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In alta val di Longiarù, viles e pascoli (scorri la gallery!)
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Nel vallone di Antersasc
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Salendo verso Antersasc
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Viles ai piedi del Puez
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Viles ai piedi del Sass de Putia
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Al pascolo
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Da Pares verso Ciampcios
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Baite al cospetto del Sass de Putia
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Sul sentiero 5, verso Utia Ciampcios
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Oltre Ciampcios, ai piedi del Puez. E le Dolomiti di Santa Croce sullo sfondo.
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Le Dolomiti svettano sulle fioriture dei Munt d'Adagn
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Rododendri e Dolomiti, tra Ciampcios e Medalges
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Valle dei Mulini: Puez affascinante anche con il cielo grigio
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Da Utia Vaciara verso est
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Fioriture ai piedi del Sass de Putia, Utia Vaciara
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Un bel sentiero prativo porta da Utia Vaciara verso il col de Poma
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Fioriture a perdita d'occhio con vista sulle Dolomiti: Utia Vaciara!
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Il Sass de Putia domina i prati attorno all'Utia Vaciara
Alto Adige

Valle di Longiarù

Tra Alta Badia e val Pusteria si trova una verde valle incantata dove, spesso, il tempo sembra essersi fermato. E' solo un'impressione, ovviamente, perchè gli scenari bucolici e l'attività agricola tradizionale nascondono una modernità invidiabile che dona straordinaria efficienza a meccanismi consolidati da secoli. A Longiarù, in tedesco Campill, non ci sono impianti di risalita e si arriva solo percorrendo la strada che si stacca dalla provinciale verso il passo delle Erbe, appena fuori da San Martino in Badia. 
In bicicletta sono numerose le opportunità per mettersi alla prova su dure salite, asfaltate o sterrate, ma in questa pagina ci dedichiamo alle tre passeggiate che, probabilmente, rappresentano il miglior modo per calarsi - camminando - tra le "viles", le tipiche abitazioni delle genti ladine di questa zona; le Dolomiti (che chiudono a sud e ad ovest la valle); le verdissime radure ed i lariceti.


UTIA VACIARA
Dura poco e non è particolarmente faticosa, ma l’escursione verso l’Utia Vaciara merita davvero una giornata! Si parte dalle case di Vì (1666 mslm), dove termina la strada asfaltata che sale da Longiarù verso le piccole frazioni caratterizzate da una bellissima edilizia tradizionale che associa legno e pietra e sfoggia preziosi elementi decorativi.
Si segue, senza timore di sbagliare strada, un tracciato forestale che prende quota tra boschi e piccole radure (segnavia 9) fino all’Utia Vaciara, ai piedi del Sass de Putia. Lungo il percorso, una sorta di open air museum: un artigiano del luogo, infatti, ha sparso per il bosco una serie di oggetti in legno che possono divertire soprattutto i più piccoli!
Utia Vaciara (1950 mslm) è una meta ma anche una tappa intermedia: da qui si può procedere verso il vicino rifugio Genova, aprendo la vista alle Odle, oppure verso il passo Goma (Gomajoch) che allarga lo sguardo alla zona del passo delle Erbe. Arrivati ad Utia Vaciara è estesissimo il panorama verso est: le Dolomiti che segnano il confine con il Veneto si dispongono all’orizzonte e spiccano, in particolare, il Sass dla Crusc ed il Muntejela de Sennes.
Cliccando sul logo Kompass si apre la mappa del percorso: si parte dal punto evidenziato in verde per arrivare al punto evidenziato in rosso, Utia Vaciara (con la possibilità di proseguire poi oltre).


VALLE DEI MOLINI
Una bella passeggiata, poco frequentata, conduce da Campill/ Longiarù al col de Poma (2420 mslm), tondeggiante vetta a dominio della val di Funes e delle splendide Odle: questa escursione può essere messa "in circuito" con quella descritta sopra, verso Utia Vaciara.
La passeggiata parte morbida e prende quota tra i pascoli di fondovalle seguendo il segnavia 4: è quasi un sentiero didattico perchè le diverse opere dell'ingegno umano (qui inseritosi in modo discreto e rispettoso) sono descritte con pannelli illustrativi molto interessanti.
Di mulino in mulino, di villaggio in villaggio si abbandonano i dolci pendii del fondovalle per iniziare un severo tratto nel bosco. Il sentiero è davvero impegnativo e lascia poco spazio per rifiatare fin quando, ormai oltre i duemila metri di quota, si raggiungono gli alpeggi sotto il Sass de Putia, quasi sulla cresta spartiacque.
Seguendo il sentiero ci si porta nei pressi del passo di Poma da cui si ha facile accesso all'omonima vetta, spettacolare nell'ampiezza dei panorami che regala. Da est ad ovest, da nord a sud lo sguardo si apre sul gruppo Puez, le Odle di Funes, le Odle di Eores, il vicino Sass de Putia, le Dolomiti di Fanes.
Per la discesa, tornati al passo di Poma si può disegnare un percorso circolare: si procede verso nord e si fa tappa presso la Utia Vaciara (1950 mslm circa) scende a Campill lungo il segnavia 9 e la "strada delle viles" nel finale. In alternativa, ovviamente, si può rientrare per la via di salita.
La cosiddetta "valle dei Mulini" è la valle solcata dal rio Seres. Tra Seres e Miscì, due viles davvero caratteristiche a breve distanza da Longiarù, i mulini sono otto, due dei quali dotati di doppia ruota ed una teleferica ad acqua: la stessa acqua, ovviamente, metteva in moto la struttura del mulino garantendo energia "rinnovabile" praticamente senza soluzione di continuità. Lo scorrere dell'acqua metteva in movimento una complessa rete di ingranaggi in legno che permetteva il funzionamento della macina.
I mulini non svolgevano attività "conto terzi" - come si direbbe oggi - ma erano parte integrante del maso o talvolta di più masi cui garantivano le attività di molitura. Non potevano mai mancare sementi da macinare altrimenti le strutture si sarebbero usurate. La presenza del mugnaio era quindi fondamentale e presso il mulino erano presenti una stanza in cui potesse riposare ed una stufa per riscaldare l'ambiente.
I mulini sono tutti diversi tra loro: l'ultimo, il più alto, ha un brillatoio, utilizzato per decorticare l'orzo. Il sesto, invece, è l'unico quasi interamente in pietra. Simili, però, le strutture: quattro livelli, un seminterrato dove alloggiano gli ingranaggi, un iano a livello dell'entrata con le attrezzature complementari, sopra le macine ed all'ultimo piano la stanza del mugnaio con una stufa ed una finestrella.
Cliccando sul logo Kompass si apre la mappa del percorso: si parte dal punto evidenziato in verde per arrivare al punto evidenziato in rosso, Col de Poma (con la possibilità di proseguire verso Utia Vaciara e scendere lungo il percorso descritto sopra).


MALGA ANTERSASC
La passeggiata verso la malga Antersasc scorre tra verdi boschi e saltuarie radure fino a raggiungere l’ampia testata della vallata chiusa da imponenti contrafforti dolomitici.
Un percorso lungo, con solo qualche tratto ripido, che impegna per circa 2h30’ in salita: oltre alle Dolomiti, qui si sfiora il gruppo Puez, sono le tipiche “viles” ad impreziosire il panorama ed incuriosire gli appassionati. L’edilizia tradizionale è uno dei tratti più affascinanti della valle di Longiarù, dove l’identità ladina è particolarmente radicata: soprattutto in discesa lo sguardo sarà rapito dai nuclei rurali che punteggiano queste montagne.
La passeggiata parte dai dintorni di un maneggio, poco oltre Longiarù (Muntcörta – Punt da Ru Fusc, 1495 mslm), seguendo le indicazioni per Antersasc (segnavia 6b): si percorre dapprima una strada forestale e poi un sentiero che si inerpica tra gli abeti.
Dopo questo tratto nel bosco si riprende un ripido tracciato forestale: si perviene a Pian de Locia (1915 mslm) dove si ammira un primo, indimenticabile, quadretto dolomitico. Il più è fatto: un tratto in salita, su sentiero, supera un gradone roccioso ed apre le porte del pianoro erboso dove ha sede malga Antersasc (2030 mslm).
Non ci sono rifugi o malghe aperte e quindi è bene ricordarsi di portare le proprie vivande per un picnic panoramico in un prato circondato dalle Dolomiti!
Cliccando sul logo Kompass si apre la mappa del percorso: si parte dal punto evidenziato in verde per arrivare al punto evidenziato in rosso, malga Antersasc (con la possibilità di proseguire poi oltre).


CIAMPCIOS E MEDALGES
Una passeggiata molto affascinante e panoramica conduce da Pares (possibilità di parcheggio) fino all'Utia Ciampcios e, volendo, fino alla malga Medalges ed alla cresta di confine con la val di Funes. Tutta la passeggiata si svolge al cospetto delle pareti settentrionali del gruppo Puez, davvero impressionanti per verticalità e slancio, e si affaccia verso le Odle. Guadagnando quota, poi, il panorama si aprirà verso est abbracciando il Sass dla Crusc ed un'infinità di vette anche più lontane.
Si parte come detto da Pares imboccando un'ampia forestale che prende quota senza troppi strappi costeggiando un prato dominato dal Sass de Putia e caratterizzato da due tipiche abitazioni ladine. In corrispondenza di un grande masso si nota l'indicazione per Munt d'Adagn (sentiero 5): si segue l'indicazione e si inizia a salire, su pendenze più impegnative, addentrandosi in un fitto bosco di abeti intervallato da qualche scenografica radura. La forestale porterebbe comunque all'Utia Ciampcios ma impiegando più tempo (solitamente viene percorsa, in inverno, con le ciaspole e gli slittini): meglio salire lungo il sentiero.
In meno di due ore si raggiunge l'Utia Ciampcios, aperta durante la stagione. La malga si trova tra i prati del Munt d'Adagn, punteggiati da tante baite molto caratteristiche ed immerse in uno scenario unico.
Volendo si può proseguire oltre e raggiungere malga Medalges, anch'essa aperta in stagione, posta nei pressi della cresta di confine con la val di Funes: si sale per un'ulteriore oretta da Ciampcios, su un'ampia traccia sterrata.
L'escursione, come tutte quelle descritte in questa pagina, merita in ogni stagione ma le fioriture primaverili (in particolare i rododendri tra la fine di giugno e l'inizio di luglio) ed il foliage autunnale renderanno ancor più indimenticabile una giornata tra queste montagne.
Il ritorno avviene per la via di salita.


I lariceti di Longiarù sono un vero spettacolo e, com'è ovvio, il loro fascino è ancora più coinvolgente in autunno quando, nel breve volgere di una ventina di giorni, il loro colore passa dal verde al giallo e poi ad un arancione sempre più intenso prima che gli aghi cadano al suolo e le piante si preparino definitivamente all'inverno.
L'incanto si percepisce già dal fondovalle ma è ovviamente con una passeggiata in quota, o una pedalata in mountain bike, che ci si può calare davvero in questo spettacolo naturale.
Per saperne di più, visita la pagina dedicata all'autunno a Longiarù (clicca)
Ai larici di Longiarù è dedicato Larjei ("Larici" in ladino), un corposo volume edito da Uniun Ladins Val Badia. Sull'esempio del lariceto di Longiarù, gli autori illustrano origini, evoluzione ed attualità di questo tipo di bosco. In circa 330 pagine sono presenti oltre 350 disegni e precisi riferimenti cartografici che possono appassionare il semplice curioso come il professionista preparato.
Nel testo, i larici sono lo spunto per una più profonda analisi della tradizione e dello sviluppo agrario di questa piccola vallata. Particolarmente interessante risultano i capitoli sulla geologia della valle e sulle più curiose caratteristiche della sua pianta più simbolica.
Per informazioni, 
https://www.micura.it/en/bookshop/libro/411-larjei/category_pathway-31

Altre due pagine di trekking, nei dintorni di Longiarù, sono raggiungibili cliccando:
- qui per La Val, terra di escursionisti
- qui per l'Alta Badia
Su www.cicloweb.net inoltre:
- alla scoperta della vicina Longiarù, villaggio degli alpinisti,
- itinerari da pedalare tra le Dolomiti dell'Alta Badia,
- guida all'Alta Badia alla sua storia, alla natura ed alla cultura
Infine, per quando la vallata è ricoperta di neve, su www.ciaspole.net sono descitte:
- la ciaspolata all'Utia Vaciara;
- l'escursione con le racchette da neve verso Antersasc
- all'Utia Ciampcios

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