borghi di fascino, raccolti attorno alle splendide Pale di San Martino
Quando si nomina San Martino di Castrozza non si possono che ricordare subito le Pale di San Martino: cime, guglie, campanili e pareti verticali oltre i tremila metri che si addossano l'un l'altro in modo unico ed affascinante.
Particolare soprattutto il tramonto quando la dolomia, roccia d'origine corallina che le caratterizza, assume una tonalità "rosata". In Ladinia - territorio che si estende a due passi da Primiero e San Martino di Castrozza (in val di Fassa, ad esempio, ma anche in vasti ambiti del Cadore) - questo fenomeno è chiamato "enrosadira".
Da un centinaio d'anni le Pale sono percorse da sentieri ed impegnative vie di ascensione frutto del lavoro di numerosi rocciatori ed alpinisti che, inizialmente accompagnati da cacciatori e pastori locali, si sono dedicati alla conquista di queste vette.
L'area è anche tutelata dal Parco Naturale di Paneveggio-Pale di San Martino esteso per circa 190 chilometri quadrati tra le valli di Primiero, Vanoi e Fiemme: tra i fitti boschi di conifere e sui ripidi pendii sassosi spuntano qua e là cervi, camosci, marmotte e l'aquila reale.
San Martino di Castrozza è una perla dolomitica posta a quasi 1500 metri di altitudine al cospetto delle Pale ed è animata da un'intensa vita mondana.
I paesi del fondovalle, nella conca verde del Primiero, pur se cresciuti per lo sviluppo turistico conservano ed espongono a tutti i visitatori i caratteri tipici dell'edilizia alpina: un piccolo mondo tra le montagne, ricco di tradizioni, memorie storiche ed artistiche. Permane dunque un grande patrimonio di affreschi, palazzi ed esposizioni di antichi mestieri, chiese e la tradizione del legno lavorato.
Il principale è Fiera, con un bel centro storico di indubbia eleganza. Nella piazza principale si trova la chiesa secentesca dedicata alla Madonna dell'Aiuto e la torre municipale. Curiosità: questa torre non è il campanile ma è un edificio voluto dal Comune ad inizio Novecento. "Voluta nel 1910 dall’Amministrazione per poter spostare sia l’orologio (che era posto sulla facciata della chiesa ed era difficile da gestire) che per eliminare la piccola torre campanaria in legno posta sul tetto della chiesa, la Torre Municipale è stata progettata dall’Ing. Sandonà ed ha richiesto per la costruzione circa cinque mesi di lavoro. Originariamente la torre doveva avere la stessa altezza della Chiesa (ovvero quella della cella campanaria) ma modifiche richieste dall’Amministrazione durante i lavori portarono ad un edificio alto circa venti metri" (www.comuneprimiero.tn.it/Territorio/Luoghi-e-punti-di-interesse/Cultura-luoghi-storici/Fiera-di-Primiero/Monumenti/La-Torre-Municipale).
A due passi dal centro, si trovano, in posizione sopraelevata, la chiesa arcipretale del '400, dove si arriva costeggiando l'imponente muro di cinta, in parte merlato, del Palazzo delle Miniere, la duecentesca chiesa di San Martino ed una tipica abitazione primierotta, ospitata dall'edificio della vecchia Canonica. "Eretto in posizione dominante il Borgo di Fiera di Primiero, cinto da mura in parte merlate, il Palazzo delle Miniere è un autorevole esempio di architettura tardo-gotica profana, con chiara influenza nordica, fatto costruire presumibilmente dall'arciduca Sigismondo d'Austria, conte del Tirolo, nel XV secolo, quando era fiorente l'attività mineraria nel distretto di Primiero. Con la sua caratteristica forma di imponente manufatto, il Palazzo delle Miniere costituisce il simbolo e la memoria storica del potere politico e dello stato socio-economico di quel tempo, riscontrabile nelle fattezze dell'insieme dell'edificio, caratterizzato dalla particolarità degli erker d'angolo, dai quali si controlla l'accesso al Palazzo, dalle finestrature con inferriate del piano terra, dai portoni arcuati a sesto acuto, dalla bifora ogivale, dalle peculiari feritoie-caditoie del sottotetto. Il Palazzo inoltre è contraddistinto da affreschi di notevole interesse storico, come la centrale Aquila degli Asburgo, posta tra quaranta stemmi (possedimenti della Casa d’Asburgo), ed è impreziosito da altri affreschi contornanti le finestre delle rispettive facciate. L'ampia valenza storico-architettonica è confermata dalla dislocazione degli spazi interni, disposti su quattro livelli di Piano, e dalla loro particolarità. Ne sono un esempio l'ampio atrio d'ingresso a piano terra, ove troneggia un pilastro centrale su cui si chiudono gli avvolti, o come le sale, sia del piano terra che del primo piano, caratterizzate da soffitti con volte a crociera, o con pregevoli soffitti gotici, eseguiti con travatura in legno a vista e cornici perimetrali e trasversali dipinte. Notevole l'originalità degli elementi del vasto sottotetto, come le feritoie e caditoie poste su tutto il perimetro, come l'argano con portone, ed ancora come tutta la particolare travatura "a vista" del tetto. Il Palazzo delle Miniere, chiamato anche nel tempo Palazzo del Dazio o del Censo, deve la sua nascita ed il suo splendore a quel grande momento storico che fu, per la valle di Primiero, il periodo minerario medioevale e tardomedioevale con l'avvento di imprenditori ed operai specializzati (canopi). Il Palazzo fu eretto a fianco della chiesa di Santa Maria e della chiesetta di San Martino, quasi a suggello tra potere politico e potere religioso, non solamente come aspetto monumentale. Con il passare del tempo, il Palazzo delle Miniere ha avuto diversi usi che possono essere così sintetizzati: sede del Giudice Minerario (Bergrichter), del Capitanato Distrettuale, Palazzo Governativo, Censo, Dazio e sede di Uffici Forestali, sede di Ufficio Imposte Dirette ed Ufficio Registro" (www.comuneprimiero.tn.it/Territorio/Luoghi-e-punti-di-interesse/Cultura-luoghi-storici/Fiera-di-Primiero/Monumenti/Il-Palazzo-delle-Miniere).
Mezzano è "uno dei borghi più belli d'Italia": si respira ancora l'aria di un passato, recente, fatto di agricoltori, pastori, cavatori di pietra e taglialegna.
Vi si trovano tre tabià, fienili in legno dove le famiglie portavano ad essiccare il foraggio, parti fondamentali delle case rurali di un tempo. "Costruito nella parte più alta e asciutta della casa e collegato alla stalla, era un luogo di stoccaggio per l’inverno, una costruzione pratica e semplice, in legno e pietra, pensata per sostenere la neve e resistere agli agenti atmosferici".
"Il legno in particolare ne caratterizza le strutture e le facciate esterne: i blockbau, i grandi ballatoi esterni, complessi e leggeri elementi costruttivi, hanno parapetti a tavole sagomate e scale, poste all’esterno, negli anditi privati, per non “sprecare” il limitato spazio interno. Il tabià era però anche un luogo di ritrovo e di gioco. I bambini giocavano a patacrèc, una sorta di nascondino, nel fieno, sui ballatoi, dietro gli attrezzi, correndo da un tabià all’altro. I giovani e gli innamorati avevano in questi tiepidi luoghi un angolo di riservatezza dall’occhio vigile dei genitori. I tabià erano a loro modo angoli magici al di là della dura e faticosa vita quotidiana" (da www.mezzanoromantica.it/tabia-e-architettura)
Ma tabià a parte vale la pena perdersi per le vie del paese, tra passaggi in legno, fontane, affreschi, cataste, orti, fioriture, girasoli e piante di kiwi (!), al cospetto delle Pale di San Martino.
Le altre pagine dedicate al Primiero ed a San Martino di Castrozza su www.cicloweb.net:
- itinerari per bicicletta e mountain bike nel Primiero ed a San Martino di Castrozza, fino a passo Rolle e dintorni
- percorsi di trekking a passo Rolle, San Martino di Castrozza e nel Primiero