borghi e castelli, boschi e vigneti verso il passo Resia e lo Stelvio
Terra di meleti e castelli - ma anche spina dorsale di un sistema di numerose valli laterali che si aprono a nord e sud raggiungendo anche crinali coperti dai ghiacciai che un tempo di sarebbero definiti perenni (val Senales, val Martello e valle di Trafoi e Solda, solo per citare le principali) - la val Venosta è un territorio così vasto e variegato che è difficile raccontarla in una sola pagina web.
Ci proveremo, scusandoci in anticipo per omissioni e ... incompletezze!
Centro principale dell'alta Venosta è Malles, a 1050 mslm, borgo altoatesino caratterizzato da un clima mite (relativamente) tutto l'anno. Gioiello del paese è la chiesa di San Benedetto, costruita in stile romanico nel VIII secolo. Le pitture carolinge all'interno sono tra i più antichi dipinti dell'intera area di lingua tedesca e riportano l'unico ritratto al mondo di un signore feudale francone. D'altronde la zona è famosa per questi affreschi millenari.
Nella vicina val Monastero, già in territorio elvetico, si trova infatti l'abbazia di Mustair, custode gelosa di un ciclo di affreschi carolingi di inestimabile valore, dichiarati dall'Unesco "Patrimonio Mondiale dell'Umanità".
Caratteristico anche il paese di Tubre, sempre in val Monastero ma ancora in territorio italiano, un borgo ben curato e dai caratteristici vicoli, situato sul confine tra Italia e l'Engadina. E non da meno è Laudes, frazione di Malles, sulla strada per Tubre e la val Monastero: due chiesette (una moderna ed una antica e con affreschi di pregio, sotto la quale passa... la strada), i resti di una terza (rimane solo la torre cimiteriale) ed il passaggio dell'Adige, ancora poco più che un torrentello.
Tra masi di antica fondazione e case più recenti, la chiesa di San Lucio (risalente agli inizi del '900) si trova sulla sinistra orografica dell'Adige. E' la "nuova" parrocchiale ed è dedicata a San Lucio di Coira, vescovo e martire svizzero, fratello di Sant’Emerita. La precedente parrocchiale era situata a breve distanza, ne rimangono - come detto - solo il cimitero e l'antica torre in muratura, in chiaro stile romanico.
All'altra estremità del paese, con un curioso sottopasso automobilistico, si trova San Leonardo, che custodisce un trittico realizzato da Hans Schnatterpeck, che può essere ammirato anche durante una visita guidata. Notevoli gli affreschi sulle pareti esterne.
Al confine meridionale del paese si trova invece la chiesa di San Cesario, costruita nel 1519 sul sedime di una chiesa ancora più antica. A Laudes si trovano anche un museo etnografico ed il mulino Sandbichler, ristrutturato.
Quasi millenaria anche l'abbazia di Monte Maria a Burgusio, altra frazione di Malles. L'abbazia, risalente all'anno 1160, unico esempio di basilica a tre navate colonnate della val Venosta. E' un convento benedettino istituito con l'idea di ispirarsi alla regola monastica del fondatore dell'ordine, San Benedetto: "in ogni cosa che fai, glorifica Dio".
La sede fu scelta una volta realizzato che - per vari motivi - non si sarebbe riusciti a insediare il monastero nella vicina Svizzera (a Müstair, peraltro, una chiesa ospita ancora oggi affreschi di epoca carolingia, tra i più antichi giunti ai giorni nostri, ed i due edifici sono uniti da un sentiero realizzato nei primi anni Duemila): nel 1146 il Papa autorizzò la fondazione del monastero. Ispiratori del monastero furono i nobili di Tarasp che lo realizzarono dove - all'epoca - sorgeva una piccola cappella dedicata alla Vergine Maria.
La chiesa romanica fu consacrata nel 1201 e mantiene la struttura originaria con tre navate anche se - nel XVII secolo - furono apportate importanti modifiche in chiave barocca. La cripta, consacrata nel 1160, ospitò le prime messe ed i primi canti corali mentre dal 1643 divenne luogo di sepoltura. La rimozione delle sepolture, nel 1980, ha portato alla luce affreschi di grande valore.
La struttura ospita una biblioteca che custodisce oltre centomila libri ed è ricavata in quella che un tempo era la chiesa romanica di Sant'Egidio. Quello che fu l'edificio rurale, invece, ospita il Museo Ora et Labora (evidente, nel nome, il richiamo alla regola benedettina).
Non solo il museo, ma anche alcune aree del monastero (il chiostro, il giardino, la cripta, ...) sono aperte al pubblico. Orari e periodi di visita sono disponibili sul sito www.marienberg.it
A dieci minuti a piedi si raggiunge la piccola chiesa di Santo Stefano, con l'annesso cimitero conventuale.
Il monastero di Burgusio si trova a 1335 metri di altitudine ed è il più alto d'Europa.
Curiosa ed affascinante è Glorenza, la più piccola città del Sud Tirolo: le sue mura - ricostruite dall'Imperatore Massimiliano I nel 1499, dopo la rovinosa irruzione dei soldati del cantone dei Grigioni - cingono infatti solo 850 abitanti, tra torrioni e camminamenti che rendono unica l'atmosfera di questo borgo. Si racconta che l'Imperatore in persona pianse sulle sue rovine e si diede da fare in prima persona per ricostruire la città.
Il castello di Churburg (Castel Coira) domina invece il paese di Sluderno, località situata sull'antica via romana che percorreva la vallata.
Il castello fu edificato nel Duecento e fu, inizialmente, di proprietà dei Conti di Mazia. Il suo nucleo più antico, risalente al periodo romanico, è formato dal mastio, dal palazzo e dal muro di cinta che circonda un ampio cortile interno. Nel 1540 il castello passò ai Conti Trapp che misero profondamente mano alla fortificazione ingentilendone gli aspetti più austeri e rendendo la residenza più elegante.
Durante la visita - necessariamente guidata - si possono ammirare l'elegante loggiato, la cappella in stile romanico ed altri ambienti sfarzosi, ottimamente conservati. Non sfuggirà nemmeno l'utilizzo del marmo ricavato dalle vicine miniere di Lasa.
Orgoglio locale è l'armeria, una delle più fornite al mondo: vi sono conservate corazze risalenti a diverse epoche, realizzate su misura dai migliori armaioli di ogni tempo.
All'interno del Parco Nazionale dello Stelvio, Prato allo Stelvio è un paese moderno in cui però sopravvivono ancora radici e tradizioni. Lo testimoniano l'antico centro storico ed i tanti monumenti di origine romanica sparsi per il paese ed i suoi dintorni. Molto panoramica una chiesetta poco fuori dal centro.
La zona dell'Ortles è poi eccezionale dal punto di vista naturalistico: oltre a tutto l'ambiente alpino perfettamente integro e tutelato da decenni dalla legge (anche se recentemente sotto attacco e vìolato da alcune espansioni sciistiche) il Parco Nazionale dello Stelvio nasconde al suo interno perle rare difficilmente rintracciabili in altri luoghi. Le vie d'accesso al Parco sono la valle di Trafoi e la valle di Solda che si apre in corrispondenza di Trafoi.
Più a nord, nei pressi del passo Resia, invece, si trovano alcuni grandi laghi, di origine naturale ed artificiale: in quello artificiale svetta l'antico campanile di Curon, lascito della distruzione dell'antico abitato che, nel 1950, venne allagato per esigenze idroelettriche. La storia di Curon, ben raccontata in un recente romanzo (Resto qui, di Marco Balzano), è una storia da leggere e conoscere: narra delle sofferenze di una popolazione e dei contrasti tra modernità e tradizione, tra rispetto e sviluppo. Il "campanile di Curon", oggi, è un'icona, un simbolo ed anche un "polo attrattivo" per il turismo. I giovani lo ... danno per scontato e non potrebbero immaginare il loro paese senza, mentre i più anziani ricordano ancora con dolore le vicissitudini che portarono alla creazione del lago artificiale e - quindi - all'allagamento di Curon e della sua campagna.
Ma perché il campanile è sommerso? In breve, si può dire che il paese venne abbattuto e fu risparmiato il solo campanile: la motivazione risiede nella realizzazione di una diga per la creazione di un bacino artificiale finalizzato alla produzione di energia elettrica. Il progetto iniziale non era così impattante ma venne modificato per aumentare la capacità produttiva dell'invaso.
Chi ha voglia di approfondire può scaricare questo PDF (clicca) e conoscere tutti i dettagli di una triste storia legata allo sviluppo idroelettrico italiano (che fece vittime anche meno note, come - ad esempio - Morasco in val Formazza) e con forti ripercussioni sulla convivenza tra popolazione germanofona e italofona in tutta l'area altoatesina (o sudtirolese).
Poco più a valle del citato Lago di Resia, di origine naturale ma poi allargato artificialmente, si trova uno specchio d'acqua più piccolo, naturale e dalle acque caratterizzate da un colore blu profondo: è il Lago di San Valentino alla Muta. Un percorso ciclo-escursionistico si snoda lungo le rive mentre in acqua non è ideale per la balneazione ma sono praticati la navigazione (con alimentazione elettrica) e gli sport a vela.
Per un certo periodo il Lago di San Valentino alla Muta fu chiamato Lago Certosa, perché apparteneva ai monaci del Convento Certosino in Val Senales. Furono loro a fondare il villaggio Fischerhäuser (Case dei Pescatori), oggi frazione di San Valentino.
Nel comune capoluogo spiccano l'antico ospizio Sankt Voltn e la chiesa parrocchiale.
Anche il toponimo tedesco St. Valentin auf der Haide in tedesco ricorda - geologicamente - il cono di deiezione Haider che sbarra il corso dell'Adige consentendo la formazione del lago. Questo cono di deiezione, detto Muta di Malles in italiano, è il più grande delle Alpi, nel suo genere. Ha una superficie di 13 kmq e si estende dai 900 mslm di Glorenza fino ai 1760 mslm di Piavenna.
Scendendo verso Merano, s'incontrano altri centri di diversa importanza.
Altri centri da visitare sono Lasa - paese reso celebre dal marmo del suo territorio, che caratterizza l'architettura del borgo - Laces, Martello, Silandro, centro principale della val Venosta, con un elegante centro storico, e Naturno, dove si trova un affascinante parco gioco "di una volta": giochi di abilità e astuzia per stimolare i bambini di oggi con le tecniche di ieri (o meglio, dell'altro ieri...). Maggiori informazioni sul sito del Parco: https://www.erlebnispark.it/it/
Silandro, si diceva, è il paese più importante della valle ed il suo centro storico, caratteristico, merita una passeggiata. Attorno al paese si trovano due castelli quasi omonimi. Castel Schlandersburg è stato costruito nel XVII secolo come residenza dei signori Hendl. Il castello è stato ampliato nel tempo diventando una delle costruzioni rinascimentali più importanti della Val Venosta. Dal 1988 il castello è proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano. Oggi ospita la biblioteca pubblica, l’ufficio del lavoro, l’ufficio forestale - e la mostra di Menhir (sono esposti due colossali menhir, ovvero decorate con motivi a spirale, ondulati e con attrezzi stilizzati, hanno un aspetto prezioso e misterioso. Le pietre ritrovate a Vezzano simboleggiano una figura maschile e una femminile, che oggi hanno trovato sede stabile presso la biblioteca Schlandersburg. Con la giusta illuminazione le due statue sono ancora più impressionanti). Il Castello Schlandersberg si trova su una roccia spoglia sopra il paese di Silandro. L’edificio risale nel suo aspetto attuale al Cinquecento. Era la sede della famiglia Schlandersberg, estintasi nel 1813. Il castello è stato venduto a un contadino. Ancora oggi il castello è privato e non può essere visitato.
C'è poi Castel Cengles, in tedesco Fuschsburg, che è il risultato di costruzioni in epoche successive. Il portale d'ingresso risale all'anno Mille (circa) e reca un arco bianco con lo stemma dei signori di Cengles scolpito della chiave di volta. Il castello è proprietà di privati dal 1860 e oggi è una frequentata osteria culturale.
Infine castel Oris di cui rimane solo una torre.
Tra le tante chiese - nei paesi ed attorno ai paesi - si segnala la romanica San Sisinio, a breve distanza da Lasa. E' citata in documenti del 1290 ed è dedicata ad un martire attivo nell'evangelizzazione dell'alta val di Non.
Proseguendo la discesa a valle verso Merano s'incontrano i territori di Castelbello e Ciardes. Il primo, intuitivamente, prende il nome da una fortificazione che sorge alle porte del paese. Documentato per la prima volta nel 1238, fu eretto dai Signori di Montalban. Il castello si erge in una posizione maestosa, su un blocco di roccia sulla sponda sinistra dell'Adige. Nel 1813 e nel 1824 il castello venne quasi completamente distrutto da due incendi. I conti Hendl ne hanno ricostruito solo una parte per adibirla a residenza.E' oggi un centro culturale.
Più in alto, a dominio della vallata, si trova Castel Juval, sede principale dei Messner Museum dell'Alto Adige Südtirol. Anche qui la costruzione si deve alla famiglia Montalban (anno 1278). Nel 1913, un olandese, William Rowland, diede nuova vita al castello che nel frattempo era diventato un rudere fatisciente, facendolo ristrutturare completamente. Dal 1983, si diceva, Castel Juval è la residenza estiva dell'alpinista Reinhold Messner, che ne ha fatto la sede principale del suo MMM Messner Mountain Museum. A Castel Juval espone la sua vasta collezione tibetana, una galleria di quadri e la collezione di maschere con pezzi provenienti dai cinque continenti. A Castel Juval si possono ammirare anche affreschi di epoca rinascimentale. Nei dintorni è stato allestito un parco con animali alpini, oltre ad un’attività agricola con viticoltura. Il vigneto e la cantina Unterortl, il maso biologico Oberortl e l'osteria Schlosswirt sono parte integrante del progetto complessivo di salvaguardia e riproposizione di quel paesaggio culturale storico sudtirolese, caratterizzato da piccoli campi e tenute.
Il versante sabbioso e soleggiato della Val Venosta tra Castelbello e Ciardes consente la nascita di vini filigranati, qui maturano anche frutti per distillati pregiati ed asparagi. Dagli antichi canali d’irrigazione, spesso affiancati da sentieri escursionistici, si godono viste panoramiche sulle Alpi dell’Ortles e sulle Dolomiti.
Un modo comodo per spostarsi nel fondovalle è sicuramente il treno della val Venosta che unisce Merano a Malles, con buona frequenza e fermate in tutti i paesi principali. I centri minori sono collegati da un'efficiente rete di trasporto su gomma.
Una pagina speciale dedicata a Mazia, villaggio degli alpinisti: www.cicloweb.net/guide/g-altoadige/nsmazia.htm
La val Venosta si può scoprire in bicicletta e mountain bike: un'infinità di percorsi, dall'ambiziosa salita al passo dello Stelvio alla comodissima ciclabile di fondovalle, dagli sterrati sulle montagne di confine ai saliscendi tra vigneti e meleti. Una pagina speciale è dedicata ai percorsi in mountain bike a partire da Naturno (clicca).
E d'inverno, ciaspolate in Alto Adige - Sudtirol: www.ciaspole.net/itinerari1/altoadige