dal Primiero e da San Martino nel cuore delle guglie dolomitiche
Premessa: quando si decide di parlare delle più belle passeggiate da fare tra Primiero, San Martino di Castrozza e passo Rolle sono inevitabili delle scelte dolorose. Tanto più quando, in una sola pagina, si devono raccogliere passeggiate facili, medie ed impegnative: è una missione impossibile. Questa pagina, dunque, vuole essere solo un'introduzione alle infinite possibilità escursionistiche offerte da Primiero, San Martino di Castrozza e passo Rolle.
LAGO DI CALAITA - MALGA CREL
Passeggiata particolare, quella che conduce dal lago di Calaita a malga Crel. Si scende all’andata e si sale al ritorno ma è il modo migliore per affacciarsi sul versante occidentale delle Pale di San Martino senza dover convivere con jeep e navette che fanno la spola tra San Martino di Castrozza e malga Crel. La camminata richiede quasi due ore per direzione ma non è davvero impegnativa dal momento che il dislivello complessivo non supera i trecento metri totali e sono pochi – e brevi - i tratti di sentiero davvero ripidi.
Il lago di Calaita (1620 mslm) è in territorio primierotto pur trovandosi al culmine della val Lozen e dunque nel Vanoi. Piccoli ma numerosi parcheggi consentono di lasciare l’auto nei pressi dell’Albergo Miralago, proprio in riva al lago di Calaita, e partire per l’escursione che costeggia subito lo specchio d’acqua in cui, nelle giornate più fortunate, si riflettono le Pale di San Martino.
Primo obiettivo è forcella Calaita, posta a 1663 metri di quota. Non vi si arriva subito ma si devia verso un evidente punto panoramico ad est della traccia principale: da qui si ammirano le Pale da nord a sud. Una postazione davvero fortunata per una visione quasi impareggiabile.
Lasciandosi alle spalle questa indimenticabile vista si prende a salire su un’antica mulattiera fino a forcella Calaita: affascina vedere come le pietre posizionate decenni e secoli fa svolgano ancora perfettamente il loro lavoro consentendo un agile transito alle persone ed agli animali che qui vengono a pascolare.
Dopo la forcella si è attesi da qualche minuto di salita e poi si inizia a scendere, sul sentiero 350. Con pendenze a tratti non indifferenti il sentiero perde quota fino a portarsi intorno ai 1500 metri di altitudine ed incrociare un’ampia traccia forestale che, percorsa verso nord, porterà a valle dei prati di malga Crel. Purtroppo questo tratto di forestale risulta un po' monotono ma è un prezzo che si paga volentieri vista la ricompensa offerta dal panorama di malga Crel e, particolare non indifferente, dai piatti sfornati dalla cucina della malga. Ci si può tuttavia rallegrare pensando che tale forestale doveva essere prolungata ulteriormente ma il Parco Naturale di Paneveggio ha opposto un netto rifiuto dal momento che il territorio attorno a malga Scanaiol è un habitat privilegiato per alcune specie animali.
Guidati dalle indicazioni ci sarà da salire per circa cinquanta metri di dislivello (sulla forestale di accesso oppure tagliando per un sentiero prativo) per conquistare malga Crel.
Il ritorno avviene sul percorso di andata: si perderà quota lungo i prati della malga, si andrà in saliscendi sulla forestale e si affronterà in salita il sentiero verso forcella Calaita.
Non mancano ovviamente numerose varianti e possibili estensioni della camminata: si può partire dal fondovalle di Primiero, ad esempio, oppure arrivare, come premesso da San Martino di Castrozza lungo la facile forestale.
RIFUGIO PRADIDALI - PASSO DI BALL
Un'ascesa senza soste dai 1160 mslm del Cant del Gall ai 2278 mslm del rifugio Pradidali e, volendo, ai 2448 mslm del passo di Ball: con questa passeggiata ci si addentra nelle Pale di San Martino da sudovest, dalla val Canali, piccola vallata che si apre lungo la strada che dal Primiero porta all'Agordino passando per passo Cereda.
Si parte seguendo le precise indicazioni per il sentiero 709: inizialmente la traccia è un ampia mulattiera sassosa che sale lungo il corso del rio Pradidali, scavalcato due volte nei primi minuti di escursione.
Giunti a Pedemonte, poco sopra i 1600 metri di quota, il sentiero muta rapidamente aspetto: la pendenza si fa più ripida, la traccia si restringe - pur rimanendo sempre ben evidente - e si esce dal bosco. Si prende quota velocemente tra le vertiginose pareti dolomitiche che chiudono la val Pradidali ed allargando sempre più lo sguardo sulla vallata che si allontana passo dopo passo.
Una volta risalito lo "spallone" roccioso si giunge in vista del rifugio: la meta è vicina ma occorre ancora uno sforzo per colmare il dislivello mancante.
Giunti al rifugio si può rapidamente salire al passo di Ball: al valico lo sguardo si estende ad una nuova vallata, al Lagorai ed alle Dolomiti verso la val di Fassa.
Ma chi era questo John Ball? John Ball nacque a Dublino nel 1818, e, figlio di un giudice, fu un politico particolarmente incline alle scienze naturali. Sposato ad un'italiana, rimase presto vedovo. Abbandonò la politica a meno di quarant'anni per dedicarsi esclusivamente ai viaggi ed agli studi naturalistici. Nel 1957 fu il primo presidente delll'Alpine Club e pochi anni dopo si dedicò alla celebre Alpine Guide, risultato delle sue innumerevoli ascensioni, dei suoi viaggi e delle sue osservazioni annotate in stile chiaro e scorrevole. Inventò il primo periodico alpinistico, il "Peak, passes and glaciers", uscito per la prima volta nel 1859 ed ancora pubblicato sull'Alpine Journal. La sua prima salita nelle Dolomiti risale al 19 settembre 1857: raggiunse l'inviolata vetta del Pelmo, attraverso quella che poi divenne "la cengia di John Ball". Ball descrisse così le Dolomiti nelle annotazioni del suo diario: "In nessun'altra parte delle Alpi si innalzano così bruscamente cime altissime e con così poca apparenza di connessione tra di loro. In nessun'altra parte vi sono contrasti così marcati offerti dalla differenza di struttura geologica come quelli che qui colpiscono il viaggiatore".
Morì a Londra nel 1889.
RIFUGIO TREVISO
Un'altra passeggiata, più facile, sempre in val Canali: non è infatti difficile raggiungere il rifugio Treviso e guadagnare così un suggestivo affaccio sul versante meridionale delle Pale di San Martino.
Come detto poco sopra, percorrendo la strada statale per il passo Cereda s’incontra, la deviazione per la val Canali, punto di partenza di due grandi classiche del “trekking” primierotto, il citato rifugio Pradidali, ai piedi della Pala di San Martino, ed appunto il più accessibile rifugio Treviso, quasi aggrappato al versante meridionale della valle.
Si può partire da Cant del Gaal, a circa 1160 metri di quota, o tentare di posteggiare nei più piccoli parcheggi situati nei pressi di malga Canali, risparmiando così circa mezz’ora di camminata su asfalto e riducendo di centocinquanta metri il dislivello dell’escursione. Se si parcheggia a malga Canali, comunque, è bene tornare sui propri passi per qualche centinaio di metri per godere di una bella vista di questa malga posta ai piedi delle Dolomiti: per quest’immagine bisogna “arrampicarsi” su un pendio ai piedi del pascolo. Niente di proibitivo, solo un po' di equilibrio!
Come detto, da Cant del Gaal alla fine della strada asfaltata si cammina per circa mezz’ora colmando un dislivello di 150 metri.
Il rifugio Treviso dista poco meno di 1h30’: da malga Canali l’itinerario prosegue su pendenze molto blande costeggiando il torrente di fondovalle. Si esce per alcune centinaia di metri dal bosco camminando sempre su un’ampia traccia sterrata.
In corrispondenza di un ponte si cambia registro: si supera il torrente e si inizia a camminare su un bel sentiero che inizialmente costeggia ancora il corso d’acqua senza richiedere grandi sforzi. Dopo qualche minuto, però, inizia un’impegnativa ma breve serie di tornanti che, immersi tra gli abeti, consentono di guadagnare i 1630 metri di altitudine del rifugio Treviso.
Spettacolare il panorama dalla terrazza del rifugio Treviso ma ancora più emozionante è la vista che si gode dal sentiero che prosegue oltre il rifugio: è sufficiente camminare 3-4 minuti per abbracciare con lo sguardo sia il rifugio stesso sia diverse cime. Spiccano cima Lastei, cima Fradusta e cima Canali. Visto da qui, questo angolo di Dolomiti appare molto aspro: la verde vallata si alza rapidamente fino a culminare con le pareti rocciose che si spingono fino ai tremila metri di altezza. Più placido, invece, il panorama osservato salendo, quando si cammina nel fondovalle e le Dolomiti sono le quinte ideali per una bella giornata tra le montagne.
Il ritorno avviene per la via di salita.
In zona passo Rolle, invece, è da non perdere una passeggiata, soprattutto autunnale, verso i laghi di Colbricon: i larici infuocati dai colori di fine settembre ed ottobre non saranno facili da dimenticare!
Sentiero 348, in basso a sinistra nella mappa sotto.
Escursione facilissima!
Sempre da passo Rolle si può raggiungere baita Segantini lungo una traccia di tre chilometri che, tuttavia, è percorsa anche dai veicoli autorizzati. La baita è un punto panoramico spettacolare sulla verde val Venegia, ai piedi delle Pale di San Martino. Meglio arrivarci percorrendo la val Venegia, da Pian dei Casoni, poco a valle di passo Rolle, sulla strada per il passo Valles: questo versante è senz'altro più panoramico ma richiede almeno un paio d'ore di cammino!
Non si rischia certo di perdersi dal momento che si cammina su un'ampia pista percorsa anche dalle mountain bike.
RIFUGIO MULAZ
Dalle splendide radure della val Venegia si affronta la ripida salita al rifugio Mulaz.
Si percorre la forestale della val Venegia (partendo dalla baita Segantini, a monte di passo Rolle, o da pian dei Casoni, lungo la strada per il passo Valles) fino ad incrociare le indicazioni per il rifugio Mulaz.
Il sentiero 710 si inerpica dapprima nel bosco, poi in campo aperto ed infine in un vallone roccioso fino ai 2612 mslm di passo Mulaz.
E' una salita severa, costante e sempre impegnativa al cospetto di pareti dolomitiche dall'altezza vertiginosa.
Al passo, prima di scendere al rifugio, si può proseguire verso la cima Mulaz, 2906 mslm, dalla quale si gode di un vasto panorama sulle Dolomiti venete e ladine: Catinaccio, Latemar, Monzoni, Marmolada e, più a est, Civetta e monte Pelmo.
Altre pagine dedicate al Primiero ed a San Martino di Castrozza su www.cicloweb.net:
- la guida nel Primiero ed a San Martino di Castrozza,
- itinerari per bicicletta e mountain bike nel Primiero ed a San Martino di Castrozza, fino a passo Rolle e dintorni