazione e alla cottura dei propri pani. Una volta cotti, i pani erano riposti nel fienile ad essiccare per tre settimane, quindi sistemati su apposite rastrelliere (in genere appese al soffitto perché non fossero raggiunte dai topi) dove si potevano conservare fino all'anno successivo”.
Tornando alle borgate, dirimpettaia di Canosio è Borgata Vernetti, nel territorio di Marmora. Questa borgata ha seguito un destino differente. E' divenuta, infatti, un albergo diffuso, Ceaglio. Poche case in pietra locale e legno, ristrutturato e rinato. Alcune stanze per il soggiorno in mezza pensione, un residence, una sauna .. e la sera, dopo il suono del campanaccio, ci si ritrova per la cena (ovviamente tipica) nella struttura principale. Un po' come se tutti gli abitanti di un paese cenassero insieme dopo la giornata. E la mattina ci si ritrova per colazione ammirando il vallone del Preit e aspettando che il sole faccia capolino sulla chiesetta di Canosio. In tedesco si traduce con "hoteldorf", "il villaggio albergo", che rende ancora di più l'idea.
Non solo: Vernetti ospita anche il Museo Etnografico "d’la vito d’en bot" ("La vita di una volta), attrezzi, oggetti e fotografie dedicati alla vita di una volta. Una preziosa raccolta che la famiglia Ceaglio espone all’aperto, sulle pareti degli edifici, nel cuore di un caratteristico e tipico borgo alpino di grande fascino.Sono tante le altre borgate di Marmora ed una delle quattro opportunità offerte dal Mot - Maira Occitan Trail è proprio il tracciato da 18K detto Viol, che passa per queste piccole grandi frazioni.
Ussolo è la più caratteristica delle borgate di Prazzo. Ha mantenuto relativamente intatto l’aspetto di borgata medievale con passaggi coperti, muri in pietra grezza e tetti in losa, la tipica lastra di ardesia. La chiesa del paese, dedicata a Santo Stefano, ingloba alcune decorazioni, capitelli e têtes coupées, che provengono da un precedente edificio religioso risalente al XIV secolo.
Davvero suggestive le borgate del vallone di Unerzio. Una di esse è diventata un rifugio per escursionisti: Viviere.

Una nota particolare merita Elva, nell'omonimo vallone, è il comune più alto della valle, a 1637 metri di altitudine. Leggenda vuole che sia stata fondata da briganti in fuga, desiderosi di trovare un luogo appartato e poco accessibile. Il relativo isolamento ha lasciato ad Elva forme architettoniche altrove scomparse. 
A fine Settecento e metà Novecento gli elvesi si specializzarono in un mestiere, i pelassier, o commercianti di capelli. Raccoglievano chiome in tutto il Nord Italia, e oltre, per realizzare parrucche vendute in tutto il mondo: da Parigi a Londra e negli Stati Uniti. Il Museo di Pels, allestito all’interno della Casa della Meridiana in borgata Serre, racconta le vicende di questi artigiani.
E a proposito di musei a Celle di Macra, in Borgata Chiesa, si trova quello dedicato agli acciugai ed agli antichi mestieri. Vendere acciughe era il lavoro "invernale" per contadini e pastori, alla ricerca di una fonte di guadagno nei mesi in cui la terra diveniva improduttiva. Perché proprio dalla Valle Maira partisse il commercio delle acciughe rimane praticamente un mistero che sarà difficile - se non impossibile - risolvere. 
Tornando ad Elva è da segnalare il pittoresco sperone roccioso Fremo Cuncunà (in dialetto "donna accovacciata") che offre una una vista di tutto rilievo sui monti Bettone, Chersogno, Marchisa, Pelvo e Monviso.
Un tratto architettonico che non sfuggirà all'osservatore più attento sono le colonne rotonde, diffuse sia negli edifici sacri sia in diverse borgate: è una peculiare fusione di tradizioni costruttive greco-romane ed alpine

Altre cartoline dalla Valle Maira? La romanica San Peyre, poco sopra Stroppio, a 1224 metri di quota. Risale al Duecento ed è posta su un panoramico sperone roccioso. "Equidistante" da tutte le borgate, rappresentava il fulcro della vita religiosa del territorio. Nel 1824, però, cessò le sue funzioni canoniche. 

Meno ardita è invece la posizione di un'altra antichissima chiesa della Valle Maira: San Salvatore, infatti, si trova nel fondovalle, a breve distanza dalla strada principale. Ha anch'essa un'origine antichissima come evidenziano le linee essenziali della struttura.

Elegante anche il Lazzaretto, situato a Caudano di Stroppo. Ha una delle facciate a vela più imponenti della valle e risale al XV secolo: in origine doveva essere un ricovero per gli indigenti ma il suo aspetto è ricco di tutti i tratti che caratterizzavano gli edifici nobiliari dell’epoca.

Si parlava di pane e tornando su tale argomento non si può non ricordare il “foro frumentario” di Dronero: uno dei rari esempi di loggia del grano a pianta ottagonale edificata risalente alla metà del XIV secolo. Era un mercato coperto fuori porta (si trova infatti oltre l’antica cinta muraria): la copertura è garantita da una volta ogivale sostenuta da otto pilastri con semi-colonne affiancate. E’ ornato con motivi floreali dipinti sugli intradossi degli archi e con stemmi sui capitelli mentre le colonne presentano le tipiche decorazioni a rosette rosse e nere. “Dopo la peste del 1522 murate le arcate fu trasformato in Cappella dedicata a San Sebastiano alla quale fu, successivamente, aggiunto il pronao barocco e l'edicola dell'orologio; solo nel 1818 fu restituito alla primitiva funzione. Gli affreschi riportati alla luce nel 1937 mettono in evidenza il monogramma gotico JHS, abbreviativo di Jehsus, accanto allo stemma dei Marchesi di Saluzzo. Recenti restauri hanno portato alla luce interessanti particolari di affreschi probabilmente legati alla figura del Santo al quale era dedicata la cappella” (da www.visitvallemaira.it).

In chiusura sono da segnalare le tantissime opere legate al Vallo Alpino Littorio che caratterizzano le pendici montuose della vallata (per esempio a valle del passo della Gardetta verso il Vallone di Unerzio oppure nei dintorni del Colle del Mulo o del passo d'Ancoccia). A proposito di fortificazioni, di ben altra fattura ed epoca, però, spicca il castello Berardi di Cartignano, unico del territorio (non visitabile). Le sue origini risalgono al Quattrocento.

Per chi ama i record, infine, in Valle Maira si trovano le più alte cascate d'Italia: sono quelle formate dal torrente Stroppia e si possono ammirare a monte di Chiappera, a pochi minuti di cammino dal rifugio Campo Base. Si può anche salire all'omonimo rifugio ed attraversarle. Ma di questo parliamo qui: www.cicloweb.net/trekking/t-piemonte/trekkingvallemaira.htm


ALTOPIANO DELLA GARDETTA
Il pianoro della Gardetta, grazie alla presenza di resti fossili di organismi marini, dune costiere, ciottoli di antichi fiumi e colate di lave vulcaniche, nel 2001 è stato riconosciuto dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici come Patrimonio Geologico Italiano. Il pianoro, nel quale si trovano anche resti di casermette militari della prima metà del Novecento, è circondato da alte cime tra le quali spicca l’affilata Rocca la Meja, vetta in calcare dolomitico dalla caratteristica stratificazione verticale, meta frequente di arrampicatori ed escursionisti.
 

Su www.cicloweb.net due ulteriori pagine dedicate alla valle Maira:
- escursioni e trekking in valle Maira;
- mountain bike in valle Maira

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