unica al mondo, tra le Dolomiti ed i ghiacciai
Pinzolo si adagia in una conca verdeggiante alla confluenza tra Sarca di Genova e Sarca di Campiglio. E' il centro principale della val Rendena, una vallata alpina - cinta da verdi boschi e dominata da affascinanti montagne - che regala numerosi chilometri di piste ciclabili dedicate a bambini, famiglie ed in generale a chi non è allenato o pronto per le grandi salite.
Ma anche gli amanti della fatica trovano pane per i propri denti: verso Madonna di Campiglio si trovano la val Nambrone, selvaggia e "spaccagambe", la fascinosa val Genova, punteggiata da numerose cascate, la verde Val d'Agola, che culmina con un placido lago alpino.
E tra le pendici delle Dolomiti di Brenta e dell'Adamello - Presanella, un'infinità di malghe panoramiche, custodi di tradizioni culinarie decisamente invitanti: si raggiungono con poca fatica da Madonna di Campiglio mentre è più impegnativa la salita da Pinzolo.
Da non sottovalutare nemmeno la media e bassa valle: le valli San Valentino e Borzago, alle porte di Villa Rendena e Pelugo, sono scrigni quasi segreti. E poi .. le salite alle malghe Campo e Diaga (da Caderzone Terme) o a passo Daone (noto in valle come Pra de l'Asen, si sale da Spiazzo o da Preore) sono sfide da cogliere per chi ama le salite più severe!
Questa pagina nasce per scoprire la val Rendena, da Tione a passo Campo Carlo Magno, in sella alla propria mtb... perchè in valle, in bici da corsa, suggeriamo solo l'itinerario principale - la strada statale da Tione a passo Campo Carlo Magno - e le più brevi salite ai passi Duron e Daone. Troppo sconnesso, infatti, il fondo della val Genova o della val Nambrone.
Ed inoltre: Dolomitica Brenta Bike: visitando questa pagina si scoprono i due percorsi di una splendida gara in mountain bike al cospetto delle Dolomiti di Brenta (percorsi delle prime edizioni, poi riviste). Cliccando invece questo link, www.cicloweb.net/ispira/ispira/itinerari33.htm, si apre un bellissimo percorso ad anello affacciato su tutte le montagne che caratterizzano la val Rendena.
Se stai cercando percorsi ed itinerari per pedalare tra Pinzolo e Madonna di Campiglio - passando per Sant'Antonio di Mavignola e passo Campo Carlo Magno, per poi scendere verso i percorsi della media val Rendena fino ai dintorni di Tione - speriamo tu abbia trovato la pagina giusta.
PISTA CICLABILE
Alla scoperta della Val Rendena: chi non è mai stato in valle può iniziare da questa bella pedalata, in tranquillità e senza difficoltà altimetriche particolari.
La pista si estende per circa diciannove chilometri con partenza da Villa Rendena e conclusione nei pressi di Carisolo, all'imbocco della val di Genova e dell'alta val Rendena. L'ideale prosecuzione è la strada vecchia per Sant'Antonio di Mavignola (dopo l'arrivo della cabinovia Tulot) e poi per Madonna di Campiglio (vedi descrizione poco sotto).
La prima parte del percorso corre lungo il torrente Sarca tra i prati di Javrè, Darè, Vigo e Pelugo. Attraversa poi il corso del fiume per proseguire sulla sinistra orografica fino a Spiazzo e Mortaso, dove cambia nuovamente versante per raggiungere Strembo e Caderzone. Proseguendo in direzione di Pinzolo si costeggia il Parco Crosetta e sempre accanto al Sarca si raggiunge il parco Pineta di Pinzolo.
In Pineta, la pista si biforca: si può continuare sulla sponda destra del Sarca fino al ponte della località Antica Vetreria (con un brevissimo strappo, alle porte di Carisolo, dominati dal profilo della chiesetta di Santo Stefano) oppure percorrere il ponte in legno e seguire l'argine sinistro ("rosta") sino al ponte sul Sarca di Carisolo dove il percorso si innesta sulla strada vecchia per Sant'Antonio di Mavignola e Madonna di Campiglio.
Itinerario facile su strada.
DA PINZOLO A MADONNA DI CAMPIGLIO: LA STRADA VECCHIA
La strada statale che sale da Pinzolo a Madonna di Campiglio è senz'altro un obiettivo interessante per i "collezionisti di passi", ma durante l'alta stagione presenta il rischio di pedalare in condizioni di traffico intenso.
Va inoltre sottolineato che la strada statale si interrompe nel centro di Madonna di Campiglio (zona pedonale) che viene invece aggirato da un lungo tunnel. I ciclisti, per raggiungere il passo, quindi, sono obbligati a passare per le vie del centro con qualche perdita di ritmo e la richiesta di molta pazienza: i pedoni, infatti, poco si curano dell'arrivo delle bici così come le auto alla ricerca di parcheggio.
Chiusa al traffico e tranquilla, la salita lungo la strada vecchia è invece più indicata per chi invece fare una escursione con la propria mtb o meglio ancora una gravel. Già, in mtb o gravel perchè nel tratto Sant'Antonio di Mavignola - Madonna di Campiglio si pedala su sterrato, un fondo spesso ghiaioso che soddisfa anche i più appassionati di off-road.
Partiti dalla chiesa di Pinzolo, si procede per settecento metri sulla statale e, appena prima del ponte sul Sarca, si gira a destra verso i campeggi ed il recente impianto di risalita Tulot.
La strada è un po' sconnessa e prosegue in leggero falsopiano per circa due chilometri arrivando nei pressi di una grande opera idraulica che pompa le acque rendenesi fino al lago di Molveno. Fin qui l'ambiente, un tempo verdeggiante, è stato un po' compromesso dai nuovi impianti di risalita e da qualche stabilimento artigianale. Intatto, per ora, il resto della salita verso Sant'Antonio di Mavignola.
Oltre le infrastrutture idrauliche, si svolta a sinistra superando il ponte sul Sarca e si incomincia a salire seriamente. Una serie di tornanti, nel verde dei boschi, eleva sino a Sant'Antonio di Mavignola (km 5,7 - 1126 mslm).
Nella frazione si entra sulla statale da percorrere per un chilometro scarso: si gira a destra verso val Brenta e val d'Agola, direzione da seguire per poco più di un chilometro sino ad una biforcazione.
Lo sterrato di sinistra sale verso Campiglio, l'asfalto di destra scende verso i campeggi e l'imbocco delle valli Brenta e d'Agola (località Plaza).
Mancano una manciata di chilometri (tre circa) per giungere nei pressi di Madonna di Campiglio: lo sterrato, infatti, senza strappi particolari sale sino al primo cartello della celebre frazione di Pinzolo congiungendosi con la SS234.
Intorno al km 12.5 si è nel centro di Madonna di Campiglio, dopo aver ammirato un fantastico panorama sulle Dolomiti di Brenta: i passaggi più suggestivi sono senz'altro quelli a monte dei prati di Fogaiart, purtroppo vìolati da un collegamento sciistico che ora "trancia" il paesaggio con cavi e piloni.
VAL D'ALGONE
E' davvero uno dei percorsi più belli delle Alpi questo giro che consente di toccare val Rendena, val d'Algone, val d'Agola e val Brenta. Boschi verdeggianti, torrenti impetuosi, panorami sulle Dolomiti e sui ghiacciai, agricoltura di montagna: un mix di ingredienti davvero gratificante.
Il primo tratto porta da Pinzolo a Coltura (22.7 km) lungo la statale della val Rendena (o meglio ancora la pista ciclabile) e la provinciale Sesena - Lisagno da imboccare a Javrè e da seguire appunto fino a Coltura (asfalto).
Superata Coltura, piccola frazione di Ragoli, si prosegue lungo la piccola provinciale in direzione di Stenico sino ad incrociare la val d'Algone (località pont del Lisagn).
Inizia una salita mai proibitiva ma sempre impegnativa che, ancora su asfalto ma immersi nei boschi ed a stretto contatto con il torrente della valle, conduce sino al rifugio Ghedina (km 30).
(L'itinerario può essere dunque percorso anche a partire da Comano Terme e dal Bleggio, innestandosi sulla provinciale che passa da Stenico (dove si trovano la frizzante cascata del Rio Bianco ed il severo castello) congiungendo Ponte Arche e Tione a mezza costa).
Oltre il rifugio Ghedina il fondo stradale si fa sterrato: dapprima particolarmente sconnesso, ma su pendenze ridotte, poi più ripido ma anche più compatto e pedalabile. Dal 2018 più di un chilometro di strada oltre il rifugio Ghedina è stato asfaltato mentre dal 2019 un lungo tratto dopo malga Nambi è stato reso più "docile" e meno "avventuroso": il fondo rimane sterrato ma non si pedala più su terra e sassi quanto su una sorta di "stabilizzato".
Al km 38 i panorami si aprono: si entra nei vasti pascoli della malga Movlina e lo sguardo spazia dalle Dolomiti di Brenta ai ghiacciai del gruppo Adamello su cui domina la sagoma del Carè Alto. Un luogo incantato.
Proseguendo lungo il sentiero, e conducendo la bici a mano come prescritto, si perviene al passo del Gotro e poi al passo Bregn de l'Ors (circa 15 minuti). In questo punto si può scegliere tra una rapida discesa a Pinzolo passando per la malga Bregn de l'Ors e le malghe di Livera (ripidissima discesa asfaltata verso Giustino) o allungare l'uscita e passare dal lago di Valagola.
Per quest'ultima variante si segue il sentiero (una discesa che richiede di condurre la bici a mano per rispettare le norme del Parco e l'ambiente) per una ventina di minuti sino a giungere in riva al piccolo lago di Valagola.
Oltre il lago inizia una divertente discesa su strada ghiaiosa (sei chilometri) che conduce fino alla val Brenta ed ai campeggi di Sant'Antonio di Mavignola.
Ritrovato l'asfalto, con un paio di strappi in salita ci si porta a Sant'Antonio di Mavignola e da lì solo sei chilometri di veloce discesa dividono dal rientro al punto di partenza.
I tratti sterrati in quota richiedono l'utilizzo di una mountain bike: una gravel potrebbe non essere indicata visto il fondo sconnesso e i passaggi su sentiero.
Nella mappa Kompass, il tratto centrale del percorso.
VAL D'AGOLA
Percorso di media difficoltà per mountain bike e gravel. Da Pinzolo, si raggiunge Sant'Antonio di Mavignola (1123 mslm) seguendo la strada statale (km 6.0) o la strada vecchia che si imbocca appena prima del ponte per Carisolo (indicazioni per Tulot, nuovo punto di partenza degli impianti di risalita invernali).
Arrivati a Sant'Antonio di Mavignola si segue la strada statale fino al bivio per val Brenta/val d'Agola: si gira a destra e si prosegue in piano per diverse centinaia di metri fino ad un nuovo bivio. A sinistra, in salita e su sterrato, si andrebbe verso Madonna di Campiglio. Si prende a destra, invece, e si scende verso vari camping ed il vivaio forestale, ancora su asfalto.
La strada si fa comunque presto sterrata e tale rimarrà per i sei chilometri finali: si lascia sulla sinistra la forestale che passando per l'ex vivaio sale ripida alle cascate di Vallesinella.
Poco dopo, nei pressi di un parcheggio ghiaioso si prosegue in salita verso destra: a sinistra si andrebbe in val Brenta, verso le malghe Brenta bassa ed alta. Si prosegue invece verso destra: lo sterrato presenta pendenze regolari intorno al 6-7% ed è contraddistinto da un fondo recentemente sistemato e dunque abbastanza scorrevole, soprattutto all'inizio quando le pendenze sono invece peggiori.
Al km 16 (da Pinzolo) si arriva al lago di Valagola, 1595 mslm, gradevole specchio d'acqua, ultimamente un po' "impaludato", originato da un'antica frana. La naturale prosecuzione dell'itinerario sarebbe il superamento del lago (sentiero da percorrere bici in spalla), la risalita di un bel prato di montagna e l'arrivo al passo Bregn de l'Ors lungo un sentiero molto impegnativo pur se breve.
Giunti al passo non rimarrebbe che la discesa - molto ripida - fino a Pinzolo (11 km) attraverso la mulattiera cementata per la malga Bregn de l'Ors e la strada asfaltata Giustino - Livera (ripidissima).
Chi non intende estendere la pedalata rientra sulla via già percorsa.
PRA' RODONT
Questa salita misura solo nove km dal centro del centro di Pinzolo ma è comunque uno strappo da affrontare con rispetto e solo se davvero preparati: le pendenze sono severe e la discesa è insidiosa.
In tutta sincerità il percorso ha perso un po' del suo fascino a seguito della realizzazione della nuova pista da sci con relativo impianto di risalita: un lungo tratto, prima immerso nel bosco, è ora in campo aperto, tra tralicci e canaline: la salita, però, rimane comunque una bella sfida per provetti grimpeur.
Si parte dalla chiesa di Pinzolo e si pedala verso Carisolo: appena prima del ponte sul Sarca (km 0.7) si svolta a destra verso un gruppo di malghe e Pra Rodont. Il primo tratto (circa 4 km) è il più duro, con pendenza massima raggiunta al km 3.7 (quasi il 20%).
Al km 4.5 la strada spiana per circa mezzo chilometro per poi ricominciare a salire, ma con pendenze meno severe (per quanto sempre impegnative).
Solo l'ultimo chilometro si può nuovamente definire facile e permette di sviluppare una pedalata più potente.
Oltre Pra Rodont si può continuare a pedalare sino a malga Cioca (1723 mslm) e malga Grual (1800 mslm). Il fondo, però, si fa sterrato. Eventualmente i più allenati - e coloro che non disdegnano diversi tratti con la bici in spalla - possono giungere sino al Doss del Sabion a 2100 metri, eccezionale punto panoramico sull'intera area.
Gli amanti dello sterrato possono scendere da un'altra via: oltre il Pra si prosegue verso malga Cioca (strada subito sterrata) per circa due chilometri. Poi si svolta a sinistra al km 2 su una strada forestale che, per altri due chilometri, prosegue in saliscendi giungendo in un faggeto sulle pendici dei monti che digradano verso la val d'Agola.
Terminata la forestale la strada si trasforma in un sentiero (con alcuni tratti a piedi, in tutto circa un quarto d'ora) che prosegue tra i boschi sino a giungere appena sopra una stradina che si scorge guardando verso il basso a sinistra (Puza da Foi ovvero Pozza dei Faggi). Raggiunta tale stradina si scende per alcuni chilometri sino a rientrare sulla salita di Pra Rodont, nei pressi del km 4 (bivio Circinà-Puza da Foi). Tale itinerario di discesa misura in totale 13.2 km, da Pra' Rodont alla chiesa di Pinzolo. Richiede un po' di capacità di orientamento!
Altra variante. Lungo la salita a Prà Rodont, poco oltre il km 6, in corrispondenza di un tornante a sinistra, si può deviare a destra per Vallaston: ci si porta, in breve, sulla ripida strada forestale Giustino Livera (asfaltata) che consente una discesa a Giustino oppure la salita fino a malga Bregn de l'Ors e l'omonimo passo, a 1843 mslm, splendidamente affacciato sulle Dolomiti di Brenta (ultimi chilometri sterrati e nel finale anche durissimi tratti di cemento).
CAMPOLO
E' un breve ma impegnativo percorso recentemente asfaltato, salvo l'ultimo chilometro. Il fondo viscido ed irregolare sconsiglia di avventurarsi in bici da corsa su questa salita, corta ed ideale per chi vuole prepararsi ad ascese più lunghe.
Le pendenze sono sempre impegnative (arrivano intorno al 16%) sino ai masi di Campolo.
Si può proseguire oltre Campolo verso la malga Girodolo, a circa 1700 mslm, con uno sterrato talora sconnesso che alterna tratti molto ripidi ad altri pianeggianti.
Campolo, a km 6.5 dal centro di Pinzolo e a poco meno di cinque chilometri dalla strada della val Genova, è visibile anche dal fondovalle: è la radura che appare come cima di una tozza montagnotta sopra Carisolo.
CASCATE NARDIS E VAL GENOVA
La val Genova è la valle laterale più conosciuta dai turisti della val Rendena: è meta di numerosi escursionisti e, purtroppo, di numerosi automobilisti che, nonostante diverse scelte volte a limitare il traffico, affollano la piccola strada di valle. Anche la stessa iniziativa del Parco, che ha introdotto bus navetta piuttosto ingombranti e alimentati a gasolio, non è ideale per i ciclisti: prestare attenzione!
Da segnalare infine i pedoni: si disperdono lungo la sede stradale imponendo pazienza e doti da "slalomista" a chi sceglie di percorrere questa bellissima valle in alta stagione o durante i weekend estivi.
E' bene quindi mantenere un'attenzione costante, soprattutto in discesa, per evitare incidenti.
Partenza dalla chiesa di Pinzolo: si sale in direzione Carisolo, lungo la strada statale. Superato l'abitato di Carisolo, si svolta a sinistra (indicazioni val Genova - cascate Nardis) e si affrontano tre chilometri di regolare e facile salita fino al ristorante La Prisa. Qui la strada scende un poco, entra in una breve galleria artificiale (molto illuminata, dunque non sono strettamente necessari impianti di illuminazione) e poi rimane praticamente pianeggiante fino alle cascate Nardis (km 6.1).
Circa un chilometro oltre le cascate si affronta il tratto più duro della valle, la cosiddetta "Scala di Bò" .
Settecento metri di strada irta, con pendenze fino al 20%, portano fino al rifugio Fontanabona dove la strada lascia respirare il ciclista per circa due chilometri.
Alla fine di questo tratto di pianura si svolta a sinistra, si supera il ponte Verde e si ritorna in salita: da quì alla malga Bedole il percorso presenterà vari chilometri in salita, con pendenze importanti ma non proibitive, alternati a due tratti pianeggianti lunghi più di un chilometro.
All'altezza della malga Bedole il fondo stradale si fa sterrato: è l'ultimo strappo che porta ai 1640 mslm del rifugio Bedole (19.5 km dalla chiesa di Pinzolo).
La bici ideale per questa salita è una gravel.
VAL NAMBRONE - LAGHI DI CORNISELLO
E' una delle salite più temute dagli appassionati che conoscono le strade della val Rendena. Per salire è ideale una gravel: in bici da corsa si deve rinunciare allo strappo finale (duecento metri) e prestare particolare attenzione ad un fondo particolarmente irregolare.
Con partenza da Pinzolo, si giunge all'imbocco della val Nambrone sia salendo verso Sant'Antonio di Mavignola lungo la strada statale sia percorrendo la strada vecchia, quasi completamente chiusa al traffico, e poi scendendo verso valle per mezzo chilometro lungo la strada statale una volta raggiunto Sant'Antonio di Mavignola.
Dal bivio con la strada statale la salita si propone con il suo aspetto peggiore: dura, costante, senza tratti di respiro, senza tornanti, quasi sempre al sole.
Al km 9 - dalla chiesa di Pinzolo via SS234 - si raggiunge il rifugio Nambrone (1315 mslm) e qui il ciclista, sulla sinistra orografica del torrente, ha un buon chilometro dove rifiatare. (Possibile deviazione, a piedi: le cascate d'Amola, cinque minuti).
Superato un ponte si riprende a salire e le pendenze peggiorano, anche se la salita è meno monotona visti i panorami sempre più ampi ed un tracciato più tortuoso che si arrampica verso la meta, tornante dopo tornante. Gli ultimi due chilometri offrono alcuni momenti di salita meno pesante ma fino al diciassettesimo chilometro, quando si raggiungono i 2120 metri del rifugio Cornisello, nessun colpo di pedale sarà davvero facile.
Solo il finale (200 metri) è sterrato ma per tutto il tragitto si pedala su un asfalto sconnesso che sconsiglia l'uso della bici da corsa. Si richiama, anzi, alla prudenza lungo la discesa!
PASSO CAMPO CARLO MAGNO, da Pinzolo
Madonna di Campiglio dista tredici km dal centro di Pinzolo ed è senz'altro il centro più rinomato e mondano della val Rendena.
La strada per questa celebre frazione di Pinzolo presenta una salita relativamente leggera per i primi tre chilometri, fino al ponte sul Sarca di Nambrone.
Da questo punto la salita si fa davvero più impegnativa e tocca pendenze intorno al 10%: la presenza di frequenti tornanti però rende più percorribile l'ascesa.
Superati tre tornanti molto larghi nei due chilometri oltre Sant'Antonio di Mavignola (1126 mslm), la salita diminuisce il suo grado di difficoltà. Si affronta anche un tratto in sostanziale falsopiano in cui spingere lunghi rapporti prima di arrivare, al km 11, all'albergo Fontanella che apre le porte ad un tratto quasi pianeggiante che dura fino al centro di Madonna di Campiglio.
Da Sant'Antonio di Mavignola la strada offre notevoli occasioni di distrazione: le Dolomiti di Brenta alla destra del ciclista sono uno spettacolo unico e in corrispondenza di un paio di tornanti lo sguardo abbraccia anche le ampie quanto bianche distese del ghiacciaio di Lares, nel cuore del gruppo dell'Adamello.
Raggiunta Madonna di Campiglio (centro paese: km 13, 1530 mslm) si affrontano altri tre chilometri scarsi di salita prima di scollinare a passo Campo Carlo Magno (1682 mslm): severissimi i primi due chilometri, più abbordabile l'ultimo.
Attezione a rispettare le prescrizioni viabilistiche e, nel contempo, a non infilarsi nel lungo tunnel che supera Madonna di Campiglio e che è riservato alle autovetture.
Da Sant'Antonio di Mavignola a Madonna di Campiglio corre anche uno sterrato - descritto più sotto - che si prende seguendo le indicazioni per val Brenta - val d'Agola e svoltando poi a sinistra in prossimità di un bivio segnalato.
PASSO CAMPO CARLO MAGNO, da Malè (Val di Sole)
Raggiungere lo scollinamento del passo Campo Carlo Magno da Dimaro è senza dubbio una bella salita consigliabile sia agli appassionati di mtb sia agli amanti della bici da corsa.
Su asfalto: la strada del passo è abbastanza trafficata: è meglio percorrerla nelle prime ore del mattino quando i turisti che si dirigono verso Madonna di Campiglio e le Dolomiti di Brenta non l'hanno ancora affollata. Oppure provare a farla a maggio ed inizio giugno.
Ed in discesa c'è da sperare di non doversi accodare a qualche pullman.
I primi sette chilometri della strada sono i più ripidi e conducono, con numerosi ed ampi tornanti, a Folgarida, a quota 1300 mslm. Raggiunta questa quota, la salita si fa più abbordabile e, con relativa facilità, si raggiunge il passo Campo Carlo Magno da cui si gode un'ottima vista sul gruppo del Brenta, tra il Grostè e la ripida val Gelada. In tutto i chilometri di salita sono quindici per un dislivello di novecento metri.
Chi non è ancora stanco ha varie possibilità di estendere l'itinerario: ad esempio, salire a malga Zeledria (1767 mslm) con un breve strappo in salita asfaltata (svolta a destra in prossimità del passo) oppure ridiscendere verso Dimaro e svoltare sulla sinistra verso la malga di Vigo (1803 mslm, sterrato).
In alternativa, da Dimàro si raggiunge il passo anche lungo uno sterrato che segue il corso del torrente Meledrio. Questo percorso si incrocia sul primo tornante della strada statale (tenere la sinistra) ed alterna tratti impegnativi a tratti più semplici. Lo sterrato tocca due ex-malghe ed arriva alla malga Mondifrà dalla quale si giunge agevolmente in località Fortini (funivia Grostè) dove si svolta a destra e, percorrendo anche un tratto della strada statale, si giunge a passo Campo Carlo Magno in un chilometro circa.
Altimetria grazie a www.salite.ch
MALGA MONTAGNOLI
L'itinerario misura quattro chilometri (finale sterrato) e porta dal centro di Madonna di Campiglio fino ai 1850 mslm della malga. Si sale verso passo Campo Carlo Magno fino a località Fortini (1636 mslm, km 1.5 circa) per poi svoltare nel parcheggio e proseguire su fondo sterrato secondo le indicazioni. Si costeggia il golf in piano e si svolta a destra per una breve rampa su sterrato. Da Madonna di Campiglio alla malga l'itinerario, breve, ha una difficoltà media.
MALGA RITORTO
Dal centro di Madonna di Campiglio si supera la prima durissima rampa in uscita dal paese per poi proseguire in direzione passo Campo Carlo Magno per circa quattrocento metri.
Si svolta a sinistra in direzione Nambino - Patascoss e si prosegue, su pendenze sempre impegnative, per altri seicento metri.
Al bivio per il lago Nambino si segue la direzione opposta (ovvero si va a sinistra) e si affrontano tre tornanti, a quasi il 10% di pendenze, fino al villaggio Patascoss: qui siamo a 1750 metri slm ed il panorama è già fantastico.
Il vero amante della montagna però non si può perdere la splendida vista che offre malga Ritorto: è quindi d'obbligo (il fondo è sempre asfaltato) proseguire e percorrere due chilometri di leggero falsopiano.
I più impavidi a Patascoss possono svoltare a destra e salire, su pendenze spesso impossibili, lungo un difficile sterrato che in circa 3 km sale fino a 2000 mlsm, al rifugio Palùn.
Variante: da malga Ritorto si scende attraverso Milegna lungo una forestale che conduce sino alla SS234 nei pressi di Sant'Antonio di Mavignola (località Paludac). Terminata la discesa sterrata si può tornare a Madonna di Campiglio con impegno modesto (il dislivello in salita è inferiore ai duecento metri) oppure azzardare una veloce discesa a Sant'Antonio di Mavignola e la successiva risalita lungo la vecchia strada per Madonna di Campiglio: in entrata a Sant'Antonio di Mavignola si seguono le indicazioni per val Brenta - val d'Agola (sinistra) pedalando quasi in piano fino ad un bivio dove - seguendo le indicazioni - si sale a sinistra, su sterrato, riprendendo la via per Madonna di Campiglio.
CASCINA ZELEDRIA
Si giunge da Madonna di Campiglio fino a passo Campo Carlo Magno in tre chilometri, molto impegnativi all'inizio ed in seguito sempre più dolci.
Al passo si svolta a sinistra ed in un chilometro di tornanti (fondo sempre asfaltato) si giunge alla malga Zeledria (1767 mslm).
Proseguendo oltre la Zeledria tenendo la destra al primo bivio si arriva al rifugio Viviani al termine di una salita che non lascia fiato, a tratti non pedalabile (3km, 2000 mslm): fino a malga Zeledria la salita è difficile ma breve, su asfalto molto dissestato.
ALLE CASCATE DI VALLESINELLA
L'itinerario è straordinariamente affascinante, impegnativo, per mountain bike.
Si pedala da Madonna di Campiglio verso le cascate di Vallesinella in un gradevole saliscendi immerso nel bosco: dopo le 9.45 non dovrebbero più transitare auto, se non in uscita ed al seguito della navetta del Parco. Attenzione però ai pedoni che affollano questo tracciato, spesso incuranti dell'arrivo delle bici.
Si giunge con facilità al rifugio Vallesinella e fino a questo punto l'itinerario è alla portata di tutti, anche dei poco allenati (km 4.7, 1514 mslm): attenzione solo agli incroci malagevoli con i bus navetta del Parco e, come detto, eventuali autovetture.
Dal rifugio si può eventualmente proseguire (la strada prosegue - trasformandosi progressivamente in un sentiero) sino alle Cascate Alte, uno spettacolo che merita davvero una visita: si alternano tratti in bici (pochi) a diversi tratti in cui portare la bici in spalla.
Invece di tornare subito a Madonna di Campiglio si può disegnare un bel percorso circolare. Dal rifugio Vallesinella, vicino alla casetta delle Guardie del Parco, si prende il ripido sterrato che scende nei boschi. Si tiene la destra ignorando il segnavia per il rifugio Cascate Basse che indica la via riservata agli escursionisti a piedi.
La discesa, come detto estremamente ripida all'inizio, conduce anch'essa al rifugio Cascate Basse (piccola deviazione dallo sterrato per ammirare da vicino il grandioso salto d'acqua) e, dopo alcuni chilometri di discesa di discreto impegno tecnico, al fondovalle della val Brenta e precisamente nei pressi del Vivaio Forestale (km 4 dal Rifugio Vallesinella, 1200 mslm).
Dal Vivaio, proseguendo a sinistra, si può raggiungere il lago di Valagola (al quale mancano a questo punto circa sei chilometri e quattrocento metri di dislivello) oppure girare a destra e risalire verso Sant'Antonio di Mavignola. Questa direttrice diventa presto asfaltata e continua a salire sino ad un bivio, posto al culmine del secondo strappo in salita: curvando a gomito verso destra si prende lo sterrato che torna a Madonna di Campiglio (indicazioni) lungo la strada vecchia (circa cinque chilometri per arrivare al paese), proseguendo dritto, invece, si raggiunge ormai in piano il paese di Sant'Antonio di Mavignola (km 7 dal rifugio Vallesinella) dove si imbocca verso destra la statale che sale a Madonna di Campiglio in sei chilometri.
AI RIFUGI GRAFFER E GROSTE'
Questa è una salita per grimpeur infallibili ed abili discesisti: è un'impresa non mettere il piede a terra, tra mulattiere sterrate, piste da sci e ghiaioni.
Da Madonna di Campiglio si prosegue per circa 1.5 km verso passo Campo Carlo Magno fino a località Fortini (arrivo telecabina Grostè) dove si scende verso il parcheggio, si costeggia il Golf e si prosegue fino all'interno del bosco, ignorando il bivio per malga Montagnoli.
Da qui il fondo si fa sterrato e sempre più impegnativo: i parziali si registrano a malga Boch (poco dopo il tratto più impegnativo, un muro di una pista da sci!) e rifugio Graffer, dove il fondo torna a farsi davvero difficile e la salita - anche se ormai quasi finita - pare impossibile.
Arrivati in cima ci si può voltare e capire perchè si è arrivati fino ai 2450 metri di quota di questo rifugio: il panorama è unico, cime e ghiacciai del gruppo Adamello - Presanella contemplati ai piedi delle guglie delle Dolomiti di Brenta! Poco oltre il rifugio, a piedi, si giunge al passo da cui lo sguardo si perde verso il cuore del Trentino e le cime che segnano il confine tra val di Sole ed Alto Adige.
Peccato solo per gli sbancamenti finalizzati alla creazione ed al mantenimento delle piste da sci. Davvero brutti. Le rocce dolomitiche sono state triturate e trasformate in ghiaia.
MALGA CAMPO
Una durissima salita quella che conduce alla malga Campo. Davvero un'impresa che soli i più agili potranno portare a termine senza affanno.
L'attacco della salita è da Caderzone, centro termale a km 2.5 da Pinzolo, dove si segue (sul rettilineo della ex statale) l'indicazione laghi di San Giuliano. Seguono circa dodici chilometri di salita, asfaltata fino a quattro chilometri dalla fine, molto dura, intervallata saltuariamente da qualche tornante.
Il finale sterrato è meno impegnativo dal punto di vista della pendenza.
Il fondo è sconnesso in alcuni tratti, anche nella parte asfaltata, e la sede stradale è sempre abbastanza stretta e quindi soprattutto in discesa è bene prestare attenzione alle eventuali auto provenienti dalla direzione opposta: si tratta di una strada abbastanza frequentata perchè punto di accesso della passeggiata che da Diaga porta ai laghi di San Giuliano, proprio attraverso malga Campo.
PASSO DAONE - PRA' DE L'ASEN, da Spiazzo
Questo versante del passo Daone (chiamato più comunemente Pra de l'Asen dai valligiani) risulta meno impegnativo - per quanto sia comunque una prova molto severa - rispetto alla salita da Preore: il dislivello è colmato più progressivamente e la strada è fresca ed ombreggiata.
I chilometri da Spiazzo sono sette ed il dislivello è di 650 metri. Gran parte del dislivello è superato nei primi sei km: nell'ultimo chilometro si può infatti spingere un rapporto più lungo e tentare uno sprint. Le pendenze superiori della prima parte della salita sono alleviate dalla presenza di numerosi tornanti che - sebbene siano a stretto raggio - rendono meno ardua la salita.
La discesa è per la strada di andata o, a scelta, attraverso Montagne (ottimo panorama), per completare un percorso circolare che scende a Preore, raggiunge Tione e risale (in falsopiano) fino a Spiazzo lungo la pista ciclabile della val Rendena o la strada statale.
La salita nei numeri di www.salite.ch
PASSO DAONE - PRA' DE L'ASEN, da Preore-Montagne
Da Tione di Trento si segue la statale verso Ponte Arche e si svolta verso Preore, un tempo piccolo comune giudicariese ora fuso con Ragoli, da cui parte, e subito in severa salita, la strada provinciale di Montagne.
Le pendenze sono sempre elevate e, nonostante i tornanti siano frequenti, non si riesce a rifiatare. Particolarmente severo è il tratto che attraversa l'abitato di Larzana, a 1000 metri circa di altitudine. Proprio superato Larzana la strada si fa più stretta e meno pendente: ci si addentra nei boschi, passando da alcuni antichi alpeggi. Così, al fresco ed all'ombra, si raggiunge passo Daone (detto anche Pra de l'Asen), a 1300 metri di quota.
Il contachilometri segnerà allora 8.7 km - da Preore - ed il dislivello colmato sarà di circa 750 metri. Dal passo si può proseguire in discesa verso Ches e Fisto, frazioni di Spiazzo, in val Rendena, oppure tornare lungo la stessa strada dell'andata.
Se si sceglie di scendere verso Spiazzo il consiglio è di osservare con attenzione il panorama sul gruppo dell'Adamello: attraverso il bosco infatti si ha una delle migliori visuali sul Carè Alto, cima tra le più alte del gruppo Adamello - Presanella con i suoi 3462 metri di altezza.
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VAL DI BORZAGO
Selvaggia e poco frequentata, la valle di Borzago si spinge sino ai piedi del Carè Alto: dove termina la strada, alzando lo sguardo si possono scorgere la cima del Carè Alto, il rifugio omonimo e la chiesetta dei Russi, così chiamata perchè fu costruita dai prigionieri russi durante la Prima Guerra Mondiale.
La salita è durissima (20%) nel suo primo tratto di circa tre chilometri oltre il paese di Spiazzo, 650 mslm. In seguito si fa meno impegnativa diventando anche pedalabile: affascinante il panorama sul corso del Rio Bedù di Pelugo su cui incombe sempre, come detto, la sagoma del Carè Alto.
Non rari anche gli incontri con esemplari di fauna selvatica, soprattutto volatili.
Al km 7 si arriva al Pian della Sega - 1230 mslm - parcheggio e termine della strada di fondovalle.
In questo punto prende inizio il lungo ed impegnativo sentiero che conduce al rifugio Carè Alto, situato a 2459 metri di quota: solo a piedi, però!
La salita si può percorrere anche partendo da Pelugo: i due percorsi si ricongiungono dopo circa tre chilometri, superato il tratto più duro della salita da Spiazzo. Anche la variante di Pelugo, comunque, propone pendenze al 20%.
VAL SAN VALENTINO
La valle di San Valentino è una delle valli laterali della val Rendena più selvagge e meno frequentate. Questo è senza dubbio una fortuna per l'ambiente della valle che si è mantenuto sostanzialmente integro e, senza l'assedio di auto e moto, può essere teatro di una bella escursione in bicicletta.
L'accesso consigliato è da Vigo Rendena: una rampa durissima segue il primo chilometro, comunque già impegnativo. Il "muro" è un tratto di due chilometri dalle pendenze quasi impossibili (tutto su asfalto) che mettono a dura prova la resistenza e la tenacia di ogni biker (pendenze oltre il 20%). Un sospiro di sollievo lo si tira solo una volta giunti in prossimità del piccolo santuario di San Valentino (che dà il nome alla valle), a 900 metri di quota.
Da quì la strada sale più dolcemente e le pendenze sono meno significative: l'occhio è così distratto dai panorami e dai giochi d'acqua del Rio di San Valentino.
Nei pressi del ponte del rifugio Gorck, intorno al km 6, la strada si fa sterrata: si può proseguire a destra verso malghe di mezza montagna oppure a sinistra verso Pian del Forno (1340 mslm, km 8.5), punto di partenza per le impegnative escursioni (a piedi) verso passo San Valentino, lago di Valletta Alta e passo delle Vacche.
La strada per Pian del Forno presenta pendenze accessibili ed uno sterrato abbastanza compatto.
ZELLER
Salita impegnativa e assolutamente sconosciuta a tanti appassionati di bicicletta. Nove km di curve e tornanti immersi nei boschi conducono dal centro di Tione fino ad un gruppo di case e malghe che compongono l'abitato di Zeller, sperso sulle verdi pendici del gruppo dell'Adamello. Difficile sbagliare strada: si parte dal centro del paese e si sale senza bivi o deviazioni.
Giunti a Zeller le alternative sono diverse:
- si può scendere per la via di salita;
- si può proseguire verso l'omonimo rifugio ed oltre fino alla malga Cengledino su sterrato scendendo poi fino a ricongiungersi alla variante di cui sotto;
- si può tornare sui propri passi per circa 1.2 km e, alla Madonnina, proseguire a sinistra verso le Sole (in leggera salita). Da quel punto parte una divertente discesa che porta fino al fondovalle della val di Breguzzo (rifugio Limes al km 7 di discesa) e poi a Breguzzo (in tutto 10 km da Zeller), dove 5 km di statale riportano a Tione.
Bellissimo il panorama lungo questo itinerario di ritorno: la val di Breguzzo è infatti molto verdeggiante e si allunga fino alle pendici del gruppo dell'Adamello.
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GIRO DEL DURON
Il passo è, come pare suggerire anche il nome, abbastanza impegnativo quanto a pendenze ma lo sviluppo breve ed il dislivello non eccessivo (poco meno di 500 metri) lo rendono un traguardo di medio livello.
La provinciale del passo è completamente asfaltata ed un tempo, prima della costruzione della galleria lungo la statale per Ponte Arche, era il collegamento privilegiato tra Tione e Trento. Ora invece anche nelle giornate di metà agosto è difficile incontrare un fastidioso numero di autovetture.
Si pedala in tranquillità!
La strada si prende da vari punti di accesso lungo la statale che collega Tione e Trento. Prima tappa a Bolbeno e Zuclo. Superati i due centri abitati il percorso si immerge nei boschi e tra faggi e conifere si pedalerà fino al passo. Per quanto riguarda le note tecniche la strada sale prima in saliscendi poi in salita rettilinea ed infine con qualche tornante. Il passo è situato a 1000 mslm, appena dopo una strettoia naturale a 6.4 km da Tione.
La discesa si può effettuare lungo l'itinerario di salita oppure scendendo verso il Bleggio (Ponte Arche). Una volta passati da Rango, "borgo tra i più belli d'Italia" e sede di un mercatino natalizio genuino e suggestivo, si scende in riva al Sarca.
Giunti a Ponte Arche (400 mslm, km 11 dal passo) però è consigliabile fare ritorno a Tione (535 mslm) senza seguire la strada statale ma piuttosto salendo a Stenico (celebre castello, 670 mslm, a 4 km da Ponte Arche) e proseguendo per Coltura (affascinante la cascata del Rio Bianco lungo la strada), Ragoli e Preore.
La statale che unisce Ponte Arche e Tione, trafficata e senz'altro meno interessante della provinciale tra Stenico e Coltura, è segnata anche da due gallerie abbastanza insidiose nonostante i recenti interventi volti a migliorarne luminosità e qualità del manto stradale. Meglio evitarla!
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Pinzolo, Madonna di Campiglio e val Rendena su www.cicloweb.net
- itinerari per pedalare in bicicletta e mountain bike in val Rendena, a Pinzolo e Madonna di Campiglio;
- una pagina dedicata ad un'escursione verso il ghiacciaio dell'Adamello
- trekking e passeggiate da Madonna di Campiglio
- altre passeggiate partendo da Pinzolo e dagli altri centri della val Rendena
- guida alla val Rendena ed a Pinzolo
- guida a Madonna di Campiglio
La cartografia è fornita da Kompass
Carta: K73 - Gruppo di Brenta
Carta: K71 - Adamello Presanella
www.kompass-italia.com