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Alpe Nemes, colori d'autunno (scorri la gallery!)
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Malga Coltrondo
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Alpe Nemes, Dolomiti di Sesto tra i larici
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Dolomiti di Sesto dall'Alpe Nemes
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Padola, inizio d'autunno ai piedi delle Dolomiti
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Masi sopra Casamazzagno
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Ultimi pascoli prima della desmontega
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Col Quaternà in veste autunnale
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San Leonardo vecchio
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Scenografica chiesetta: San Leonardo vecchio
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Campotrondo: impagabile vista sul gruppo del Popera
Autunno

Tra Comelico e Pusteria

Quaranta chilometri in cui si fatica tanto, soprattutto all'inizio, ci si diverte in discese veloci e mai troppo tecniche e si ammirano panorami davvero sconfinati e relativamente poco conosciuti. Soprattutto nel versante veneto, infatti, l'affollamento è ridotto anche in alta stagione. Un po' più di gente, invece, si incontra sul versante sudtirolese e pertanto è richiesta una certa attenzione soprattutto viste le velocità cui invita la discesa verso Moso.
Il dislivello complessivo è di circa mille metri, divisi quasi equamente tra la prima salita verso ed oltre gli alpeggi di Casamazzagno, la conquista di malga Coltrondo e dell'Alpe Nemes e l'ultima ascesa, su asfalto, al passo Monte Croce di Comelico.

I momenti clou della pedalata sono Dosoledo con i suoi antichi tabìes, la chiesa di San Leonardo vecchio a Casa Mazzagno, l'alpe Nemes, Moso ed il suo affaccio sulla val Fiscalina, il passo Monte Croce di Comelico e la discesa verso Padola con il suggestivo passaggio da Campotrondo. Protagoniste della pedalata le Dolomiti di Sesto che chiudono l'orizzonte verso sud ergendosi nella loro leggiadra maestosità: dato l'orientamento del gruppo montuoso è bene partire alla mattina per godere della migliore vista possibile su queste incantevoli vette.

L'autunno è un'ottima stagione per pedalare lungo questo itinerario: anche se le giornate sono più brevi, il percorso è veloce ed i larici incontrati nel tratto centrale sapranno incorniciare il paesaggio in modo indimenticabile. Le isolate latifoglie, accese dai colori dell'autunno, poi, daranno ulteriore vita anche agli alpeggi attraversati nei primi chilometri della pedalata.

Partenza, dunque, da Dosoledo (1235 mslm): prima di mettersi in sella, però, vale la pena passeggiare lungo la via dei tabìes ed ammirare questi antichi fienili, ristrutturati e destinati ad usi rinnovati, che si dispongono parallelamente sia al paese sia alle Dolomiti. Alle loro spalle, infatti, si aprono verdi prati, boschi e poi le vette del settore più orientale delle Dolomiti di Sesto.
Dalla piazza centrale del paese, mezzo chilometro di statale e si gira a sinistra in via della Giustizia.
La strada inizia a salire e così fa per diversi chilometri: alcuni tornanti alleggeriscono le pendenze mentre la suggestiva chiesetta di San Leonardo vecchio invita ad una pausa fotografica.
Al km 4, già a 1575 metri di altitudine (le pendenze sono davvero severe in questo primo tratto) si abbandonano prati da sfalcio ed asfalto per proseguire nel bosco su tracciato forestale. I successivi sette chilometri alterneranno tratti in salita (si arriverà fino a quota 1700 mslm), a falsopiani ed anche discese, l'ultima delle quali, al km 11, immetterà, nuovamente su asfalto, sulla severa salita verso malga Coltrondo.
A questa malga, posta a 1878 metri, si arriva al km 14: strappo breve ma tosto (la pendenza media è del 10% perché quando si incrocia l'asfalto si è tornati a quota 1575 mslm). Spicca, sopra la malga, la sagoma del Col Quaternà, punto caldo del fronte della Prima Guerra Mondiale vista la sua posizione sul confine tra Regno d'Italia e Impero AustroUngarico. Sulle creste sono numerosi i resti della Grande Guerra mentre più a valle sono presenti diverse tracce del successivo Vallo Alpino Littorio, la cosiddetta "linea non mi fido" che Mussolini volle realizzare per proteggersi da eventuali incursioni della Germania nazista che pure era alleata dell'Italia. La stessa linea servì poi durante la Guerra Fredda, ritenuta utile presidio in caso di invasione da parte dell'ex Unione Sovietica, e fu poi smantellata e dismessa. Ne restano oggi solo alcune tracce, sparse lungo tutto l'Alto Adige dalla val Pusteria fino alla val Venosta.
A malga Coltrondo la vista sulle Dolomiti di Sesto inizia a tornare aperta come nei primi quattro chilometri: il bosco, infatti, si fa più rado ed agli abeti si affiancano i larici che rendono la pedalata ancora più piacevole durante l'autunno. Su sentiero, e dopo qualche saliscendi, si arriva fino all'Alpe Nemes (km 16, 1878 mslm), già in territorio altoatesino: la malga è posta in una radura davvero ampia dove la vista sulle Dolomiti di Sesto è impagabile. Vigila, stavolta a nord-est, la sagoma del Col Quaternà.
Ammirato il paesaggio si può rientrare verso il passo Monte Croce di Comelico oppure scendere a Moso e aumentare il chilometraggio (ed il dislivello) godendosi prima la discesa e poi faticando sulla salita sulla strada asfaltata.
I sei chilometri di discesa, quasi tutti sterrati, sono davvero veloci, unica accortezza è quella di prestare attenzione al possibile incrocio con gli escursionisti a piedi.
Al km 22.8 si raggiunge il centro di Moso, frazione di Sesto posta a 1340 metri di altitudine. Imperdibile la vista sulla val Fiscalina, porta aperta verso la Croda dei Toni e Cima Undici. Non solo: dal rifugio Fondovalle, dove la val Fiscalina è chiusa da severe pareti rocciose, parte il sentiero che conduce fino ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.
A Moso si prende la statale in direzione est (in salita!) e si percorrono i sei chilometri, solitamente poco trafficati, che conducono ai 1636 metri di altitudine del passo Monte Croce di Comelico. Non è una salita difficile ma può risultare indigesta perché dopo tanta discesa è proprio il primo chilometro quello più impegnativo: propone una pendenza media di poco inferiore al 10%. Gli altri cinque chilometri, invece, pur alternando tratti impegnativi ad altri più veloci sono comunque più agevoli.
Per rientrare a Dosoledo, e chiudere la pedalata, non restano che dodici chilometri di veloce discesa su statale oppure, opzione consigliabile dal momento che l'itinerario è per mountain bike, si può svoltare a destra in corrispondenza della prima vera curva disegnata dalla statale (un chilometro dopo il passo, indicazioni per rifugio Lunelli - Padola - Valgrande) e scendere su sterrato fino allo spettacolare Campotrondo.
Da qui si pedala, di nuovo su asfalto, lungo via Valgrande fino a riportarsi sulla statale da percorrere per gli ultimi 3.5 km di questa uscita ai confini tra Veneto e Alto Adige Sudtirol.

Altimetria del passo Monte Croce di Comelico dal versante pusterese: http://www.salite.ch/croce3.asp
Altimetria del passo Monte Croce di Comelico da Santo Stefano di Cadore: http://www.salite.ch/croce2.asp


Su www.cicloweb.net le pagine dedicate al Comelico ed alle sue Dolomiti:
- in bicicletta nel Comelico,
- trekking e passeggiate nel Comelico
E d'inverno, ciaspolate in Veneto da www.ciaspole.net 
Per scoprire, invece, l'alta Pusteria:
- pedalate da Dobbiaco ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo,
- passeggiate e trekking nelle Dolomiti di Sesto, e non solo,
- una guida all'alta Pusteria
E le ciaspolate in Alto Adige: www.ciaspole.net/itinerari1/altoadige

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